Serie TV > Star Trek
Segui la storia  |       
Autore: Captain Soyuz    18/07/2013    4 recensioni
L'Enterprise si ritrova con due astronavi venute da due epoche diverse distanti tra loro nel futuro.
La Voyager e la DeLorean devono tornare nei loro tempi e possono farlo solo unendo le forze.
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note dell'Autore: Non voglio offendere nessun Trekkers con la mia storiaXD perdonatemi se non sarò perfetta nel descrivere TUTTO del mondo di Star Trek. Non ho inserito l'Enterprise di Kirk perché già tre navi sono difficili da gestire, davvero... non scherzo, quindi prenderne una quarta sarebbe stato un suidicio... e poi perché trovo la serie TOS perfetta così com'è non me la sentivo insommaXD detto questo Buona lettura!


Anno 2599

 

E' una giornata uggiosa e malinconica a San Francisco, i suoi abitanti viaggiano per la città a testa bassa pensando alla lunga giornata di lavoro che li attende.
Una donna esce di corsa dall'Accademia Stellare, un edificio grande circondato da bandiere terrestri e non, con un largo sorriso stampato in faccia. Lei è Andromeda Messier, giovane membro della flotta stellare alla quale è appena stato assegnato il comando dell'astronave DeLorean.
Nonostante la sua giovane età, Andromeda sa di potercela fare dopo gli anni del liceo passati a sognare lo spazio ed i restanti cinque dedicati allo studio in Accademia, ottenendo sempre buoni voti.
La donna corre senza mai fermarsi, fino ad arrivare a un grattacielo altissimo sovrastato dalla scritta “Genetic Laboratory”; sa già che la persona che cerca ora è ai laboratori genetici, ha bisogno di dire a qualcuno ciò che le è appena stato comunicato e Ryan Bell deve essere la prima persona a saperlo.
Ryan è il migliore amico di Andromeda che lavora nel grande edificio pieno di enormi laboratori come ingegnere genetico ed è un ibrido, mezzo umano e mezzo vulcaniano.
La ragazza esce di corsa dall'ascensore che l'ha portata al penultimo piano e arriva subito alla grande porta che la separa da Ryan e sulla quale c'è un cartello sbiadito che incita i visitatori a non entrare ma, come sempre, Andromeda lo ignora e apre la porta.
Per Ryan e il suo team non è una novità vedere Andromeda girare felice nel laboratorio immenso, per cui l'uomo non si stupisce nel vedere l'amica entrare sorridente, si limita a sospirare e a continuare il suo lavoro:
« Mi sembrava strano il fatto che tu non fossi ancora qui » dice, infine, guardando Andromeda.
« Come no! Lo sapevi che gli amministratori dell' Accademia dovevano parlarmi» risponde avvicinandosi all'amico quasi un metro più alto di lei.
L'uomo sospira nuovamente:
« E che volevano? Se non sono invadente …»
Andromeda sta per rispondere ma si ferma improvvisamente e guarda l'amico lavorare: Ryan non sembra felice; sebbene non mostri le sue emozioni Andromeda lo conosce abbastanza bene da capire il suo umore e i suoi sentimenti, parlare della DeLorean potrebbe peggiorare le cose in qualche modo.
«Allora? Cos'è non puoi dirmelo? Certo che voi della Flotta ne avete di segreti » dice, vedendo l'amica in difficoltà
« Oh no! Posso dirtelo è che devo trovare le parole, ecco » risponde infine sforzandosi di sorridere.
Ryan inarca un sopracciglio confuso, lo fa spesso soprattutto se l'argomento di conversazione è la Flotta Stellare, e ad Andromeda piace vederlo confuso considerato che la confusione è l'unica sensazione che esce dal suo viso e che lo fa sembrare più umano.
La ragazza ricomincia il discorso, prendendo fiato:
« Mi hanno affidato il comando della U.S.S. DeLorean ».
Nel laboratorio cala il silenzio e, come aveva previsto, l'annuncio peggiora la situazione.
« Bene! Congratulazioni. Dovrai partire lo sai vero?» dice Ryan, più freddo del solito, prendendo alla sprovvista Andromeda.
« Sì, lo so» dice, sempre più malinconica,e poi senza pensare aggiunge «E tu verrai con me».

 

Sono passati due giorni dalla notizia degli amministratori e dalla visita a Ryan, la proposta di Andromeda di partire con lei fu seguita da una furiosa discussione che terminò però con l'arresa dell'amico. I laboratori di genetica erano un ampliamento della Flotta anche se gli scienziati che lavoravano ai laboratori non erano tenuti a frequentare l'Accademia Stellare, quindi l'inserimento di Ryan Bell al programma d'esplorazione della DeLorean era effettivamente possibile ed il suo nome era già stato inserito nell'elenco dell'equipaggio che Andromeda doveva scegliere in una sola settimana.
Distesa sul letto, controllando i profili di tutti i marinai presenti in accademia per poter scegliere i migliori, Andromeda sospira e lancia sul comodino il sottile computer che atterra con un lieve tonfo.
« Chi sa se la Flotta mi farà portare anche te » pensa a voce alta guardando l'uccellino bianco profondamente addormentato nella sua gabbia.
« Al capitano Archer fecero portare il suo Beagle tanti anni fa, spero che la cosa non sia cambiata » continua per finire poi in un altro rumoroso sospiro.
La reazione di Ryan alla notizia l'ha sorpresa non poco così come il suo aver accettato dopo solo una discussione, considerata anche la testardaggine dell’amico.
Ma ormai è fatta e Andromeda è decisa a non pensarci più, soprattutto per il fatto che mancano solo cinque giorni alla partenza dell'astronave e a lei mancano ancora parecchi membri dell'equipaggio anche se gli ufficiali sono già stati tutti scelti.
La ragazza chiude gli occhi pensando all'avventura che avrebbe iniziato di li a breve quando suona il campanello. Apre gli occhi irritata e preme un pulsante vicino al letto.
« Sì?» dice riprendendo in mano il piccolo computer attendendo una risposta che non tarda ad arrivare.
« Sono io Andromeda» la ragazza si è completamente dimenticata che Ryan si era offerto per aiutarla con l'elenco.
Ryan entra nella stanza e incrocia le braccia, offeso:
« Allora?» chiede arrabbiato.
Andromeda sa che all'amico non piace quando qualcuno si dimentica un appuntamento ma sa anche cosa serve in questo caso, così si alza, sorride e lo abbraccia sfiorandogli con una mano le orecchie a punta. Le orecchie e il carattere sono l'unica cosa che detta l'appartenenza di Ryan alla razza vulcaniana mentre i lineamenti sono quelli tipici umani.
L'uomo ricambia l'abbraccio timidamente, poi Andromeda si stacca dalle sue braccia, prende il computer e si siede sul letto seguita da Ryan.
« Sai, in verità penso di essere a buon punto con l'equipaggio. Tu? Preparato le valigie? »
Ryan prende il computer dalle mani dell'amica e comincia a sfogliare l'elenco sfiorando con le dita lo schermo.
« No. Penso che mi ridurrò a farle la sera prima. Bé.. meglio se sei a buon punto » risponde continuando a guardare lo schermo.
« Sei peggio di noi donne! Hanno accettato tutti sai? Non me lo aspettavo sinceramente, pensavo che, con così poco preavviso, non avrebbero accettato e invece l'esplorazione è ancora ricercata vedo » risponde sedendogli accanto
« Perché non dovrebbe essere ricercata? Anche se le precedenti esplorazioni hanno già scoperto molto, quello che ancora c'è è nostro » risponde lui, alzando finalmente lo sguardo dal computer. Andromeda sorride.

 

Il giorno della partenza l'equipaggio della DeLorean sta effettuando gli ultimi controlli di routine all'astronave mentre gli ufficiali, ancora sulla Terra, seguono gli ordini dall'Ammiraglio Smith.
« So che ci porterete a casa informazioni nuove e utili » dice rivolgendosi agli ufficiali pronti a partire. 
« Certo. Faremo del nostro meglio per ampliare la conoscenza nella Federazione » risponde Andromeda in tono autoritario.
Gli ufficiali salgono su due navette che li porterà sulla DeLorean; il guardia-marina Trent Brown si mette alla guida della navicella:
« Capitano pronta? » chiede, con un largo sorriso sul viso allungato accerchiato da capelli e pizzetto neri. Andromeda sorride a sua volta e guarda Ryan seduto dietro di lui intento a controllare i comandi.
« Sì! Speriamo di essere davvero all'altezza. Guardia-marina ci porti alla DeLorean » dice cercando di non ridere. Trent le fa un cenno con il capo dicendo: 
« Sissignora, ai suoi ordini capitano! » e fa partire la navetta.
Dopo una decina di minuti anche gli ufficiali sono a bordo dell'astronave, tutti ai loro posti, e dagli altoparlanti arrivano gli “ok” dai vari settori, plancia compresa e la DeLorean è finalmente pronta a partire.

 

Andromeda fa un respiro profondo mentre l'inno della federazione precede il classico discorso dell'Ammiraglio Smith alle astronavi di partenza, tali navi ormai non sono molte per cui ogni partenza è una festa.
Andromeda è troppo euforica per ascoltare l'Ammiraglio ma sa a memoria il discorso e, alla fine, annuisce e fa un lieve inchino verso la figura dell'uomo nel grande oblò. Quando la comunicazione ufficiale si chiude, tutta la nave aspetta solo che i motori siano operativi e quando Ryan, comandante scientifico, proclama “Capitano, i motori sono pronti alla partenza”, tutta la plancia si anima così che Andromeda inizia a girare per la plancia dando i primi ordini:
« Guardia-marina proseguiamo per la rotta impostata, andiamo a impulso per ora ».
La DeLorean finalmente parte.

 

« Partenza eseguita perfettamente » annuncia Ryan controllando le varie console davanti a lui.
Andromeda si siede sollevata guardandosi attorno e fermandosi poi su Bonnie Taylor, l'interprete della nave: una donna sulla quarantina bassa con lunghi capelli biondo platino che Andromeda ha visto al colloquio in t-shirt e pantaloncini ma ora con la giacca e la cravatta nera sembra un'altra persona.
Due ore dopo la partenza tutto è tranquillo, Ryan aggiorna costantemente il capitano sulle condizioni dell'astronave e nessuno si accorge della nave completamente nera che si trova dritta lungo la rotta della DeLorean finché non è troppo tardi: i sensori non hanno individuato la nave, l'allarme non ha messo in guardia né Ryan né gli altri ufficiali e tutto avviene in pochi secondi. Andromeda cerca di dare indicazioni a Trent Brown per aggirare la nave ma ormai è troppo tardi e il terribile impatto è inevitabile.

 

 

********************

 

Anno 2310

 

Kathryn Janeway si ferma con la mano pronta a premere il pulsante di rilascio delle navette rimaste ancora intatte nella Voyager, ormai semi distrutta, che contengono gli ufficiali rimasti ancora sull'astronave.
Con grande malinconia il capitano Janeway preme infine il pulsante e le navette si sganciano.
Kathryn è ora sola in un ammasso di metallo ormai distrutto che, un tempo, appena un anno prima, era una splendida astronave. Un cambio di rotta ha condannato a morte la Voyager e con lei metà equipaggio, mentre l'altra metà è stata obbligata dal capitano a partire e salvarsi. Gli ufficiali invece avevano insistito per rimanere al fianco suo e del capitano e, infine, Kathryn aveva accettato non volendo rimanere sola.
Un nuovo attacco alla Voyager portò però il capitano a prendere la dolorosa decisione di obbligare i suoi colleghi, compagni e amici, a lasciare la nave e a tentare di salvarsi, così come aveva fatto con l'equipaggio rimasto vivo.
Così Kate aveva letteralmente minacciato tutti ma il gruppo, ormai ridotto a otto membri, oppose resistenza.
« Non puoi chiedermi di lasciarti qui sola Kate. No. Non se ne parla! » aveva gridato il comandante Chakotay e tutti gli altri avevano annuito, ma Kathryn Janeway fu irremovibile e si trovò così a dover lasciare andare gli ultimi della Voyager.

 

Il silenzio che la circonda è insostenibile, quasi insopportabile e mentre Kathryn si dirige di nuovo verso la plancia cerca di pensare a un piano, a qualcosa da fare per porre fine a tutto quanto. Ora non ha possibilità di salvezza ed è sola con la sua astronave.
« Ehi, pare che per noi sia quasi la fine eh vecchia mia? » dice, con la voce rotta dai singhiozzi, come se la Voyager potesse davvero ascoltarla.
« Ma almeno qui con te ci sono solo io. Gli altri, se hanno avuto fortuna, se la sono cavata » continua, mentre ormai le lacrime le rigano il viso.
Arrivata in plancia si asciuga il viso e si siede al suo posto, non si guarda attorno come fa di solito, farlo vorrebbe dire abbandonarsi alle emozioni e quindi tradirsi, no: Kathryn guarda dritto davanti a se e tutto ciò che vede è il freddo spazio sconfinato.
Ma sa che non durerà per sempre, ben consapevole del fatto che le navi nemiche torneranno a darle il colpo di grazia e lei finirà col venire distrutta dalle creature che avrebbe semplicemente voluto conoscere.

 

All'improvviso una nave completamente nera compare davanti alla Voyager, Kathryn si gira verso la console dei sensori in attesa dell'allarme, ma i sensori sono muti.
« Ero convinta che funzionassero. Erano l'unica cosa ancora funzionale » sussurra tra sé e sé incredula, ma la nave appena comparsa non si muove e non da segni di vita, sembra un cumulo incenerito di macerie.
Il capitano la guarda confusa e si avvicina alla console delle comunicazioni per premere poi un pulsante: la console si accende e Kathryn cerca di chiamare la nave sconosciuta. Nessuna risposta. Una scansione toglie ogni dubbio, la nave è abbandonata. A Kathryn non importa come è comparsa davanti alla Voyager e perché: ha finalmente trovato il suo piano, ora sa cosa fare.
La donna si siede al posto del tenente Paris al comando della Voyager e importa la rotta, la Voyager parte lentamente verso il suo ultimo viaggio, incontro alla nave nera. Kathryn sospira e sorride chiudendo gli occhi dicendo “Addio amica mia”, le lacrime ricominciano a rigargli il viso ma questa volta Kate continua a sorridere, sorride anche quando la Voyager colpisce violentemente la nave nera disintegrandosi con lei dentro e, in meno di pochi secondi, è tutto finito.

 

 

*****************

 

 

Anno 2156

 

L' Enterprise è un'astronave partita dalla Terra con un solo scopo: esplorare.
Ma l' Enterprise non ha una meta ormai da settimane e l'equipaggio inizia a essere irrequieto così come il capitano.
Jonathan Archer è seduto in plancia parecchio annoiato, i guardia-marina Sato e Mayweather parlano animatamente in attesa della fine del turno e T'Pol armeggia con le console.
« T'Pol ci sono novità? » chiede il capitano, speranzoso, alla donna che lo guarda e sputa un freddo “no”.
Il tenente Reed guarda il capitano e il comandante scientifico e sorride, cercando di non farsi notare. Jonathan Archer sospira e ritorna a guardare lo schermo davanti a lui.
« Sono settimane ormai che non troviamo neanche una navicella in avaria, sono spariti tutti? » domanda, irritato.
« Capitano, non può pretendere di incontrare nuove civiltà ogni giorno » risponde T'Pol alzando lo sguardo dai comandi.
Alla conversazione di Hoshi Sato e Travis Mayweather si unisce anche Malcom Reed. Hoshi e Malcom ascoltano attentamente la storia di Travis su quando viveva nella Horizon. « Ho iniziato a lavorare da piccolo. Avevo sì e no dieci anni. Aiutavo i miei genitori, nella Horizon c'era sempre molto lavoro essendo una nave da carico.»
L'unica che ha qualcosa da fare è T'Pol che continua ad ispezionare lo spazio attorno all'Enterprise in cerca di qualsiasi cosa che possa stimolare l'attenzione dell'equipaggio umano con il quale si ritrova e per il quale aveva rinunciato a un matrimonio combinato.
I sensori iniziano ad impazzire, Jonathan Archer e il resto degli ufficiali presenti si girano verso una T'Pol sorprendentemente confusa che però fa un respiro e dice:
« Capitano i sensori rilevano un'anomalia dritta davanti a noi ».
T'Pol e il capitano si girano istintivamente verso il grande oblò davanti a loro, una luce bianca gli si apre davanti e ne esce una nave diretta inevitabilmente verso l'Enterprise se non fosse per la prontezza di Travis Mayweather nel cambiare rotta aggirando così, senza danni, l'astronave appena apparsa, la quale, fa qualche metro e poi si ferma.

 

Il tutto è successo in pochi secondi.
Travis Mayweather sospira di sollievo tirando indietro la testa e chiudendo gli occhi, ha appena scongiurato una tragedia e ancora non ci crede, il capitano si alza e si avvicina a Hoshi.
« Chiamali » dice al guardia-marina.
« Non serve Capitano. Lo stanno facendo loro » risponde la donna ancora tremante.
« Rispondi e dammi il video, grazie » conclude Archer sfregandosi gli occhi con una mano.
Ora nel grande oblò c'è una donna sulla cinquantina con i capelli corti a caschetto visibilmente confusa e disorientata.
Jonathan Archer e gli ufficiali in plancia non hanno dubbi: la donna e il gruppo che è dietro di lei sono umani.
« Mi spiace » dice la donna, sull'orlo delle lacrime « Io non capisco.. Ma.. vi conosco. Sì certo tu sei Jonathan Archer ».
Gli ufficiali dell'Enterprise non riescono a spiccicare una sola parola, confusi dalla provenienza della nave che li ha quasi uccisi.
« Sì. Vedo che lei mi conosce, non le chiederò perché mi conosce, per ora. Ma mi dica lei chi è.»
Il capitano stava cercando di mantenere la calma a dispetto del panico che lo attanagliava: quella nave non poteva essere umana, non poteva venire dalla Terra, la prima nave uscita dalla Terra erano loro.
« Sono il capitano Kathryn Janeway dell'astronave terrestre U.S.S. Voyager, capitano Archer noi veniamo dal ventiquattresimo secolo ».
La Voyager e l'Enterprise non hanno il tempo di continuare la conversazione quando i sensori segnalano un'altra anomalia.
« Capitano sta succedendo di nuovo. Dietro di noi a sinistra.» dice T'Pol quasi gridando.
Stavolta Travis non può fare nulla, un'altra nave spunta proprio come ha fatto pochi minuti fa la Voyager ma stavolta l'impatto non può essere evitato così, l'Enterprise e la nave sconosciuta si sfiorano provocando comunque parecchi danni. La nave sconosciuta ha un motore in avaria e non fa molta strada prima di fermarsi, l'Enterprise ha subito meno danni e i più sono alla corazza esterna. Hoshi si mette ad armeggiare con i comandi davanti a lei mentre il capitano Archer la guarda dandole silenziosi ordini
« Non rispondono, capitano » dice infine.
« Può essere che abbiano avuto danni anche ai sistemi di comunicazione» riferisce Malcom Reed guardando l'astronave ferma davanti a loro attraverso l'oblò.
Archer fa un cenno a Hoshi Sato dicendo: «Riprova finché non rispondono ».
La donna annuisce e torna alle sue mansioni. Il capitano torna a sedersi pensando alle parole del capitano Janeway.
Come è possibile che una nave del ventiquattresimo secolo si ritrovi qui ben duecento anni indietro, cosa poteva mai essere successo alla Voyager per farla arrivare fin lì? Poteva fidarsi? Tutte domande alle quali Jonathan Archer non può dare risposta finché non torna a parlare con Kathryn Janeway, ma una cosa è certa: la Terra continuerà le esplorazioni spaziali.
I pensieri del capitano Archer vengono interrotti da Hoshi.
« Capitano » la donna indica l'oblò che ora mostra una donna giovanissima davanti a un gruppo di persone terrorizzate.
« Bene. Io sono Jonathan Archer, e voi avete appena quasi distrutto la mia nave» dice Archer un po' ironico.
« Io.. non capisco.. dovremmo essere morti! Noi.. Jonathan Archer? ».
Il panico della giovane donna scompare lasciando trapelare lo stupore.
« Sì. Fatemi indovinare, venite dal ventiquattresimo secolo e di conseguenza mi conoscete? » risponde il capitano Archer, la donna ancora confusa guarda un po' i suoi ufficiali e un po' la plancia del'Enterprise.
« Cosa? No! Noi siamo del 2599. Perché ha pensato che venissimo dal ventiquattresimo secolo? Comunque io sono Andromeda Messier capitano dell'astronave U.S.S. DeLorean. Strano, due minuti fa eravamo nel 2599 e ci stavamo scontrando contro una nave completamente nera e ora siamo qui.. nel 2100 davanti a Jonathan Archer e all'Enterprise. Non so se essere terrorizzata o contenta » risponde infine tutto d'un fiato.

 

FINE PRIMO CAPITOLO

 

Ringraziamenti: è solo il primo capitolo ma vorrei ringraziare Aven e Bea che mi hanno fatto da beta in questo primo, travagliato capitolo e a Tiha che mi ha fatto la romanzina (lei sa di che parlo) e a tutti i Trekkers che, come me, amano Star Trek e leggeranno questa fanfiction!

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Star Trek / Vai alla pagina dell'autore: Captain Soyuz