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Autore: Uzumaki94    01/02/2008    1 recensioni
Una sconosciuta locanda nascosta nel bosco, una proprietaria piena di segreti e un cliente inaspettato…
Questa fic doveva essere una One-shot, ma ho deciso di dividerla in due capitoli. Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kimimaro Kaguya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel ciondolo… Nozomi, è legato al tuo passato?

~ Half Moon ~

N. 2

- Kimimaro!! Kimimaro, apri, presto! È importante! –

Ma che ore sono… ero appena riuscito ad addormentarmi! Ma se “è importante”, mi sa che sono costretto ad andare ad aprire quella porta…

C’è Nozomi, fuori, che mi guarda con due occhioni lucidi.

- Che t’è successo? – le domando.

- Non è che… non è che hai visto un ciondolino d’argento, a forma di mezzaluna? L’ho cercato dappertutto, e se non lo trovo, io… -

- Non ti preoccupare, l’ho trovato… - Rientro nella stanza, e ne riesco poco dopo con il ciondolo in mano:

- Intendevi questo? –

Glielo porgo, mentre lei sfoggiando un sorrisone senza precedenti lo afferra saldamente.

- Sììì!!! Sì, è proprio lui! Grazieeee! Grazie infinite per averlo trovato! – accidenti, se ci fossero altri clienti in questo posto, adesso sarebbero tutti svegli, tanto è uforica quella ragazza…

- Sai, Kimimaro, - mi dice – Questo… questo è il ricordo più importante che ho e non potrei vivere senza… quindi credo che non finirò mai di ringraziarti! – quindi, si asciuga un po’ gli occhi con un fazzoletto che le ho appena dato.

Una domanda però mi frulla per la testa… e io non ce la faccio più, DEVO fargliela!

- Nozomi, perché sei così legata a quella mezzaluna? –

Di nuovo, proprio come qualche ora fa, si rattrista e stringe forte il ciondolo.

- Devi sapere che io venivo dal Villaggio dei Campi di Riso… o per lo meno, quel che era un tempo il Villaggio dei Campi di Riso… -

- Cioè, che intendi con “era”? – faccio io, fingendo di cadere fra le nuvole

- Già, adesso al suo posto c’è Otogakure, il Villaggio del Suono… e quando colui che l’ha fondato vi si è insediato con i suoi uomini… quel giorno… -

La sua voce cambia, diventa strozzata, mentre una lacrima fugace le scivola giù per una guancia.

- Nozomi, se non te la senti… -

- Quel giorno era festa, i miei genitori e il mio fratellino erano in salotto e io li stavo per raggiungere, ero all’ingresso… sentii un forte rumore, e guardando verso la porta vidi che era stata abbattuta da un uomo grosso come un armadio a due ante, mentre una ragazza accanto a lui suonava una melodia con uno strumento… forse un flauto… fatto sta che cademmo tutti vittima di un’illusione e ci addormentammo quasi senza rendercene conto… -

Prende fiato, spezzando il respiro in due o tre singhiozzi. Mi sento paurosamente in colpa per quella domanda… non avrei dovuto, povera Nozomi, sono riuscito ad infrangere il suo sorriso costante. Bravo, Kimimaro, bravo!

Nel frattempo, lei continua…

- … quando mi sono risvegliata ero ai margini del villaggio, ero viva, ma attorno a me c’era solo distruzione, le case erano tutte demolite o rovinate… e mi sono trovata al collo questo ciondolo di mia madre… ed è la cosa più importante che ho perché… ho solo questo che mi lega alla mia famiglia, per il resto… non so dove siano, né se siano vivi adesso… -

Si soffia rumorosamente il naso, quindi fa un sorriso piuttosto tirato.

- Te l’avevo detto, era una storia noiosa… me ne vado adesso vorrai dormire… perdonami per il disturbo… -

- No, non preoccuparti… - non so cos’altro dirle, mentre chiudo lentamente la porta.

Sì, ora ho tutto chiaro.

La prima volta Nozomi l’ho vista proprio quando abbiamo assediato il Villaggio dei Campi di Riso… io l’ho salvata, non so perché, portandola ai margini del villaggio e io, sempre io, le ho messo al collo quel ciondolo.

Adesso la sua famiglia è imprigionata nel covo di Orochimaru-sama, suo padre però è già stato sottoposto a degli esperimenti…

Guardo fuori dalla finestra: finalmente ha smesso di piovere.

Sento i passi di Nozomi allontanarsi, quindi mi vesto in fretta e furia: me ne andrò adesso, uscendo proprio dalla finestra. Non pagherò subito il conto, tanto tornerò sicuramente qui…

~~

Eccomi, sono di nuovo qui, all’Half Moon, dopo circa quattro giorni di assenza.

Se devo dirla tutta, non sono ancora entrato, infatti sono appostato su un ramo poco sopra la locanda, mentre cerco di sopprimere i colpi di tosse che si sono fatti sempre più frequenti, per non farmi sentire.

Guardo in basso: Nozomi sta aprendo la porta proprio ora, e anche da quassù riesco a vedere la sua espressione sorpresa nel ritrovarsi di fronte madre e fratello… !

Credo che si stia commuovendo... sì, decisamente, e mentre abbraccia suo fratello lui le dà la lettera che gli avevo consegnato con l’ordine di recapitarla subito a Nozomi.

Sento che ho fatto una buona azione, gli angoli delle labbra tirano in versi opposti. Probabilmente sto sorridendo…

Ora la famigliola sta entrando nella locanda, ma non mi basta ciò che ho visto.

Proprio per questo tornerò stasera…

~~

Finalmente si è fatto buio. Mi avvicino alla finestra della camera di Nozomi e…

- Buonasera, Kimimaro

Ma questa ragazza ha gli occhi ovunque? È di spalle e si è accorta della mia presenza…

- Buonasera a te – le rispondo alzando una mano in segno di saluto, mentre lei si volta verso di me.

- Li hai liberati tu… vero? – mi domanda, mentre si scioglie una treccia.

- Già… -

- Grazie… -

- Devo pagarti il conto dell’altra volta… scusa per il ritardo… -

- Stai scherzando?! – dice, con un tono un po’ adirato – Dopo tutto ciò che hai fatto per me… non importa, davvero… e poi so che con te non hai un soldo. –

Beccato. Abbasso lo sguardo e mi gratto con una mano dietro la testa, mentre con la coda dell’occhio Nozomi che accenna un sorrisino e guarda in basso anche lei.

Questo silenzio imbarazzante mi opprime, mi schiarisco un po’ la voce, giusto per cercare di romperlo.

- Davvero hai contratto quella malattia… ? – mi chiede – Era ciò che era scritto nella lettera… -

- … sì, ho i giorni contati e non dovrei nemmeno essere qui, dovrei essere in cura… -

- Quindi io e te potremmo non vederci mai più?! – mi chiede alzando un po’ la voce, mentre i suoi occhioni, di solito allegri, si rattristano inumidendosi.

- Hai detto bene, Nozomi. – rispondo, dopo qualche attimo di silenzio.

Lei si incupisce, poi si toglie il ciondolo e me lo porge.

- Prendi, dai. – mi fa, in tono amichevole.

- No, non posso farlo! –

- Sì che puoi! –

- No! È il tuo ricordo più importante! –

- Voglio che sia un ricordo importante anche per te, Kimimaro! –

- Ma non posso lo stesso! –

Quindi lei fa un’aria offesa, mi mette il ciondolo al collo a tradimento quindi stiamo a lungo a fissarci negli occhi.

- Nozomi… -

- Kimimaro… -

Mi abbraccia con forza, mentre sussurra qualcosa.

- Grazie di tutto Kimimaro… addio… -

- No… zo… mi… non re… spi… ro! –

Si stacca da me, un po’ imbarazzata, e indietreggia.

- Grazie anche a te, Nozomi. – le dico, cominciando ad uscire dalla stanza, ovviamente sempre dalla finestra.

- Addio… - mi dice.

- Sii ottimista! – dico, sorridendo per la seconda volta nel corso della giornata (per me è un record, mi fanno già male i muscoli del viso… ) – forse… ci rivedremo ancora. –

Quindi mi slancio fuori dalla finestra, atterrando su un ramo. Mi allontano velocemente, mentre sento una forte fitta che mi stringe la gola sempre più forte ad ogni metro che percorro. Fortunatamente riesco a vedere la strada davanti a me, nonostante la vista mi si stia annebbiando.

Decido di fermarmi e con una manica mi asciugo gli occhi… in effetti è veramente luminosa questa notte, penso, guardandomi attorno.

Mi viene un presentimento e guardo verso la Luna:

è mezza, stasera…

Fine

  
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