27/07/2013
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Chapter 6
Sdraiato sul letto con le braccia incrociate dietro il capo Harry rifletteva su ciò che era successo poco prima. Perché era scappato via così?, si chiese. Cosa aveva fatto di sbagliato? Eppure pensava di piacergli, sembrava che quel bacio lo volesse anche lui. Cercava una risposta sperando che il soffitto fosse in grado di dargliene una continuando a guardarlo disperatamente. Zayn avrebbe potuto dargliela ma non poteva chiedergliene senza dovergli spiegare tutto. Poi si ricordò che aveva abbandonato il suo migliore amico quella sera. Fremeva dalla voglia di chiamarlo ma aveva paura di come avrebbe reagito. Era sicuramente offeso e arrabbiato, dopotutto non si era mai rifiutato di andarci e Zayn non c’era mai andato senza di lui. Chi aveva fermato il suo crollo quella volta? Un macigno sembrava essersi formato nel petto di Harry, un macigno di sensi di colpa che gli impediva di respirare.
Voleva scusarsi, doveva scusarsi. Aspettare al giorno dopo non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose. Ma Zayn non rispondeva, guardava il nome che lampeggiava nella schermata del cellulare e tutto ciò che avrebbe voluto fare era scagliarlo contro il muro e vederlo andare in mille pezzi sperando che succedesse anche ad Harry. Non c’era stato per lui prima perché ora avrebbe dovuto rispondere? Quando il cellulare smise di vibrare nella sua mano si chiese come mai lo stesse chiamando. Per scusarsi? Troppo tardi. Eppure gli mancava, quel suo abbraccio gli era mancato come ossigeno nei polmoni.
Harry sbuffò quando dal telefono echeggiò la voce della segreteria telefonica, in quel momento si dimenticò tutto il discorso che si era preparato precedentemente decidendo di non lasciare nessun messaggio, infelice di doversi scusare l’indomani.
Le forze per alzarsi dal letto il giorno seguente erano inesistenti, spense la sveglia tre volte prima che la madre dovette invadere il suo territorio e sbatterlo giù con la forza. Saltò la colazione in quanto era in largo ritardo. Aveva l’intenzione di saltare la scuola, non voleva affrontare Zayn e non voleva neanche vedere Louis.
Entrò in classe quando tutti erano già seduti e nel vivo della lezione.
-Scusi- disse a Louis senza guardarlo in faccia, lui fece lo stesso. Non sapeva perché era scappato via così come un bambino di fronte a un clown. Forse aveva avuto paura. Non ne aveva neanche parlato con Eleanor perché non avrebbe saputo come spiegarle quel che era successo. Harry si sedette accanto a Zayn che, con la testa china, non aveva risposto al suo saluto.
-Com’è andata ieri?- nessuna risposta, solo un forte sospiro.
-Senti, Zayn. Mi dispiace, sono stato uno stupido- cercò di prendere la sua mano ma la spostò subito. -Forse non dovresti scusarti solo con me- sentire la sua voce fu un sollievo.
-Ti prometto che la prossima volta verrò e chiederò scusa anche a lei- nel mentre che Zayn si girava a guardare l’amico –Malik! Styles!- disse con voce ferma Louis guardando solo il moro.
La lezione finì, Harry non ne aveva ascoltato neanche un secondo poiché tornò a rimuginare sul giorno prima. Sperava di colmare i suoi dubbi parlandone con Louis ma non voleva essere lui a rivolgergli la parola per primo. Bambino, si disse mentalmente.
-Harry- lo chiamò Louis mentre si avviava verso l’uscita. Si girò e lo guardò deciso negli occhi.
-Mi dispiace per ieri- si guardò intorno per assicurarsi che nessuno stesse ad origliare la loro conversazione.
-Pensavo lo volessi anche tu- Louis riusciva a percepire la delusione negli occhi del ragazzo davanti a sé.
-E lo volevo. Lo voglio anche ora a dirla tutta-
-Allora perché..-
-Ho avuto paura- lo interruppe Louis –sei un mio alunno, io sono il tuo insegnante..mi dispiace- continuò poi.
-Dispiace anche a me- disse Harry per poi raggiungere l’amico in corridoio che parlava con altri giocatori della squadra.
-Non ci sono allenamenti questo pomeriggio, la moglie del coach ha appena partorito- disse il biondino dagli occhi blu. Dimenticava sempre come si chiamava, troppo abituato a chiamarlo per cognome.
-Sai quando saranno i prossimi, Horan?- chiese Harry infiltrandosi nella conversazione. Quando fu lasciato solo con Zayn gli propose di saltare le prossime ore e di andarsi a prendere una birra, Zayn accettò.
Nel tragitto verso il loro luogo d’incontro gli chiese scusa un altro centinaio di volte.
-Se proprio vuoi essere perdonato devi darmi quell’abbraccio- Harry lo strinse forte a sé sentendo il suo respiro sul collo, un tempo sarebbe rabbrividito.
-Ora staccati o ci prenderanno per gay- esordì Zayn rompendo l’armonia di quell’abbraccio.
-La mamma continua a pensare che tu sia il mio ragazzo- -Non c’è da biasimarla se mi vuole come genero- tempo fa lo desiderava tanto anche lui.
Due birre dopo il cellulare di Harry vibrò nel bancone del bar.
17:00 Biblioteca. Incontriamoci lì.
Numero sconosciuto. Capì subito di chi si trattava, però. Sorrise fra sé.
-Chi è?- chiese curioso il moro.
-Mia madre, dice che mi ha lasciato la cena nel forno- mentì spudoratamente il riccio.
Alle 17:02 Harry salutava l’anziana bibliotecaria all’entrata della biblioteca e si avvio verso il tavolo del giorno precedente, il più nascosto di tutti. Louis lo aspettava poggiato al bordo del tavolo scuro con le braccia incrociate. S’incontrarono a metà strada fra il tavolo e la libreria più vicina. Louis si alzò sulle punte e, poggiando una mano sulla guancia di Harry, lo baciò dolcemente sulle labbra.
-Ciao- disse.
-Ciao- rispose Harry con un soffio.
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Yay, sono finalmente riuscita a scriverlo.
Sinceramente non ho molto da dire su questo capitolo visto che è solo di mezzo, non c'è niente di sconvolgente apparte in bacio finale.