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Autore: Ofeliet    19/07/2013    8 recensioni
Alla fondazione del complesso del collegio, i professori avevano in mente grandi progetti per esso. Doveva essere una dimostrazione di eccellenza e perfezione. I suoi iscritti, comunque, vantano ben poco simili qualità.
D'altronde, cosa puoi fare con un folto gruppo di adolescenti impegnati a rivaleggiare e sgominare team malvagi da quando hanno iniziato a viaggiare? Niente. Puoi solo insegnargli ad essere studenti modello, e fallire nel tentativo. D'altronde, si ha a che fare con campioni non più in erba ed esperti del mestiere, tutti focalizzati sul diploma e sulla gloria che deriva da esso.
Qui tutti hanno più di un asso da giocare, e soprattutto hanno voglia di vincere.
| Airplane Bikini Contest DualRival FerrisWheel Ikari Pokè Ranger | ed altre...
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo della scuola. ~'
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Capitolo Cinque: Può andare peggio di così? ...Sì.


Capitolo Cinque: Può andare peggio di così? ...Sì.


Ottobre era trascorso troppo lentamente per gli studenti, che erano rimasti sommersi dai primi test, ma al termine del mese finalmente si vedeva la luce in fondo al tunnel. La Tregua, chiamata così dagli studenti, era finalmente alle porte.
Forse poteva sembrare niente di speciale agli occhi degli esterni, d’altronde erano solo cinque giorni tra ottobre e novembre in cui gli studenti potevano tornare alle loro case per commemorare i parenti deceduti. O ringraziare i parenti deceduti per quella boccata di libertà ricevuta.
« Tu cosa hai deciso di fare, Ser? » gli occhi verdi della ragazza si alzano sulla figura di Julia, seduta davanti a lei.
« Rimarrò a scuola, come ogni anno. Devo andare alla tomba della mia nonna e dei miei Pokémon, ricordi? » « Che ne dici se in questi tre giorni vieni a stare a casa mia? » le propone, all’improvviso. « Staremo alzate fino a tardi, mangiando muffin di Baccaliegia e cercando il modo migliore per copiare da Anis! »
« Copiare da chi? » Serenity sobbalza dalla sorpresa, e sorride ad Anis che le aveva finalmente raggiunte. La ragazza le osserva sorriderle nervose, ma non indaga ulteriormente la questione, chiudendosi su se stessa nel fare colazione.
« Ma che ha stamattina? » chiede Julia sussurrando.
« Ieri ha perso un’altra sfida con Gary. » le spiega Serenity, beccandosi un'occhiataccia da parte di Anis, che improvvisamente sembrava molto interessata al loro discorso. « Comunque, la mia risposta alla tua proposta è sì. Se non sono di disturbo. » dice poi, alzando la voce.
« Figurati. » dice Julia. « Allora è deciso. »


Il ritorno a casa era stato tremendo per Esmeralda. Ben poco rimaneva della splendida Giardinfiorito durante la stagione invernale. Le colline erano spoglie dei suoi brillanti fiori, e ciò faceva sentire la ragazza particolarmente triste.
Quando era arrivata a casa non era riuscita a mettere nemmeno piede oltre la soglia che Rose le era piombata addosso e, dopo averla abbracciata, non voleva più staccarsi dal suo collo. Eric, il suo adorato gemello, non aveva smesso di punzecchiarla nemmeno per un istante ed Esmeralda non esita a dare una spinta al fratello mettendo temporaneamente fine ai suoi dispetti.
« Avanti, smettetela di bisticciare. » li richiama loro il padre, uscendo dal salotto. Accanto a lui c'era la sua nuova compagna, che ammonisce affettuosamente Rose, che si stacca a malavoglia dal collo della sorella maggiore.
Ad Esmeralda piaceva la partner di suo padre, era dolce e gentile. Era proprio come sua madre. Scuote la testa. Non doveva pensarci. Avrebbe reso a sua madre tutti gli onori il giorno successivo, alla torre Memoria.

Duefoglie era coperta di neve, non era strano in quel periodo dell’anno. Lucinda aveva sacrificato i suoi stivaletti preferiti durante il percorso a casa, ma l’accoglienza di sua madre aveva ripagato la sua perdita.
Le dispiaceva che Barry e Kenny avessero deciso di rimanere a scuola, ma durante tutto il viaggio non si era sentita affatto sola e non si era annoiata. L'unica macchia in quel quadretto felice era la presenza di Paul. Dopo l'imbarazzante equivoco e complice il cambiamento dei posti non era riuscita a chiarire, e il ragazzo continuava a non rivolgerle la parola.
Lucinda non voleva tornare a pensare alla sua pessima figura, ma tornava sempre lì. Non negava di essere interessata a Paul. La parte difficile era capire se lui poteva essere in qualche modo interessato a lei. La ragazza sospira, continuando a mangiare la sua cena. Forse l’indomani l’avrebbe visto alla torre Memoria, e sarebbe riuscita a parlargli.

Ansi aveva affrontato il percorso innevato fino a Nevepoli, ma sembrava che le sue fatiche erano ben lontane dall’essere ricompensate.
« Zia, accidenti a te, non puoi lasciarmi qui fuori a congelare! E' sera, è tardi e ho pure una fame ad lupi! » quella sera era piuttosto propensa a fare una scenata, alimentata dalla fame. « Avanti, non sono venuta qui per diventare la cena degli Sneasel! » urla ancora, dando un forte calcio alla porta.
« Anis, se lo rifai giuro che a casa non ci metti più piede. » la ragazza sussulta, mentre la zia le apriva finalmente la porta. « Comunque bentornata a casa, cara. »
La ragazza sospira, entrando in casa e scrollandosi di dosso la neve.
Nel salotto della piccola casa c'era sua sorella minore che l'aspettava. Doveva essersi appisolata, abbracciata mollemente al cuscino dei divano, però quando si avvicina sembra quasi avvertire la sua presenza, aprendo gli occhi con leggero stupore.
« Anis! » la bambina scende dal divano con un balzo, correndo ad abbracciare la sorella. La castana ricambia, sorridendole. « Stasera mi racconterai tutto ciò che è successo a scuola, chiaro?! »
Si ritrova ad annuire parecchio confusa da quel comportamento così imperativo e scuote la testa, rinunciando a pensarci. Dopo cena si trascina al telefono di casa, digitando il numero del cellulare di Julia, che le aveva tassativamente ordinato di chiamarla. Il telefono fa qualche suono prolungato, prima che dall'altra parte qualcuno si decidesse a rispondere.
« Pronto? »
« Ser? Sei tu? » chiede, identificando velocemente la voce dell'amica nonostante la linea. Dall'altro capo c’è una piccola pausa. « Sì, sono io! Com'è andato il viaggio? Tutto a posto? » Anis sbuffa.
« Diciamo di sì. Lì da voi? »
« Anche qui. Anche se temo che Julia abbia messo qualcosa di alcolico nel suo bicchiere al posto del latte, visto che è in piedi sul letto e sta usando una spazzola come microfono. Mi devo preoccupare, secondo te? » anche se flebile, sentiva le note di una canzone che aveva precedentemente ascoltato.
« Quello è il suo comportamento normale. » ridacchia, improvvisamente di buonumore.
« Ehi, guarda che ti sento, An! Il telefono è in viva voce! » sente esclamare Julia, probabilmente poco distante dall’apparecchio.
« Ser! Mi hai tradito! » esclama di rimando Anis, fingendosi mortalmente offesa.
« Veramente... il telefono è di Ju, è suo diritto sentire. » le sente ridere entrambe.
« Domani state attente, piuttosto. Gli Haunter sanno essere dannatamente dispettosi. »
« Io l’ho detto a Serenity, ma il suo Lucario sembra tesa per qualcosa e lei non si sta dando pace. » una simile notizia coglie di sorpresa Anis. Conosceva il Pokémon, e per quanto anche Julia avesse un Lucario, quello di Serenity era più sensitivo dell’ambiente che lo circondava. L’ultima volta che si era comportato in quella maniera era stato quando l’anno prima era caduto un albero sui dormitori. Inoltre era legato ad un altro Pokémon, e forse dopo mesi stava percependo di nuovo la sua aura. In effetti aveva chiesto a Serenity perché Daniel non si fosse presentato, ma lei non le aveva dato una risposta precisa. Forse significava che stava per tornare.
« Yang prevede solo cose belle, magari sulla strada domani incontrerai l’uomo della tua vita. » scherza. Non aveva la forza di lasciarsi andare a pensieri cupi. Sente Julia dall’altro capo emettere un verso esasperato.
« O magari tu lo troverai. » Anis scoppia a ridere, e dopo aver augurato la buonanotte stacca la chiamata. Non aveva alcuna ragione di preoccuparsi per la giornata che sarebbe venuta.


Elis avrebbe preferito rimanere a dormire quella mattina, e invece le toccava raggiungere la torre Memoria per commemorare un padre che invece di essere morto con tutta probabilità si stava facendo la bella vita.
« Non fare storie. » dice sua madre, piazzandole in mano la scatola contenente l’incenso da bruciare sulla tomba di famiglia. Elis fa per replicare ma un gentile bussare interrompe un suo qualsiasi tentativo di risposta velenosa.
« Posso? » riconosce presto la voce della sua vicina di casa, Aria. In sua compagnia Elis difficilmente si annoiava, e fin da bambina aveva eletto lei e suo fratello come compagni di giochi. Ricordava spesso quando lei si arrampicava su qualche albero e da sotto poteva avere due voci, una che l'incoraggiava e l'altra che le gridava preoccupata dicendole di scendere.
« Elis? » si era distratta a ricordare i piacevoli tempi d’infanzia. Aria aveva cominciato a sventolarle una mano davanti al viso per attirare la sua attenzione. « Andiamo? Dobbiamo andare a Fiordoropoli, Kotone ci aspetta. »
« E Silver? » chiede lei. Per quanto andasse affatto d’accordo con il ragazzo, la sua presenza in simili occasioni era ormai un’abitudine.
« Non ne ho idea. Sembra che si sia trasferito, perché qui non si è visto da ormai un mese. » era una notizia strana, ma d’altronde il ragazzo di cui parlavano era un vagabondo dal carattere impossibile. Probabilmente sarebbe tornato, prima o poi.


Il cielo, quel giorno, era terso. La Torre Cielo era ben visibile anche da lontano.
« Ne sei sicura? » Giulia annuisce in risposta, guardando Martes. Non aveva mai conosciuto i propri genitori, e forse sarebbe stato quello il momento giusto per fare loro visita dopo tanto tempo. Martes, accanto a lei, sospira. La famiglia non faceva per lei. Ancora non capiva cosa l’avesse spinta a prendere con sé quella che un tempo era stata una semplice cavia da laboratorio.
« Andiamo? » era stata Giulia a parlare. La donna annuisce freddamente – le brutte abitudini erano dure a morire – e le fa strada.
« Sì, andiamo. »
Asuka, che camminava in maniera composta poco più lontano, guardava decisa la sua meta. La Torre Cielo non le piaceva, e non le sarebbe mai piaciuta, ma si sentiva in dovere di rendere omaggio a suo nonno. I suoi genitori sarebbero venuti più tardi, a causa degli impegni lavorativi li tenevano occupati quella mattina, dandole così il tempo di fare le dovute cerimonie con calma. Chissà se sarebbero riusciti a venire in tempo. La Città Nera era lontana.
La giovane scuote la testa, facendo oscillare i lunghi capelli corvini raccolti in una coda bassa. Pensarci in quel momento non sarebbe stato di nessuna utilità per lei.
« Oh, sei Asuka, giusto? » le chiede Spighetto. Lei sgrana gli occhi dorati, leggermente perplessa, sorridendo con cortesia. Non aveva proprio sentito arrivare i Capipalestra di Levantopoli. Gli altri due ragazzi avevano continuato a parlare tra di loro, con la coda dell’orecchio sente che parlavano dell’evento scolastico. Il Torneo Invernale doveva averli entusiasmati molto. Soprattutto Chicco, che poteva partecipare.
« Come...? » inizia, venendo presto interrotta.
« Non ricordi? Sono stato il primo Capopalestra che hai sfidato. Tu e la tua Oshawott vi siete impegnate tanto, ricordo ancora la nostra lotta. » Asuka sorride con una punta di orgoglio.
« Ci sfideremo ancora. » il maggiore dei gemelli annuisce.
« Non vedo l'ora. » chiacchierando arrivano all'imponente costruzione, e si separano. Asuka supera l’entrata e passa accanto ad un nutrito gruppo.
« Io salgo dalla mamma. » sussurra Touko e Touya annuisce.
« Attenta a non perderti. » la punzecchia, facendole gonfiare le guance.
« Stai insinuando che ho un pessimo senso dell'orientamento? »
« Certo che no. » ridacchia allora Touya, lasciando intendere la risposta contraria, ma la ragazza decide di lasciar perdere.
« Tieni d'occhio le due pesti, piuttosto. O mamma ci ucciderà. »
« Vai, e stai tranquilla. » Touko sospira, iniziando a salire gli scalini della torre. Aveva già esplorato quel posto, più di una volta, ma questi continuava a farla sentire ansiosa. Era un sollievo vedere il cielo azzurro salita in cima. Non ci impiega molto prima di individuare sua madre. Touka era proprio davanti alla campana. « Mamma? » la chiama, e la donna si volta nella sua direzione, sorridendo.
« Hai abbandonato Touya al suo futuro di bambinaio? » scherza, venendo presto ricambiata con un sorriso.
« Sì. Mi deve un'estate. » entrambe tornano a guardare la campana.
« Pensi mai ai Pokémon che hai perso? » Touko non guarda la madre, ma annuisce.
« Sì. Mi mancano ogni giorno. Vorrei essere stata un’allenatrice migliore per loro. » Touka sorride debolmente, indicando la campana.
« Anch’io pensavo così, poi una delle custodi di questa torre mi ha raccontato che i rintocchi della campana sono generati dal nostro cuore, e giungono ai Pokémon che non sono più con noi, facendo sentire loro che non li abbiamo dimenticati. » sembrava una storia per bambini, e lei era troppo cresciuta per crederci, ma in quella giornata si sarebbe concessa il beneficio del dubbio.
« Questo è molto confortante da sentire. »


La stazione di Zafferanopoli era terribilmente affollata, tanto che si faceva fatica a passare senza intoppi.
« Nicolas, attento a non perderti. » il ragazzo più piccolo sbuffa.
« Angelo, non sono un bambino! » esclama piccato. A suo giudizio suo fratello era troppo apprensivo.
Accanto a loro, Chiara ride divertita.
« Non importa quanti anni si abbia, un fratello maggiore si comporterà sempre così. » Nicolas la fulmina con lo sguardo, scatenando in lei ancora più risate divertite.
« Infatti tu sei figlia unica Chiara. » commenta. Adorava quella ragazza, ma certe volte proprio non la capiva. Lei sorride accomodante, afferrando Marina sottobraccio.
« Ma io ho Mari. » la castana, presa alla sprovvista e stupita dal gesto, non riesce nemmeno a commentare. Chiara la trattava come una di famiglia, in effetti, e di tanto in tanto la chiamava "sorellina". La castana sorride leggermente dopo lo shock iniziale, mentre Chiara continuava a stritolarla sempre più forte ed elencava tutti i vantaggi dell'essere fratelli maggiori. Angelo smette quasi subito di ascoltarla mentre Nicolas sembrava improvvisamente molto interessato.
« Ma quella lì tace mai? » chiede a quel punto Elis, con la pazienza agli sgoccioli e Aria le sorride comprensiva. Si trovavano a poca distanza dalla scena, a causa del poco spazio.
« Temo di no. Puoi solo ignorare ciò che dice, ma non sortisce questo grande effetto. » Elis incrocia le braccia al petto e brontola qualcosa che Aria non coglie, mentre il suo umore stava iniziando a scavarsi la fossa.
« Ehi, ragazzi! » Julia, seguita da Serenity che camminava più lentamente, stava correndo nella loro direzione. La ragazza si ferma giusto in tempo per non usare Valerio come materasso d'atterraggio. « Scusate il ritardo, la sveglia non ha suonato. »
« Andiamo? » chiede Angelo. « Ormai la mattina sta finendo. »


Il Collegio da anni metteva a disposizione la propria struttura per i ragazzi che volevano rimanere e non c’era alcun obbligo a tornare a casa.
Lucas non trovava il senso di tornare ad una casa vuota, senza che ci fosse qualcuno ad aspettarlo, preferiva rimanere all’istituto e sentirsi meno solo. Mesprit doveva aver percepito il suo stato d'animo, visto che esce dalla sua sfera con aria preoccupata. Lui si lascia andare ad un sorriso – uno dei pochi, che concedeva solo alla sua squadra –. Non voleva far preoccupare il suo starter, ma iniziava ad annoiarsi. Della sua classe erano rimaste poche persone, e non voleva intromettersi più di tanto. Sospira di nuovo e si alza dal divanetto, facendo rientrare Mesprit e Togekiss nelle loro sfere. Quei due, senza che lui se ne accorgesse, erano usciti e stavano allegramente conversando. Lucas riporta al suo posto il libro che stava leggendo, decidendo di farsi una passeggiata nonostante la morsa di gelo che aveva colto la regione in quei giorni ed uscendo passa accanto al trio formato dai suoi rimanenti compagni di classe, ricambiando il loro saluto.

Yukiko squadra la sua avversaria.
Non sarebbe stato troppo difficile batterla. Mette le mani dentro le tasche del suo camice, non vedeva l'ora di finire quella lotta e andare da qualche parte. Stare in quella scuola la faceva soffocare, era troppo intelligente per essa.
Nicky dal canto suo sussulta. Era arrivata a quella scuola da due mesi, ma non era difficile riconoscere Yukiko Edogawa, piuttosto nota nella scuola per il suo carattere. « Cominciamo? » la voce tagliente dell'avversaria la preoccupa non poco e, unito allo sguardo affilato, rabbrividire le sembrava addirittura lecito.
« D-d'accordo. » si morde prontamente la lingua.
« Avanti, Nicky! Puoi farcela! » la ragazza cerca di motivarsi, prima di scegliere il suo Pokémon. « Avanti, vieni fuori Riolu! » Il Pokémon Emanazione esce dalla sfera con aria determinata, sistemandosi la bandana rossa sul collo. Yukiko fissa il suo avversario ed estrae la sua Pokéball, lanciandola in aria.
Davanti a Riolu appare un Rotom in forma Gelo. Asuka cerca di non prendere a testate l’albero più vicino, il suo Pokémon si era di nuovo infilato nel frigorifero senza il suo permesso. Riolu, però, non sembrava intimidito dall’avversario e squadrava con determinazione Rotom.
« Comincio io! » esclama a quel punto Nicky. « Riolu, usa Palmoforza! » sapeva che una mossa simile non avrebbe sortito un grande effetto, ma al contrario delle sue aspettative il Rotom avversario sembra accusare il colpo.
« Com'è possibile? » sussurra, non nascondendo il suo stupore. Asuka assottiglia lo sguardo. In quella forma, Rotom era in svantaggio.
Una delle sfere che teneva nella tasca si apre, lasciando uscire un Jolteon. Il Pokémon squadra la sua proprietaria, ignorando l'occhiataccia della suddetta.
« Ora Rotom ha il tipo ghiaccio. » commenta e Yukiko sbuffa, incrociando la braccia.
« Non me n'ero accorta. » dice con una punta di sarcasmo. Il Pokémon rimane in silenzio. Dall'altra parte del campo Nicky non riusciva a aprire bocca. Era una sua impressione o Jolteon aveva parlato? « Piuttosto, chi ti ha dato il permesso per uscire? »
« Non mi sono sentito obbligato a chiedertelo. » replica lui, facendo apparire una vena pulsante sulla tempia della sua allenatrice. Nicky rimane a guardare; non riusciva ancora a credere che quel Pokémon parlasse. A quella distanza non riusciva a comprendere perfettamente ciò che si dicevano, ma doveva riguardare qualcosa che alla sua avversaria non era per niente gradevole. Riolu si scambia un'occhiata perplessa con Rotom.
« Ehi, tu! » Nicky guarda in direzione della voce che l’aveva chiamata. Era stato Jolteon.
« Sì? » risponde, per quanto trovasse la situazione parecchio assurda. Con qualche balzo il Pokémon la raggiunge e la guarda dritta negli occhi.
« Sai che questa qui... » inizia, facendo sentire Nicky un po' basita, sia per la parlata sciolta che aveva il Pokémon sia per il modo irrispettoso con cui si rivolgeva alla sua allenatrice. « ...ha un'enorme cotta per Gary Oak? »
Nicky vorrebbe commentare, e dire che vorrebbe riprendere la sua lotta e non discutere della vita amorosa della sua avversaria, ma Yukiko la anticipa raggiungendoli mandando lampi e tuoni da tutta la sua esile figura – giusto per rimanere in tema con la sua squadra –.
« Tu. » ringhia con tono basso. « Un'altra parola e ti spedisco dalla mia famiglia. E' l'ultimo avviso. » il Pokémon sembra seriamente preoccupato dalla minaccia, visto che rientra silenziosamente nella sfera senza protestare.
« Edogawa? » ragazza la guarda ma la sua espressione non doveva essere delle migliori visto che l'altra sembrava molto intimorita.
« Sì? »
« Non c'è niente di male nell'avere una cotta. » inizia Nicky. « Anzi, è normale. » la castana assottiglia lo sguardo. « Davvero. Poi sappiamo tutti che Gary fa strage di cuori. »
« Questo non mi aiuta. » Nicky sorride, dandole una lieve pacca sul braccio.
« Pazienza, ci siamo passate tutte. » commenta con tono leggermente triste. « Piuttosto, posso farti una richiesta? » l'altra annuisce.
« Se vincerò io puoi aiutarmi con la lingua Unown? » Yukiko sembra sorpresa. In due anni di scuola, nessuno aveva fatto una cosa simile, nessuno le aveva chiesto aiuto a causa del suo pessimo carattere. Mai.
« D'accordo. »


La torre Memoria era inquietante ogni volta che la visitava. Ad Ash non era mai piaciuta. Non se lo spiegava dopo anni. Rimpiangeva un po' che Misty non fosse venuta con loro, ma la ragazza desiderava visitare il luogo insieme alle sue sorelle, e lui non aveva trovato niente da replicare.
L’attesa insieme a Gary, poi, non era proprio il massimo, e il resto del gruppo sembrava tardare.
« Senti, entriamo. Mi sono stancati di aspettare. » dice Gary, e Ash lo guarda.
« Sei sicuro? Aspettiamo ancora un po’. » Gary lo osserva, e poi un sorrisino si forma sul suo volto.
« Non dirmi che hai paura! » esclama, con una punta di sarcasmo, e Ash sbotta.
« Certo che no! Andiamo, non ho più voglia di aspettare. » e senza aspettare l’amico, Ash si dirige dentro la torre, seguito da un Gary piuttosto divertito.

« Quindi? »
« Niente, non è successo niente in questi giorni. » Kotone si era unita a Marina ed Elis, cercando di coinvolgerle in qualche conversazione di suo interesse. Impresa non facile, visto il carattere un poco scorbutico di Elis, soprattutto con l'umore di quella mattina. Marina, invece, era più socievole ed era un piacere parlare con lei.
« E tu, Mari? » la castana arrossisce, quando la chiamavano con un diminutivo era sempre così.
« Neanche a me è successo niente di particolare in questo periodo. Sono tornata a casa, tutto qui. » Kotone sembra delusa da quelle risposte.
« Nessuno ha mai niente da raccontare. Nemmeno Silver, accidenti! E sì che lui ha una vita avventurosa, visto che non va a scuola. »
« Hai visto Silver? » Kotone annuisce.
« Tu no? » la sua espressione le dà la risposta. « Per quanto ne so anche lui è alla torre, oggi. »
« Non me ne frega più di tanto. » replica Elis, rinchiudendosi nuovamente nel silenzio.
Davanti a loro camminavano Aria, Julia e Serenity. L'ultima era sprofondata nella lettura di un libro, mentre le altre due chiacchieravano allegramente. Chiara aveva sequestrato Jasmine, e le due ragazze avevano preso a parlottare in maniera molto fitta. Nicolas, Angelo e Valerio chiudevano il corteo, camminando in silenzio.
La strada fino a Lavandonia non era molto lunga, e nel giro di una decina di minuti erano giunti fino al paesino. L'aria di quel luogo era spettrale, soprattutto in quel giorno. Regnava un silenzio surreale, e le poche persone per strada sembravano fantasmi. Il piccolo gruppo si dirige in fretta verso la torre Memoria senza troppi commenti. Questa sembrava la stessa, ma una spessa coltre di nebbia avvolgeva la cima.
« Strano. Di solito la nebbia non è mai così in alto. » Angelo era un esperto a riguardo e Nicolas annuisce per dargli ragione.
« Di solito è nel paese, io non l'ho mai vista così. » i due fratelli, nonostante non vivessero più insieme, erano dei grandi estimatori di quegli luoghi.
« Sarà. » dice Aria, pensosa. « Ma è comunque inquietante. E' meglio sbrigarsi, questi luoghi non mi piacciono. » molti dei presenti acconsentono alla sua proposta, avvicinandosi sempre di più. La porta era aperta, lo era sempre durante quella lugubre festività.
« Ci troviamo qui tra mezz'ora, ok? »
Elis è costretta da Kotone ad andare con lei, mentre Aria attendeva Serenity che doveva andare nello stesso posto. Nicolas e Angelo sapevano dove andare, portandosi dietro anche un Valerio non proprio entusiasta. Chiara si appiccica a Julia, mentre Marina sopprimeva una risata e si allontanava con Jasmine. Ognuno di loro aveva un luogo da raggiungere, quel giorno.


Il monte Pira era rimasto la montagna dove l'esistenza aveva la sua fine. La vegetazione che lo ricopriva era quasi insolita, così come i Pokémon che si aggiravano tra le lapidi con aria mistica.
Natsumi distoglie lo sguardo da un Vulpix e segue il rituale indicato dai monaci.
« Secondo te mamma e papà stanno bene? » la ragazza scatta dallo stupore. Suo cugino Koji era inginocchiato accanto a lei. Per qualche istante la sua mente è vuota, non aveva idea di cosa rispondergli. Qualsiasi risposta avrebbe dato non sarebbe stata soddisfacente. La ragazza china nuovamente il capo, chiudendo gli occhi.
« Non lo so. » risponde a quel punto. « Forse sì, anzi, probabilmente sì. Vedendo che atu stai bene, saranno anche felici. » il bambino dimostra perplessità per quella risposta, con tutta probabilità non l'aveva capita, ma assume anche lui la stessa posizione di preghiera. « Lo spero. »
Natsumi sembra sollevata da quella risposta, il cugino era sempre stato molto sveglio. I suoi genitori erano andati al piano superiore, a pregare per i propri genitori.
Natsumi sospira, guardando la stele dedicata agli zii.
« Motoki, spero tu sia bene. » spesso Natsumi finiva a pensare al fratello, in viaggio da anni.
« Natsumi? » la ragazza apre gli occhi. Accanto a lei c'era Vera. « Allora non mi ero sbagliata! » lei accenna un sorriso.
« Come va? »
« Io sto bene. Tu? » Natsumi si acciglia, cercando di capire se la risposta di Vera fosse di circostanza oppure sincera. Poteva anche sembrare ingenua, ma anche lei poteva nascondere il suo stato d'animo.
« Pensierosa. » Vera si inginocchia accanto a lei, e parla a bassa voce cercando di non disturbare il bambino in preghiera accanto a loro.
« Anch’io. Venire qui mi fa pensare tanto. »


« Grandioso. » è l'unico commento di Gary. Si erano persi. La nebbia avvolgeva l'intero piano, rendendo impossibile qualsiasi forma di orientamento. E loro due sicuramente si erano persi. Ormai lui e Ash si erano rassegnati al pensiero che avrebbero fatto compagnia alle tombe per l’eternità, ma in quel momento la voce squillante di Chiara gli appare quasi un’ancora di salvezza. « Julia, ma sei sicura che non ci siamo perse? » il silenzio che segue la domanda implica che Julia ha negato scuotendo la testa.
« Ehi, noi siamo qui! » esclama a quel punto Ash. Pausa.
« Ash, sei tu? » era di nuovo Chiara a parlare.
« Sì! C'è anche Gary con me! »
« Non muovetevi! Continuate a parlare, arriviamo noi. » i due ragazzi obbediscono, ma ben presto sono costretti a rinunciare all'idea di rimanere fermi. Le lapidi si stavano sciogliendo, lasciando il posto a inquietanti ombre dagli occhi rossi.

« Non ti sei più fatto sentire. » finalmente Elis era riuscita a trovare una frase non troppo aggressiva verso il ragazzo. Kotone aveva ragione, anche Silver era alla torre Memoria quel giorno. Elis l’aveva riconosciuto subito, ma aveva esitato a raggiungerlo. Non era la prima volta che vedeva Silver porgere omaggio alla lapide su quel piano, ma non era mai andata a sbirciare di chi si trattasse. Solo una volta che l’ha visto alzarsi in piedi, Elis l’aveva raggiunto ben determinata ad ottenere una spiegazione.
« Non mi sembra di dover fare il resoconto delle mie faccende a te. » le risponde lui ed Elis sembra seriamente piccata dal suo commento.
« Ah sì? » incrocia le braccia al petto, cercando di sembrare più minacciosa. « E cosa mi dici del fatto che sono stata io a pararti il culo dalla polizia internazionale? »
« Ehm, ragazzi? » era stata Kotone, ma nessuno dei due contendenti sembra darle importanza.
« Mi sembra di averti ringraziato. » nonostante Silver fosse una testa calda, stata stranamente cercando di mantenere la calma.
« Appunto. Ti sembra. Non l'hai fatto. »
« Ragazzi? » di nuovo Kotone, ignorata.
« Ah no? »
« No. »
« RAGAZZI! » il tono di Kotone si era alzato di due ottave, riuscendo finalmente ad attirare la loro attenzione. « Sapete benissimo che io adoro i vostri litigi da innamorati... » le due paia di occhi che la fucilano non sortiscono l'effetto desiderato. « ...ma adesso abbiamo un problema più spinoso. » e indica le ombre che si stavano avvicinando.
Di comune accordo Elis e Silver decidono che la loro discussione poteva essere rimandata.

Alla vista degli spettri Serenity sussulta. Aria sembrava più determinata di lei a contrattaccare, visto che stava già mettendo mano alle sfere di Shinx e Vulpix. La sfera che conteneva Lucario vibrava con grande intensità, dissolvendo tutti i suoi dubbi.
« Aria! » la richiama, facendola sobbalzare. « Questi spettri non ti faranno niente. Non finché non li attacchi e stiamo vicine. » la ragazza sembra un po' perplessa da quelle parole ma si avvicina obbedendo, e richiama i suoi Pokémon.
« L’ho già visto in precedenza. E' Ombra Notturna di Mismagius. » dice dopo aver osservato le ombre che si avvicinavano.
« E quindi? Che facciamo? » ad Aria quella situazione non piaceva, voleva solo uscire da quel luogo che cominciava a darle ansia, mentre Serenity si faceva sempre più silenziosa.
« Aspettiamo. L'effetto della mossa non durerà a lungo, e soprattutto non può farci niente. » era una tattica azzardata, e sinceramente temeva l'esito. Non era mai stata un'abile stratega, lo riconosceva, ma l’ultima volta che aveva assistito ad una cosa simile era riuscita ad intuirne il meccanismo.
« E se continua a durare abbastanza per permettere a loro di raggiungerci? » con aria preoccupata, Aria non staccava gli occhi dalle ombre. L'altra si ritrova a deglutire.
« Non lo farà. » lo dice con una tale serietà che Aria inizia a sudare freddo. Una risata esplode proprio in quel momento, attirando la loro attenzione. Proprio sopra di loro, seduto sulle travi del soffitto, c'era Daniel. E sembrava divertirsi un mondo.
« D-daniel! » esclama Aria. Aveva conosciuto il ragazzo due anni prima, lui l'aveva aiutata ad orientarsi il primo giorno di scuola. « Scendi da lì, potresti farti male! »
La reazione di Serenity era nettamente diversa. La ragazza rimane impassibile, continuando a guardare il ragazzo. Questi decide di accontentare Aria, buttandosi senza pensarci due volte. Poi, giusto prima di diventare cadere malamente sul pavimento, il suo volo termina con dolcezza facendolo arrivare al suolo intatto.
« Mi aspettavo un’accoglienza più calorosa, Serenity. » la ragazza non risponde, mentre Mindy – la Mismagius che stava dietro a quell'atterraggio miracoloso – la raggiungeva. La Pokémon emette qualche verso, ottenendo un sorriso da parte di Serenity.
« Non mi sembra di dover dire qualcosa. » commenta a quel punto, non guardandolo nemmeno. « Sparisci per tutta l'estate, non ti presenti a scuola. Sei tu a dover parlare, non io. »
« Mi hanno offerto un lavoro che proprio non potevo rifiutare. Proprio oggi avevo un incontro qui, forse hai pure incrociato il mio cliente. » Serenity incrocia le braccia al petto, guardandolo con cipiglio critico, e Aria si sente estraniata completamente dalla loro discussione.
« Potevi farci sapere dove eri, Daniel. »
« Non vi devo niente, non più almeno. » la discussione non stava andando come lei aveva programmato. Certo, non si aspettava che Daniel cadesse sulle ginocchia e chiedesse perdono, ma le appariva profondamente cambiato. Se gli era successo qualcosa, sicuramente c’entrava il suo viaggio sull’isola Cannella. Poteva chiederglielo, ma temeva di non ricevere alcuna risposta. « Ma perdona la mia maleducazione. Di certo dobbiamo parlare in privato. »
Con un’occhiata Daniel indica Aria, e nel farlo afferra Serenity per il braccio, ordinando a Mindy di usare nuovamente Ombra Notturna. La ragazza si trova nuovamente a confronto con le ombre spettrali, fissando incredula il punto in cui gli altri due ragazzi erano spariti.
« Stai calma. E’ solo una mossa, non ti farà alcun male. » si dice, mentre si arrampica su una delle stele funerarie. Le dispiaceva mancare di rispetto ai morti, ma era l’unico modo che aveva per non farsi toccare. La nebbia si era fatta più fitta, ma dopo un po’ gli effetti della mossa svaniscono lasciandola completamente sola. Aria urla, chiama le persone che conosce, ma nessuno la sente, e poi si ferma in mezzo alla nebbia.
Questa d’improvviso stava iniziando a svanire.




Daniel Synthoria belongs to me.
Nicky Watson belongs to Emy96.
Nicolas White belongs to Winter Kaito.
Yukiko Shiori Edogawa belongs to Yoake.


Spiegazioni alquanto random:
- Qui i Pokémon possono morire. Sì, avete letto bene.
- Touka è il nome che ho affibbiato alla mamma di Touya e Touko.





Nè!
Eccola qui, in anticipo di un giorno.
Oh, ora posso cominciare per davvero. Lalalala. ...Scusate, il caldo mi fa impazzire. Divido le note finali per comodità, altrimenti viene tutto incasinato (fidatevi, prima ho scritto tutto attaccato e non era una bella cosa).

Avvisi:

Poi, gli avvisi. Prima di tutto, la sottoscritta sarà all'estero per tutto agosto. E intendo proprio tutto, dal 01/08 al 31/08. Più tre giorni, dovrei tornare il 03/09. Quindi se mi mandate messaggi privati non stupitevi se non rispondo, perché con molta probabilità sarò senza connessione internet.
Successivamente, volevo avvisare per i detentori degli OC. Visto che in futuro ci saranno delle lotte, vi affidate a me per le mosse, l'abilità e il carattere dei vostri Pokémon o preferite dirmele voi?
Se non riceverò nessun messaggio privato prima del 30/07 con il titolo "Squadra Pokémon" considererò la prima opzione e li sceglierò io.
Poi, purtroppo c'è uno spareggio da fare. Eh, Gary è un ragazzuolo molto richiesto. Quindi ho trovato un modo crudele e perfidoH per spareggiare. Tranquille, contatterò personalmente le ragazze interessate e farò questo "sondaggio". Tutto ciò sarà privato e colei che prenderà la decisione finale sarò io.
Attendetemi. <3
Ah, a questo capitolo lascerò rispondere Ser al posto mio. Lei è pucciosa, non le farete del male quindi! (...WTF?)

Nota riflessiva:

Se qualcuno ha letto ciò che ho scritto nel mio blog forse immaginerà cosa voglio dire.
Vado in pausa. Non so quando aggiornerò nuovamente questa storia. Pensavo di riprendere a farlo verso dicembre, quando avrò un paio di capitoli di vantaggio. Ma forse pubblicherò anche prima, purtroppo sono imprevedibile anche per me stessa. Quindi, non attendete più l'aggiornamento per un po'. Forse apparirò in maniera inaspettata, chi lo sa.
Comunque tenete d'occhio la raccolta Side Stories, perché potrei aggiornare con missing moments di capitoli non ancora pubblici. Sì, sono crudele.
Sappiate che terrò conto del vostro disappunto - perché ovviamente ci sarà - ma chi mi insulterà lo prendo per i piedi e lo appendo fuori dalla finestra. <3
Inoltre nella mia pagina autore c'è il mio contatto Facebook -fittizio- e quello di ask. Se ci andate solo per chiedermi a che punto è la storia, non vi risponderò.
Se invece sarete pazienti ed educati -e se io sarò dell'umore giusto, potreste anche guadagnarvi la mia fiducia e ricevere qualche spoiler. Siete avvisati.

Commenti sul capitolo:

Io scherzavo, ma il capitolo è davvero di 5100 parole. Mi faccio paura.
Ser è apparsa parecchio in questo capitolo. Me ne sono accorta perché sta sindacando (?) contro la sottoscritta. Detesta apparire.
Nel contempo, ho utilizzato tutti gli OC. Dimenticato nessuno.
Mi sono divertita un mondo a scrivere i "ritorni a casa". Soprattutto quello di An <3. *schiva padella e sedia*
La situazione famigliare di Touko è piuttosto complessa, ma conto di spiegarla meglio nei prossimi capitoli.
Ho parlato anche di matrimoni/innamorati. Ah, c'est l'amour. <3 E sì, sto anche scuoricinando parecchio.
Ringrazio Mermaid Swamp, The Crooked Man e Paranoiac per avermi permesso di scrivere l'ultima parte. Mi hanno messo addosso una fifa allucinante (beh, il primo non proprio -era solo raccapricciante per certe immagini, il terzo l'ho smesso dopo cinque minuti che mi faceva venire troppa ansia/paura >_<).
Ed è apparso Danieru, un mio personaggio. E sarà pure l'Evil Overlord. Sì, combo micidiale, lo so.

Ringraziamenti:

Mi sento in dovere di ringraziare Yoake, Emy96, Juls_, Gwen Kurosawa, Ruckia_chan, Silver Star e Kikari_ che hanno recensito lo scorso capitolo, i loro pareri mi fanno molto piacere. Inoltre ringrazio chi mette questa storia tra i seguiti e soprattutto tra le preferite.
Grazie mille per il sostegno.


Quindi ho finito?
Oh, com'è ordinato! Sì, le minisezioni sono una benedizione, di tanto in tanto.
Quindi un saluto a tutti, spero passerete una buona estate.
Un saluto,


   
 
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