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Autore: Gobra1095    04/02/2008    0 recensioni
Goten e Bra si conscono da anni, e sono entrambi innamorati, ma gli ostacoli di un amore non sono pochi, sopratutto se vi levate 10 anni e hai un padre che si chiama Vegeta. Ma ci sono anche altri ostacoli, li volete sapere? bene allora leggete e mi raccomando recensite!
E come è degno che finiscano tutte le favole: e vissero felici e contenti. 
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bra, Goten, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gobra in love cap2
2° capitolo una giornata indimenticabile

Questi e gli altri capitoli saranno sotto il punto di vista di Bra, e forse, solo uno con il punto di vista di Goten. Qui inizio a spiegare come è iniziato tutto.
Spero vi piaccia.
bacioni Gobra1095
Come è iniziata la nostra storia la nostra storia ?
Come finirà?
mmm ... non saprei da dove iniziare, o forse si.
E' iniziato tutto in una giornata di sole di un fresco settembre, o meglio il giorno dell'esame all'università.
Mi svegliai molto presto e mi vestì velocemente, e mangiai di fretta.
Badai molto al mio aspetto, mamma mi aveva consigliato di mettermi anche gli occhiali(ndbra per sembrare più seria)ma decisi di mettermi una camicia e dei jeans, dei gli orecchini pendenti e una borsa a tracolla.
Andai davanti al bar, aspettando mio fratello, che stranamente ritardava.
Erano le 7e30, e Trunks non si vedeva, ripassai qualcosa ancora per 5 minuti, poi, agitatissima, lo chiamai.
Mentre digitavo il numero sentì un clacson suonare, così guardai(ndbra poteva essere Trunks), era Goten, e chiamava me!
Mi avvicinai preoccupata "che sia successo qualcosa a Trunks?" < che è successo a Trunks? Sta bene? >chiesi allarmata. Goten mi guardò spaesato < cosa? Ma no, tranquilla Bra,Trunks sta bene, è al lavoro mi aveva detto di venirti a prendere al suo posto, ma ho sbagliato strada e ho impiegato molto tempo. > lui mi fece accomodare in macchina, e poi gli spiegai la strada per arrivare a scuola.
Per almeno 5 minuti rimanemmo in silenzio, nessuno parlava, l'unico rumore erano le mie dite che tamburellavano sul cruscotto, ed il mio sguardo era perso nell'immenso blu "ce la farò con gli esami? oppure no? e se non ce la farò? " questi e molti altri pensieri vagavano nella mia testa.
Finché, una mano grande e calda prese delicatamente la mia < Andrà tutto bene, so che ce la farai > mi disse Goten che non mi sarei mai aspettata.
Quel breve e semplice contatto, mi aveva scossa parecchio: sentì un brivido lungo la schiena, arrossì visibilmente, e, naturalmente, ritirai la mia mano.
Per il resto della strada ci fu un silenzio imbarazzante, finché non arrivammo davanti scuola.
Entrai nella grande stanza (ndbra certo non prima che Goten avesse cercato di tranquillizzarmi) i professori mi fecero entrare e mi diedero dell'acqua.
Nonostante avessi studiato il giorno prima avevo studiato, mi sentivo un vuoto totale.
I professori, abituati a queste situazioni, mi fecero calmare e, dopo qualche domanda, mi ricordai tutto.
Uscì felicemente dalla stanza, e appena Goten mi vide sorrise < sapevo che ce l'avvresti fatta >
si avvicinò a me e mi scortò verso la macchina.
Chiaccherammo un pò, poi il mio stomaco iniziò a brontolare < dopo una sfida del genere avrai fame, conosco un posto dove si mangia bene, ti va di andarci? > mi chiese sorridendomi, ed io,sciogliendomi come neve al sole, gli risposi di sì.
Non sono mai riuscita a dirgli di no quando mi guardava così.
Così ci incamminammo, sorridendo e chiaccherando del più e del meno erano le 11:30, Goten mi aveva portata in un conosciuto fast-food.
Ero parecchio affamata, quella mattina avevo mangiato poco, così divorai il mio panino con hamburger come se non mangiassi da settimane, e Goten mi fissava con un misto di divertimento e sorpresa.
Appena me ne accorsi iniziai a mangiare più lentamente e diventai rossa come un peperone.
< avevi fame, eh? > mi chiese < già, tu non mangi? > chiesi vedendo il suo cibo intatto < oh, si >
Dopo aver finito di mangiare, uscimmo dal fast-food e passeggiammo senza meta, lasciando il mondo dietro di noi, come se ci fosse nessuno, a parte io e lui.
Poi, dopo diverse ore di vagabondaggio, Goten, mi riportò a casa.
Arrivata a casa, sentì un dolce profumo di torta al forno, poi vidi nonna < oh, tesoro! finalmente sei arrivata, tuo padre e tua madre erano molto preoccupati.Vuoi una fetta di torta? > disse esibendomi un enorme sorriso < no,nonna,ma graz... > non potei finire la frase, che mamma mi strinse tanto forte da spezzarmi le ossa < oh, Bra, tesoro mio. Stai bene? Hai fame? > non riuscì neanche a iniziare la frase che arrivò papà, che mi fece il terzo grado < dove sei stata? cosa hai fatto? con chi eri? perchè il tuo cellulare era spento? > mi chiese con uno sguardo investigatore che non accettava scuse < bè, ecco... io... > cosa fare? dirglielo? ma si, dopo tutto non era successo niente, quindi perchè no?
< ero... ero con Goten, ma non preoccuparti-mi affrettai ad aggiungere-non è successo niente> mio padre, poco convinto di ciò che gli avevo detto, mi guardò con un espressione"se non è vero lo ammazzo", ed io lo guardai, con un espressione neutrale, poi andai in camera mia, non avevo fame, volevo e dovevo fare solo un cosa: chiamare Pan.
< Pan, Pannuccia cara, rispondi. >la pregai mentre apettavo che rispondesse < Pronto? > < pronto, ciao Videl, sono io Bra, mi passeresti Pan, per favore? > < oh, si un attimo...PAN...TI VOGLIONO AL TELEFONO...è BRA >urlò Videl, Pan aveva sempre lo stereo a tutto volume.
< si Bra, che c'è? > < ti devo raccotare un cosa importantissima. Vieni immediatamente! > < non puoi dirmelo al telefono? > < no,non posso. Dai Pannuccia cara > Pan odiava essere chiamata così, e avrebbe fatto di tutto per non essere chiamata così.
< Ok, sono lì >
Appena arrivata le raccontai tutto.
< sono felice per voi > mi disse allegra
< ma che dici Pan! e poi, non preoccuparti, io sono troppo piccola per lui, non mi vedrebbe mai come una ragazza normale, ma la sorella del suo migliore amico.
E poi lui sarà fidanzato, no? >
< no, che io sappia > disse Pan facendomi un sorriso complice.
< che tu sappia >le ricordai
< e poi, è inutile illudersi non si accorgerà mai di me > dissi con la tristezza dipinta sul volto.
< perchè no, scusa? > avremmo voluto continuare a chiacchierare ma lo stupido orologio suonò dichiarando che fossero le 8 e Pan dovette andarsene.
Così rimasi sola, con i miei problemi che frullavano nella testa.

EHH, ho finalmente finito di copiare il primo capitolo, spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate.
   
 
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