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Autore: Adele Emmeti    16/07/2013    6 recensioni
«Mi dica , dunque, ha mai pensato di abortire?».
«No, mai».
«E se tornasse indietro cosa farebbe?».
«Indietro a quando?».
«A prima del parto».
«...mi farei benedire. Sì, benedire».
Genere: Horror, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«fshhhh......fshhhhhhhhhhhh …. tumb.

Ehmmm … ecco, è da un po' che non registro, sì, da qualche settimana.

In realtà è tornato mio marito, sì Kim è tornato, più o meno dieci giorni fa, mi ha fatto una sorpresa e …

... niente sono stata con lui, siamo stati tutti insieme, io lui e Tommy, poi anche mia madre è stata più presente, mio fratello è venuto a trovarci, è stato con noi tre giorni. Siamo stati al lago, abbiamo pescato, c'è stato bel tempo, un sole forte ma non faceva caldo, sì, insomma, poi siamo stati anche in giro a fare spese, ho il televisore nuovo in camera, il frigo nuovo, Kim mi ha persino portato un braccialetto d'oro, molto carino, con dei ciondoli … molto carino, sì.

E poi è andato via. È partito ieri sera verso le otto, l'ho accompagnato all'aeroporto, cioè l'abbiamo accompagnato io e Tommy. È stato molto triste, ho anche pianto, non volevo che partisse, volevo che restasse un altro po', con lui sapete...va tutto liscio,è tutto sereno e tranquillo, come se...come se fossimo una famiglia normale.

Ecco normale.

E ora...ora non so. Sono sola. Fa freddo. Sono annoiata e al contempo angosciata, ho paura che ricapiti qualcosa e...

… … …

va bene sarò sincera.

Credo che Kim sia tornato perché avvertito da mia madre e da Magda del fatto che stavo dando i numeri e raccontavo storie strane. Quando è tornato non mi aspettavo nulla, non mi aspettavo di trovarlo dietro alla porta, insomma ero presa dalle mie ricerche, ero piena di pensieri, sbattevo da una parte all'altra e la notte … la notte erano incubi, incubi di tutti i tipi, incubi tremendi...deliranti, ho sognato di morire e di rinascere per morire più e più volte, ogni volta allo stesso modo ma con più dolore, con più sofferenza, con più lacerazioni, come se ogni trapasso non fosse abbastanza forte, o non fosse abbastanza pesante insomma come se ogni volta che morissi non fosse abbastanza. Mi svegliavo sudata con il rimbombo di voci e imprecazioni nelle orecchie, come se qualcuno mi avesse parlato per ore, come se qualcuno si fosse messo lì, accanto a me a bestemmiarmi accanto mentre tenevo gli occhi chiusi. Ho sognato l'inferno, ho sognato un muro di catrame nero e delle mani che cercavano di uscire disperatamente, ma ogni volta una ghigliottina calava a picco e le mozzava.

Stavo impazzendo per la miseria...stavo impazzendo.

E poi è sbucato Kim, capite, Kim che voleva controllare che non stessi per fare qualche passo azzardato. E non essendo pronta, ho preferito far finta che fosse tutto ok, che andasse tutto bene. Se avessi saputo che stava tornando avrei riascoltato le registrazioni, cercato qualche prova reale e gliela avrei sbattuta in faccia! Ma noè piombato dal nulla, non ho fatto in tempo a nascondere tutti i libri presi in biblioteca, tutti i fogli con gli appunti, tutte le ricerche fatte su riti e procedure sataniche, e roba del genere. Ho arrabattato tutto di gran corsa, fingendo che avessi il fornello acceso, sono corsa in cucina, ho raccolto tutto e buttato nel mobile delle pentole.

Kim lì non ci andrebbe nemmeno con una pistola puntata in testa.

Appena è partito, ieri, siamo tornati a casa, io e Tommy.

E in auto mi è risalita l'angoscia, continuavo a guardarlo nello specchietto, tenevo l'orecchio teso e ascoltavo ogni minimo gemito, stavo più tesa di una corda di violino. Un verso e sarei sbandata, mi sarei schiantata, avrei ammazzato qualcuno.

Una volta a casa l'ho portato nella culla. Si era addormentato.

L'ho guardato rigirarsi un po' e mentre ero lì, così …

ho visto per terra qualcosa di incrostato. Prima ho toccato con la punta della scarpa, poi ho visto che andava via a scaglie, era scuro, era raggrumato. Mi sono allora avvicinata e … che dire era … insomma ho capito subito che era sangue.

Sì, era sangue.

Allora ho fissato meglio la macchia, poi ho alzato lo sguardo e ho iniziato a sondare il pavimento alla ricerca di qualche altra macchia, cioè … che senso aveva quell'unica chiazza in quell'angolo? Da dove era colata? Dal soffitto?

E a questo pensiero sono trasalita.

Ho alzato allora la testa, lentamente, in corrispondenza del sangue, con le mani strette a pugno, fottuta di terrore...

e non c'era niente.

Nulla, su tutto il soffitto.

Ma nel riscendere con gli occhi ho visto qualcosa intorno al davanzale.

L'ho raggiunto in pochi passi e appurai che in effetti … era rivestito da macchiette sporadiche, qua e là. Era sangue, gocce di sangue rappreso, che dovevano starci da un po', insomma da almeno due o tre giorni. Vidi che le macchie di susseguivano, andavano verso l'armadietto dei giochi.

Feci un respiro profondo, mi dissi: che cazzo devo vedere ancora?

Allora mi sono fatta coraggio, mi sono avvicinata, ho allungato la mano, afferrata la maniglia dell'anta...

ho spalancato....

è uscito un puzzo soffocante, mi sono fatta indietro e ho messo la mano davanti alla bocca per trattenere un conato. Poi ho guardato meglio e … c'era della roba, della roba strana, della carne sfatta, come delle budella, della pelle, delle ossa.

Ho guardato meglio, mi sono avvicinata, ho fissato il tutto cercando di trovarci un fottuto senso. Insomma, ho aperto meglio l'anta per far entrare più luce e alla fine ….

alla fine ho capito.

C'erano degli uccelli sventrati! Tipo piccioni, o qualcosa del genere.

Erano aperti sul petto, svuotati, avevano tutti la testa mozzata ma mozzata … come a morsi, non tagliata, proprio strappata!

Cazzo … che vita, non è vita questa no, non è vita …

c'erano tre o quattro uccelli fatti a pezzi nell'armadietto dei giochi! E tutto sangue intorno, tutte piume … zampe, ossa … uno schifo … uno schifo tremendo! Sono corsa giù piangendo, ho avuto un attacco di panico, ho preso di fretta una busta di carta per respirarci dentro.


Ero tornata nell'incubo.

Ero ripiombata nell'inferno!!

Ero rifinita da sola con quel demonio maledetto!!!

...

Ho ripulito tutto, preso e buttato nel cassonetto fuori, ho pulito piangendo disperata, ho strofinato quasi fino a bruciare la moquette, ho smontato tutto l'armadietto e senza nemmeno controllare che si svegliasse o meno, ho urlato contro il nulla e contro di lui e ho chiesto di farsi avanti perché l'avrei ammazzato! E poi mi sarei ammazzata! Avrei ammazzato entrambi! Una volta per tutte!

...ma lui non ha aperto un occhio. È rimasto immobile, senza emettere un gemito, a dormire beato.

L'ho fissato nella culla, sporca di sangue, detersivo e lacrime.

E ho pensato: l'ha fatto mentre c'era il padre, l'ha fatto durante la notte forse, o mentre pensavamo che dormisse. Quando diavolo ha trovato il tempo di afferrare quei piccioni e addentarli? Come ha fatto a non sporcarsi? Come ha fatto senza denti? Ma in che dimensione vivo? Sono sveglia o sto sognando? È tutto reale o finzione? Ed è stato allora che mi è venuta l'idea di controllare sotto alla culla.

L'ho fatto istintivamente, l'ho fatto come se lo sapessi, come se sapessi tutto.

Ho alzato i bordi in plastica e ho visto …

era tutto lì sotto.

Tutine sporche, bavette, un panno che non trovavo, della carta, persino una lama, un coltello di Kim che aveva portato con sé e che non ha più trovato prima di partire.

Era tutto buttato lì alla buona e richiuso con cura.

Aveva usato quelle cose, come se sapesse camminare, muoversi, spostarsi, come se potesse scendere le scale, aprire i cassetti e l'armadio, ha fatto tutto senza che né io, né Kim, né alcun altro se ne accorgesse...senza che il mondo intero intorno a lui, si accorgesse di un fottutissimo nulla.

Sono rimasta senza parole.

Senza fiato.

Ho tirato fuori la roba e l'ho guardata, l'ho passata tra le mani …

ero … ero allibita.

Avevo in casa un entità pensante, cosciente, consapevole, intelligente, un essere con volontà e raziocinio, in grado di fingersi neonato a tratti, di farmi passare per matta, di ammazzare e divertirsi con le prede, per poi cambiarsi, togliersi i panni e nasconderli sotto alla culla.

Un'entità tanto furba, da indurmi a pensare di aver perso la testa, di avere tutti contro, di essere rimasta sola nella mia follia.

Sono in casa, con un bastardo, impossessatosi del corpo di Tommy, che sta giocando un gioco strano, un gioco perverso, che mi sta conducendo alla morte, lenta e dolorosa. Che si sta divertendo, giorno dopo giorno, a sfilarmi via il senno e la coscienza.

E mentre io realizzavo il tutto, egli dormiva, o fingeva di farlo, consapevole del fatto che l'avessi appena scoperto.

Mi sono alzata allora, ho gettato a terra quella roba e gli ho detto: Se sei riuscito a sventrare dei piccioni e ad occultare i cadaveri sei anche in grado di capirmi quando parlo. Sai bene che delle tutine sporche di sangue non convincerebbero nessuno che sei il figlio del diavolo, piuttosto che io sia una pazza disposta a sporcare i vestiti del suo bambino pur di dimostrare qualcosa. Se questo è quello che vuoi, accetto la sfida.

Sono scesa di sotto, ho rovistato tra le carte accumulate e ho trovato un numero che avevo messo da parte, il numero di un esperto di possessioni e fenomeni paranormali, un certo Ray Johnson.

L'ho chiamato e gli ho spiegato a grandi linee la storia e … ha accettato di venire.

Dovrebbe arrivare a breve, anzi, sarà qui tra due ore e quindici minuti.

Metterò il registratore acceso in camera e registrerò tutto, anche contro la sua volontà.

È arrivato il momento di affrontare la cosa.

Ora torno a sistemare le mie carte, ho fin troppe domande da fargli.

A tra poco».

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