Ogni avventura termina, prima o poi.




 

Hai sempre voluto lasciare questo mondo in una sera d’inverno, andartene silenziosa come la neve che cade dal cielo grigio, senza frastuono, con gli occhi colmi di dignità.
Forse questo tuo desiderio è sul punto di avverarsi.

È inverno, ed è sera, e la neve cade a fiocchi tanto grandi che è possibile individuarne il disegno interno ad occhio nudo.
Le fiamme nel caminetto scoppiettano allegre, e nel tuo cuore c’è pace.

Pochi giorni fa, quando hai cominciato a comprendere che da questa malattia che ti corrode il corpo non saresti riemersa, hai avuto paura. In un attimo hai rimpianto di non aver figli e nipoti. I tuoi fratelli sono giunti non appena hanno potuto, con al seguito i loro figli e i loro nipoti.

Adesso sono tutti in salone, consumano la cena.
È una sera ordinaria, ma non per te.

Da tempo ormai avverti il mantello della Morte sfiorarti, sempre più vicino.
Da due mesi ormai deliri.
Hai il volto smunto e gli occhi cerchiati, ma in essi brilla ancora una debole scintilla.

In pochi istanti tutto ciò che hai vissuto ti attraversa la mente: Hogwarts, Dougual, il Ministero, Voldemort, l’Ordine della Fenice, la prima Guerra Magica, Harry Potter, la Seconda Guerra Magica, il tradimento di Severus, il volto di Pomona, e infine, a sovrastare tutti gli altri ricordi con il suo sorriso, Albus.

La barba bianca ti par di sentirla sotto le dita, e gli occhi azzurri si presentano davanti ai tuoi; le mani rugose, il sorriso luminoso, gli occhiali a mezzaluna… ricordi di lui ogni più piccolo particolare, ogni frase uscita dalle sue labbra, ogni sguardo.

Il silenzio cala lentamente attorno a te, e tu continui a pensare.

Pensi a tua madre, a tuo padre, che non ha mai del tutto accettato la tua natura, pensi a come hanno lasciato questo mondo, molti anni or sono; pensi alla foglia che si è posata sul Lago Nero il ventotto Novembre del millenovecentottantasette: alle grandi svolte della tua vita si sovrappongono i momenti più insignificanti, che nemmeno sapevi di aver fissato nella memoria, e in un attimo sei attraversata di nuovo da tutte le sensazioni che hai vissuto nella tua lunga vita.

Albus… finalmente lo raggiungerai.
Hai atteso così tanto…

Il tuo corpo verrà adagiato al suo fianco, come hai chiesto nel testamento, e potrete riposare assieme per l’eternità, come mai avete potuto fare mentre il sangue scorreva ancora caldo nelle vostre vene. 
Sollevi le palpebre, con gli ultimi residui di energia che ti sono rimasti, e guardi fuori dalla finestra.
Sì, non è una brutta sera per morire.

Segui il percorso di un fiocco di neve, e credi di intravedere, nel grigio della sera, la figura di Albus, che ti tende la mano e t’invita a seguirlo.

Arrivo, Albus, arrivo, aspettami…

Chiudi gli occhi e afferri la sua mano.
Una stiletta al cuore, poi più nulla.
Il fiocco di neve è caduto a terra.
Tutto scompare, e tu entri nel Vuoto.

Hai lasciato questo mondo tenendo per mano Albus, come mai hai avuto opportunità di fare durante la tua vita terrena.
Hai lasciato questo mondo in silenzio, piena di dignità.
Ti ricorderanno, Minerva, e ti ameranno, anche se non potrai mai saperlo.

La tua vita è stata una straordinaria avventura, ma tutte le avventure finiscono, prima o poi.
L’ultimo viaggio del tuo spirito è stato compiuto, e adesso non sarai più sola.

Adesso, a tenerti per mano, c’è Albus.