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Autore: MappamondoStyles    24/07/2013    0 recensioni
Liam è un ragazzo che dopo aver passato del tempo di qualità con il suo migliore amico Zayn, si renderà inevitabilmente conto di essersi innamorato di lui. Per il giovane Liam, risulta addirittura difficile dichiararsi, ma gli risulterà ancora più difficile convivere con la consapevolezza che non sarà mai un amore 'normale' come sperava. Una serie di ostacoli gli impediranno di trovare la felicità, facendogli ribadire a se stesso e agli altri, più di una volta, che non sente più niente
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Quando mi risvegliai, non riuscii a collegare ne dove ero ne come mai ci fosse un silenzio tale da farmi accapponare la pelle.
Mi passai goffamente il dorso di una mano su un occhio, mentre mi sentivo il viso tirarmi per via delle lacrime che avevo versato fino a riuscire ad addormentarmi. Tastai con l'altra mano la parete alla mia destra e trovai l'interruttore, accendendo la luce. Tutto tornò nella mia testa in modo così veloce da provocarmi un sussulto e addirittura un forte mal di testa. Presi un respiro profondo e mi rimisi in piedi, sistemandomi i vestiti che avevo in dosso, per quanto potesse essere utile in quel momento. Dopotutto ero un tipo che amava curare la propria immagine anche nei momenti meno appropriati. Avvicinai poi un orecchio alla porta, cercando di percepire un qualsiasi rumore da fuori quella piccola stanzetta in cui mi ero rinchiuso per scappare come un codardo dalle mie emozioni. Non sentivo nulla, nemmeno una mosca. Portai una mano sulla maniglia e la abbassai lentamente, tirando fuori prima il naso e poi la testa. In modo minuzioso mi guardai intorno e un altro sussulto fece aumentare il dolore alla testa. Seduto sull'ultimo scalino della rampa di scale e di spalle alla porta dello sgabuzzino c'era il mio coinquilino, il mio migliore amico e quello che speravo diventasse almeno per una serata il mio amante. Scossi velocemente la testa, uscendo da lì e sgattaiolandomene via nella mia stanza con passo felpato.
«Finalmente sei uscito. Sei rimasto chiuso lì dentro per tre ore e mezza e se tra un po' non fossi uscito da te, avevo in mente di entrare io.». Alzai le spalle per dargli una risposta e come se lui fosse riuscito a vedermi, riprese a parlare poco dopo il mio gesto. «È un po' di tempo che ti sento uscire dalla tua camera nel cuore della notte e infilarti lì dentro per ore. Liam, sei il mio migliore amico.. Che cosa ti succede? Noi ci diciamo tutto.». Le sue parole uscirono dalla sua bocca in modo calmo, ma riuscivo a percepire che erano cariche di preoccupazione. Non sapevo se sorridere o se riprendere a piangere, ero in un vicolo cieco. Tremante come una foglia mi avvicinai a lui e mi misi seduto sulle ginocchia proprio dietro di lui, abbracciandolo da dietro.
«Zayn, stai calmo. Appunto perchè ci diciamo tutto non dovresti preoccuparti. Sai tutto di me e se magari non ti sto dicendo qualcosa è perchè non è poi così importante.», mentii spudoratamente. Stavolta ero riuscito a mentire senza nemmeno lasciarmi tradire dal tremore nella mia voce. Lo strinsi ancora un po' a me, schioccando in fine un bacio su una sua tempia e mi rimisi in piedi, mettendomi le mani nelle tasche anteriori dei pantaloni. «Sono felice per te e Perrie. Lo sono davvero..», gli sussurrai mentendo ancora una volta alla perfezione per poi scendere al piano inferiore con tutta la calma possibile anche se avevo solo voglia di andarmene il prima possibile. Come se non lo conoscessi, ero sicuro che lui fosse rimasto seduto lì per ore unicamente per sentirsi dire che la sua decisione era stata approvata. Non che la mia approvazione contasse molto, ma a lui piaceva sentirsi dire che le decisioni che prendeva, piacevano anche agli altri.
«Adesso dove vai?», chiese come se la mia scenata di poche ore prima non fosse mai accaduta. Mi seguì di sotto e si rintanò nella cucina, afferrando un sandwich mangiucchiato da entrambi il giorno prima, se non due. Alzai le spalle, come risposta alla sua domanda e uscii di casa, sbattendo con tutta la forza possibile, la porta. Se quella mattina ero stato sul punto di dirgli cosa sentivo quando lo vedevo, ora preferivo tenermi tutto dentro anche a costo di esplodere a lungo andare. Non era possibile, non lo facevo così ottuso. Non so se aveva capito che almeno, per quella sera, non sarei tornato a casa.

In opzione avevo Danielle che oramai non sapevo più come considerare, quindi se avessi passato la notte da lei avrei potuto chiarire i miei dubbi e le mie incertezze. Allungai il passo, attraversando per la strada senza nemmeno badare a dove mettevo i piedi, ne agli automobilisti imbufaliti che avevano dovuto frenare di botto per non investirmi. Svoltai nella stradina che portava a casa di Danielle e, fissando la finestra della sua camera con la luce accesa, mi liberai da ogni pensiero e suonai al campanello. Non ci mise molto ad aprirmi, dopotutto aveva un monolocale e per andare da una stanza all’altra ci si impiegavano si e no due secondi netti.
«Liam..?», mormorò a malapena, accigliandosi per poi farmi cenno di entrare senza pronunciare nemmeno un’altra parola. Fui costretto io a dover parlare, altrimenti non avrei mai scoperto come mai era così sorpresa di vedermi.
«Che c’è? Adesso ti stupisci se vengo da te?». Il tono della mia voce più che curioso, mi era sembrato accusatorio e fin troppo rude. Ma lei sembrò non farci caso e regalandomi un sorriso, mi prese per mano. Dire che ultimamente era molto strana anche lei, era dire quasi nulla. Si passò una mano tra i capelli umidi che lentamente si stavano arricciando e si spostò un paio di ricci dietro un orecchio.
«No, anzi.. forse giusto un po’. So che non ti piace stare da me, e se vieni è perché non ci vediamo da un po’ e insomma, sì.. Beh, ti va di divertirti.». Fui colpito anche dalle sue parole e quasi mi sentii un essere orribile. In effetti era vero: da quando avevamo cominciato a frequentarci, l’avevo cercata sempre dopo dei periodi di pausa che però a lei sembravano non dare fastidio. Più che una relazione a tempo pieno, la nostra, la definivo un passatempo abbastanza piacevole.
Un secondo dopo le sue labbra andarono a premere contro le mie e istintivamente portai le mani sui suoi fianchi, intensificando quel piccolo bacio che mi aveva dato. La situazione si svolse in modo così veloce che ancora una volta non mi resi conto di nulla. I miei vestiti erano a terra e poco dopo anche i suoi andarono a finire lì, sopra i miei. Luogo che odiavo particolarmente della sua casa era la cucina, ma quella volta la impiegammo per consumare. Non sapevo se lei ci stesse mettendo amore visto che nemmeno una volta ci eravamo mai dette quelle due parole che quasi tutte le coppie di oggi si scambiavano come fossero un saluto. Beh, lei poteva metterci qualunque cosa, ma io ci stavo mettendo di tutto tranne che amore. Ero frustrato, non sapevo come spicciarmi da quella situazione, come far volare via i miei pensieri come fossero palloncini. Diedi la prima spinta, poi la seconda e la sentii gemere mentre le sue unghie terribilmente corte affondavano nella mia schiena. Il tavolino della cucina dava l’impressione di poter resistere ancora in modo precario, ma in quel momento non mi importava. Non sentivo niente, se non l’istinto di un animale che finalmente soddisfaceva un proprio bisogno.
Storsi la bocca, immergendomi di nuovo nella scopata fugace che stavamo avendo e, stufo di sentire quel tavolino lamentarsi a suon di scricchiolii, mi spostai con lei sul suo divano che mai mi era sembrato più scomodo. Lei invece continuava a sembrare rilassata e nel frattempo presa, al contrario mio. Andammo avanti finché, stremati e con i volti impregnati dal sudore, ci lasciammo cadere sul divano. Lei si strinse a me, continuando a lasciarmi dei piccoli baci sul viso e sul collo e smise solo quando non vide nemmeno un gesto carino da parte mia. Si addormentò poco dopo, lasciandomi di nuovo ai miei pensieri che solo il soffitto grigio alla luce che filtrava dalla finestra, sembrava bloccare nella stanza e farli ronzare lì dentro fastidiosi.
Zayn. Chissà dove era e che cosa stava facendo in quel momento.






Saaaalve! Mi scuso per non aver pubblicato più nulla, ma ero ad un punto morto e la scuola mi stava rubando troppo tempo. Spero che continuiate a seguire questa storia come prima e.. beh, fatemi sapere che ne pensate!
Un bacione, R. <3

  
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