Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Niallbestshirt    25/07/2013    3 recensioni
“Come ti chiami?” chiese la piccola bimba dai capelli rossi, tentando di costruire un castello di sabbia, non riuscendoci. “Mi chiamo Niall” rispose il biondino, distruggendole il mucchietto di sabbia accumulato. La rossa gli fece una linguaccia, riprendendo a fare piccoli mucchietti, e poi riprese a parlare. “Quanti anni hai?” “Così!” indicò il biondino, facendo un quattro con la mano. “Io così” la rossa fece un tre anche lei con la mano. Niall le diede un bacio e la rossa rispose con uno schiaffo. “Non si fa!” disse imbronciata. Lui si porto l’indice alla bocca “Shh!” e scoppiarono entrambi a ridere.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

CAPITOLO 1



Ero stufa di stare qui in ufficio a lavorare per mio padre. Sono una segretaria, ma sembra che i documenti arrivino solo a me. Scartoffie, su scartoffie, su scartoffie. È quasi nauseante. Ma io a quell’uomo dovevo la vita. Ogni giorno, quando prendevo qualche capriccio da bambina mi ripeteva “Se tu non fossi qui, saresti in mezzo alla strada ad elemosinare!”. Perchè in effetti non è il mio vero padre, e se non fossi qui a firmare cartacce e a vivere negli agi della mia famiglia io sarei veramente in mezzo alla strada. Nonostante questo sono rimasta una ragazza semplice. Insomma, come tutti gli altri, vado a prendere un sandwich per pranzo, non è che mi piace crogiolarmi nella ricchezza mangiando pescespada o roba simile per pranzo.

“Hey Bob!” “Rebecca! Il solito?” “Sisi, grazie”. Amavo quella paninoteca, aveva di tutto e di più. E poi aveva un vetro trasparente, e amavo vedere come preparavano il mio panino. Mi sedetti al tavolo con la mia amata busta di carta con dentro il mio pranzo, e cominciai a mangiare. Mi guardai intorno: gli stessi tavoli di acciaio, gli stessi divanetti di pelle per le serate con gli amici, lo stesso bancone, lo stesso frigo per le bibite... ma un cartello prese tutta la mia attenzione “Cercasi cameriera”. Uhm... il mio sogno è sempre stato di essere più o meno autonoma... Che poi ho 18 anni, i miei dovrebbero lasciarmi un po’ libera.

“Che cosa?!?” mio padre continuava a sbraitare, e a lanciare i documenti che avevo firmato e riordinato accuratamente. Mandai giù il nodo che avevo alla gola, senza riuscirci, e incominciai a parlare “Sai, pensavo, cioè voglio, cioè si... vorrei essere dipendente”. E riecco qui la solita frase, la solita faccia, la solita espressione... “Se tu non fossi qui, saresti in mezzo alla strada ad elemosinare!” Odiavo quella frase, mi faceva venire i sensi di colpa. Così rimasi in silenzio, sotto lo sguardo di mio padre, che mi faceva i raggi x dalla testa ai piedi. “Facciamo un patto.” Disse alla fine. “Va a vivere nell’appartamento che avevo comprato a tuo fratello sulla 32esima. Per sei mesi, non di più. Se ti trovi male e ritornerai da me entro questi sei mesi ti detrarrò metà dello stipendio”. Ghignò. Ero riluttante a questa idea, ma ero pronta a tutto per la libertà. Odiavo la vita che vivevo ogni giorno. Risveglio, lavoro pesante, pranzo alla panetteria (che probabilmente era la parte più interessante della giornata) e ogni sera feste organizzate dai miei genitori per pubblicizzare l’azienda. Morivo di noia! Rischiavo il soffocamento, come Rose in Titanic, ma non credo che sarei mai arrivata al suicidio.

“Dai mamma smettila di piangere, è snervante!” sbuffai mentre chiudevo il trolley con le ultime cose. “Ma tesoro, perchè?”. Alzai gli occhi al cielo. Quanto poteva essere appiccicosa a volte mia madre. Sorrisi, ingenuamente, e la abbracciai. Non potevo dirle la verità, le avrei spezzato il cuore. Il suono del clacson dell’auto di mio fratello mi fece sobbalzare. A volte Harry era troppo impaziente! Marcel, il nostro “maggiordomo”, mi aiutò con le valige. “Arrivederci signorina.” Marcel era giovanissimo, ed era uno di quei ragazzi con un sorriso mozzafiato, incorniciato da due splendide fossette ai lati del viso. Caricò le valige nel cofano ed erano tutti sul portone a salutarmi, un’intera folla!

“Just Married!”. La voce roca di Harry risuonò per tutta la macchina, sopra la musica in sottofondo, e altrettanto la mia risata. Probabilmente mio fratello, anche se sapevamo di non essere dello stesso sangue, era l’unico che mi capiva. Aveva ventitrè anni, ed era il mio fratellone, era sempre lui a darmi consigli su tutto, ed era sempre pronto a immischiarsi in una rissa se qualcuno mi faceva soffrire. “Allora cucciola, com’è questa storia della libertà? Sei diventata hippy?” Ghignò. Lo riconoscevo, era lo stesso che faceva mio padre. “Bhè... ho pensato di passare un po’ di tempo da sola. Sai che odio le feste di mamma” rabbrividii solo al pensiero dello champagne. Solo qualcuno avrebbe potuto farmi stare bene... “Ehi, tutto ok?” “Sisi, pensavo...” “Ancora sogni con quel tipo biondo?” Harry inarcò un sopracciglio guardandomi. Sospirai, maledicendo il riccio del fatto di essere molto perspicace. Erano notti che quel sogno mi perseguitava. Ogni sera, stesso sogno, stessa storia. Io da bambina, con un piccolo biondino che mi ricopriva di baci, che mi faceva ridere e che mi faceva stare bene e poi ogni notte ci incontravamo in un bar e io gli raccontavo come avevo passato la giornata. Poi la sveglia suonava, e il sogno finiva lasciandomi ogni volta nella confusione più totale. Eppure quel ragazzo mi conosceva meglio di chiunque altro. Ma era un sogno. Un amico immaginario? Ricordi offuscati? “AHI!” Lo scapellotto di Harry mi fece girare la testa. “Pensavo fossi entrata in trance, allora sei davvero hippy?” ridacchiò. A volte era davvero stupido, ma come biasimare un fratellone preoccupato? “Comunque siamo arrivati!” Il riccio fermo di colpo l’auto, facendomi sobbalzare in avanti. “Perchè non hai messo la cintura? Dannazione...” Aprì lo sportello, e io feci lo stesso, dirigendomi verso il bagagliaio. “No signorina, tu prendi queste...” mi lanciò al volo un paio di chiavi “...e mi apri la porta prima che mister muscolo faccia cadere queste pesantissime valigie... ma che ci hai messo, i mobili qua dentro?” Lo guardai imbarazzata... povero ricciolino. Mi diressi verso il portone dell’appartamento, che era in un complesso di case a schiera vecchissime, quindi non mi aspettai granchè sull’interno, ma quando entrai rimasi a bocca aperta. Il corridoio si apriva verso un ampio salone con una gigantesca libreria a muro e un televisore al plasma. Davanti alla libreria un divano a “elle” in pelle bianca molto moderno, come tutto il salotto. Senza barriere dietro il salotto c’era la sala da pranzo con un enorme tavolo di vetro con sopra un centro tavola di natura morta e le sedie nere. Sulla destra si apriva una porta che conduceva alla cucina, ovviamente anche questa modernissima. In balia dell’eccitazione, salii le scale. Di sopra c’erano il bagno, e tre stanze da letto per gli ospiti che erano quasi tutte uguali: una dipinta sui toni del rosa, con un letto a una piazza, l’altra lo stesso sui toni del blu e l’altra con un letto matrimoniale con i toni del verde. L’ultima stanza sulla destra era la mia molto probabilmente. Vi entrai, e rimasi delusa, scoprendo che era tutta grigia e bianca, una cosa che mi spegneva molto. Sono sempre stata una ragazza vivace, a cui piace ridere sempre, ma anche molto sensibile. Avevo paura del grigio, per me rappresentava il dolore. Una mano sulla spalla mi fece sobbalzare. “Allora, ti piace?” sbuffai “Grigia?” quasi piagnucolai. “Becky, sai che papà è fissato con le cose moderne e bla bla.” Scoppiammo entrambi a ridere. “E non hai ancora visto la mansarda!” mi prese per mano e mi condusse sopra un’altra rampa di scale. La forma del tetto spiovente era il nostro soffitto mentre sul pavimento vi erano pesi, tapirulan e attrezzi da palestra. “Gli uomini e i loro giocattoli...” sospirai e mio fratello mi diede una pacca sulla spalla. “Ehi! Questi giocattoli mi rendono bellissimo!” sollevò un bicipite e lo baciò. “Comunque seriamente. Fratello, perchè te ne sei andato di qui?” Harry sorrise timido. “Sai, stavo pensando di chiedere ad Emma di andare a vivere insieme e...” non lo lasciai finire di parlare. Io adoravo la sua ragazza! Era perfetta per lui, e speravo si sposassero al più presto... certo, un passo per volta.

“E anche questo è al suo posto.” Sistemai i miei vestiti nell’armadio della stanza grigia. Quel colore mi piaceva sempre meno.
“Mi mancherai!” Mio fratello ormai piagnucolava da cinque eterni minuti sulla soglia di casa mia. Che bell’effetto dire casa mia. Potrei ripeterlo all’infinito. Finalmente libera! “Dai riccio, abitiamo solo a quindici minuti di distanza!” sbuffai. A quanto pare riuscii a farlo staccare. “Va bene cucciola. Chiamami!” mi schioccò un rumoroso bacio sulla fronte prima di sfrecciare via con la sua Range Rover. “Ti voglio bene anche io!” gli urlai a ritroso, non convinta che potesse sentirmi. Mi chiusi il portone alle spalle. Che giornata!

Il suono del campanello mi distrasse dal programma esilarante che stavo guardando, mentre mangiavo del cibo cinese. “Chi è?” urlai in prossimità della porta, ma la risposta mi arrivò solo quando la aprii. Un uomo, con un grande cappello, una maglietta blu e degli occhiali da sole alle nove di sera era sulla soglia. “C’è posta per lei!” mi porse un pacchetto. “Non sapevo che le poste lavorassero anche di sera.” Lo guardai con sospetto. L’uomo aprì la bocca, ma poi la richiuse, fuggendo via. Entrai in casa, intenta nel scartare il pacchetto.


MY CORNER

Buonsalve ragazze! Eccomi qui con il primo capitolo della FF. Il trailer arriverà presto, non appena le cose cominceranno a farsi un po’ più chiare e i fatti ad accadere. Ho deciso che Bella Thorne rapresenterà Becky, perchè è davvero una bellissima ragazza. Secondo voi cosa contiene il pacchetto? Qui c’è la FF di Emma, la ragazza di Harry, il nostro amorevole fratellone
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1908147&i=1 che io adoro! Lei è la mia fornitrice di trailer, nonchè scrittrice, quindi passateci. Su twitter sono @liamsblouse seguitemi, e chiedete lì per qualsiasi chiarimento! Aspetto anche qualche recensione, per sapere se la storia vi piaccia :33

-Niallbestshirt

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Niallbestshirt