Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Emera96    21/07/2013    7 recensioni
Sono passati dieci anni dalla guerra che rivoluzionò Panem.
Katniss e Peeta vivono insieme, ma a Peeta questo non basta.
Per questo, chiederà a Katniss di sposarlo in un modo tutto suo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Falsa partenza.

Note dell'autrice:

Per la gioia di dieci di voi, sono tornata a scrivere questa storia disastrata.
Spero solo che questo capitolo vi piaccia e che continuiate a seguirmi. Un bacio a tutti!


 

Pov Katniss.

I tramonti sono sempre stati in grado di scandire ogni giorno condiviso con Peeta.
Nel corso degli anni abbiamo cercato di non perdercene nemmeno uno, come se fosse un piccolo rituale che, se saltato, avrebbe mandato tutto all'aria. Una magia strana. Una tradizione solo nostra, perpetrata nel tempo e vista crescere giorno dopo giorno. Non ci toccava niente, e niente riusciva a spostarci, a dissuaderci.
Con la pioggia. Con le gocce marmate d'acqua che ci respiravano sul viso, come le lacrime di quei nuvoloni che tentavano di impedirci tutto. Con il gelo e col freddo, imbacuccati nei nostri cappotti infeltriti, vecchi e obsoleti. Come se comprarne di nuovo potesse sciupare l'incantesimo. Con la neve che ci infreddoliva.
Avrebbero potuto oscurare il sole, avrebbero potuto ricoprire il cielo terso da cumulonembi impenetrabili. Noi non ci saremmo mai spostati da lì.
Ma qualcosa oggi non va. Lo intuisco dal fatto che, per la prima volta dopo vent'anni, Peeta è in ritardo. Lo intuisco dal fatto che il sole ormai sia calato, e che io lo abbia visto scomparire dietro le colline ingiallite del Distretto 12 senza la sua compagnia. E non posso nascondere un vuoto allo stomaco in quella solitudine. 

Lo vedo arrivare come un ombra. Il fantasma di una promessa che sfuma dopo molto tempo.
" Scusami, non volevo arrivare in ritardo. " si giustifica subito, addolcendo la pillola con un bacio leggero all'angolo della bocca, che profuma di buono.
" Non eri mai arrivato tardi. Ma lascia stare, non importa. " sminuisco io, mentre mi rendo conto di come sia alta la tensione che ci separa.
" Mi dispiace davvero. Dovevo parlare con una persona e non mi sono accorto del tramonto." 
I suoi occhi azzurri si perdono chissà dove, in un punto lontano che non riesco ad identificare. Pur essendo separati da qualche centimetro appena quando sfioro la gamba di Peeta lo sento lontanissimo. Come se un muro di parole, di dubbi e di paure si fosse intromesso tra di noi. Il vecchio ragazzo del pane non mi appartiene.
" Chi hai incontrato, scusa? " chiedo con dolcezza, affondando una mano nei suoi capelli e scovandone un ciuffo bianco. 
Sono passati anni in pochi secondi appena.

All'orizzonte, dallo stesso punto in cui avevo visto apparire Peeta, vedo un ulteriore ombra.
Più massiccia, più grande, più atletica. In un certo senso, familiare. Allo stesso tempo, a me completamente ignota.
Solo quando quell'ombra si avvicina di qualche passo, con un'andatura spedita e sbrigativa che somiglia molto alla mia, riesco a capire. A mettere insieme i pezzi.
I pezzi di un puzzle che non riuscivo a far quadrare. Che volevo avesse un determinato disegno che in realtà non era nemmeno nella copertina. Fino ad adesso.
" Avrei voluto dirtelo prima. " ammette in tono sommesso Peeta, con lo sguardo basso, imbarazzato. Voglioso di una crepa che lo risucchi sotto i piedi.
" Ciao Catnip. " sento dire, appena un momento dopo. Gale, il mio migliore amico, la mia ancora nei momenti bui. L'assassino di mia sorella. Il mio dubbio costante.
Non è necessario pensarci ancora.
Inizio a correre senza voltarmi indietro.

" Katniss, aspetta! " 
La voce di Peeta è già un sussurro lontano, perso nella folata di vento che mi si schianta in faccia. Dal canto suo, Gale non emette un suono. Mi guarda andar via.
Mi guarda lasciarlo solo, solo nelle mani della mia prima scelta. Solo con quello che avrebbe potuto essere il perdente della situazione, ma che aveva vinto. 
Il trofeo, in questo particolare caso, ero io. E non sarei stata di nuovo vittima di quei battibecchi per aggiudicarsi quell'ambito premio. Un bacio, un abbraccio.
I gesti più semplici che, se rivolti a uno piuttosto che a un altro, avrebbero potuto cambiare le cose. Cambiare il destino.

Apro la porta di casa, lasciandola sbattere in balia del tempo.
Sento come un pugno alla bocca dello stomaco. Non riesco a trattenere la sensazione di nausea che mi investe in un attimo, e corro verso il bagno.
Espello tutta la mia umiliazione, tutti i momenti in cui, una vita fa, mi divertivo a giocare coi sentimenti altrui. Fino a che quel giochetto si era ritorto contro di me.
Perchè i giochi finiscono, prima o poi. Che si tratti di morte, che si tratti di stare con qualcuno, che si tratti di quell'indecisione che non svaniva mai. Mai. Mai. Mai.
In quei conati, in quei singhiozzi disperati, avverto l'inizio di un sospetto che diventa verità. Di un'idea folle che prende forma, che diventa concreta.
Apro con debolezza l'ultimo cassetto dell'armadietto del bagno, nel quale siamo abituati a tenere medicinali e cerotti. Nel quale avevo nascosto il fondamento del mio sospetto da quasi due settimane. 

Solo due minuti dopo, cronometrati con maestria dalla mia voglia di contare e di distrarmi, il verdetto mi stravolge come un fulmine a ciel sereno.
Le due linette blu sul test di gravidanza non fanno che confermare quella strana sensazione.

Sono incinta.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Emera96