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Autore: floricienta    13/07/2013    2 recensioni
Ib e Garry sono saltati insieme fuori dal quadro e la loro speranza in un ritorno nella vita reale è più vivida che mai, ma non hanno ancora fatto i conti con lo spregevole mondo di Guertena e delle sue opere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garry, Ib
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoooomiiii!!! Sono tornata!!! La maturità è finita e finalmente posso continuare a scrivere!!! Come sono contenta! Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto, ma spero che l'attesa vi faccia gradire ancora di più questo capitolo :)
Ci risentiamo a fine capitolo! A più tardi u.u

 

Capitolo 5

In poco tempo l’acqua raggiunse il livello di metà stanza.

Garry riuscì finalmente a nuotare verso Ib e a tenerle la testa fuori dall’acqua perché era svenuta.

“Ib! Svegliati!” urlò e le diede una piccola sberla.

L’acqua continuava a salire e ormai il ragazzo non riusciva più a toccare con i piedi il pavimento. La cosa buona fu che Ib sembrò riprendere i sensi.

“Oh menomale!” esclamò il ragazzo “Sai nuotare, vero?”

La bambina annuì e Garry la lasciò andare, inizialmente fece qualche fatica a rimanere a galla, forse per la paura, ma subito cominciò a muoversi in stile cagnolino.

Al ragazzo scappò una piccola risata vedendola un po’ impacciata, poi allontanò subito quei pensieri, dato che il livello dell’acqua non accennava minimamente a stabilizzarsi.

“Qua continua a salire sempre più velocemente...”

“Dobbiamo trovare un’uscita” completò la frase la piccola Ib.

“Aspettami un secondo” fece Garry, prese il respiro e si buttò sott’acqua.

C’era un incredibile gioco di sfumature sotto la superficie, l’azzurro passava dal blu al bianco, come se fossero nell’oceano più splendente del mondo e tutto era riflesso sul cuore ormai diviso a metà dal quale continuava a fuoriuscire il getto.

Garry nuotò passando dietro al cuore, dove non poteva venir scaraventato chissà dove dalla corrente, e esaminò la stanza, cercando se adesso ci fosse qualche uscita, ma non riusciva davvero a capire da dove potessero salvarsi.

Cominciò a mancargli il fiato, quindi risalì in superficie.

Ormai i due terzi della stanza erano sommersi e rimaneva poco tempo.

“Garry!” esclamò Ib e gli andò vicino, aggrappandosi alla schiena.

“Sei stanca?”

“Sì... Secondo te dove sarà Amy?” chiese poi tristemente.

“Non lo so...”

“Ma saprà nuotare?” la bambina era sempre più preoccupata.

“Stai tranquilla, lei ha enormi poteri” Garry si sentì in dovere di rassicurarla, anche se questo significava parlar bene della bambola “E non morirà di certo per un po’ d’acqua nella stoffa! E neanche noi...”

Si sentì uno scricchiolio e improvvisamente un rumore sordo, come uno scoppio.

Il ragazzo guardò sotto di sé e vide che il cuore si era aperto ancora di più e che il liquido usciva ancora più fluente.

Qua si mette male! Se non faccio qualcosa in tempo...non ci voglio neanche pensare!

“Aspetta ancora un po’...” fece di nuovo il ragazzo e si immerse.

Appena si avvicinò al cuore, sentì come una forza che gli ordinava di entrare al suo interno, come se fosse sotto incantesimo.

È impossibile, sono sicuro sia una trappola, ma d’altronde non c’è neanche un’altra via.

Osservò l’interno dell’organo dall’increspatura e notò un bagliore lucente.

La prima cosa che pensò fu che da quando erano finiti in quel posto non c’era mai stata una stanza così piena di luce e la cosa lo insospettiva ancora di più.

Tornò a galla e ormai mancava davvero poco.

“Hai trovato qualcosa?” chiese Ib.

“N-no...”

La bambina notò lo sguardo disperato dell’amico.

“Cosa ti succede?”

“Non so cosa fare” la sua voce era un semplice sussurro “Potrebbe essere l’ultima volta che ci vediamo e che ci parliamo... Io sono un buono a nulla” ancora una volta lo scudo di Garry si era infranto, rivelando un aspetto miserabile del suo carattere, provocato dal mondo di Guertena.

“Non è vero Garry, mi pare di avertelo già detto” Ib cercò di fare un po’ la voce grossa “È grazie a te se sono ancora viva, sicuramente riusciremo a salvarci anche questa volta” gli fece un largo sorriso, abbracciandolo.

Garry le diede un piccolo bacino sul naso e la strinse a sé.

“Quello che sto per dirti potrebbe farci morire entrambi...”

In un primo momento, Ib sussultò,  ma continuò ad ascoltare le parole del ragazzo.

“Dimmi piccola mia, sai nuotare sott’acqua?”

“...Un pochino...”

“Devi riuscire a trattenere il fiato per un po’, devi riuscirci” Garry l’afferrò per le spalle e la scrollò guardandola negli occhi scarlatti “Adesso noi entreremo nel cuore”

“Nel cuore?”

“Sì e sbrighiamoci prima che l’acqua arrivi al soffitto” e mancava davvero poco prima che non avessero più lo spazio per tenere la testa all’asciutto e respirare “Dai, andiamo” la prese per mano e fece segno di star tranquilla con la testa “Se non riesci a tenere gli occhi aperti, non preoccuparti, ti guido io”

Si buttarono insieme, Ib tenendo gli occhi chiusi e facendosi trascinare dall’amico.

Garry arrivò davanti al cuore, rimase pochi attimi fermo e iniziò così la lotta contro la corrente opposta.

Più si avvicinava, più doveva combattere contro il getto d’acqua.

Ib aprì gli occhi e vide anche lei la luce all’interno dell’organo spezzato, ma cominciava anche a non riuscire più a stare in apnea.

Strattonò il braccio di Garry, che subito capì che le mancava il fiato, allora si affrettò.

Un getto improvviso li scaraventò in superficie.

“Maledizione!” gridò il ragazzo, dando un pugno all’acqua.

La bambina era felice di tornare a respirare, ma a questo punto non c’era più tempo, le loro teste sfioravano quasi il soffitto.

“Ancora una volta Ib!” esclamò ancora lui e si rigettarono.

È la nostra ultima speranza...

Nuotarono velocemente, erano quasi all’interno del piccolo vortice che si era creato appena al di fuori del cuore.

Garry aprì la bocca, come per urlare e allungò il braccio libero.

Come sfiorò con la punta delle dita li cuore azzurro, ci fu un’implosione.

I due amici furono come risucchiati all’interno, non riuscivano a capire come, ma era come se fosse tornato l’ossigeno nonostante fossero ancora avvolti dal turbinio d’acqua.

Furono sballottati in ogni parte, attraversando un corridoio di luce.

Garry strinse la mano della bambina e cercò di portarla al suo petto per non perderla.

Si strinsero con tutte le loro forze, Ib chiuse gli occhi sperando che tutto finisse presto, Garry invece li tenne aperti, pensando che avrebbe fatto meglio a tenerli chiusi.

Intorno a loro volteggiavano degli spiritelli, come se fossero delle scure ombre nere, con gli occhi talmente di un rosso acceso che provava terrore nel guardarli, inoltre non vi era neanche la pupilla.

Si rese conto che non avevano la bocca, ma sentiva nella sua testa come delle grida angoscianti e una risata lontana.

Si sentì immediatamente come se stesse per mettersi a piangere e svenire, poi guardò la piccola Ib e vide nel suo volto un’aria impaurita, con gli occhi stretti stretti che pensò le dolevano da quanto li teneva serrati.

Rivolse il viso sulle ombre e queste girarono ancora intorno a loro, avvicinandosi e allontanandosi come le onde inferocite di un mare in tempesta.

Cercò di guardare altrove, ma si ritrovò davanti uno di quelli e urlò di paura, svenendo senza neanche accorgersene.

Ib...devo proteggere Ib.

Questo fu il suo ultimo pensiero prima di perdere completamente i sensi, senza sapere che anche la sua amica era nelle sue stesse condizioni.

 

C’era uno strano odore nell’aria, un odore nauseante che entrò fino in fondo nei polmoni di Garry.

Questo si risvegliò tossendo, sputando anche sangue e notando che c’era un suo petalo di rosa blu a terra, proprio davanti ai suoi occhi.

Con la guancia sfiorava un pavimento umido e allo stesso tempo ghiacciato, il suo corpo era tutto intorpidito e infreddolito, oltre che dolorante.

Si tirò su in piedi facendo molta fatica e barcollando un po’, ma appena si rese conto che a pochi metri da lui vi era Ib, si gettò su di lei, chiamandola a gran voce.

“Ib! Svegliati! Adesso!” poggiò l’orecchio sul petto della piccina e controllò che ci fossero ancora i battiti.

È viva, menomale...

Un piccolo sorriso gli illuminò il volto, ma la bambina non dava cenni di svegliarsi.

Deve aver bevuto troppa acqua poco fa...

Decise di farle la respirazione bocca a bocca, anche se non credeva di esserne in grado.

“Forza Garry” cercò di auto convincersi “L’hai visto fare mille volte in televisione, se lo fa un attore perché non posso farlo anche io? Forse la risposta è che lì è finto...” scosse la testa più volte, alzò il viso di lei, le aprì le labbra e le tappò il naso.

Avvicinò le bocche e soffiò con quanto fiato aveva in gola, sperando che fosse meno contaminato dell’aria che si respirava in quella stanza.

Cercò di fare il possibile, facendo anche pressione sui polmoni e, dopo un paio di tentativi, Ib si svegliò di soprassalto, tossendo e girandosi sul fianco sinistro.

“Ib...” sussurrò il ragazzo e crollò a terra, felice che la sua amica fosse ancora viva.

La bambina si voltò verso il maggiore e l’abbracciò impaurita e tremante.

“Visto? Sono riuscita a trattenere il respiro fino alla fine”

Il suo dolcissimo sorriso rassicurò  l’animo del ragazzo e insieme si tirarono su da terra.

“Sei stata bravissima” le diede una pacca sulla testa e le accarezzò i capelli, tenendo tra le dita la punta castana “Hai perso dei petali?” chiese poi.

Ib prese in mano la sua rosa rossa e notò che un petalo si era staccato.

“Non importa” continuò lui “Troveremo presto un vaso, l’importante è che stai bene”

“Sì Garry”

Si guardarono intorno, erano in una stanza abbastanza piccola.

Proprio dietro di loro c’era un buchino sulla parete dalla quale sgorgava dell’acqua e questa aveva creato un corto rivolo che finiva in un tombino al centro della camera.

“Va bene che sono diventato matto, ma sono sicuro che da questo buco non ci passa neanche la mia mano...” commentò lui, avvicinandosi e misurando la fenditura con il pugno.

Improvvisamente sobbalzarono, colti da una risata.

“È Amy?” esclamò subito la bambina.

“Non lo so, sembrerebbe di sì...”

Ib corse verso la porta davanti a lei e poggiò l’orecchio.

“Ecco! La sento è qua dietro” prese il pomello tra le mani e tirò con tutta la sua forza, ma non ci fu verso di aprirlo.

Spiò dalla serratura, ma l’unica cosa che vide fu una coltre di fumo.

“Lascia fare a me” Garry spostò delicatamente l’amica e provò sia a spingere sia tirare, ma era inutile, serviva una chiave “Odio le chiavi!” fece ironicamente e si sedette per terra.

Sentì ancora quell’odore pungente colpirlo ai polmoni e tossì.

“Ib? Non c’è una puzza incredibile?”

“Sì, sarà il fumo che ho visto nell’altra stanza”

“Mh...” Garry guardò verso l’alto e vide che c’era un piccolo strato di smog che rimaneva a galleggiare solo sul soffitto “Deve essere colpa di quello anche...” indicò con la mano destra e Ib alzò gli occhi.

“Magari la chiave è lì sopra”

“E come ci arriviamo?” chiese confuso.

“Prendimi in spalle, provo a vedere io” sorrise.

“Stai scherzando? Non ti faccio inalare chissà che cosa da così vicino!” si preoccupò lui.

“Tranquillo, mi tapperò il naso con qualcosa”

Garry si tolse il fazzoletto che aveva ancora come fascia sulla mano e glielo porse.

“Tieni, scusa se te lo restituisco così sporco, ma almeno hai qualcosa per coprirti il naso”

“Grazie”

I due si misero d’impegno, il ragazzo sollevò l’amica, tenendola sulle spalle e lei si allungò più che poté.

Spostò via un po’ di fumo agitando la mano, ma non trovò la chiave.

Continuò così per un po’, fin quando non sentì qualcosa di strano nell’aria, allora riprovò qualche volta, incredula che potesse essere vero.

Ma...è fatta di gas...

Strinse la mano a pugno, come per afferrare qualcosa e fece gesto a Garry di farla scendere.

“Hai la chiave?” domandò contento.

“Insomma...” aprì la mano e un piccolo vortice di fumo restava fermo nel suo palmo e aveva la forma di una chiave.

Il ragazzo sbarrò gli occhi, la prese in mano e si avviò verso la porta.

“Ma gira a vuoto” non riusciva a capire come potesse della semplice aria sporca aprire una porta, non che le altre cose che erano successe in quel posto erano spiegabili.

Tornò da Ib e le passò la chiave, ma gli sfuggì di mano, cadendo proprio nel percorso d’acqua.

Subito la chiave si trasformò, come se stesse passando dallo stato aeriforme a quello solido in meno di dieci secondi, acquistando un colore misto tra il grigio scuro e l’azzurro limpido.

La bambina la raccolse e andò verso la porta, notando che erano apparse delle scritte.

Fumo di Londra.... Aspetta! Noi non siamo a Londra, o forse sì? Non avere paura.

“E questo che cosa significa?” si chiese Garry, ormai aveva capito che quelle frasi prima di una stanza rappresentavano un indizio per poter comprendere quello che sarebbe accaduto, ma tutto ciò non aveva senso “Andiamo Ib...” la tenne per le spalle mentre lei faceva ruotare la chiave nella serratura.

La porta si aprì e la chiave tornò immediatamente gas e svanì nel nulla.

Il corridoio sembrava lunghissimo, come d’altronde tutti gli altri in cui erano capitati.

Furono subito investiti da una foschia maleodorante e furono costretti a chiudersi il naso con le dita.

Camminarono per qualche minuto e il tutto si faceva sempre meno visibile, data l’intensa presenza di quella nebbia.

Sento di svenire di nuovo...

Pensò Garry mentre avanzava tenendo per mano la sua piccola amica.

A entrambi faceva male il petto e il cuore batteva all’impazzata dalla paura, per non parlare della gola diventata talmente secca che non riuscivano più a parlare.

Ib cadde sulle ginocchia e tossì forte.

“Tutto ok?” il ragazzo si preoccupò subito e la prese in braccio, continuando a camminare.

Sentirono una risata famigliare e sperarono di essere quasi arrivati, fortunatamente fu così.

Sbucarono in una stanza abbastanza grande, dalle pareti formate di polveri e gas.

Davanti a loro c’era un signore vestito di tutto punto che andava avanti e indietro fumando una pipa, proprio in fondo alla camera si poteva distinguere un quadro che lo ritraeva e dove vi era impresso il titolo: Smoking Gentleman.

Aveva indosso una giacca viola, così come il cappello a cilindro, dei pantaloni beige, una camicia bianca e una cravatta fucsia, sembrava davvero un tipo eccentrico.

“Fai che non sia pazzo come la donna con l’ombrello...” pregò Garry, guardando verso l’alto e congiungendo le mani.

Proprio nel mezzo della stanza c’era un trono dalle varie sfumature di grigio, sulla quale si era appena andato a sedere l’uomo, poggiando una mano sulla guancia e continuando a fumare con l’altra.

“Mi ricorda il Brucaliffo di Alice nel Paese delle Meraviglie!” esclamò la bambina con gli occhi sognanti e fece per andare in contro all’uomo, ma fu fermata prontamente dal maggiore.

“Attenta, qua non siamo nel Paese delle Meraviglie, al massimo siamo nel Paese degli Orrori”

“Buongiorno stranieri” disse ad un certo punto il fumatore e i due amici sussultarono, era la prima volta che qualcun altro al di fuori di Mary o Amy aveva parlato con loro.

“S-salve...” iniziò a parlare Garry.

Nel mentre Ib ispezionò tutto con lo sguardo, senza però scorgere nessuna porta.

“Non sono in molti quelli che giungono fin qui” continuò l’uomo “E se ci riescono...beh...non proseguono oltre” buttò fuori il fumo che andò ad aggiungersi a tutto quello che già c’era.

Ecco, come non detto! Questo sarà ancora più complicato di tutti gli altri e non ho neanche un’arma per difendermi...e difendere Ib.

“Perché non ci aiuti ad uscire?” provò a convincerlo la bambina “Potrai venire con noi se vuoi”

“Ib, non fare proposte a caso! Già abbiamo, o meglio, avevamo Amy tra i piedi, non vorrai portarti dietro anche lui!”

“Mi avete chiamato? Ihihih” da una parete sbucò fuori la piccola bambola di pezza e cominciò a correre per tutta la stanza, creando un piccolo vortice d’aria per poi saltare in braccio a Ib.

“Amy! Mi sei mancata tanto” la bambina sfregò il proprio viso contro quello del fantoccio, contenta di aver ritrovato la sua amica.

Come non detto...

Garry si mise una mano sulla faccia, scuotendola, non era per niente felice che la bambola fosse tornata da loro, ancora non si fidava ciecamente di lei.

“Avete conosciuto il mio amico? Ihih” squittì, indicando l’uomo seduto sul trono.

“È un tuo amico? Ecco, ora sono certo che qualcosa non andrà come speriamo...”

“Non essere cattivo con me Garry” piagnucolò Amy.

“Lui non è cattivo, ha solo un brutto carattere ogni tanto” rispose Ib.

“Grazie mille piccola Ib...” ironizzò il ragazzo.

“Avete finito con questa scenetta da quattro soldi?” chiese il signore, facendo segno di venire avanti.

Amy scappò dalla presa della bambina e saltò sul cilindro viola, ridendo a crepapelle.

Ammetto che non mi mancava per niente la sua risatina agghiacciante...

L’uomo si mise la pipa in bocca e fece qualche tiro, noncurante della bambola sulla sua testa e continuando a fissare i due giovani.

“Venite vicino a me, vi racconto una storia”

Ib corse subito verso di lui, sedendosi per terra davanti al trono.

“Ib!” Garry non riuscì a fermarla e quindi fu costretto a seguirla.

Sentiva un conato di vomito salirgli su per la gola a causa di quel maledetto odor di fumo misto a morte e sangue, voleva assolutamente andarsene.

Si sedette vicino alla sua amica, tutta contenta di sentire una storia, e le strinse la mano.

“Io sono il Gentiluomo Fumatore” cominciò a parlare l’uomo, facendo uscire dalla sua bocca del fumo, Garry tossicchiò e poi il signore continuò “La storia che sto per raccontarvi è una storia di paura e morte...”

Il suo sguardo era incantatore e i due non poterono far altro che stare ad ascoltare.

“La lezione che dovete imparare quest’oggi è quella di eliminare le vostre...” si alzò dal trono e si inginocchiò proprio di fronte a loro “...Più oscure...” si mise la pipa in bocca e fece un lungo tiro “...Paure” con quest’ultima parola riempì i volti dei due di fumo, tant’è che non riuscirono più a respirare e sentirono girare la testa.

 

Ib strizzò gli occhi perché le dolevano con tutto quel fumo addosso e si alzò in piedi.

Pochi istanti dopo aprì di scatto gli occhi e quello che vide fu solamente il buio totale.

“Garry?” disse con voce tremula “Dove sei Garry?”

Sentì come un fruscio provenire da dietro di lei, sobbalzò, si girò di colpo e emise un piccolo urlo.

Ho paura... Ho tanta paura... Sono rimasta sola, non c’è nessuno qui con me e sono al buio. Non vedo niente.

“C’è qualcuno? Amy?” fece un passo avanti nell’oscurità, sperando di ricevere una risposta, ma non accadde nulla.

Si teneva una mano sul petto, mentre l’altra protesa in avanti per paura di urtare qualcosa.

Percepì che sotto di lei il pavimento stava cambiando, non c’erano più piastrelle o altri rivestimenti, ma solo fanghiglia.

Camminava piano, un passo dopo l’altro, piccolissimi e per poco non sprofondò nel terreno.

Urlò e cadde a terra, rialzandosi subito e pulendosi le mani sul vestito.

Pian piano si stava abituando anche all’oscurità, ma si rese conto che non c’era assolutamente nulla se non lo spazio infinito di quel posto.

Dove sei Garry? Perché mi hai abbandonato?

Le lacrime cominciarono a scendere copiose sul suo viso e d’un tratto sentì un fischio, si guardò intorno, ma non notò nulla.

Questo fu seguito da un altro fruscio.

Decise di proseguire e ancora una volta il terreno cambiò consistenza, ora era diventato di ghiaccio.

Scivolò e picchiò con il fondoschiena, poi si mise a carponi e vide il proprio riflesso sul ghiaccio.

Finalmente una fonte di luce...

Il pavimento gelato era sì trasparente, ma non per questo illuminava anche quello che c’era intorno alla piccola bambina spaventata.

Arrancò ancora per qualche minuto, cercando di non ruzzolare ancora per terra, poi sentì come se qualcuno la stesse osservando.

“Sei te Garry? Amy?”

Notò nell’oscurità due occhi rossi e in un primo momento pensò fosse la bambola, allora si alzò in piedi e corse verso di lei, ma i due puntini svanirono all’istante.

Qualcuno le toccò la spalla e lei si sentì gelare le vene, si girò di scatto, ma non vide nessuno.

Che cosa sta succedendo? Dove mi trovo?

Un ruggito la fece trasalire e iniziò a correre più veloce che poteva, sbattendo ad un tratto contro qualcosa di duro e fatto di legno.

“E questo cos’è?”

 

Garry sentì i polmoni pieni di gas nocivo e boccheggiò, sdraiato per terra.

La prima cosa che fece fu quella di guardare la sua rosa e notò subito che un petalo era andato perso.

“Ib, stai bene?” chiese e voltò lo sguardo verso di lei, o meglio, pensava di averlo voltato verso di lei.

La bambina non era più al suo fianco e non c’era neanche il Gentiluomo Fumatore e il suo trono.

Al suo posto vi erano alberi, le chiome erano scure, come se le foglie fossero tutte grigie, marroni e nere. Sotto di lui c’erano terriccio e erba entrambi umidi e la notte governava quel posto.

“Dove sei Ib?” si preoccupò all’istante di ritrovare la sua amica, ma non la vedeva da nessuna parte.

Si alzò da terra e si mise a camminare, non sapendo dove andare.

Aveva capito che si trovava in una specie di bosco, probabilmente era stato l’uomo a portarlo lì.

Forse i protagonisti della storia siamo noi...

Si ritrovò a pensare.

Ad un certo punto le gambe non lo sorressero più e si accasciò sulle ginocchia, si mise le mani sulla testa, premendola forte e cominciò a urlare di dolore.

“Basta! BASTA!” non sapeva perché si stava comportando così, ma sentiva che c’era qualcosa che non gli permetteva di star bene, che gli opprimeva il petto e faceva pressione nella sua mente.

“Andate via! Via dalla mia testa!”

Cosa mi sta succedendo?

Riuscì a mettersi in piedi a fatica e poggiò la schiena su un tronco, tenendosi sempre le mani sulle tempie e lanciando grida di sofferenza.

Improvvisamente, come era venuto, il dolore scomparve e Garry si ritrovò ad ansimare steso contro l’albero.

Si riprese in poco tempo e continuò la sua marcia, prese anche un ramo da terra per segnare sul legno gli alberi in cui era già passato davanti.

L’atmosfera poco dopo si fece diversa, il cielo aveva preso era nero pece e si confondeva con il fogliame, ma tutto ciò metteva in risalto il colore del sangue sparso qua e là per il bosco.

Ti prego, fai che non sia di Ib...

Prese un respiro profondo e cercò di evitare le macchie rosse per terra, poi sentì un gocciolare e guardò che si stava formando proprio una pozzanghera di sangue in quel momento.

Alzò gli occhi al cielo e mancò poco perché non vomitasse: c’era un uomo impiccato senza testa che penzolava attaccato ad un ramo.

Indietreggiò fino a scontrarsi contro un tronco, sentì qualcosa sopra la sua testa, guardò in alto e un altro cadavere, questa volta di una donna, era impiccato all’albero senza gli arti superiori e inferiori.

Garry cacciò un grido e si toccò i capelli, cercando di togliersi il sangue che era colato sopra.

Voglio andarmene subito!

Cominciò a correre, ma si rese conto di star girando intorno.

Avvertì qualcuno toccargli la schiena, allora si girò di scatto e vide per una frazione di secondo degli occhi rossi iniettati di sangue che sparirono subito dopo.

“Amy! Se questo è uno dei tuoi solito scherzetti, non è affatto divertente!”

Sentì nuovamente delle voci nella testa che gli dicevano: “Sei un assassino” “Devi soffrire

“Non sono un assassino!” rispose lui, urlando.

Devi morire” questa frase su seguita da una risata maligna.

“No, NO!”

Fu come se qualcuno o qualcosa lo tenesse a forza per il mento e fu costretto a stare con gli occhi fissati verso l’alto, decine di corpi erano appesi su ogni ramo e a Garry mancò il respiro.

Devi morire” un sussurro veloce.

Il ragazzo fece qualche passo indietro e rotolò per terra, inciampando in qualcosa, una corda intrisa di altro sangue ancora fresco.

Devi morire...

 

Una luce accecante si sprigionò solo e unicamente su quell’armadio dove era andata a sbattere Ib.

Lei si coprì gli occhi con una mano, cercando di riabituarsi.

Non sapeva cosa fare, ma non c’erano molte alternative, doveva aprire quell’armadio.

L’anta cigolò e Ib fece per aprirla piano, ma un colpo di vento la fece spalancare e da essa uscirono centinaia di mostri dai lineamenti raccapriccianti.

Chi con le corna, chi con denti aguzzi e altri ancora con artigli o squame e incutevano terrore al sol vederli di sfuggita, soprattutto alla piccola bambina.

Ib urlò con quanto fiato aveva in gola e scappò via, corse a lungo, ma era inseguita da tutti quei mostri e non sapeva dove andare, non vedeva niente e non era neanche tanto veloce.

Garry ho paura, vienimi a salvare...

Ib era stanca, non vedeva l’ora di fermarsi e riposare.

Ansimava e piangeva senza neanche rendersene più conto, voltò lo sguardo indietro e vide ancora i mostri inseguirla.

Uno che puzzava terribilmente di fogna e che aveva anche un colorito verde oliva e viscido allungò una zampa verso di lei per agguantarla e magari ucciderla.

“No!” urlò e avvertì che stava per prenderla.

Aumentò il passo, ma si sentiva in trappola.

Arrivò nuovamente nella zona lastricata di ghiaccio e ebbe paura di cadere, in effetti fu così.

Slittò via per qualche metro, cercò di rialzarsi, ma riuscì solamente a voltarsi verso i mostri che venivano verso di lei.

Non voglio morire...

In quell’istante ripensò a tutto quello che era successo da quando era entrata nel mondo di Guertena: aveva incontrato Garry, era riuscita ad affrontare molte prove rischiose e a rimanere salva fin adesso.

Poi le venne in mente il Fumatore e alle sue parole, alla scritta sulla porta e fu come un fulmine a ciel sereno.

Di scatto aprì gli occhi, guardando con aria di sfida tutti i mostri che si stavano avvicinando e si rialzò in piedi.

 

Garry sentì pulsare le membra e si tirò su da terra.

Davanti a lui c’erano delle ombre, le stesse che aveva visto appena entrato all’interno del cuore azzurro.

Ora che poteva vederle bene capì che erano un corpo unico, con le braccia, ma senza gambe infatti levitavano, la testa era a forma di palloncino, senza bocca o orecchie ed erano tutti neri con solamente gli occhi in rilievo, di quel rosso acceso che incuteva angoscia e panico.

Voglio andarmene da questo posto, ho paura...

Quei demoni allungarono le braccia, il ragazzo indietreggiò a carponi, sporcandosi così tutta la giacca di terriccio e sangue.

“Andatevene!”

Un sibilo proveniva dai quei mostri e Garry ebbe un brivido lungo tutta la spina dorsale.

Cinque di loro gli furono sopra, il ragazzo agitò le braccia cercando di cacciarli via, ma le sue dita passavano attraverso i corpi.

Li percepiva dentro la testa, non poteva liberarsene.

L’odore del sangue era intrinseco nelle ombre e a Garry venne il voltastomaco.

Tutti e cinque lo presero e sollevarono, tenendolo per le gambe e i piedi.

Perché io non posso toccarli e loro sì? Devo liberarmi e ucciderli... Ma no, a cosa sto pensando? Io non sono un assassino!

Devi morire” ancora quella voce nella sua testa.

Improvvisamente si sentì cadere e le ombre erano tutte intorno a lui.

Si guardò la mano e si accorse di avere un coltello.

“Ma c-cosa...” scrutò uno a uno gli spiritelli e cominciò a dimenare l’arma “Andatevene se non volete che vi uccida!” iniziò a piangere e il dolore alla testa tornò.

Assassino...

Si scagliò contro un’ombra e la tagliò in due, il sangue schizzò dappertutto, imbrattando i vestiti del ragazzo.

Cosa sto facendo?

Fu colto di sorpresa quando da dietro gli fu messo il cappio al collo.

Cercò di liberarsi inutilmente, il coltello era sparito e non poteva neanche tagliare le corde.

Non voglio morire... Io devo proteggere Ib! Dobbiamo uscire da questo mondo!

Fu trasportato in volo fino ad un ramo e il respira iniziava a cessare.

Ma come faccio se sono un povero essere umano senza coraggio e senza forza... Merito di morire...

Altre lacrime sgorgarono dai suoi occhi.

Gli venne in mente il volto della piccola Ib e pensò a quanto le volesse bene e a quanto era diventata matura nonostante avesse solo nove anni.

Senza sapere il motivo, ripensò anche al Gentiluomo Fumatore, alle sue parole e a quelle scritte sulla porta.

Aveva ragione: erano loro due i protagonisti della storia e ora sapeva cosa fare.

 

“Io non ho paura di voi!” Ib strinse i pugni e guardò dritto in faccia i mostri.

Questi si fermarono un istante, sogghignando.

“Mia mamma ha sempre detto che non esistono i mostri nell’armadio e neanche sotto il letto! Però mi fa tenere la luce accesa fin quando non mi addormento perché ho paura che voi veniate a rapirmi, ma adesso so che non esistete. Siete solo il frutto della mia immaginazione” puntò il dito contro di loro che sembrarono arrestarsi definitivamente.

Ib fece un sorrisetto di compiacimento.

“Io non ho...” fece un passo avanti “Paura di voi!” disse a squarciagola.

I mostri si guardarono intimoriti e iniziarono a svanire tra le urla e i gemiti più spaventosi che Ib avesse mai sentito.

Entro qualche secondo ritornò nella stanza dell’uomo che fumava la pipa.

Era seduto sul suo trono e, appena la vide, fece un ghigno sarcastico e concentrò tutta la sua attenzione sul ragazzo che era ancora a terra.

Ib se ne rese conto, nonostante il fumo che era in mezzo a loro due e lo vide in preda alle convulsioni, imbrattato di sangue e che respirava a fatica.

 

Garry chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.

Non sono un assassino...

Iniziò a pensare tranquillamente.

E non morirò di certo impiccato da queste ombre. Sono solamente un’illusione.

Ormai era stato legato al ramo, ma i demoni ancora lo sorreggevano, poi improvvisamente lo lasciarono andare a se stesso.

Oscillò avanti e indietro e sentì la gola bruciare, l’aria non passava più dal naso e dalla bocca fino ai polmoni, ma a lui non importava niente.

“Non ho paura...” gemette “Non mi farete niente perché è solo una finzione...”

La storia la scrivo io e non finirà come vuole il Fumatore...

Pian piano sentì l’aria tornare, e i piedi toccarono terra, la corda si era sciolta e il sangue stava svanendo dai suoi abiti così come tutta la foresta.

“Ho vinto io...” sorrise.

Trasalì e si ritrovò nella stanza dalla quale tutto era iniziato.

Aveva gli occhi pieni di pianto anche a causa del fumo che appestava tutta l’aria.

Sentì una voce vicino a sé, voltò lo sguardo e vide Ib.

“Ib!” l’abbracciò con quanta forza gli era rimasta.

“Garry sei vivo! Non sia quanta paura ho avuto!” ricambiò l’abbraccio, affondando la testa nel petto del ragazzo.

“Ma ora non ne hai più, giusto?”

La bambina scosse la testa.

“Ecco un’altra scenetta da quattro soldi...” fece l’uomo, ispirando e espirando altro fumo.

“Non hai esagerato? Ihih” chiese la bambola, che era appesa a testa in giù dal cilindro viola.

“Questo è il mio lavoro, te fai il tuo”

“Amy, sei davvero una persona di poca fiducia” disse Garry “Con chi sei schierata? Con noi o con loro?”

“Garry...” Ib gli tenne un lembo di giacca.

“I-io...” la bambola saltò in braccio alla bambina, come faceva di solito “Con i miei amici, ihih”

“Lo sapevo” Ib rise e strinse la sua amica.

Garry non sapeva cosa fare con lei, non riusciva proprio a fidarsi del fantoccio di Guertena.

“Avete imparato la lezione” l’uomo incrociò le braccia “Quindi vi spetta di proseguire” si alzò dal trono e cominciò a camminare in tondo per tutta la stanza “Certo potrei uccidervi qui e all’istante...”

I due sobbalzarono.

“Ma non lo farò...” concluse il Fumatore “Non sarebbe giusto...”

Andò dietro al trono e fece segno di seguirlo, così fecero e videro che c’era una leva proprio sullo schienale.

L’uomo l’abbassò e subito il fumo che era intorno ad esso si trasformò in due ingranaggi che spostarono il trono dalla sua postazione e fu rivelato così un passaggio.

Sotto a quello c’erano delle scale, ma non si vedeva dove avrebbero condotto.

“Andiamo Ib” disse Garry, deciso e raccogliendo tutto il suo coraggio.

“Sì Garry” rispose la bambina e insieme si incamminarono ancora una volta, con anche Amy e con il Gentiluomo Fumatore che li salutava cordiale con la mano mentre il passaggio si richiudeva.

 

 

Fineee! :) Cioè, la storia continua ma il capitolo è finito! Ahaha
Spero vi sia piaciuto e che non ci siano errori, dato che per la fretta non ho neanche riletto tutto il capitolo...ma sì dai, speriamo bene :)
Un grazie a tutti quelli che andranno avanti a leggere e che commenteranno, metteranno tra i preferiti eccetera :)
Grazie anche per la vostra santa pazienza!
Alla prossima!!!!

Flor :D

  
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