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Autore: Sallivergron    20/07/2013    0 recensioni
Questa storia parla di una scuola d'arte, la Ohio School of Arts, un istituto che dedicato interamente alle discipline che tutti noi vorremmo fare a scuola- almeno credo - quali il ballo, il canto e la recitazione. I ragazzi saranno sottoposti a due prove e continue novità. Non sempre la loro vita sarà facile. Ogni capitolo sarà narrato in prima persona da un personaggio. Seguite questa storia e fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sono mai stato uno di quei ragazzi che hanno bisogno dell’aiuto di qualcuno o qualcosa per ottenere ciò che vogliono, ma quella volta dovetti rivolgermi a qualcuno in particolare, qualcuno che sapevo, non mi avrebbe mai deluso.
Tutto ebbe inizio a settembre di quest’anno scolastico. C’erano voci in giro, secondo cui sarebbe arrivata da poco una nuova studentessa. Si diceva che le fosse permesso di frequentare la nostra scuola, grazie ad una borsa di studio. Secondo la pettegola della scuola, Sugar Motta, era un talento, un prodigio. Tutte le scuole se la contendevano, ma nessuno aveva detto che era così tanto bella.
Arrivai a scuola convinto di passare l’anno, cercando di perfezionare il mio record di conquiste, ma i miei piani cambiarono quando la vidi.
Ricordo che ero fermo davanti alle scale e stavo parlando con una matricola molto carina. Una bella bionda dagli occhi castani e con delle gambe mozzafiato, quando ad un certo punto, la mia attenzione fu catturata da lei. Se ne stava ferma immobile, guardava l’esibizione di Evans e della Lopez meravigliata, come se non avesse mai visto nulla di simile nelle scuole che aveva frequentato prima. Dai suoi lineamenti era facile intuire che fosse al primo anno. Non era una di quelle ragazze che avrebbero fatto aprire la folla al passaggio, non aveva un viso angelico e occhioni penetranti come la Fabray, non aveva lo sguardo da gatta e il fascino latino come la Lopez, non era impacciata e terribilmente vestita come la Berry, ma riuscì lo stesso e soprattutto involontariamente a catturare la mia attenzione. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Ricordo che indossava un jeans, delle scarpe da ginnastica bianche e una t-shirt molto larga e lunga che le copriva le tasche dei pantaloni. Portava i lunghi capelli castani legati in una coda di cavallo e osservava con i suoi occhi castani tutti i movimenti che i due performer stavano facendo.
Decisi all’istante che avrei dovuto farla mia. Inizialmente credevo fosse solo un gioco, ma più cercavo di avvicinarmi a lei e più mi respingeva. Nessuno mi aveva mai detto di no. Sapevo che lei non era come le altre e quel suo rifiutarmi, mi intrigava molto.
Dedicavo ogni singolo giorno della mia carriera scolastica a lei. Le chiedevo di uscire, di andare al cinema, di pranzare insieme a mensa, ma puntualmente rifiutava. Quando le chiesi il perché mi rispose dicendo semplicemente che non avevo l’aria del ragazzo affidabile. È vero, in passato avevo trattato le ragazze in modo spregevole, le cambiavo di continuo, ma non era il suo caso. Lei mi interessava e non solo esteticamente, passando molto tempo cercando di convincerla a uscire con me, avevo imparato a conoscerla ed era una grandissima persona. Nonostante la sua età, era più matura di molte altre ragazze più grandi.
I miei amici cominciavano a prendermi in giro per ciò che facevo. La corteggiavo come non avevo mai fatto prima.
Mi resi conto di aver oltrepassato il limite, quando la vidi arrivare mano nella mano con un ragazzo del suo corso di teatro.
La seguì fino a casa e le feci una scenata di gelosia. Non potei fare cosa più sbagliata. Da quel giorno anche la pseudo amicizia che si era creata, andò in frantumi.
Ero disperato, non sapevo che fare. Non potevo parlarne con i miei amici, mi avrebbero sicuramente preso in giro e nessuno avrebbe saputo consigliarmi, la gita di fine anno stava per avvicinarsi, e c’era una sola persona in grado di aiutarmi, una sola persona di cui mi potessi fidare, la mia amica, nonché ex ragazza, Santana Lopez.
So che in molti credono che lei non sia umana e che sia il diavolo in persona, ma non è così. Io l’ho conosciuta e posso assicurarvi che quella ragazza ha un cuore enorme.
Quel pomeriggio andai al parco, avevo tra le mani il nuovo telefono, regalatomi da mio padre per il compleanno. Era un ultimo modello, e grazie a questo, potevo sapere in tempo reale dove fossero i miei amici.
Cercai il nome della latina tra i contatti e subito dopo la localizzai. Era al parco.
Non appena la vidi, seduta alla gelateria con i suoi amici, mi sembrò di vedere la luce alla fine di un tunnel. Corsi da lei e le chiesi di parlare. Notai Puckerman che mi guardava malissimo, non capì cosa volesse. Supplicai la ragazza ancora per un po’ e finalmente lei si degnò di aiutarmi.
Ci allontanammo un po’ dal gruppo. Lei era davanti a me e mi guardava con le braccia incrociate sotto il seno e un sopracciglio alzato, aspettando che parlassi.
Misi le mani sui fianchi e ripresi fiato, alzai la testa e la guardai. Stavo davvero per raccontarle tutto?
Lei mi guardava con la bocca leggermente spalancata, sulla sua faccia erano dipinte emozioni contrastanti, sorpresa e divertimento.
Cominciò a ridere e questo mi fece innervosire.
-Sapevo che non sarei dovuto venire qui- dissi. Lei mi guardò e si fece seria.
-Smythe non dirmi che ti piace seriamente?!-
-Certo che mi piace seriamente Santana, altrimenti non sarei qui!-
-Quella ragazza è davvero un gioiello, ti prego almeno di non farla soffrire- disse. Sorrisi felice e l’abbracciai.
-Questo significa che mi aiuterai?- domandai
-Certo Smythe, adesso va’ via. Ci vediamo domani alle 6.30 del mattino, davanti a scuola. Prima di prendere il pullman dobbiamo discutere di alcune cose- detto questo si allontanò ritornando dai suoi amici che incuriositi cominciarono a farle trecento domande. Soddisfatto mi girai e andai a casa.
L’indomani mattina, come da programma, alle 6.30 ero fuori scuola e aspettavo ansioso Santana. Saremmo partiti a breve per la gita e alle 7.00 sarebbero arrivati tutti. Dovevamo sbrigarci, qualunque cosa dovessimo fare.
All’improvviso la vidi arrivare assieme a Quinn Fabray. La guardai e alzai un sopracciglio.
-Che ci fa qui miss “Sono la più bella del mondo?”- chiesi
-Tranquillo Smythe, è con me, sa tutto e cercheremo di darti una mano. La tua “ragazza” – fece le virgolette in aria – frequenta il suo club di teatro. Lei sarà d’aiuto-
Mi tranquillizzai un po’. Non avevo ancora idea di cosa avevano in mente quelle due. Sapevo che insieme erano micidiali, guai a chi finisse sotto gli artigli delle Lopez-Fabray. Erano capaci di tutto, per questo a scuola erano le più conosciute e temute.
Il professor Schuester e la preside Sylverster ci fecero entrare in quei bruttissimi pullman gialli e ci divisero. Nel primo, quello in cui viaggiava la preside, c’eravamo noi ragazzi, nel secondo c’era il professor Schue con le ragazze.
Speravo davvero che Santana e Quinn avessero trovato un idea per conquistare lei, la ragazza per cui avevo perso la testa, Martha. 



 (Questo per me è l'aspetto di Martha. Il nome dellìattrice è Maia Mitchell)
  
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