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Autore: Vedelita94    13/07/2013    1 recensioni
Più di una volta si sono sentite dire queste due tipiche frasi:
-"L'amicizia tra un uomo e una donna non può esistere"
-"L’unica persona che può renderti felice è il tuo migliore amico"
Ma perché non si sente in giro che innamorasi del proprio migliore amico è una fregatura?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Avevo appena rotto con Alex. Non volevo pensarci troppo, anche perché ero stata io a lasciarlo. Ma avevo i miei motivi se ci stavo ancora male. Davanti agli occhi rivedevo sempre quella scena.
Avevo deciso di fargli una sorpresa visto che mi ero liberata. Quella scelta mi portò a una tragica verità. Alex mi tradiva. Quando arrivai a casa sua entrai dal retro, come sempre d’altronde. Ma non appena arrivai lo visi avvinghiato a una bionda tutta fianchi e curve. La ragazza più conosciuta in città e desiderata da tutti. Quella ragazza che sapevo aveva adocchiato il mio ragazzo da molto tempo. Adesso aveva ottenuto ciò che voleva e io non mi ero accorta di nulla. Ashley aveva vinto.
Non appena Alex mi vide notai stupore nella sua espressione. Non provava vergogna per quello che aveva fatto? Sensi di colpa? Nulla? Vedendo che Alex le dava più retta, Ashley si voltò verso di me e mi sorrise come per dire ‘Visto? Ottengo sempre tutto ciò che voglio’. Non volevo vedere altro. Senza dire una parola girai i tacchi e uscì da quella stanza allontanandomi il più velocemente possibile da quella casa.
Iniziai a girovagare per la città sopra la macchina. Non sapevo dove andare, cosa fare. Piangevo senza sosta. Ero distrutta. Senza rendermene conto arrivai davanti casa ‘sua’. Parcheggiai lungo il viale e rimasi sulla macchina ferma a osservare la casa con attenzione, come se stessi aspettando qualcosa o qualcuno.
Forse erano passati pochi minuti, forse anche ore. Non ne avevo idea. Oltre alle mie lacrime, anche il cielo piangeva, metaforicamente parlando ovviamente. In pochi minuti una bufera si era scatenata fuori dalla macchina. Il freddo iniziava a divorarmi le ossa. Le lacrime continuavano a scendere come la pioggia che cadeva nel suolo interrottamente. Tenevo lo sguardo perso nel vuoto. Davanti agli occhi avevo quel ricordo: Alex e Ashley.
Notai che le luci di casa ‘sua’ si accesero. Poco dopo lui arrivò e salì in macchina.
«Cosa stai facendo qui? Stai congelando! Entra in casa.»Vedendo che non davo alcuna risposta iniziò a scuotermi.
«Neen cos’è successo? Entra in casa, ti prego.» La sua voce era molto preoccupata. Il mio cervello si rifiutava di aiutarmi. Il mio corpo non reagiva più. Sembravo una bambola. Un giocattolo che, dopo essere stato usato per molto tempo, era stato gettato nel dimenticatoio.
«Neen ti prego di qualcosa!» Il suo tono di voce aumentò. Altre lacrime iniziarono a rigarmi il volto.
Non sapevo se mi sarei ripresa. Una cosa era certa. Mi ero stancata di soffrire.




Quando mi svegliai era già mattina inoltrata. Non sapevo dove mi trovavo precisamente. Ero sdraiata su un letto matrimoniale. Soffici coperte, cuscino morbido proprio come piaceva a me. Intorno le pareti erano tinte di celeste con qualche sfumatura di bianco qua’ e là. Sul lato destro c’era un ampia porta finestra che affacciava a un ampia terrazza. Da lì si poteva vedere la città dall’alto. Le collinette, le varie stradine, le case attaccate una dietro l’altra. La spiaggia, il mare. Era uno spettacolo meraviglioso.
Come ci ero arrivata lì? Mi guardai intorno controllando se c’era qualcuno nella stanza, ma non vidi nessuno. Cercai di fare mente locale sperando di ricordare qualcosa.
La sera prima ero andata a una festa insieme a Kayla, Manuel, Michael e Patrick. Quel nome mi rievocò una raffica di ricordi. Lui ubriaco fuori nel veicolo. Poi arrivò ‘lui’.
Non appena lo pensai, la porta si aprì e me lo vidi davanti. Indossava un paio di Jeans a sigaretta, camicia bianca di lino. Capelli spettinati come sempre. Notai che era scalzo. Forse non si era svegliato da molto.
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che l’avevo visto?
Non era cambiato minimamente. Aveva sempre quella sua espressione serena che ti faceva sorridere anche se non lo volevi. Infatti senza che me ne resi conto sulle mie labbra spuntò un sorriso.
In quell’attimo avevo scordato tutto ciò che mi avevano portata ad odiarlo, a scappare dalla mia città e rifugiarmi lì. In quel breve istante il tempo si era fermato. Sembrava come se nulla era cambiato. Eravamo ancora insieme.
«Buongiorno dormigliona!» Dalle sue labbra spuntò un sorriso a 360°.
«Giorno a te. » Dissi con un fil di voce. Ero piuttosto intontita. Scossi la testa velocemente cercando di riprendere lucidità e poi ritornai a fissarlo.
«Come ci sono finita qui?» Mi balenò in testa subito un pensiero. Guardai gli abiti che indossavo. Un paio di culotte e una camicia nera.
Subito dopo sollevai lo sguardo verso di lui e lo guardai in cagnesco.
«Sono più che convinta che non indossavo questi! » Indicai i miei vestiti.
«Sei sempre così gentile eh? Così mi ringrazi?» Fece una piccola smorfia che poi si trasformò in un sorriso.
«Stà tranquilla, non ti ho violentata.» Quando pronunciò quell’ultima parola mi balenò in testa l’immagine della sera prima. Io e Patrick in quella stradina desolata. Istintivamente mi nascosi sotto le coperte, rannicchiandomi.
«Mi dispiace, non volevo..»
«Non preoccuparti.» Risposi prima che potesse aggiungere altro.
Lo sentì avvicinarsi verso il letto e sdraiarsi accanto a me. Poco dopo sentì le sue braccia che mi attiravano verso di lui da dietro e in pochi secondi mi ritrovai avvolta in un suo abbraccio.
«Lo sai benissimo che non ti farei mai del male. Ne permetterò mai a nessuno che te ne facciano.» Mi sussurrò a pochi centimetri dall’orecchio.
«Lo so.» Dissi sottovoce sapendo che mi aveva sentito ugualmente.
Restammo abbracciati in quel modo per non so quanto tempo. Senza rendermene conto mi addormentai tra le sue braccia.



Quando mi svegliai ero nella mia stanza. Mi voltai di scatto dall’altro lato sperando di vederlo ma inutilmente. Ero sola. Mi sollevai di scatto e scesi velocemente le scale cercando Kayla per tutta la casa.
«Lui dov’è?» La mia amica era impegnata a guardarsi quel suo programma che non mi diede retta. Mi misi davanti alla Tv impedendole di continuare a vedere lo show sperando che in quel modo mi avrebbe dato retta.
«Ehi! Ma che fai?» La mia amica mi guardò in cagnesco.
«Rispondi alla mia domanda. Lui dov’è?»Dissi sollevando la voce.
«Lui chi?»
«Lo sai benissimo di chi mi riferisco.» La rabbia mi stava per divorare. Quello che era successo qualche ora fa non poteva essere un sogno.
Era così reale.
«Non so di cosa stai parlando.»
«Non sono pazza! Come ho fatto ad arrivare a casa? Lui dov’è ora?» Stavo per perdere il controllo. Me lo sentivo.
«Hai bevuto ieri sera eh?»
«Ma che cosa stai dicendo? Sono perfettamente lucida!» Non potevo credere che Kayla mi stesse prendendo per pazza.
«Ieri sera ho rischiato di essere violentata, poi ‘LUI’ mi ha salvata. Stamattina ero a casa sua, ne sono convinta. Lui era lì con me! Adesso dov’è? Come ci sono arrivata qui?» Iniziai a urlare gesticolando. Era possibile che non era a conoscenza di ieri sera? Non si era accorta della mia assenza e di quella di Patrick? Non si era preoccupata per me?
Kayla mi guardò con un espressione confusa. Non mi credeva.
«Non capisco chi è quel ‘LUI’ a cui ti riferisci ogni volta.»
«Sai perfettamente a chi mi riferisco.»
«Invece no Kris! Adesso perché non vai a prepararti una bella camomilla e ritorni a riposarti lasciandomi guardare la Tv?» Non riuscivo a crederci. Mi stava cacciando solo perché doveva guardarsi ‘America's Next Top Model’? Non le risposi. Uscì dalla stanza infuriata e ritornai nella mia stanza. Non potevo credere che la mia amica mi aveva rimpiazzata per uno stupido programma. Non ero pazza. Ero più che certa che lui era qui a Rio. Chissà dove.
Presi il cellulare e composi il suo numero cercando di chiamarlo. Aveva il cellulare staccato.
Allora gli mandai velocemente un messaggio.
‘Perché non sei qui con me..?’
Le ore passavano e di lui nessuna notizia. Alle chiamate non rispondeva, ai messaggi anche.
Era scomparso.
   
 
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