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Autore: Gan_HOPE326    02/02/2008    13 recensioni
ATTENZIONE: se siete membri del MOIGE, non leggete questa fanfiction!
Preparatevi a venire a conoscenza di una verità così sconvolgente che Kishimoto preferirebbe fare harakiri, piuttosto che raccontarvela. La storia segreta che nessuno aveva mai avuto il coraggio, o la faccia di bronzo, di mettere per iscritto. Almeno fino ad ora.
Dopo la guerra con il Suono e la Sabbia, a Konoha Tsunade ha appena assunto il ruolo di Quinto Hokage. La pace è finalmente tornata; ma, chiuso nel suo covo buio e segreto, Orochimaru sta già cercando di mettere in atto un nuovo, diabolico piano per distruggere il Villaggio della Foglia…
Azione, suspence, colpi di scena, e soprattutto una demenzialità che non risparmierà niente e nessuno! Tremate, ninja della Foglia, perché state per affrontare il più potente e pericoloso nemico che abbia mai minacciato il vostro villaggio…
…la dottoressa ELVIRA GALIMBERTI!
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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2 – La prima volta non si scorda mai

2 – La prima volta non si scorda mai

 

Il giorno dopo, alle dieci circa del mattino, la dott.ssa Elvira Galimberti faceva il suo ingresso nei cancelli di Konoha. Qualche lettore, a questo punto, potrebbe chiedersi come avesse fatto ad arrivarci, dal momento che, in effetti, questo villaggio non è segnato su alcuna delle carte geografiche a noi note.

Tuttavia esiste una risposta perfettamente logica a questa domanda.

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per raggiungere senza problemi il Villaggio della Foglia. Ora che avete tutti chiaro come avesse fatto la dottoressa a giungere a destinazione, torniamo ad occuparci del suo arrivo. Dunque, appena entrata al villaggio, Elvira si ritrovò in mezzo ad una strada polverosa. Il luogo, di primo acchito, non le fece una grande impressione: era sporco e poco moderno, praticamente da terzo mondo. Sembrava del tutto privo delle infrastrutture fondamentali, e oltretutto poco igienico.

La dottoressa annotò questa nota di demerito sul proprio taccuino.

“Luogo inadatto all’educazione e al sano sviluppo psicofisico” fu l’inesorabile stroncatura. Ciò fatto, si guardò intorno alla ricerca di qualcuno da interrogare, e fu fortunata: infatti le stavano venendo incontro tre ragazzini che vociavano e saltellavano eccitati. Pareva che stessero festeggiando qualcosa.

-         Salve, bambini! – li salutò gentile, sfoderando un sorriso a trentadue denti. Finti, perché portava la dentiera. – Avreste un momento per me?

-         Chi è ‘sta befana? – chiese scorbutico uno dei tre, un ragazzino tappetto e biondino, ma la ragazza accanto gli rifilò una gomitata sotto lo sterno e lo zittì.

“Maleducazione imperante” annotò scandalizzata Elvira sul solito taccuino.

-         Dipende. – chiese il terzo ragazzo, dall’aria ombrosa. – Che vuole da noi?

-         Oh, solo parlarvi un momento. Sto facendo una… un’intervista.

-         Per chi? – chiese il biondino, improvvisamente eccitato.

-         Per la TV, è ovvio! – Mentire ai bambini non era la strategia preferita dalla psicologa, ma il ragazzo aveva già manifestato la sua ostilità, ed era fondamentale assicurarsi la sua fiducia. – Cerchiamo giovani talenti per un nuovo programma, abbiamo proprio bisogno di ragazzi come voi!

Il biondino lanciò un’occhiata diffidente, poi si consultò con gli altri due. Decisero che sì, avrebbero potuto rispondere a qualche domanda. La dottoressa tirò un sospiro di sollievo.

-         Dunque, innanzitutto dovete darmi i vostri nomi e le vostre età.

-         Sasuke Uchiha, 12 anni.

-         Sakura Haruno, 12 anni.

-         Si segni questo nome, perché dovrà ricordarselo… vedrà che un giorno… N-A-R-U-T-O U-Z-U-M-A-K-I! Chiaro? Naruto, N come Napoli, A come…

La dottoressa scosse il taccuino spazientita:

-         L’età, Naruto.

Il ragazzo abbassò la testa, privato del suo entusiasmo:

-         12 anni anch’io.

-         Bene, ragazzi, adesso dovreste portarmi un’autorizzazione dei vostri genitori, perché possa trattare i vostri dati.

-         Io sono orfano. – dichiarò Naruto.

-         Orfano. – fece eco Sasuke.

-         Io ho una mamma, ma non l’ha vista mai nessuno. Sta sempre chiusa in casa. Nemmeno io sono sicura di che faccia abbia. – disse Sakura con un risolino imbarazzato. – Quindi è come se fossi orfana anch’io. – concluse.

Non amava essere da meno dei suoi compagni di squadra.

Elvira li osservò a lungo con aria compassionevole. Quei poveri piccoli dovevano averne passate proprio tante.

-         Mi dispiace, ragazzi… è davvero terribile… ma, avrete un tutore, giusto?

I tre si guardarono dubbiosi.

-         Qualcuno che si occupa di voi. – spiegò la dottoressa con una punta di irritazione, dopo aver aggiunto “Povertà lessicale” alla lista delle note negative.

-         Ah! Ecco, c’è il maestro Kakashi – disse Naruto, grattandosi la testa – ma se lo chiamiamo adesso quello non si presenta prima di due ore, quindi…

Elvira fece spallucce. Pazienza, in nome del bene di quegli adorabili angioletti avrebbe fatto uno strappo alla regola e avrebbe rinunciato alle autorizzazioni. Tanto nessuno le controllava mai.

-         D’accordo, cominciamo la nostra conversazione. – cercò di mostrarsi il più affabile e disponibile che poteva. – Innanzitutto, voi tre andate a scuola, giusto?

-         Scherza? – inorridì Naruto.

-         Siamo già diplomati. – dichiarò orgogliosa Sakura.

-         Davvero? Alla vostra età? – la dottoressa fu piacevolmente sorpresa.

Annotò: “Bambini incredibilmente precoci.”

-         Allora dovete essere dei piccoli geni!

Sakura arrossì e chinò la testa. Naruto, invece, scoppiò a ridere:

-         Genio, io? Eh eh, non proprio, beh… in realtà all’inizio ero pure stato bocciato, poi ho picchiato il maestro Mizuki e allora…

-         TI HANNO PROMOSSO PERCHE’ HAI PICCHIATO UN MAESTRO?!?

Bambini incredibilmente precoci.

TOTALE MANCANZA DI RISPETTO PER L’AUTORITÀ

-         Lui aveva cercato di uccidermi! – protestò Naruto, offeso.

Bambini incredibilmente precoci.

TOTALE MANCANZA DI RISPETTO PER L’AUTORITÀ E USO DELLE PUNIZIONI CORPORALI A SCUOLA!

La dottoressa già fremeva di rabbia. Decise di cambiare argomento o si sarebbe infuriata sul serio. Forse quei bambini erano ancora recuperabili. Diede un’occhiata al biondino, che le rispose con uno sguardo ebete.

Inutile farsi troppe illusioni.

-         Bene, adesso parlatemi… dei vostri sogni, delle vostre aspirazioni, di quello che volete fare da grandi! Chi comincia?

Naruto alzò prontamente la mano.

-         Nessuno?- chiese la dottoressa con il suo solito, largo sorriso.

Naruto alzò entrambe le mani.

-         PROPRIO NESSUNO? – insisté Elvira.

Naruto prese ad agitare le braccia furiosamente, saltando su e giù e gridando “IO, IO!”. La dottoressa si arrese con un sospiro:

-         Dì pure, Naruto.

-         Io da grande voglio diventare una persona importante e rispettata, cosicché tutti riconosceranno il mio valore e verranno da me a chiedermi aiuto!

-         Oh! – esclamò stupita la dottoressa. Da quel monello non si sarebbe mai aspettata un obiettivo più ambizioso di, che so?, diventare campione regionale di sputi. – Allora abbiamo un collega! E sai già quale facoltà di medicina frequenterai?

-         Cosa? – chiese Naruto, strizzando gli occhi – Chi le ha detto che voglio diventare medico? Per quello basta e avanza nonna Tsunade!

-         Oh! Allora avvocato?

-         Ma no!

-         Ingegnere?

-         Ma che dice?

-         Onorevole?

-         Che assurdità!

-         E allora cosa? – chiese la psicologa, esausta.

Naruto si preparò a rispondere con aria di immensa superiorità:

-         Si tenga forte… un giorno io diventerò HOKAGE!

La dottoressa tacque.

Il vento soffiò.

Una palla di sterpaglie secche rotolò in mezzo alla strada.

La dottoressa tacque.

-         Eh? – fece infine, sgranando gli occhi – E che roba è?

“Obiettivi confusi e incomprensibili” si aggiunse alla lista ormai lunga di critiche e appunti, mentre Naruto, indignato per essere stato tenuto in così poca considerazione, si voltava offeso dall’altra parte.

-         D’accordo, passiamo alla prossima. Sakura, dicci pure.

-         Oh, io? – la ragazza abbassò gli occhi, intimidita. – Io non ho bisogno di un obiettivo di vita per cui combattere, sono poco più che una comparsa. Il mio ruolo è principalmente quello di essere salvata e di piangere quando lui – e indicò Sasuke – giace moribondo o giù di lì.

-         E non hai altre ambizioni, nella vita?

Sakura scosse le spalle, come se nemmeno capisse il senso di quella domanda.

La dottoressa, preoccupata, prese un nuovo appunto: “Poco spazio all’iniziativa femminile”.

-         Perché non si fa dire il SUO obiettivo? – esclamò poi Sakura, correndo ad abbracciare Sasuke – E’ veramente fichissimo!

Elvira sorrise accondiscendente e si rivolse al ragazzo dai capelli neri.

-         Giusto, tu non hai nemmeno parlato, fino ad ora. Dicci tutto!

-         Il mio obiettivo è uccidere mio fratello.

La psicologa dovette chinarsi per raccogliere il taccuino e la penna, che le erano caduti a terra per la sorpresa.

-         Per due motivi.

-        

-         Primo, ha sterminato il mio clan e ucciso i miei genitori.

“Poco amore in famiglia”.

-         Secondo, e ben più grave…

“Cosa può esserci di più grave di un simile delitto?” pensò Elvira, e annotò: “Senso morale distorto”.

-         …mi ha lasciato in vita.

“Senso morale distorto GRAVEMENTE DISTORTO”.

Elvira non aveva parole. Semplicemente, questi ragazzi erano refrattari ad ogni classificazione accademica dei disagi giovanili. Non si era mai imbattuta in casi tanto disperati: una tale concentrazione di problemi e turbe mentali non poteva essere frutto solo dell’educazione o dell’ambiente circostante, evidentemente aveva incontrato i bambini sbagliati. Avrebbe dovuto interrogare qualcun altro per capire come davvero andavano le cose a Konoha, e se la segnalazione del signor Brazo aveva fondamento. Sospirò al pensiero di dover ripartire da zero, e salutò i bambini.

-         Oh, abbiamo già finito? – chiese Naruto, un po’ deluso.

-         Eh, sì. – Elvira sorrise imbarazzata e fece per allontanarsi. Poi decise di soddisfare un’ultima curiosità:

-         Scusa, Naruto, ma quando vi ho incontrati sembravate molto eccitati. Cosa stavate festeggiando?

-         Oh, giusto! Quasi dimenticavo! – Afferrò Sakura e le strinse la testa sotto un braccio, arruffandole i capelli con l’altra mano – La festa è tutta per lei, oggi!

-         Davvero, Sakura? E come mai? – chiese la dottoressa.

-         Oggi è stata la mia prima volta. – disse Sakura, orgogliosa.

La dottoressa restò di stucco. Sperava di non aver capito bene.

-         E loro due, che c’entrano? – balbettò indicando Sasuke e Naruto.

-         Beh, loro erano presenti. – fece Sakura, sorpresa dal dover dare una risposta tanto ovvia.

-         Ma…chi hai… - Elvira non aveva più la forza di proferire frasi sensate.

-         Oh, nessuno di importante. Uno di quei banditi da quattro soldi che si incontrano per strada…

Elvira sentì che stava per avere un attacco di cuore, e diventò paonazza in viso. Naruto e Sasuke, invece, ridevano come pazzi. Sakura li guardò stupita da reazioni tanto varie e inusitate. Non capiva proprio che ci fosse di strano. Tra le risa, Naruto riuscì a spiccicare qualche parola:

-         Sakura, spiegati meglio, o va a finire che la dottoressa si fa strane idee!

-         Eh? Ah…!

Finalmente la ragazza capì. Divenne di tutti i colori nel giro di pochi secondi, poi si mise ad urlare insensatamente non sapendo bene contro chi, quindi scoppiò a piangere per l’imbarazzo. Sasuke si fece carico delle spiegazioni:

-         Dottoressa, le assicuro che c’è stato un... – risatina incontrollabile - …piccolo equivoco. Oggi è la prima volta che Sakura…

La psicologa tirò il fiato e si rassettò un pochino. L’attacco di cuore venne scongiurato. Riprese l’espressione serena di prima.

-         …uccide un nemico in missione di combattimento! – concluse Naruto, raggiante.

La dottoressa decise che, tutto sommato, l’attacco di cuore ci stava comunque.

-         Beh, in realtà non era un granché forte.  – si schermì Sakura, lusingata.

-         Vero. – rincarò la dose Sasuke – E poi era anche stupido.

-         E non conosceva le arti ninja. – aggiunse Naruto.

-         E non sapeva maneggiare le armi.

-         Ed era grasso.

-         E lento.

-         Ed è stato colpito dal kunai perché si è messo in mezzo alla traiettoria per distrazione.

-         E comunque Sakura aveva mirato alle gambe, non al collo.

-         AD OGNI MODO – intervenne la ragazza, che di quelle precisazioni dei suoi due compagni ne aveva abbastanza – l’ho fatto fuori, e quindi questi due mi devono una ciotola di ramen.

-         Che tu non mangerai, perché sei a dieta. – commentò Naruto, imbronciato. – Che senso ha?

-         Mi basta sventolarlo sotto il naso a TE, Naruto, e divertirmi a vederti sbavare. Si chiama supplizio di Tantalo, me lo ha insegnato il maestro Ibiki Morino. – rispose Sakura con un ghigno perfido.

Elvira non credeva alle proprie orecchie. Se aveva capito bene…

-         Voi eravate in missione di combattimento?

-         Beh, sì.

-         Contro dei banditi?

-         E’ una fregatura, non è vero? – protestò Naruto – Lo sanno tutti che io e Sasuke siamo i due genin migliori del villaggio, eppure continuano ad affibbiarci queste stupide missioni di livello C. E prova a dire qualcosa, e ti risponderanno sempre con la solita storia! “La guerra di qua, la guerra di là, non abbiamo più uomini, dobbiamo completare le missioni, tutti devono fare la loro parte, bla, bla, bla!...” Che palle! Io voglio combattere sul serio!

Assolutamente allucinante. Bambini soldato, educati ad uccidere, addirittura la guerra! Come poteva un luogo tanto poco adatto all’infanzia esserle sfuggito fino a quel giorno? In che razza di abominio era capitata?

Si voltò e tornò a dirigersi verso le porte di Konoha, per tornare subito nel mondo civile. Quelle poche parole scambiate con i tre ragazzini erano prove talmente schiaccianti delle nefandezze commesse in quel luogo da essere sufficienti a privare della patria potestà ogni singolo genitore del villaggio, e sottrarre i bambini a quei tremendi influssi consegnandoli nelle mani di qualche istituto dove sarebbero stati certamente trattati meglio. Dietro di sé udì il tipico fruscio di un regalo che viene scartato.

-         Oh… Sasuke, Naruto, siete stati veramente gentili a farmi un regalo per questa occasione!

-         Dai, aprilo, aprilo!

-         Che bellezza! Uno shuriken di “Diddl”!

-         E’ anche affilato! Ti faccio vedere, dammelo un secondo, ecco, ora guarda quel topo che gironzola su quelle grondaie, proprio sopra la dottoressa…

-         Bleah, Naruto, i topi mi fanno schifo!

-         Appunto! Guarda che gli succede adesso…

Elvira Galimberti udì un sibilo, uno squittio soffocato, e la testa mozzata di un ratto le cadde giusto davanti ai piedi. La calciò via con rabbia. Parola sua, l’orrore chiamato Konoha avrebbe smesso di esistere nel giro di un paio di giorni.

 

 

Comunicazione di servizio: il messaggio di errore a inizio pagina era, ovviamente, un mio scherzo. Immagino che molti l’abbiano già capito, o quantomeno sospettato, ma lo dico giusto per evitare che qualcuno fraintenda e magari lo segnali all’amministrazione, generando un falso allarme.

Poi, la questione sollevata da MartaSaru: a lei ho già risposto via posta privata, ma c’è una cosa che vorrei fosse chiara subito a tutti e che dico qui in modo da evitare possibili problemi. Elvira Galimberti è un personaggio di fantasia, non corrisponde a nessuna persona in particolare. Lo stesso si dica per altri personaggi, che compariranno nei prossimi capitoli. Quando ciò accadrà, avrò cura di segnalarlo. In generale, comunque, i personaggi attivi sono o del manga “Naruto”, oppure inventati da me. Personaggi reali, o appartenenti a mondi fittizi diversi da quello di Kishimoto (ad esempio, all’inizio del primo capitolo, Conan Edogawa di “Detective Conan”, oppure l’attore realmente esistente Massimo Ghini) sono solo menzionati di sfuggita qua e là, ma non prendono davvero parte all’azione.

Per finire con le comunicazioni noiose ma necessarie, RenAlchemist93 mi fa notare che ci sono problemi con l’impaginazione… mi dispiace, Ren, ma non so come aiutarti, perché in realtà il margine tra dialoghi e bordo pagina nel mio file è abbastanza esiguo. Io uso Word per fare l’html, poi ho provato a visualizzarlo sia con Internet Explorer che con Firefox e Opera, e in tutti e tre i casi non ho avuto problemi. L’unico suggerimento che mi viene in mente da darti è di provare anche tu con diversi browser, chissà che uno non funzioni. Se il problema continua ad esserci, fammelo sapere, magari provo a passare a un altro programma per la generazione del codice html.

Molto bene, è tutto! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi saluto al prossimo, del quale, posso già anticiparvi, saranno protagoniste due donne… vi lascio immaginare chi! Ciao a tutti!

  
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