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Autore: Rena_Ryuugu    26/01/2008    1 recensioni
Una storia intensa, ricca di emozioni e sorprese. Una giovane ragazza giapponese che, a causa di un incontro causale e fatale allo stesso tempo, vivrà l'esperienza più emozionante della sua vita: un'occasione unica di entrare nel mondo dei manga. Hitomi, dopo aver scoperto la sua vera identità di Hokami, una creatura semi-demoniaca, decide di fuggire dalle grinfie di Orochimaru, che la vuole come suo contenitore. Kabuto l'aiuta fino all'ultimo ma Sasuke decide di fermarla, dopo aver compreso i sentimenti che prova verso la ragazza. Il tentativo fallisce e anzi, scatenerà una terribile conseguenza...
Genere: Romantico, Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Kabuto Yakushi, Nuovo Personaggio, Orochimaru, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Una foresta oscura

Una foresta oscura. Qualche raggio di luce si intravede tra le chiome degli alberi. Un silenzio profondo “è un sogno…?” No. Non più.

Apre leggermente gli occhi, intravedendo le chiome di una foresta. Muove leggermente la testa, osservando con gli occhi quasi socchiusi e con la mente ancora offuscata, cercando di capire dove sia. Dei passi lontani si avvicinano lentamente. Non fa in tempo ad aprire bocca che perde nuovamente i sensi.

Un uomo incappucciato si avvicina al corpo della ragazza. La scruta da capo a piedi. Si inginocchia accanto a lei e le preme con le dita sul collo, accertandosi se sia ancora viva “è viva…” una voce maschile piuttosto giovane, circa 20 o 25 anni. “Forse è meglio portarla al covo… Può essere un’ottima cavia”. L’uomo si gira verso alcuni uomini e li fa avvicinare con un cenno del capo. “Prendetela con cura e portatela al mio laboratorio… Io termino il giro” Gli uomini annuiscono e in tre prendono da terra la ragazza.

Poche ore dopo. Hitomi riprende conoscenza lentamente “Ahi… Che mal di testa. Ma… Ma dove sono ?!?!?”. Si alza in piedi, guardandosi attorno. Una piccola e fredda stanza buia, chiusa da una porta blindata. Illuminata appena da una finestrella sbarrata. Chiusa in una prigione e senza sapere nemmeno il perché “Ehi !!!” batte i pugni sulla porta blindata “Aprite !!! Ho detto aprite !!! Dove sono ?!?!” urla, tentando invano di farsi sentire. Nessuno però degna l’attenzione ad Hitomi, che si siede a terra, disperata “Dove sono…” osserva la fievole luce attraverso la finestrella. Niente. Solo alberi grandi e maestosi. Sospira. All’improvviso un dolore lancinante le assale la testa. Si massaggia le meningi, me prende una terribile verità sale lentamente a galla. “La… La… LA MIA MEMORIA !!!” grida spaventata. Si alza lentamente in piedi poggiandosi con le mani sul muro. Con la destra massaggia la fronte, le meningi, nulla. Non ricorda nulla. La sua memoria è completamente vuota. Solo il suo nome riesce a malapena a ritrovare in quel vuoto buio della sua mente. Hitomi. Batte violentemente i pugni contro la porta, disperata. Alcuni passi si avvicinano lentamente. Hitomi rimane in silenzio e riesce a riconoscere dei passi “Aprite !! Voi là fuori !! Aprite !!” batte sulla porta, nel tentativo di farsi sentire. La porta blindata comincia ad aprirsi. Hitomi si allontana, in attesa di scoprire finalmente cosa sta accadendo. La porta si spalanca e due figure si delineano nella penombra. Hitomi si allontana lentamente all’indietro, cercando di capire chi siano le due figure “E lei, Maestro…” la voce del ragazzo di prima parla all’altra figura più alta di lui. L’uomo si avvicina alla ragazza, mostrandosi sotto la luce della finestra. Sconvolto lo sguardo della giovane nel vedere in volto l’uomo. Ma, se avesse avuto la memoria, sarebbe stato più terrificante per lei. Un uomo alto, capelli neri lunghi, volto bianco e braccia putride. Orochimaru “Chi-chi sei ?” chiede paralizzata dalla paura, non riuscendo a staccare gli occhi da una simile figura. Orochimaru ridacchia divertito “Hai trovato una ragazza coraggiosa, Kabuto” –Kabuto…?- pensa Hitomi, mentre l’altra figura si avvicina e si mostra sotto il fascio di luce. Occhiali tondi, capelli azzurrognoli legati da un codino. Kabuto Yakushi, fedele servitore di Orochimaru “Qui le domande le fa solo Orochimaru-sama, tu sei solo una prigioniera” risponde seccamente all’irritante domanda della ragazza “Che cosa ?? Prigioniera ??” urla determinata Hitomi. Non ha paura di loro. In realtà non ha proprio paura di nessuno. Kabuto compreso. Quest’ultimo prende per il collo la ragazza, alzandola da terra “Allora, come stavo dicendo, è Orochimaru-sama a fare le domande, tu resta in silenzio e rispondi solo se interpellata, chiaro ? “ Hitomi cerca di liberarsi dalla morsa di Kabuto, dando calci e svincolandosi. L’uomo lascia la presa “Torna al tuo posto, Kabuto. A questa ragazzina ci penso io…” riprende Orochimaru, rimettendo la calma tra i due. Hitomi alza gli occhi verso Orochimaru, massaggiandosi il collo “Allora, ragazzina, per prima cosa, come ti chiami ?” in tono di falsa gentilezza. Immediatamente riconoscibile. Ma non ci si può aspettare il buono da persone che il buono non sanno nemmeno cos’è. “Hitomi…” risponde determinata. Il fuoco nei suoi occhi. Perché il lupo perde il pelo ma non il vizio. Lei avrà anche perso la memoria, ma il suo carattere combattivo è rimasto. “Mmhm… Davvero uno sguardo determinato per una ragazzina così giovane e dimmi, quanti anni hai ?” domanda di nuovo Orochimaru “Credo quasi 14” “Credi?” chiede curioso. Posiziona le mani conserte, attendendo la risposta “Non ricordo nulla. So solo il mio nome. Ho perso il resto della mia memoria” risponde impassibile, senza rispetto per un uomo che giustamente non lo merita “Quindi hai perso la memoria… Allora non ricorderai che circa 2 otre e mezza fa sei praticamente caduta dal cielo in mezzo alla foresta, a circa 200 metri da qui… vero ?” chiede curioso di vedere la sua reazione. Hitomi rimane paralizzata dalle sue parole “Caduta dal cielo ?? Impossibile !!! Non ci credo…” “Invece credici, Hitomi, sei caduta dal cielo e visto che hai persona la memoria, come tu dici, non possiamo sapere da dove vieni e capire se sei un nemico. Perciò non possiamo liberarti… Così verrai usata come cavia per i miei esperimenti…Cara Hitomi, benvenuta all’Inferno” detto questo si allontana uscendo dalla stanza, lasciando Hitomi sola con Kabuto. La ragazza rimane pietrificata da quelle parole “Non capisco… Caduta dal cielo… Cavia per esperimenti…” scoppia in lacrime, gettandosi in ginocchio per terra. Kabuto la osserva senza battere ciglio, senza provare pena per la sua disperazione “Ora seguimi. Se vuoi vedere l’alba di domani…” Hitomi continua a piangere. Una confusione pazzesca le attanaglia la mente, ormai non sa più chi è, da dove viene, perché è qui, qual è il suo scopo. Sospira, asciugandosi le lacrime e alzandosi in piedi “Vengo…” Kabuto sorride compiaciuto, facendo da guida ad Hitomi. Un lungo corridoio sotterraneo, illuminato solo da fiaccole. Tutte porte blindate, alcuni lamenti e gemiti di cavie ormai in disuso. Presto anche lei farà parte di quel branco di persone che non sono più persone, di quel branco di umani che non sono più umani, dimentica dal mondo, mentre i loro cari piangono su una fredda tomba vuota, dimenticati anche da Dio. Anche lei un giorno avrebbe fatto parte di quel branco ? O la fiamma della speranza sarebbe tornata a brillare ? Rinchiusa in una stanza fredda e buia, a contare i secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni che scorrevano davanti ai suoi occhi. Attimi di vita perduti e perché ? Perché ? Non lo sapeva nemmeno lei questo. Non sapeva più nulla. Ma è quando perdi tutto che ricevi in cambio qualcosa di grande… Lei lo stava proprio per scoprire.

Giunti nel laboratorio di Kabuto, l’uomo attiva alcune macchine e accende le luci. Una stanza enorme, piena di macchina medici ma soprattutto piena di uomini sdraiati sulle barelle, alcuni addormentati, altri in coma, altri ancora morti. “Posizionati su quella barella in fondo” Hitomi senza reclamare minimamente o reagire, accenna il capo, con il volto straziato dalla disperazione, si avvicina alla barella. La osserva impassibile. Sospira sdraiandosi su essa, aspettando il suo momento di dolore e, poi, finalmente, di attesa e sospirata morte. Sposta il capo verso la sua sinistra, notando una stanza a parte dove un uomo, incubato e probabilmente in coma, giaceva in attesa anche lui della morte. Una morte che nemmeno voleva. Capelli argentei e sguardo pallido, colpito da chissà quale grave malattia “Chi…è ?” chiede a voce bassa e stanza a Kabuto, che intanto stava preparando alcune siringhe su un tavolinetto d’acciaio alla sua destra “è un fedele e umile servitore dela nostro Orochimaru-sama, colpito da una malattia degenerativa incurabile. “Si chiama Kimimaro” risponde tranquillo, alzando lo sguardo curioso verso la ragazza, che continua ad osservare Kimimaro nel suo stato vegetativo. Kabuto la scruta sottecchi, mentre prepara l’occorrente “Ora ti faccio delle analisi per capire il tuo stato di salute. Dammi il braccio…” continuando a fissare Kimimaro, porge il braccio sinistro. Kabuto le inietta la siringa e preleva una dose del suo sangue come campione. “Tu resta qui, mentre vado ad analizzare il tuo sangue” così dicendo, Kabuto si allontana e si dirige verso la sua stanza delle analisi. Venti minuti dopo ritorna con il risultato delle analisi. Il suo sguardo pallido nel leggere la cartella. Rientra nel laboratorio, ma Hitomi non è più nella sua barella. Si guarda attorno e nota una strana figura nel capezzale di Kimimaro. Kabuto corre verso la stanza e un’immagine agghiacciante appare ai suoi occhi. Hitomi, circondata da un’aura violacea, con una mano su Kimimaro “Hitomi !!! Hitomi, svegliati !!! Cosa fai ??” ma non l’ascolta, i suoi occhi diventati felini e violacei come l’aura che emana. La ragazza volge lo sguardo verso Kabuto e, all’improvviso, tutto scompare. L’aura viola si dissolve mentre lei cade a terra svenuta. Kabuto la prende per il petto, controllandole il polso “Cos’è successo??” “è stata quella ragazza…” una voce fievole e delicata cerca di parlare, a stento e sforzatamente. Kabuto la riconosce subito “Kimimaro… ma… ti sei svegliato…” Kimimaro sposta lo sguardo verso Kabuto, annuendo silenziosamente “Ringrazia questa… ragazza… Mi ha… salvato…” detto ciò si addormenta. Kabuto ripone Hitomi sulla barella e controlla i macchinari di Kimimaro. Tutti i valori, precedentemente irregolari, sono tornati alla normalità. Kabuto non riesce proprio a credere ai suoi occhi. Quindi prende la cartella di Hitomi e corre da Orochimaru. L’uomo, nel vedere Kabuto di corsa, si incuriosisce non poco e chiede “Kabuto, che succede? Novità sulla ragazzina?” Il ragazzo annuisce e porge i risultati delle prime analisi. Orochimaru inizia a leggere e ne rimane stupito “Come può essere??” chiede a Kabuto con un tono che vuole e pretende una risposta “Purtroppo, Orochimaru-sama, non so darle risposta” riprende il foglio con le analisi e inizia a leggere ad alta voce “dice chiaramente che il suo sangue non è umano e sono presenti elementi non umani. Anzi, proprio non riscontrati sulla faccia della Terra. Un sangue del genere appartiene solo ad una persona: un Hokami, un mezzo demone. Anche se pare impossibile, visto l’ultima persona ad essere stato Hokami era Madara Uchiha circa un secolo fa e prima di lui Rotori Karagi, colui che ha plasmato i 9 Bijuu. E comunque posso confermare la presenza di questo potere” “Spiegati meglio” Il giovane sospira, non riuscendo ancora a credere a ciò che aveva visto poco fa “Hitomi… bhe, quando sono tornato dal laboratorio, non ho trovato Hitomi al suo posto, bensì era in piedi al capezzale di Kimimaro, ed emetteva una fortissima aura viola, più potente di quella riscontrata in Naruto Uzumaki, il Jinchuuriki di Kyuubi. Appena sono entrato nella stanza, lei è svenuta subito, annullando tutto quel potere” Orochimaru ascolta stupito il discorso, facendo segno di proseguire “E, poco prima di venire qui, ho scoperto che con il suo potere aveva svegliato Kimimaro da coma…” Orochimaru rimane dapprima sconvolto, poi china il capo pensieroso “Credevo che mi sarei dovuto liberare subito di lei, pensando fosse una spia, ma vedo che dovremmo tenercela. Può essere un’ottima arma per un prossimo attacco a Konoha. Portala in una stanza e aiutala a riprendersi. Voglio che tu sia il suo tutore. Da domani l’addestrerai e intanto continuerai le analisi. Quella ragazza è oro colato, un occasione unica nella vita. E presto… avremo il potere più grande mai conosciuto dagli occhi umani, superiore perfino ai Bijuu.

“Hokami” (dalle parole giapponesi Ho= Fuoco e Kami= Dio, Divino) sono demoni celesti, che, secondo la leggenda, scesero sulla Terra alla nascita della specie umana, per seguire il suo progresso e un giorno giudicarne l’operato. Il cosiddetto Giorno del Giudizio o Apocalisse. Gli Hokami, non potendo mostrarsi agli esseri umani sotto la loro vera forma, mutarono in oggetti che potevano essere più utili e vicine alle persone e quindi apparvero ai nostri occhi come spade. Ma gli Hokami, visto che dovevano comunque giudicare il nostro operato, ogni tanto prendevano forma e personalità, all’interno del corpo del proprio possessore attuale, che seguiva fedelmente l’Hokami e ne apprendeva regole e consigli che un giorno avrebbe utilizzato per migliorare il mondo. Quindi gli Hokami avevano bisogno di persone fidate e con un grande animo e coloro che venivano scelti erano definiti i Prescelti degli Dei o, da alcuni, i Maledetti degli Dei, perché chi diveniva Hokami, viveva eternamente nella solitudine e nella disperazione, nonché in forti problemi psichici e fisici. Ma tutto ciò veniva ricompensato da un potere temuto sia in cielo che in terra. Un potere che presto Hitomi avrebbe scoperto.

  
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