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Autore: Dridri96    23/07/2013    2 recensioni
"Domani mi proporrò volontaria e non farò niente per evitare tutto questo. Non farò niente per oppormi. È così. È sempre stato così.
Sono sempre stata costretta ad essere feroce. "
Tiger è una ragazza del distretto 1, una favorita. Il suo unico scopo è partecipare agli Hunger Games, questo è il suo destino da quando è nata.
E' la più spietata, la migliore in combattimento, sempre assetata di sangue. Tutto a causa della bestia che è dentro di lei.
Riuscirà a domarla?
Che gli Hunger Games abbiano inizio.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 8

 









Dopo aver salutato la folla che attendeva il nostro arrivo a Capitol, due pacificatori ci hanno scortati all’interno dell’edificio, dividendoci: ci aspetta un bel trattamento di bellezza. Non ero affatto felice di passare il pomeriggio a farmi toccare da qualche stupido assistente, ma devo ammettere che ora sono quasi sollevata: almeno per un po’ di ore starò lontana da Trevor. Ogni volta che penso a lui sento lo stomaco chiudersi e il cuore saltare un battito. Non so cosa fare e per ora voglio solamente posticipare il momento in cui dovrò affrontare questo problema.

Mi fanno entrare in una stanza dall’atmosfera fredda e ostile: tutto, dal lettino alle pareti, è fatto di metallo. Il Centro Immagine assomiglia decisamente più a una sala delle torture.
Entro in un camerino, dove mi spoglio per indossare una semplice tunica bianca. Quando esco, due donne e un uomo mi fissano con le braccia conserte, scrutando ogni centimetro del mio corpo.
    ̶  Che meraviglia, è sempre un piacere lavorare per i tributi come te  ̶  afferma l’uomo, dai capelli verdi, raccolti in una coda alta, dalle punte rosa, con una voce a dir poco stridula e nasale.
    ̶  Oh, sono felice che voi vi divertiate  ̶  rispondo ironicamente, senza muovermi.
    ̶  Non fare il maleducato!  ̶  bisbiglia una delle due donne, dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri, con dei fiori rampicanti verde acceso tatuati sul viso.   ̶  Ciao bella, io sono Afrodite, lui è Phula e lei è Venere  ̶ , conclude indicando la ragazza alla sua destra, simile a lei, con gli stessi capelli chiari e gli occhi blu, solamente che al posto dei fiori sul suo visto e sulle sue braccia sono presenti delle onde azzurro elettrico. Sembra quasi che toccandole possano dare la scossa.  
Trattengo a stento una risata sentendo i loro nomi.
     ̶  Che nomi deliziosi. E i vostri tatuaggi sono così delicati!  ̶  esclamo con voce ugualmente leggera, avvicinandomi a loro e accarezzando le linee che adornano i loro visi. Non appena li vedo sorridere, capisco ce non hanno afferrato il mio sarcasmo.
    ̶  Grazie tesoro!  ̶  gracchia Venere quasi commossa. Mi chiedo se si rendono conto di quanto sono patetici.
    ̶  Su, adesso lasciati guardare, così decidiamo cosa dobbiamo fare su di te. Anche se mi sembri già perfetta  ̶  interviene Phula, avvicinandosi a me e toccandomi i capelli.
Ho già le gambe, le braccia e le ascelle perfettamente depilate, le mie sopracciglia sono curate, le unghie della giusta lunghezza, tutte uguali, senza pellicine. Avranno ben poco su cui lavorare. Non appena se ne accorgono rimangono a bocca aperta.
    ̶  A questo punto ti faremo solamente un bagno con la schiuma esfoliante, poi ti levigheremo un po’ la pelle e ti ungeremo, per farti apparire ancora più perfetta di quanto tu non sia già!  ̶  esclama Afrodite emozionata, battendo poi le mani e incitando gli altri due a lavorare.

Non appena mi tolgono la tunica vedono i lividi che non ero riuscita a coprire. Sotto il trucco sbiadito, il loro colore è quasi nero. Afrodite sospira spaventata, Phula si fa aria con la mano e Venere rischia lo svenimento. Mi chiedo cosa ci sia in loro che non va. Insomma, impazziscono per la violenza, ma vedendo dei lividi rischiano l’infarto, non ha senso.
    ̶  Cambio di programma!  ̶  afferma Afrodite, facendo roteare un dito. Gli altri due si mettono subito all’opera: riempiono una vasca con un liquido opaco bianco, striato di azzurro, aggiungendoci delle gocce profumate.
Appena mi immergo non posso fare a meno di trattenere un urlo. Sento la pelle andare a fuoco nei punti dei lividi, come se stesse bruciando viva, per poi far cadere le macchie e lasciarmi solamente le ossa. Ma dopo qualche secondo di agonia, sento ogni fibra del mio corpo rilassarsi sotto quella sostanza appiccicosa, così mi distendo e chiudo gli occhi. Prendo qualche respiro profondo e per poco non mi addormento. Non riesco a pensare ad altro, se non alla meravigliosa sensazione di pace che provo ora.
Dopo circa mezz’ora mi fanno uscire e quando mi guardo allo specchio rimango a bocca aperta. La mia pelle non ha più nessuna macchia.
Con la stessa sostanza, mi preparano un impacco da mettere sull’occhio in modo che non torni a gonfiarsi.
Poi, come previsto, procedono con il secondo bagno, la levigazione e infine l’unzione.
Quando esco mi sento ancora più nuda di prima. La mia pelle non è mai stata così lucida, liscia e profumata.

    ̶  Sei la ragazza più bella per cui abbia mai avuto l’onore di lavorare!  ̶  strilla Venere commossa, mentre anche gli altri mi fissano incantati. Qualcosa mi fa capire che non lo dice semplicemente per educazione, ma lo pensa davvero. Qualsiasi ragazza gioirebbe nel sentire un commento del genere da una donna esperta nel suo campo come Venere. Ma io non sono una ragazza qualsiasi. Nella mia bellezza vedo solamente un vantaggio per gli Hunger Games. Odio il mio aspetto.
    ̶  Grazie, a voi e alle vostre mani magiche! Chissà, magari dopo gli Hunger Games lavoreremo assieme, ho sempre avuto una grande passione per la cura dell’aspetto!  ̶  esclamo a mia volta, con aria sognante. Tutti e tre mi abbracciano asciugandosi qualche lacrima, per poi uscire dalla stanza a malincuore.
Quando rimango da sola scoppio a ridere. Davvero non se ne rendono conto? Hanno mai sentito parlare di “ironia”?
Torno a sedermi sul mio lettino e aspetto in silenzio la mia stilista.

Non appena entra mi basta uno sguardo per riconoscerla: capelli bianchi raccolti sulla fronte formando una rosa selvatica, pelle color arancione striata da linee nere, occhi rossi, un’ascia tatuata sul suo collo, le unghie lunghe che ricordano dei pezzi di ghiaccio, orecchie a punta... È la stilista di mia madre.

Si chiama Falala ed è la stilista più famosa e ammirata di tutta Panem. Non capita tutti i giorni di essere vestiti da lei, in quanto decide lei chi merita di indossare i suoi capi. Ha lavorato sempre e solamente per vincitori. Nessuno dei tributi che ha vestito ha mai perso.
Modifica il suo corpo a seconda dei tributi per cui ha lavorato: ha gli occhi rossi come mia madre, le unghie che ricordano il ghiaccio, l’arma che aveva permesso la vittoria di Trevor, le orecchie a punta, che caratterizzavano un ex vincitore del distretto 4, l’ascia sul collo a richiamare l’arma vincente per il vincitore dell’anno scorso del distretto 2, Robert.
Probabilmente ci sono altri dettagli che non colgo, come ad esempio i suoi capelli bianchi raccolti a forma di rosa. Forse sono semplicemente dedicati a Snow.
La sua pelle è un evidente richiamo al mio nome, e questo mi fa accapponare la pelle. Si è modificata ancora prima dell’inizio degli Hunger Games... è folle! Non l’aveva mai fatto prima.

    ̶  E così tu sei Tiger  ̶  afferma, facendo un giro attorno a me e osservandomi da capo a piedi. Sento un brivido risalire l’intera spina dorsale.
Lei e mia madre avevano un forte legame, e per andare d’accordo con una donna come mia mamma si dev’essere spietati quanto lei. Al solo pensiero di avere a che fare con la copia di colei che mi ha rovinato la vita mi sento mancare. Speravo di essermene liberata.
Come risposta, annuisco deglutendo a vuoto.
    ̶  Tua madre mi aveva detto che eri molto bella. Anche se, diciamocelo, completamente idiota  ̶  spiega con tono severo e spietato.
Ecco cosa mi aspetta prima di entrare nell’arena: lunghi attimi di terrorismo psicologico con questo essere. Ma lei non è mia madre, non ha capacità di combattimento, non può farmi del male. E io non ho intenzione di rimanere in silenzio.
    ̶  Se fossi un’idiota sarei conciata come lei  ̶  affermo sostenendo il suo sguardo penetrante. Dopotutto, cos’ho da perdere?
    ̶  Carattere forte, eh?  ̶  risponde sorridendo. A quanto pare le piaccio.   ̶  Sarà bello lavorare con te  ̶  conclude dopo una lunga osservazione silenziosa.

    ̶  Perché lei?  ̶  domando, ma sembra non capire.  ̶  Tra tutti gli stilisti, tra tutti i tributi, perché sarà lei a lavorare per me?  ̶  spiego con sguardo interrogativo.
    ̶  Prima cosa: io non lavoro per te. Sei tu che ti presti al mio lavoro, sei solamente uno strumento. Secondo: perché io lavoro per i vincitori importanti, e tu sarai uno di questi  ̶  conclude fermandosi davanti a me e fissando i suoi occhi rossi nei miei.
Come fa ad esserne così sicura? Mentre la guardo, dopo averla sentita parlare, non riesco a fare a meno di sentire la certezza della vittoria dentro di me: Falala non si è mai sbagliata. Cos’è, però, a farle capire che io sarò una vincitrice?
    ̶  Io potrei perdere  ̶  sussurro confusa, abbassando per un attimo lo sguardo.
    ̶  No. Non puoi. E non lo farai  ̶ . Le rivolgo uno sguardo chiedendole spiegazioni, così continua:
    ̶  Una ragazza come te per riuscire a sopravvivere per tutti questi anni a tua madre dev’essere molto forte  ̶  poi si avvicina a me, per non essere sentita da orecchie indiscrete  ̶  e una stilista famosa come me può ottenere tutte le informazioni che desidera, accessibili e non  ̶  infine si allontana da me, con un sorriso perfido disegnato sul volto.

Lei sa decisamente troppe cose, cose che nessuno dovrebbe sapere al di fuori di Snow e dello stratega.
Ma come potrebbero sapere che io vincerò? Nessuno può prevedere una cosa del genere. Potrebbe sempre succedere qualcosa di inaspettato nell’arena, qualcosa che nessuno potrebbe controllare. Potrei venire attaccata di nascosto mentre dormo. Potrei morire per cause naturali. Gli sponsor potrebbero decidere di favorire qualcun altro al posto mio.
E poi, perché dovrebbero farmi vincere? Sono una ragazza ribelle, tutti lo sanno. Scommetto che le voci sul mio comportamento sono arrivate fin qua... e allora perché Falala è così convinta che io sarò il tributo che tornerà a casa? Solamente perché sono figlia di un’ex vincitrice e la mia vittoria farebbe notizia? Perché farebbe piacere al pubblico? Eppure la cosa non mi convince. Nessuno vorrebbe favorire una come me, totalmente contro il sistema...

    ̶  Vieni  ̶  dice all’improvviso, afferrandomi per il polso e conducendomi fuori dal Centro Immagine.
Ci ritroviamo in un lungo corridoio buio, ma non faccio a tempo ad osservarmi attorno che mi ritrovo in un salotto con una parete a vetro che mostra Capitol City ed illumina la stanza.
Falala mi fa sedere su uno dei due divanetti in pelle, mentre lei si posiziona su quello di fronte. L’unica cosa che ci separa è un tavolino in legno, decorato da incisioni eleganti e dall’aspetto prezioso. La stilista si sporge e preme un pulsante del tavolino, che si divide in due, facendo sì che il nostro pranzo si sollevi. Chissà se Trevor è in una stanza come questa...

    ̶  Ora parliamo del tuo vestito per la cerimonia di apertura  ̶ . Come risposta alle sue parole, la ignoro completamente mentre mi servo una coscia d’anatra in salsa d’arancia con spicchi di limone e verdure nel piatto.
Noto con piacere che il mio atteggiamento inizia ad infastidirla.
    ̶  Ovviamente il tuo costume dovrà rispecchiare l’atmosfera del Distretto 1...  ̶  continua, mentre io inizio a mangiare senza rivolgerle nemmeno uno sguardo. Dopotutto, di cosa dobbiamo parlare? A me non interessa che cosa indosserò su quel maledettissimo carro. Comunque, anche se la sua idea non mi piacesse, non sarei io a scegliere.
    ̶  Io e lo stilista dell’altro tributo...  ̶ .
    ̶  Trevor  ̶  la interrompo continuando a gustarmi il pranzo.
    ̶  Che cosa?  ̶  domanda quasi scioccata.
    ̶  Ho detto che “l’altro tributo” ha un nome: Trevor  ̶  spiego incrociando il suo sguardo, sprezzante, per poi concentrarmi nuovamente sul cibo che mi sta davanti.
    ̶  Sì, sì certo. Comunque, come stavo dicendo, i vostri abiti dovranno essere complementari. Come ben sai il vostro distretto è caratterizzato dalla lavorazione di beni di lusso, come gioielli e gemme preziose. La mia idea, quindi, era... Vuoi ascoltarmi per un secondo, ragazzina?  ̶  esclama improvvisamente, sbattendo con violenza una mano sul tavolo e facendomi sobbalzare. La mia vista si annebbia per un attimo, sento qualcosa di lontano scattare nella mia testa e quando torno a percepire ciò che mi sta attorno sto puntando il mio coltello contro il collo di Falala.
Non posso fare a meno di trattenere un sorriso osservando il modo in cui lei cerca di non farmi vedere il terrore che prova. Ma io l’ho notato, l’ho notato eccome. Le sue pupille sono dilatate e la pelle attorno alle sue labbra strette è più pallida. Mi ritraggo soddisfatta, posando il coltello sul tavolino. Credo abbia imparato la lezione: non deve mai spaventarmi.

    ̶  Perché dovrei? Tanto indosserò qualsiasi cosa lei abbia deciso, anche se non mi dovesse piacere non potrei mai farle cambiare idea  ̶  spiego noncurante, tornando a spiluccare un po’ di insalata con la mia forchetta.
Dopo tanti anni di oppressione, finalmente riesco a dire ciò che penso ad una persona come mia madre, senza aver paura di venire picchiata o punita. Lei non mi può fare niente.
Al pensiero della sadica goduria che ho provato nel vedere Falala terrorizzata a causa mia sento un pugno nello stomaco. Certo, lei è una di Capitol, il tipo di persona che odio profondamente, ma speravo di essere migliore di questo. Pensavo di essere migliore di mia madre. A quanto apre abbiamo davvero qualcosa in comune. La sola idea mi fa accapponare la pelle.
    ̶  Lo vuoi capire che la tua vittoria dipende anche dal vestito che indosserai e dall’atteggiamento che terrai su quel maledettissimo carro?  ̶  sbotta sporgendosi verso di me e afferrandomi la maglietta. Ma nelle sue mani non c’è forza. Così le afferro il polso e con arroganza la spingo via. Vedo la sua sicurezza vacillare per un attimo. Credo abbia paura che io possa aggredirla all’improvviso. Sono sicura che qualcosa nel mio sguardo è cambiato: mi sento amareggiata, arrabbiata e provo vergogna per ciò che è accaduto poco fa. Non che lei non se lo meritasse, ciò che mi ha sconcertata è stata la mia reazione primordiale di pura gioia.

    ̶  Dove vai?  ̶  domanda a bocca aperta, mentre mi alzo e mi dirigo verso la porta. Non mi piace l’effetto che questa donna ha su di me. Mi trasforma nel mostro che sono, nella bestia che da anni sto cercando di dominare.
Senza rispondere poso la mano sulla maniglia, ma la porta non si apre. Provo di nuovo, con più forza, ma niente. A questo punto mi volto verso Falala: mi guarda con un sorriso compiaciuto disegnato sul volto.
    ̶  Pensi che tua madre non mi abbia parlato di te? Avevo già previsto una tua fuga  ̶ . Sospiro delusa della mia prevedibilità e mi appoggio alla porta chiusa alle mie spalle, a braccia conserte.
    ̶  Che cosa vuole da me?  ̶  domando esasperata.
    ̶  Stasera tu indosserai il vestito che ho creato per te e te lo farai piacere  ̶  risponde puntando minacciosa un dito contro di me. Io alzo le spalle, annuendo. Quando mi giro, riesco finalmente ad aprire una porta, ma proprio quando sto per uscire Falala aggiunge:
    ̶  Mi raccomando, ti voglio arrabbiata e feroce  ̶ . Mi giro verso di lei e punto i miei occhi nei suoi. Per un attimo mi sembra di guardare mia madre, così con tutto l’odio che ho in corpo rispondo:
    ̶  Io sono sempre feroce  ̶ .







Angolo Autrice:


SCUSATE, CHIEDO PERDONO IN GINOCCHIO, RISPARMIATEMI.  *Si punisce da sola*
Lo so, LO SO, sono in ritardo come non lo sono mai stata, ma sono stata via per due settimane e quando sono tornata a casa ho avuto un po' di cose da fare. Okay, e voi direte "chissene frega! Devi aggiornare a costo della tua vita" e ne sono consapevole, quindi... *corre via piangendo e nascondendosi dalla vergogna*.

Dopo questo sclero da sensi di colpa, posso parlare del capitolo. 
Premetto che l'ho modificato migliaia di volte perché non mi piaceva mai abbastanza, quindi se fa schifo ditemelo che vado a buttarmi di testa in una piscina per bambini. 
Anyway, spero vi sia piaciuto almeno un pochino :3 Finalmente vedete una Tiger Badass (che secondo me ci voleva :D ). 
Immagino che chi shippa la coppia stia aspettando Trevor. Nel prossimo capitolo ci sarà anche lui e premetto
(SPOILER) che sarà un capitolo abbastanza intenso e pieno di cose, quindi preparatevi ;)

Ora vi faccio una richiesta C: oltre a chiedervi di lasciarmi una recensione (in cui potete insultarmi quanto volete per il ritardo D: ) vi chiedo pure, se vi va, di lasciarmi un nome per la coppia Tiger-Trevor, come il nome per Katniss-Peeta "Peeniss" (sto nome mi fa ridere ogni volta di più :'D), sono curiosa di vedere cosa ne viene fuori :D

Bene, dopo aver scritto un papiro come "Angolo Autrice", direi che posso andare a sclerare per il concorso di canto che ho stasera (portatemi fortuna, TRIBUTES <3)
Buon pomeriggio a tutti :* VI ADORO, LO SAPETE?

Ps: MA QUANTO FIGO NON E' IL TRAILER DI CATCHING FIRE? STO FANGIRLIZZANDO DA GIORNI, DITEMI CHE SIETE ANCHE VOI COSI' SEJSDAIWOEH *-*


DriDri



  
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