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Autore: Aquarius no Lilith    27/07/2013    3 recensioni
Yume ormai se ne è andata e ora Milo si è trovato da solo a combattere.
Un'oscura profezia pronunciata da un'antica veggente e nuove rivelazioni, li allontaneranno, forse per sempre...
La guerra procederà tra dolori e sofferenze per poi giungere finalmente alla pace.
Ma quale sarà il prezzo da pagare?
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dell' amore eterno'
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Il mio sonno quella notte fu veramente agitato e mi risveglia più volte, pensando, anzi sperando, che Yume fosse ancora accanto a me, nel letto.
Le lenzuola e il suo cuscino odoravano ancora di lei e tutto ciò, mi riempiva di una grossa nostalgia e tristezza…
Non potevo e non dovevo però abbandonarmi alla tristezza e ai sentimenti a essa simili, poiché non dovevo mostrare la mia debolezza alla dea Atena e ai miei compagni cavalieri…
Ero pur sempre un cavaliere d’oro e di certo i cavalieri a me inferiori di rango e che dovevano prendere l’esempio da me, vedendomi in quello stato, avrebbero riso di me…
Non mi riconoscevo più, infatti, era bastata la perdita di Yume a trasformarmi dal solito Milo arrogante e scherzoso, in un Milo triste e depresso…
E solo ora, che l’avevo persa, forse per sempre, mi rendevo conto di quanto Yume, per me, fosse simile a un sole…
Io che le avevo giurato di amarla e di proteggerla, per tutta la vita, ero ora separato da lei, forse per sempre e senza possibilità d’appello…
Io però, avevo il compito di liberare Yume da quella prigionia in cui era caduta, anche a causa mia e della mia terribile ingenuità…
Se solo non l’avessi lasciata sola a Delo con la dea Atena, continuavo a ripetere tra me e me.
E continuavo a chiedermi, come non fossi riuscito ad accorgermi di nulla…
Possibile che nonostante conoscessi Yume da ormai tredici anni, io non sia riuscito a capire ciò che ella aveva intenzione di fare?
Come ho fatto a essere così stupido e cieco, davanti alla realtà amara…
Dopo non so quanto tempo passato a pensare alla mia stupidità e ai miei sentimenti così profondi per Yume, mi alzai dal letto.
Cercai poi di non pensare a come dovesse stare Yume e se le avessero fatto qualcosa…
Se avevano però osato toccarla con un solo dito, le avrei uccise tutte quelle maledette guerriere della dea Artemide.
C’era anche quell’unico guerriero uomo della dea Artemide…
A Delo non mi era sfuggito lo sguardo lascivo con cui aveva guardato Yume e avevo, a malapena, trattenuto l’impulso di prenderlo a pugni…
Dopo aver guardato la sveglia sul comodino, mi accorsi che erano solo le sei di mattina e allora mi andai a fare una doccia, per cercare di svegliarmi e rilassarmi un po’.
Subito dopo la colazione mi diressi nella sala, dove si trovava la mia armatura d’oro.
Aperto il cloth box, osservai la mia armatura e pensai a quanti scontri essa aveva partecipato nel corso dei secoli e a quanti cavalieri, pur vestendola, erano morti.
A quanto ne sapevo, la famiglia di mio padre discendeva direttamente dalla sorella gemella del primo cavaliere di Scorpio, ovvero Alea, primo cavaliere d’argento dell’ Ofiuco.
La mia famiglia come d’altronde quella di Aiolos e Aiolia, dava da sempre i cavalieri d’oro alla dea Atena, per combattere le varie guerre sante, che si erano verificate nei secoli, fin dall’epoca mitologica.
Una volta che indossai l’armatura, uscii dall’ottava casa e mi diressi alla tredicesima casa.
Mentre salivo le scale, non feci molto caso agli sguardi indagatori degli altri cavalieri d’oro e ai loro saluti risposi in modo freddo e meccanico, non facendo trapelare le mie emozioni.
Infatti, non volevo sentire qualsiasi commento su ciò che era accaduto il giorno prima e non volevo nemmeno essere compatito…
Ne andava del mio onore di cavaliere d’oro di Scorpio…
Giunti tutti nella sala delle udienze della tredicesima casa, ci disponemmo al nostro posto e, dopo pochi minuti, fecero il loro ingresso la dea Atena e il gran sacerdote.
Ci inchinammo tutti insieme così al loro cospetto.
<< Alzatevi pure miei valorosi cavalieri d’oro e ora diamo inizio al Chrysos Synagein >>, esordì la dea Atena.
Ci alzammo tutti insieme e cominciammo ad osservare la dea Atena e il gran sacerdote, attendendo che parlassero del motivo del Chrysos Synagein.
<< Sono diversi i motivi, per cui ho voluto convocare un altro Chrysos Synagein, a così breve distanza dal precedente.
Dobbiamo, infatti, parlare dell’incontro avvenuto a Delo due giorni fa e delle conseguenze, che ci saranno in seguito ad esso >>, disse il gran sacerdote.
<< Come avrete certamente saputo dai vostri compagni, le trattative di pace di due giorni fa, con mia sorella la dea Artemide, non hanno portato a nulla.
In cambio della pace e della fine della guerra, infatti, avrei dovuto darle l’amministrazione della giustizia sulla Terra e consegnarle Yume, cavaliere d’argento di Cassandra.
Nonostante la mia decisione però, Yume di Cassandra si è consegnata proprio ieri alla dea Artemide, a causa di un ricatto fattole dalla stessa dea >>, disse la dea Atena, guardandoci con uno sguardo indecifrabile.
<< Allora questo vuol dire che sarà guerra totale? >>, chiese Shura. 
<< Certo, Shura di Capricorn >>, gli rispose la dea Atena.
<< Prevedendo quest’eventualità, abbiamo già provveduto a richiamare tutti i cavalieri d’argento e di bronzo, che non erano presenti qui al Santuario.
In due giorni sono già arrivati quaranta dei cinquantotto cavalieri e sacerdotesse, ancora in vita >>, disse il gran sacerdote.
<< Avete noi cavalieri d’oro al completo, perché allora richiamare i cavalieri di bronzo e argento, al di fuori del Santuario? >>
<< Non è certo per sfiducia nei confronti della vostra forza, Aphrodite di Pisces.
Abbiamo saputo, infatti, da Yume di Cassandra, che ci sarà una battaglia in campo aperto di proporzioni enormi, con l’esercito della dea Artemide.
E, proprio per questo motivo, abbiamo preferito giocare d’anticipo e richiamarli prima dello scontro >>, rispose la dea Atena.
<< In questo modo saranno riuniti qui al Santuario settantuno cavalieri e sacerdotesse, tra cavalieri d’oro, d’argento e di bronzo.
Sono stati naturalmente richiamati anche Seiya di Pegasus, Hyoga di Cygnus e Ikki di Phoenix, per darci manforte in battaglia.
C’è solo da sperare che nessun guerriero abbia incidenti durante il viaggio fino al Santuario, a causa di attacchi della dea Artemide >>, disse il gran sacerdote.
<< Noi cavalieri d’oro dovremo restare a guardia delle case zodiacali, vero? >>
<< Certo e mai come ora, dovrete tenere alta la guardia, Camus di Aquarius.
Le guerriere di Artemide, infatti, ci hanno già dimostrato che possono penetrare nel Santuario, senza che ce ne potessimo accorgere.
Inoltre, dovrete muovervi dalle vostre case, solo in casi eccezionali.
Infatti, non possiamo lasciare alcuna parte del Santuario scoperta, soprattutto nello stato di guerra in cui ci troviamo ora >>, disse il gran sacerdote.
<< Per evitare problemi nell’organizzazione della difesa, abbiamo deciso di dividere i cavalieri d’argento e di bronzo in gruppi di quattro o cinque ciascuno.
Voi cavalieri d’oro invece, sarete obbligati a difendere le vostre rispettive giorno e notte e vi sarà permesso lasciare la vostra casa solo dietro mio ordine o della dea Atena >>, continuò e terminò il gran sacerdote.
<< Prima di applicare tali provvedimenti a tutti voi cavalieri d’oro, c’è una cosa da fare.
Abbiamo bisogno che due cavalieri d’oro vadano a Delfi, per consultare la Pizia su quanto accadrà durante questa guerra sacra >>, disse la dea Atena.
<< Quella zona però è sotto la giurisdizione del dio Apollo >>.
<< Esatto, Mu di Aries.
Mio fratello Apollo però, non ci ha dichiarato guerra e, per ora, i territori da lui protetti costituiscono per noi e per Artemide una zona neutrale >>, disse la dea Atena.
<< Io mi offro volontario per la missione a Delfi.
Infatti, ai tempi della precedente guerra sacra contro la dea Artemide, fui io insieme a Degel di Aquarius, ad accompagnare Isabella, l’allora cavaliere d’argento di Cassandra, proprio a Delfi >>, disse il maestro Dokho di Libra.
Dopo di lui nessun altro si fece avanti e, passato un po’ di tempo, il sommo maestro, disse:
<< Se il gran sacerdote e la dea Atena non hanno problemi a riguardo, vorrei poter portare con me Milo, il cavaliere d’oro di Scorpio >>.
<< Se il custode dell’ottava casa, ha qualcosa da ridire rispetto alla proposta del maestro, parli pure >>, disse il gran sacerdote, guardandomi negli occhi.
Sinceramente al sentire la proposta del sommo maestro di andare con lui a Delfi, ero rimasto veramente senza parole, perché non me lo aspettavo…
Sentii chiaramente lo sguardo di tutti i presenti nella sala su di me…
Io però non feci trasparire nulla dal volto di ciò che pensavo dentro di me…
<< Accetto la missione >>, dissi con tono neutro, guardando il gran sacerdote.
<< Allora affido a voi due la missione a Delfi.
Partirete domani mattina alle otto e mezzo, per il Santuario.
Comunque mi aspetto che voi torniate entro sei giorni, con il responso oracolare della Pizia Francesca >>,  disse la dea Atena.
<< Certo, dea Atena >>, rispondemmo in contemporanea io e il sommo maestro alla dea.
<< Dichiaro sciolto a questo punto il Chrysos Synagein.
Ora fate pure ritorno alle vostre case e seguite le indicazioni che vi sono state date, cavalieri d’oro >>, disse il gran sacerdote.
Dopo esserci inchinati tutti davanti a lui e alla dea Atena, uscimmo dalla tredicesima casa.
Non avendo nessuna voglia di parlare con qualcuno, né di essere in qualche modo compatito, mi diressi da solo verso la mia casa.
Una volta giunto lì, mi sedetti sul divano della sala e iniziai a guardare il soffitto.
La mia armatura d’oro nel frattempo si era già sganciata del tutto dal mio corpo ed era andata a rimettersi insieme in un angolo, formando così la figura dello scorpione.
Osservandola, mi tornarono alla mente ricordi, risalenti al mio periodo di addestramento.
Il periodo che però che mi tornò in maniera più vivida, fu quello precedente il mio ritorno a Milos, quando mi addestravo al Santuario, con i miei futuri compagni di battaglie.
All’inizio di gennaio, tutti noi aspiranti cavalieri d’oro, fummo separati, per essere mandati, nei rispettivi luoghi d’addestramento.
Mu partì per lo Jamir, Shaka per l’India e Camus per la Siberia.
Solo Aiolia e Yume restarono al Santuario, per finire l’addestramento.
Io fui l’ultimo a partire, poiché la nave che mi avrebbe riportato a Milos, aveva avuto problemi di natura tecnica.
Insieme a Yume accompagnai Camus all’aeroporto, da dove sarebbe partito, per la Siberia.
Saga e Aiolos, infatti, ci avevano lasciato la giornata libera, proprio per quello.
<< Allora buona fortuna, amico mio.
Spero che ci rivedremo al più presto e che allora avremo entrambi conquistato l’armatura d’oro >>, dissi, sorridendo a Camus, quando ormai mancava pochissimo al suo imbarco.
<< Grazie Milo e ti auguro altrettanto >>, mi disse, stringendomi la mano.
Lui poi sorrise a Yume e disse:
<< Ti auguro la stessa cosa, Yume.
Ricordati però che quando tornerò al Santuario, dovremo riprendere le lezioni d’italiano >>.
<< Certo, Camus.
Comunque non penso che passerà molto tempo, prima che torniate come cavalieri d’oro >>, gli rispose Yume.
Dopo aver stretto la mano a entrambi, Camus salì sull’aereo.
Mentre io e Yume tornavamo al Santuario, non aprii bocca, perché ero triste, per la partenza di colui che consideravo il mio migliore amico.
Una volta all’interno del Santuario, fu Yume a parlare.
<< Come ho già detto a Camus, non passerà molto tempo prima che vi rivediate.
Quindi non essere triste, Milo >>, disse, abbracciandomi.
Io a quel gesto diventai rosso, come un peperone, in volto.
<>, le risposi, cercando di ricambiare l’abbraccio, nel modo meno impacciato possibile.
La settimana precedente la mia partenza passò in un baleno e, quasi senza rendermene conto, mi ritrovai sulla banchina del Pireo, pronto a salire sulla nave, che mi avrebbe riportato sulla mia isola natale di Milos.
In quella settimana però, avvennero fatti sconvolgenti: Saga scomparve nel nulla e Aiolos si macchiò di tradimento, uccidendo la dea Atena neonata.
Mi ricordo ancora come se fosse ieri, la tristezza di Yume, per la scomparsa del suo amato maestro e mentore e il dolore di Aiolia, per il tradimento e la perdita di Aiolos.
Fu Yume ad accompagnarmi al Pireo, poiché Aiolia dal giorno in cui Aiolos era stato ritenuto un traditore, non lo avevo più visto in giro.
<< Buon viaggio Milo e buon addestramento >>, disse Yume.
<< Grazie, amica mia.
Ti prometto che, quando tornerò, avrò conquistato l’armatura d’oro di Scorpio.
Inoltre sono certo che tu diventerai un grande cavaliere d’argento >>.
<< Grazie Milo e arrivederci, a quando saremo veri cavalieri della dea Atena >>, mi disse, accarezzandomi una guancia, per trasmettermi forza.
Io allora la abbracciai forte forte e lei ricambiò l’abbraccio con la stessa forza.
Quando sciogliemmo l’abbraccio, guardai un’ultima volta Yume e, dopo aver ripreso la mia sacca da viaggio, salii sulla passerella della nave.
Poco dopo la nave salpò e vidi Yume restare lì sulla banchina, a guardare la nave che si allontanava dal porto.
Dopo circa quattro ore di navigazione, scorsi finalmente in lontananza le luci di Adamas, la mia città natale e porto principale dell’isola.
Sapevo bene però, che non appena fossi sceso dalla nave, che mi aveva riportato nella mia isola natale, avrei dovuto iniziare un allenamento molto duro e crudele.
Tornato alla realtà, ricominciai a osservare il soffitto della stanza.
Dopo un po’ sentii il cosmo dei miei compagni, che risiedevano nelle case sotto la mia, passare attraverso l’ottava casa.
Avendoli riconosciuti, non mi feci neppure vedere e preferii piuttosto, alzarmi e prendere un libro qualsiasi da leggere, per distrarmi.
<< Sei veramente messo male, per startene qui rintanato a leggere, quando fuori c’è un sole che brilla luminoso, accompagnato da una leggera brezza primaverile, Milo >>.
<< Cosa vi porta qui, sommo maestro di Libra? >>
<< Volevo fare due chiacchiere con te.
Oppure la mia presenza non ti è gradita? >>, disse, osservandomi con sguardo interrogativo.
<< La vostra presenza non mi è certo sgradita, sommo maestro.
Scusate la mia scarsa ospitalità, ma questi ultimi giorni non sono stati facili.
Potete comunque sedervi, così starete più comodo >>, dissi e dopo essermi alzato dal divano, mi sedetti su una delle sedie, vicino al tavolo e il sommo maestro m’imitò subito.
<< Di che cosa volevate parlare con me, sommo maestro? >>
<< Volevo sapere come stai, dopo ciò che è accaduto ieri >>.
<< A livello sentimentale e di uomo sono distrutto, ma la mia parte razionale di cavaliere d’oro di Scorpio, fedele alla dea Atena, è rimasta intaccata da quanto è successo >>.
<< Capisco, anche se solo in parte, ciò che provi, Milo.
Devi credere però con tutto stesso, che tu riuscirai a riportare Yume indietro, da te >>.
<< Posso chiedervi una cosa però, sommo maestro? >>
<< Chiedi pure, senza problemi >>.
<< Potete dirmi qualcosa, a riguardo di Isabella, il precedente cavaliere d’argento di Cassandra? >>, gli chiesi, curioso di sapere qualcosa, rispetto all’antenata di Yume.
<< Era discendente di una nobile famiglia italiana, che però era stata quasi del tutto decimata da un’epidemia di colera, quando lei era molto piccola.
Isabella fu portata qui al Santuario, per addestrarsi, già all’età di sei anni.
La trovò Aspros di Gemini, che ne fu anche il maestro, finché poté.
Isabella era una ragazza coraggiosa e molto altruista ed è stata un modello per molti saint.
Era buona e gentile con gli amici, per quanto era fredda e letale con i nemici.
Io la vidi combattere con i miei occhi prima con i seguaci di Artemide e poi con quelli di Hades, e ti dico solo questo: non avrei mai voluto essere un suo nemico.
Era anche una ragazza che amava molto i libri e la cultura in generale, tanto da meritarsi il rispetto di Degel di Aquarius, ritenuto il cavaliere più intelligente del Santuario, all’epoca.
Come certo saprai, ella fu la compagna e sposa di Cardia di Scorpio >>.
<< Anche lei fu allieva del cavaliere d’oro di Gemini?
Queste coincidenze, a volte, sono davvero pazzesche.
Isabella però sopravvisse alla guerra sacra contro Hades o no? >>
<< Sì, ella sopravvisse, per miracolo, oserei dire.
Infatti, quando ella sentì il cosmo di Cardia spegnersi del tutto, rischiò di morire dal dolore.
Per fortuna, non successe nulla neppure al bambino, che portava in grembo >>.
<< Era incinta, quando Cardia morì, in battaglia? >>
<< Sì e poiché non se la sentiva di restare al Santuario, lo stesso giorno in cui io partii per i cinque picchi, lei tornò da suo fratello in Italia.
A quanto ne so, ella non sopravvisse molti anni a Cardia, infatti, il suo fisico troppo provato dalle numerose forti emozioni e battaglie, ad un certo punto cedette.
Morì di tubercolosi e lasciò sua figlia completamente orfana, a soli tre anni e mezzo >>.
<< Quindi, anche a Yume, potrebbe accadere la stessa cosa? >>
<< Potrebbe, ma non è una cosa certa.
Potrebbe anche darsi che Yume viva una lunga vita, differentemente da Isabella >>.
<< Avete ragione, maestro.
Nulla è ancora definitivo e quindi tutto può cambiare >>.
<< Comunque tu continua a credere in Yume e nella forza del suo amore per te.
Ricordati di non perdere mai la speranza, perché altrimenti sarebbe la fine >>.
<< Lo farò certamente, sommo maestro >>, gli risposi, sorridendo.
<< Ora torno alla mia casa e ti auguro un buon pomeriggio >>, disse il maestro, alzandosi.
<< Le auguro altrettanto e grazie per la chiacchierata, sommo maestro >>.
<< Non è stato niente di che e poi se posso essere d’aiuto, lo faccio volentieri >>.
Dopo che il sommo maestro se ne andò, presi dei libri dalla libreria e iniziai a leggere.
Finito il pranzo, tirai fuori una borsa da viaggio, nella quale mettere gli abiti di ricambio.
Mentre mettevo dentro i ricambi, accesi lo stereo, per distrarmi con un po’ di musica.
Terminata la sacca, la misi accanto al contenitore della mia armatura, così da non dimenticarla il giorno seguente.
Il pomeriggio passò molto velocemente e andai a dormire molto presto.
Durante la notte feci dei sogni molto confusi e strani.
A un certo punto però il sogno cambiò e mi ritrovai all’interno della mia casa.
Spinto, da non so quale forza, arrivai di fronte alla porta, che conduceva a luoghi ormai abbandonati della casa, da me presieduta.
Aperta quella vecchia porta, percorsi un lungo corridoio, dove si affacciavano molte porte chiuse, che conducevano a luoghi a me sconosciuti.
Se mai tu entrassi nella parte chiusa dell’ottava casa, ricordati di essere prudente, mi aveva detto ai tempi dell’addestramento il mio maestro Chrestos.
A quanto si diceva in giro per il Santuario, infatti, quella parte era chiusa da moltissimo tempo, a causa della presenza degli spiriti, che lì vagavano.
Io non mi ero interessato a quella parte della mia casa, poiché mi trovavo bene dove stavo.
A un certo punto si aprì una porta sulla sinistra ed entrai.
Mi ritrovai così in una stanza, che assomigliava a un’antica palestra, infatti, si vedevano antichi pesi e altri strumenti, per aumentare la resistenza fisica.
Rimasi senza parole, sinceramente non mi aspettavo di ritrovarmi in una stanza simile.
A un certo punto, comparve una luce dorata, dalla quale uscì un uomo.
Guardandolo poi bene però, vidi che quell’uomo era identico a me.
<< E tu chi saresti? >>, dissi, guardandolo.
<< Possibile che tu non mi riconosca?
Sono Endimione, in altre parole la tua incarnazione dell’era mitologica >>, rispose con tutta calma.
<< Come puoi essere qui, Endimione?
Tu dovresti essere morto da molto tempo ormai >>.
<< Sono morto da molto tempo, ma vivo sempre in te.
Infatti, non sei solo il mio discendente, ma anche la mia reincarnazione in quest’epoca.
Esattamente come lo è Yume della mia amata Cassandra >>.
<< D’accordo però, perché ti sei mostrato solo ora? >>
<< Perché devo metterti in guardia, rispetto a ciò che rappresenterà questa guerra, per tutti noi >>, disse con tono autoritario e severo.
<< Parla pure, ti ascolto >>, gli risposi curioso di sapere ciò che doveva dirmi.
<< Come ben sai la maledizione colpisce, a ogni reincarnazione sia noi sia le reincarnazioni di Cassandra, a turno.
In questo secolo però i fatti si sono svolti in maniera molto diversa dal solito: ad esempio avete combattuto la guerra sacra contro Hades, prima di quella contro Artemide.
Inoltre sei stato richiamato dall’Ade dalla dea Atena insieme ai tuoi compagni, fatto mai avvenuto in passato, neppure in epoca mitologica.
E come se non bastasse, Yume ora è prigioniera della dea Artemide >>.
<< Vuoi dire, che in quest’epoca potrebbe succedere qualcosa di diverso? >>
<< Potrebbe anche accadere ciò che nessuno si aspetterebbe >>.
<< Qualcosa che nessuno si aspetterebbe?
Che cosa vuoi dire con questo e poi sai qualcosa sul come sciogliere la maledizione?
Qualunque cosa sia dimmela, perché sono pronto a tutto, per spezzarla >>, chiesi, deciso.
<< Mi spiace, ma non posso dirtelo, perché interferirei troppo, con ciò che sarà.
Prima di andarmene però, ti devo dire una cosa molto importante >>.
<< Che cosa, Endimione? >>
<< Solo quando avrai piena coscienza di ciò che sei, riuscirai a salvare te e Yume.
A questo proposito la visita al Santuario di Delfi, ti aiuterà, o almeno lo spero... >>
<< Coscienza di me stesso? >>, chiesi, confuso.
<< Lo capirai, quando sarà giunto il momento.
Ora è tempo, per me, di andare via >>.
Mentre parlava, fu avvolto dalla stessa luce di prima e scomparve, senza lasciare traccia.
Il sogno terminò lì e mi svegliai di soprassalto.
Rimasi fermo a fissare il muro davanti a me, per un po’, prima di riprendermi da ciò, che avevo visto in quello strano sogno.
Vidi sulla sveglia che erano le cinque del mattino e allora mi alzai.
Uscendo dalla mia camera, il mio sguardo cadde, sulla porta che avevo attraversato in sogno e che, nonostante fosse solitamente chiusa, ora era aperta.
Mi avvicinai dunque curioso, per quel fatto così strano...
Oltrepassata la porta, mi trovai nel corridoio visto in sogno...
Com’è possibile, che nonostante io non sia mai stato qui, abbia sognato questo posto?
Questa e altre domande continuavano a girarmi nella testa, senza però trovare risposta.
Arrivato alla porta, che avevo attraversato, la aprii e dentro vi trovai, oltre a una grandissima quantità di polvere, ciò che avevo visto in sogno.
Lasciai stare però quella stanza e tornai nei miei alloggi abituali.
Dopo essermi fatto la doccia, aprii l’armadio e guardai cosa potermi mettere addosso.
Era meglio scegliere qualcosa che non desse nell’occhio, mentre ci dirigevamo a Delfi.
Optai alla fine per una maglia blu con sopra uno scorpione nero e un paio di jeans, abbinati a delle scarpe da ginnastica blu.
Rivestitomi della mia armatura dorata, presi la borsa da viaggio e uscii dalla mia casa.
Attraversai molto velocemente le case precedenti le mie e, come fui alle pendici del Santuario, trovai ad aspettarmi il sommo maestro di Libra e il gran sacerdote.
<< Ora che ci siete entrambi, vi auguro buona fortuna, per la missione.
Come già detto, dovrete tornare, al massimo entro sei giorni >>.
<< Certo, gran sacerdote >>, dicemmo in contemporanea.
<< Purtroppo sarebbe un pericolo, lasciare sfornito più a lungo il Santuario di due valorosi cavalieri d’oro >>, disse con tono grave.
Dopo averlo salutato con un inchino, io e il maestro ci avviammo, alla velocità della luce, al Santuario di Delfi.
Pochi minuti dopo, ci fermammo davanti alle rovine archeologiche, del santuario di Delfi.
Era un posto veramente stupendo, che emanava una fortissima energia.
Era circondato da tutti i lati da alte montagne, coperte da una vegetazione molto rigogliosa.
Mentre mi guardavo intorno, mi resi conto di quanta pace ci fosse in quel luogo e del perché quello fosse un luogo sacro, fin dall’epoca mitologica.
Ci incamminammo lungo la salita, che portava ai resti dell’antico oracolo.
Lì trovammo un guerriero, che per i simboli che recavano la sua armatura, era identificabile come guerriero del dio Apollo.
Aveva capelli dorati, occhi azzurri e un fisico allenato, messo in risalto dalla sua armatura.
<< Io sono Andre di Febo, uno dei primi guerrieri del dio Apollo e custode del Santuario oracolare di Delfi.
Chi siete e che cosa vi porta qui, cavalieri di Atena? >>, disse quel ragazzo, osservandoci.
<< Io sono Dokho, cavaliere d’oro di Libra e lui è Milo, cavaliere d’oro di Scorpio.
Siamo venuti qui, per avere un responso oracolare dalla Pizia >>, rispose il sommo maestro.
<< Capisco, allora potete passare.
La somma Pizia non rifiuta un responso oracolare a nessuno, neppure in tempo di guerra.
Oltrepassate il tempio e, dopo aver passato quella pianta di alloro, vi ritroverete davanti il Santuario di Delfi, con i suoi edifici e la grotta oracolare >>.
<< D’accordo e grazie per le indicazioni, guerriero di Febo >>, rispose il sommo maestro.
Come lui si fece da parte, lasciandoci il passaggio libero, lo oltrepassammo e, non appena la pianta di alloro fu dietro di noi, ci ritrovammo davanti il Santuario di Delfi.
Era grande quanto quello della dea Artemide: davanti a noi si trovava un palazzo greco in stile molto antico con addirittura in cima un piano ricoperto completamente dalla chioma di alcuni alberi; sul lato destro si vedevano un’arena e un campo di addestramento, entrambi grandissimi e con guerrieri in pieno allenamento; su quello sinistro invece si apriva un tempio con colonne altissime e di grande estensione, dedicato al dio Apollo.
<< Dobbiamo andare direttamente al tempio, per parlare con la Pizia Francesca >>, disse il maestro, strappandomi così ai miei ragionamenti mentali e riportandomi alla realtà.
<< D’accordo, sommo maestro >>, gli risposi e lo seguii nel tempio.
Entrammo così dentro al tempio, dirigendoci verso quello che doveva essere il luogo più importante di quel tempio, ovvero il naos.
Quel luogo sinceramente era molto strano, poiché si sentiva un’energia potentissima permeare tutto l’interno del tempio.
Mentre avanzavamo, si accesero all’improvviso le torce intorno a noi, illuminandoci così la strada, da seguire verso la Pizia.
Dopo aver camminato per almeno dieci minuti buoni, potei scorgere due troni posati su un piedistallo, allo stesso livello: uno dorato ed uno di colore leggermente bluastro.
Grazie alle luci delle torce, riuscii a vedere una figura femminile seduta sul trono bluastro, il trono dorato invece era vuoto.
<< Vi aspettavo, cavalieri di Atena .
Benvenuti al Santuario di Delfi >>, disse la donna, seduta sul trono.
<< Non ci aspettavamo di meno da colei che predice il futuro, per il dio Apollo.
E ci scusiamo di non aver mandato un messaggero, ad annunciare il nostro arrivo, ma come saprete, la nostra situazione attuale non è delle migliori >>, disse il sommo maestro.
<< Non preoccupatevi di ciò, cavaliere d’oro di Libra.
Siete venuti qui, tu e il cavaliere d’oro di Scorpio, per un mio responso oracolare e allora data l’importante situazione, verrete con me nella grotta oracolare >>, disse, alzandosi.
Come si alzò, essendo illuminata completamente dalle torce, riuscii a vedere finalmente che aspetto avesse: aveva lunghi capelli blu- violetti e occhi di colore viola chiaro.
Il suo aspetto era di una ragazza di vent’anni, ma i suoi occhi avevano uno sguardo molto profondo e saggio, come se ella vivesse dalla notte dei tempi...
Come i nostri occhi s’incrociarono, sentii una stretta al cuore, che non so motivare...
Era come se io l’avessi già conosciuta quella persona, prima di allora...
Era un sentimento diverso però da quello che provavo, per Yume...
Che cosa vorrà dire ciò?,  mi chiesi tra me e me.
<< Ora andiamo e statemi molto vicino.
I luoghi di comunicazione con gli spiriti dei morti sono pericolosi, per chi non li conosce molto bene, come me.
Se vi perdeste, infatti, rischiereste di non tornare più >>, disse la Pizia con tono grave.
Ci condusse nella parte posteriore del tempio, dove si apriva una voragine oscura.
La Pizia prese una torcia, per illuminare il cammino ed entrammo.
Mi aspettavo di trovarmi davanti l’inferno, come lo avevo viso durante la guerra sacra contro Ade, ma mi ritrovai davanti una landa desolata, popolata da innumerevoli ombre.
Le ombre si muovevano in gruppo e avevano ancora un aspetto umano.
Quando si accorsero di noi, esse vennero in maggioranza verso di noi.
La Pizia però le allontanò, mostrando uno scettro molto simile a quello della dea Atena e incoronato d’alloro, in altre parole la pianta simbolo del dio Apollo.
Tra quelle anime che si spostarono, solo tre di loro ci vennero in contro.
Quando le vidi, rimasi sconvolto, poiché tutte e tre erano sosia di Yume.
Vidi il sommo maestro stringere i pugni, guardando la ragazza in centro, mentre la Pizia non ebbe alcuna reazione, alla loro improvvisa apparizione.
Io guardai ognuna di loro e sinceramente sentii di conoscerle tutte molto bene ...
<< Non pensavo che ti avrei rivista in questo luogo, dopo tutti questi anni, Isabella >>, disse il maestro, guardando l’anima al centro del gruppo.
A quel nome mi venne un colpo.
Quella allora era la precedente reincarnazione di Yume nel 1700?, mi chiesi tra me e me.
<< Nemmeno io, amico mio.
L’ultima volta che ti sentii vicino a me, fu quando accompagnasti la mia anima, verso l’al di là, grazie al tuo cosmo >>, disse Isabella, avvicinandosi a lui.
<< Era il minimo che potessi fare per te, che eri stata una mia grande amica e compagna di battaglia >>, disse il sommo maestro, guardandola intensamente.
Isabella si avvicinò di più e notai, come fosse identica a Yume sotto qualunque punto di vista, eccezione fatta per i capelli che erano più corti di quelli di Yume e per i suoi abiti.
<< Tu sei la reincarnazione di Stephanas? >>, sentii dire dall’anima alla destra di Isabella.
<< Chi è Stephanas e tu chi sei? >>, gli risposi, con sguardo interrogativo.
<< Io sono Bianca, il cavaliere d’argento di Cassandra del 1500.
Possibile che tu non mi riconosca? >>, disse l’anima, con fare addolorato.
<< Mi spiace, ma io differentemente da Yume, non ho risvegliato i miei antichi ricordi >>.
<< Lascialo perdere, Bianca.
Avendo egli ancora il sigillo sui suoi antichi ricordi, non può ricordare né me, né te o altre di noi >>, disse l’altra anima, che fino ad allora aveva fissato la Pizia.
<< Cassandra purtroppo ha ragione, finché non toglierai, da solo, il sigillo della dea Artemide, non potrai fare nulla, per salvare Yume >>, disse Isabella, venendomi vicino.
<< Tu sei Cassandra, allora?
Colei dalla quale Yume discende direttamente ed ha ereditato la maledizione >>, dissi, guardandola, sconvolto, nel vederla lì.
<< Esatto, Milo cavaliere d’oro di Scorpio.
Sono proprio io, anche se tu differentemente da Yume, non ricordi nulla di me >>.
<< Hai parlato di un sigillo sui miei ricordi prima, a cosa ti riferivi? >>
<< Artemide, quando scagliò la maledizione su me e Endimione, decise che ogni volta alla nostra rinascita in una nuova epoca, le mie reincarnazioni ricordassero le vite passate, quelle di Endimione invece avrebbero dovuto riacquistare i ricordi in altro modo >>.
<< Perché devo riportare alla mente i ricordi delle mie vite passate?
Per quale ragione sono così importanti, per me e Yume? >>, chiesi a Cassandra.
<< Non possiamo dirtelo, altrimenti altererei il futuro.
Ti consiglio però, di guardare dentro di te e di cercare la soluzione, altrimenti per risvegliarti, dovrei fare ciò che più temi >>, disse Bianca, con sguardo triste.
<< Ciò che più temo? >>, chiesi, ma non ottenni risposta.
Ad un certo punto la Pizia si avvicinò a Cassandra, ma quest’ultima cambiò aspetto.
Il suo corpo non visibile in precedenza, ora apparve rivestito di un antico peplo ionico.
Mentre Isabella e Bianca avevano qualcosa di diverso da Yume, Cassandra invece era identica a lei in tutto e per tutto, anche nello sguardo spiritato, che ora aveva rivolto a me.
<< Solo quando la cerva e la civetta torneranno a ricordare ciò che furono al tempo della loro creazione, allora la guerra finirà, per sempre.
La battaglia finale chiederà il sacrificio più grande, alla guerriera più antica.
L’amore antico verrà salvato, ma difficilmente tornerà a splendere.
Ciò che era stato diviso tornerà unito, per sempre >>, disse Cassandra.
Quella era una vera e propria profezia...
Quale significato celavano però le sue parole?
Non so il perché, ma mi sentii mancare, all’improvviso, le forze e persi i sensi.
 
Nota dell'autrice: spero vi piaccia questo capitolo, ma vi avverto che non so quando posterò il terzo.
Quest'estate nemmeno a farlo apposta sono piena di impegni, ma spero di postarvi il dodicesimo capitolo a fine agosto.
Ciao e alla prossima,
Lilith
 
  
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