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Autore: LastHope    19/07/2013    4 recensioni
[AdamxStella; LinsdayxDanny]
Stella Bonasera torna per un periodo non ancora stabilito a New York dove, per una caso di ripetuti stupri e omicidi, lavorerà accanto a Adam. 
Estratto:
<< Adam abbassò lo sguardo, spaventato per il ritorno improvviso della donna che non aveva mai dimenticato. Riusciva a sentire ancora l’eco dei suoi tacchi nel corridoio del laboratorio, riusciva a intravedere perfino il suo sorriso tra i migliaia di volti che si aggiravano ogni giorno nel laboratorio: non ne avrebbe mai dimenticato nemmeno l’ombra.>>
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam Ross, Danny Messer, Lindsay Monroe, Mac Taylor, Stella Bonasera
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Suture
Capitolo 1.


Le unità di Flack avevano perso un’agente, una donna sulla trentina.
Una macchina nera era passata come molte altre, senza attirare l’attenzione che in realtà avrebbe necessitato; dal finestrino lievemente abbassato una pistola aveva sparato tre colpi, due al cofano di una macchina della polizia, l’altro dritto alla tempia di Veronica Dount.
Non avevano avuto modo di reagire, nello sconvolgimento più totale il colpo aveva trapassato le meningi di Veronica conducendola a una morte certa nei seguenti pochi secondi.
Avevano invano tentato di seguire la macchina nera dalla targa fasulla e i vetri oscurati, si era persa tra il traffico di punta di New York dopo aver svoltato alla prima curva possibile.
- Dannazione! – urlò Flack digitando velocemente il numero del capo.
- Mac, abbiamo un problema – si chinò sul corpo della donna appoggiando due dita sul suo collo alla ricerca di quella pulsazione vitale di cui ormai era priva.
Veronica Dount era stata uccisa davanti ai loro occhi, in un lago di sangue teneva ancora stretta tra le mani la pistola; gli assassini erano fuggiti e il senso di vendetta consumava tutta la squadra vedendo il cadavere trasportato via dall’ambulanza.
Sussurrarono un breve e triste addio a quei capelli biondo cenere che mai più avrebbero rivisto al loro fianco nella costante lotta contro il crimine.
Flack passò lo sguardo su tutti gli agenti, scrutando pensieroso il distintivo in bella vista sul loro petto, conscio che ciò che è accaduto a Veronica sarebbe potuto succedere a chiunque, si immaginò trasportato via da quelle sirene familiari e attaccò il telefono.
- Andiamocene, quei bastardi non la passeranno liscia -



- Così è la stessa persona che fa questo a delle povere ragazze.. – Stella sfogliò le foto delle vittime violentate; si soffermò a guardare gli occhi spalancati, sembravano ancora terrorizzati dal mostro che le aveva uccise, avrebbe voluto immergersi nella loro sofferenza, recuperare quei ricordi ormai persi nella morte e vendicarle, sbattere in prigione l’animale che per propria volontà aveva ucciso ormai quattro ragazze tra i 19 e i 26 anni.
- E’ orribile, lo so.. – Adam osservava le foto insieme a lei, captando quel desiderio personale che accumunava Stella in ogni caso che profondamente la toccasse.
- Non lo lasceremo a piede libero, non ora. – girò le foto dopo aver constatato quanto i loro corpi fossero stati maltrattati dalla furia omicida di quel tale.
- Mettiamoci al lavoro. – le sorrise recuperando le informazioni che Sid aveva dedotto dalle autopsie delle vittime.
- Molti organi interni sono stati danneggiati, nel primo caso di Tiara, la milza è praticamente spappolata – scosse la testa lanciandole uno sguardo timido – per averle fatto così male l’uomo che cerchiamo deve avere abbastanza forza. -
- Un uomo normale solo con colpi ripetuti riuscirebbe a fare una cosa del genere – annuì Stella valutando l’opzione di un combattente professionista.
- Qui c’è una cosa interessante – le passò il foglio indicando la riga esatta che stava per leggere – in tutte le vittime il polso sinistro è fratturato -
Stella si mise di fronte a lui, stringendogli in una leggera morsa i polsi, riproducendo tra di loro le azioni che l’assassino aveva compiuto in precedenza.
La donna lasciò il suo polso destro e si concentrò su quello sinistro di Adam stringendo leggermente più forte con la propria mano destra.
- La teneva così per immobilizzarla – annuì premendo in un punto particolarmente doloroso
- Questo uomo sa esattamente come agire. -
Adam trattenne un gemito quando le sottili dita di Stella fecero pressione sulle proprie ossa, allontanando velocemente il polso.
- Già, anche tu, probabilmente dovrei stare attento – sorrise imbarazzato massaggiandosi i punti colpiti con una finta maschera di dolore.
- Sì, probabilmente – scherzò la detective raccattando precisa tutti i fogli sparpagliati sul freddo tavolo del laboratorio.
- Sono felice di lavorare con te, Adam – sorrise nuovamente lasciando il ragazzo solo, rosso in volto, a fare i conti con la sua coscienza, così altalenante quando si trattava dei sentimenti per Stella.
Avrebbe dovuto odiarla, evitare anche solo un solo pensiero per quella notte che lei aveva giudicato sbagliata, ma non riusciva, qualsiasi congettura, qualunque deduzione avevano come scopo finale Stella.
Parlare con Stella, farsi notare da Stella; erano stati per anni il suo chiodo fisso nascosto che nemmeno lo stesso Adam aveva accettato, ma dopo la sua partenza il vuoto che provava venne soppresso dal continuo piacere di tenere la mente occupata.
Lavorava il doppio, teneva gli stessi ritmi di Mac quando quel senso di solitudine giungeva a torturargli anche il sonno.
Non riusciva a odiare Stella, lo aveva compreso nello stesso istante in cui lei se ne era andata via, perché mentre lei si accomodava sul sedile bianco per giungere a New Orleans, lui sotto le coperte sperava segretamente di incontrarla, in un sogno, magari.
- Dovresti stare concentrato sul lavoro, amico – scherzò Danny infilandosi il camice bianco per affiancarlo vicino al tavolo.
- Io sono concentrato – balbettò senza nemmeno alzare lo sguardo dalle carte sistemate in maniera quasi maniacale da Stella poco prima.
Denny lo guardò, quasi divertito dalla trasparenza di quel ragazzo, per quanto provasse a nascondere i suoi sentimenti si leggeva semplicemente dai suoi occhi oceano ciò che tentava di celare.
- Ne sono convinto – gli allungò il proiettile estratto dal cranio di Veronica e lo guardò procedere nelle manovre ormai spontanee per Adam – me l’ha dato Flack, ha la massima importanza questo caso -
Adam osservò il proiettile appoggiando l’occhio destro al microscopio socchiudendo l’altro
- E’ quello che ha ucciso la poliziotta? -
Era certo fosse quello, si poteva notare al microscopio come il proiettile fosse stato deformato dallo scontro con le ossa del cranio.
- Sì, al corpo ci sta pensando Sid. -
Adam guardò minuziosamente il proiettile e annuì a Denny
- E’ stato sparato da una distanza notevole, è stato deformato ai lati. Il proiettile è di una calibro 25 -
Messer afferrò il vetrino per osservare a occhio nudo quel pezzo di metallo che aveva privato della vita a una loro collega.
- Troveremo il colpevole – sussurrò quasi a sé stesso – grazie Adam – uscì agitando la mano alla ricerca di Linsday, era da diversi mesi che non riuscivano ad avere una serata da soli e, dopo vari ripensamenti, si era convinto a invitarla a cena, per una volta, non voleva deluderla.
  
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