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Autore: evilqueen82    29/07/2013    1 recensioni
Sara Alyson Angels e Amanda Melody Rubens frequentano il penultimo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
La prima risiede nei Corvonero, è intelligente e studiosa , l'altra invece è una tassorosso impulsiva e un po' pasticciona.
Sarah pensa allo studio e finisce per una serie di rocambolesche circostanze nel mirino dell'interesse di Malfoy: il giovane Serpeverde che lei detesta non troppo cordialmente.
Mandy invece è innamorata senza speranza di Harry Potter che, tuttavia, sembra completamente ignorarne persino l'esistenza..
Tra complotti, bugie, incantesimi e gravi pericoli ,le vite dei quattro stanno per cambiare indissolubilmente e legarsi e cambiare per sempre.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Luglio 1997 – Maggio 1998

Dalla ricerca degli Horcrux verso la battaglia

finale.


(Pov Harry) Per quanto avesse voluto non avevano potuto intraprendere subito il suo viaggio e quel giorno avrebbe assistito al matrimonio tra Bill e Fleur.

Sospirò impercettibilmente, rigirando tra le dita il medaglione di Serpeverde e rilesse un’ennesima volta lo scritto di quel famoso RAB.

Mi chiudi la zip?”.

Si riscosse quando sentì quella voce familiare e si voltò scorgendo la schiena nuda di Ginny Weasley in chiara attesa lui l’aiutasse.

Rimise in fretta il medaglione in tasca e le si avvicinò e, stando attento a non sfiorarne la pelle così sfacciatamente esposta al suo sguardo, le sollevò delicatamente la zip.

Sembra una sciocchezza un matrimonio, in questa situazione”. La sentì sussurrare.
“Non per due che sono innamorati come loro”. Rispose e la vide voltarsi in sua direzione: lo sguardo lucido di chi spera di aver compreso il messaggio sottinteso.

Scosse fermamente il capo.

Non io Ginny… e prima lo avrai capito, prima riuscirai ad essere felice con qualcuno a cui interessi”.

La guardò dritto negli occhi ma si voltò dopo aver pronunciato quelle parole e uscì di casa per aiutare all’allestimento del tendone.

Aveva un vago ricordo della cerimonia, interrotta dall’arrivo del Patronus di Kingsley e l’incursione dei Mangiamorte.

Lui, Hermione e Ron si ritrovarono nella Londra babbana e trascorsero la notte a Grimmauld Place.

Lì scoprirono l’identità del misterioso “RAB” e lì escogitarono il piano che permise loro di entrare in possesso del vero medaglione che Mundungus aveva rubato da quella stessa casa e costretto a cedere a Dolores Umbridge.

 

(Pov Sara)

Si trattava dell’ultimo anno a Hogwarts ma, già sul treno, l’atmosfera tetra era davvero senza precedenti.

Anche il viaggio lo fu: circa a metà percorso il treno fu fatto deviare e frenare dai Mangiamorte che frugarono tra i vagoni alla ricerca di Harry Potter.

Lui non era tornato a scuola quell’anno.

Sospirai e osservai ancora una volta Amanda: non era stato facile per lei convincere i genitori e parenti di origine babbana a farla tornare a scuola, ed era spesso oggetto di battute da parte degli insegnanti Mangiamorte, nonché Tiger e Goyle che erano particolarmente versatili in materia.

Chi mi aveva sorpreso, era invece Draco Malfoy.

Malgrado Severus Piton fosse il nuovo preside e lui recasse sul braccio quel segno di riconoscimento tra i maghi oscuri, sembrava il fantasma di se stesso.
Guardandolo adesso: sempre silenzioso e solitario, mi era quasi impossibile riconoscere in lui quel ragazzo che appena un anno prima mi stava orchestrando una corte spietata.

Adesso il pensiero di quei regali, di quei dialoghi e persino di quei due baci che mi aveva rubato sembravano lontani, quasi blasfemi.

Mi riscossi dalle mie riflessioni e mestamente, con la mia amica, ci dirigemmo a lezione di quelle che ormai erano definite Arti Oscure.

Osservavo con ripugnanza l’insegnante che voleva indurci a compiere incantesimi illegali e torturatori ma ogni volta che ci eravamo rifiutate, Piton ci aveva costrette – insieme ad altri pochi alunni tra cui Neville Paciock – a ronde notturne nella foresta proibita, assieme a Hagrid.

Osservavo ogni notte il cielo dalla mia torre: persino le stelle sembravano più opache del solito e mi domandai cosa ne sarebbe stato di noi.

Cercavamo continuamente notizie sul giornale ma erano tutte contraddittorie e senz’altro filtrate per volere di Lord Voldemort perché non fossimo davvero consapevoli di cosa ci stava accadendo intorno.

Finirà mai tutto questo?

Mi domandai anche quella notte.

Anche quella notte, non seppi darmi una risposta.


(Pov Amanda)

Credevo che non sarei più tornata a Hogwarts dopo ciò che era successo quella terribile mattina in cui venni umiliata davanti a tutta la scuola.
Quando il perfido Draco Malfoy aveva rivelato a Harry Potter che ero la sua ammiratrice segreta.
Lui si era voltato a guardarmi: nel suo sguardo avevo letto l’incredulità ed ero fuggita con l’intenzione di non tornare mai più.
Ma il destino era in agguato e dopo diverse ore dalla mia fuga venni raggiunta dalla terribile notizia della morte del nostro amato preside: Albus Silente.
Quel avvenimento cosi tragico cambiò per sempre il mio destino e quello di tutti.
Il giorno dopo andai al funerale e lì rincontrai Sarah .
Ci stringemmo in un abbraccio che tacitamente ci riappacificò.
Vidi anche Harry ma non osai avvinarmi e nemmeno guardarlo.
Qualche giorno più tardi scoprii che era partito in missione con i suoi inseparabili amici: Ron e Hermione e che a Settembre non sarebbe tornato a scuola.
Io invece ci tornai, nonostante il parere contrario dei miei genitori e parenti che temevano il pericolo, volli comunque tornare a Hogwarts.
Fu davvero terribile quell’ultimo anno specialmente per me.
Avere Piton come Preside e i Mangiamorte come professori .
Subire continue vessazioni da parte di Tiger, Goyle e Pansy Parkinson.
Ma la cosa peggior e .
Ciò che davvero mi struggeva era il fatto di non vedere più Harry Potter.
Non sapere dove si trovasse .
Non avere suo notizie.
Era vivo , era morto?
Chi sapeva?
L’angoscia per la mancanza di queste informazioni era tale da lasciarmi indifferente a tutto il resto.


(Pov Draco)

Dopo la morte di Silente molte cose erano cambiate.
Il ministero della magia era caduto e Voldemort era l’assoluto padrone del mondo magico.
Harry Potter l’unico che potesse fermarlo era scomparso.
In tutto il regno i manifesti con la sua taglia: diecimila galeoni .
Tanto valeva la sua cattura.
L’indesiderabile numero uno: questo ormai il suo soprannome.
Io invece avevo realizzato il mio desiderio: essere un Mangiamorte.
Servire il mago più oscuro di tutti i tempi.
Era ciò che aveva sempre fatto mio padre che anche in quell’occasione si rivelo un fedele servitore offrendogli la nostra casa come base operativa.
Tuttavia mi domandavo se tutto ciò fosse giusto.
A Hogwarts le cose andavano male.
Piton era il nuovo preside e noi Mangiamorte dettavamo legge per la scuola.
Gli altri studenti mi odiavano.
Leggevo nei loro occhi il timore e il disprezzo che nutrivano per me.
Avrei potuto approfittare di quella situazione per spadroneggiare.
Nessuno avrebbe potuto fermarmi.
Avrei potuto prendere la Angels… prenderla con la forza.
Tuttavia non lo feci.
In realtà non osai neanche guardarla negli occhi per tutto l’anno.
Non dopo quello che le avevo fatto.
Non dopo ciò che ero diventato.


 

 (Pov Harry)

Osservò l’orizzonte di fronte a sé e i ricordi di quel lungo viaggio sarebbero stati meglio raccontati dalle abrasioni sul corpo.

Avevano affrontato mille difficoltà durante quel viaggio che sembrava anche un modo per riscoprire se stessi e così fu per Ron che dapprima si allontanò e poi tornò, spinto dal suo amore per Hermione e la lealtà per Harry.

Furono quei sentimenti che gli fecero affrontare le sue paure e sofferenze taciute (il timore Hermione non ricambiasse il suo amore, il pensiero di essere un figlio non desiderato) e distruggere il primo Horcrux.

Il diario, l’anello e il medaglione ma quali altri ancora?

Silente gli aveva mostrato i ricordi di Tom Riddle e il suo amore per Hogwarts, l’unico posto in cui si fosse sentito a casa.

Dunque aveva trovato un Horcrux di Serpeverde e nel ricordo aveva visto la coppa di Tassorosso e se ci fosse stato anche un oggetto legato a quella di Corvonero?

Avrebbe scommesso che si trattava così.

Dobbiamo andare a Hogwarts… anche lui è diretto là, vuole la bacchetta di Silente”.

Era stata tutta una sequenza rapida di eventi: il loro abile quanto pericoloso piano per impadronirsi della Coppa di Tassorosso, e il viaggio verso Hogwarts per trovare una reliquia legata a Corvonero.
Con l’intervento insperato di Aberforth riuscirono a penetrare nella scuola senza essere visti e dopo uno scontro nella Sala comune di Corvonero.
Solo dopo aver parlato con la Dama Grigia scoprì che il diadema era stato da lei rubato, figlia della fondatrice, e nascosto nella Stanza delle Necessità.

Ricongiuntosi coi suoi amici – che nel frattempo avevano distrutto la Coppa con le zanne del basilisco nella Camera dei Segreti – trovarono Malfoy, Tiger e Goyle a sorprenderli.
Il giovane Malfoy avrebbe voluto consegnarlo al Signore Oscuro, sperando così di redimere il prestigio della propria famiglia ma Tiger, completamente accecato dalla rabbia e dalla follia, tentò dapprima di uccidere Hermione per poi gettare delle fiamme maledette nella Stanza.
Così facendo mise in pericolo la sua vita e quella degli amici: Harry volando sulla sua scopa stava per lasciarsi quelle fiamme alle spalle ma aveva scorto Malfoy che aveva messo in salvo Goyle.
Non ci fu tempo di riflettere: tutta l’ostilità passata sembrò sfumare in quel momento in cui era vicinissimo alla morte.
Lo prese e lo caricò sulla sua scopa.
Un esito positivo ci fu da quella vicenda: Tiger, vittima del suo stesso piano, aveva involontariamente provveduto a distruggere un altro Horcrux.
Uscì da scuola alla ricerca del famelico serpente di Voldemort e in quel tunnel che conduceva alla Stamberga Strillante assistette all’uccisione di Piton e ne vide i ricordi.
Tutto fu fin troppo chiaro a quel punto, specialmente il ricordo del dialogo tra Piton e Silente.
Era pronto ad andare incontro alla morte e si diresse, con una sicurezza che non aveva nulla di naturale in un 17enne.
Aprì il boccino perché come recitava: “Mi apro alla chiusura” e rivide i suoi cari che lo avrebbero assistito più intensamente che mai.
Affrontò il suo acerrimo nemico con una lucidità quasi folle.
Fu un istante:
“Avada Kedavra”
“Expelliarmus”.
Entrambi caddero a terra privi di sensi.

(Pov Draco)

Venne infine il giorno dello scontro finale: Harry Potter Vs Voldemort.
Dall’esito avremmo conosciuto il destino di tutto : la salvezza o la fine.
Hogwarts era ormai in fiamme .
la battaglia incombeva .
I studenti contro i Mangiamorte.
E io? Da che parte dovevo stare?
Non lo sapevo più.
Fino a dieci minuti prima avevo cercato di consegnare Harry, bloccandolo in una trappola nella Stanza delle Necessità.

Ma Tiger era impazzito e per poco non rischiò con un incendio di uccidere non solo Harry ma tutti noi.
Credevo che sarei morto,fin quando non mi sentii sollevare in lato e mi trovai a volare sulla scopa di Harry .
Mi aveva salvato la vita.
Cosa avrei dovuto fare adesso?
Se mi fossi schierato con lui, Voldemort mi avrebbe ucciso .
Però non volevo più essere un Mangiamorte.
Vedere i miei compagni di scuola, ragazzi della mia età, cadere sotto i colpi di quegli assassini o combatterli coraggiosamente, mi fece vergognare di ciò che ero.
Tuttavia non potevo lottare e espormi , ragion per cui decisi che l’unica cosa da fare era fuggire .
Mi inoltrai nei corridoi e mentre scappavo vidi la Rubens picchiare Pansy Parkinson .
Quest’ultima se la stava davvero vedendo brutta .
Mi venne incontro per farsi aiutare.
Non lo feci.
La Rubens era davvero una furia e io non potei fare a meno di scoppiare a ridere .
Avrei voluto assistere a quello spettacolo fino alla fine ma le urla agghiaccianti di una ragazza mi costrinsero a tornare indietro .
Sarah Angels a terra mentre Greyback si apprestava ad azzannarla, mi gettai contro di lui per fermarlo .

Scappa, Angels” Riuscii a gridare un attimo prima di cadere colpito da un incantesimo.


(Pov Sara)

Ero scesa nella mia Sala Comune e avevo assistito impietrita allo scontro tra Harry Potter e i Mangiamorte membri del corpo insegnanti.
La battaglia stava ormai infuriando e nella Sala Grande tutti gli insegnanti e gli Auror si disposero per aprire battaglia ai Mangiamorte: gli insegnanti si rivolsero a noi maggiorenni e ci chiesero di prendere una decisione ferma e definitiva.
E così facemmo.
La voce di Lord Voldemort risuonò un’altra volta, echeggiando nella Sala Grande alla ricerca di Harry Potter e sentimmo Pansy Parkinson indicarlo alla folla.
Mi voltai verso la mia amica ma non feci in tempo a dirle o fare nulla perché si mosse in direzione della Serpeverde.
Non persi tempo e mi disposi per aiutare gli altri alunni e gli Auror per salvare il Castello e i Mangiamorte: dovetti fare uso di tutti gli incantesimi di attacco e di difesa che conoscevo ma non ero pratica nelle Arti Oscure.
Non sapevo ferire mortalmente e neppure avevo la rabbia e la voglia assassina che erano propedeutiche alle Maledizioni Senza Perdono.
Riuscii a pietrificare un Mangiamorte ma di fronte a me se ne parò un altro: mastodontico, sembrava costretto in quegli abiti dei Mangiamorte e il suo volto era butterato, quasi canino, gli occhi iniettati di sangue e i denti affilati.

Greyback, lo riconobbi per la foto segnaletica.
Cercai di ricorrere a tutto il mio arsenale ma mi ritrovai disarmata e lo sentii fiutarmi con golosità quasi perversa, gli occhi iniettati di desiderio.

“Che odore delizioso”.
Gettai un grido di disperazione e di incredulità proprio quando stava per avventarmisi contro ma trasalii quando il suo corpo fu fatto cozzare.
Mi voltai incredula, riconoscendo quella voce e i capelli di quel biondo platinato, prima che il Mangiamorte lo fissasse di sbieco e gli assestasse un Sectumsempra.
Il fragore fu quasi assordante: come diecimila pugnali acuminati si infransero sul suo torace e il sangue sembrò persino offuscarmi la vista.
Vidi il suo corpo cadere a terra come una bambola di pezza spezzata e fragile mentre la camicia candida si dipingeva di un rosso acceso.
Sentii un sordo urlo ghiacciarmisi in gola mentre gli occhi prudevano e il mio cuore sembrò perdere i battiti.
Non mi accorsi di tutto ciò che stava accadendomi attorno: Lupin che prese il nostro posto in battaglia.
Ignorai tutto il resto e mi avvicinai al ragazzo che ansimava faticosamente mentre il sangue continuava a bagnarne la camicia prima candida.
Gli occhi perlati erano sgranati e colmi di orrore, il corpo tremava e mi misi in ginocchio di fronte a lui, cercando disperatamente la sua bacchetta e tentando di ricordare l’incantesimo adatto.
Le sue pupille si concentrarono su di me e sembrò voler dire qualcosa ma scossi il capo.
“Schh… v- va tutto bene”. Sussurrai tra le lacrime la voce roca.
Cercò ancora di mormorare qualcosa ma scossi il capo, sfiorandogli piano la guancia, sentendo la pelle gelida.
“Non ti lascio… calmati”. Sussurrai di nuovo con gli occhi lucidi.
Mi aiutai con la sua bacchetta, non trovando la mia, e lo portai lontano dalla battaglia, cercando tra le pozioni dell’infermeria per trovare del dittamo.
Mi inginocchiai di nuovo di fronte a lui e con un incantesimo cercai di bloccare il flusso del sangue, sperando di evitare un’emorragia.
Il corpo era ancora scosso dagli spasimi ma sembrarono placarsi e il flusso diminuì fino ad estinguersi.
Aveva perso i sensi ma sembrava che il peggio fosse passato e fortunatamente Madama Chips ci trovò e si assicurò che non ci fossero emorragie.
L’aiutai a spalmare del dittamo sulle ferite che avrebbero dovuto prevenirgli delle cicatrici e lo bendò sul torace.
Era ancora piuttosto pallido ma il peggio doveva esser passato.
Mi scostai le lacrime e ne osservai il viso così innocente e delicato nel torpore, come un bambino indifeso.
Ne strinsi la mano e me la portai alle labbra baciandone appena il dorso.

Tutto il resto sembrava dimenticato, lontano ed ovattato.
Persino l’esito della battaglia.
Se sarei dovuta morire quella notte, gli sarei morta accanto, proteggendolo finché mi era possibile.
Finalmente avevo visto il suo cuore.
E lì non era un Mangiamorte.
Neppure un lurido Serpeverde.
Era soltanto Draco.
Il ragazzo che stava per dare la sua vita per me.
Il ragazzo che mi amava.
L’unico cui avrei potuto donare il mio cuore.


(Pov Amanda)

Ero chiusa nella mia stanza e cercavo di concentrarmi nello studio.
Quando ad un certo punto udii la voce di Voldemort:

Consegnatemi Potter”. Lo sentii dire.
“HARRY”. Urlai alzandomi di scatto dalla poltrona.
Possibile che fosse tornato?
“ vivo… è qui” . Mormorai incredula mentre uscivo precipitosamente dalla casa dei Tassorosso per andare a verificare che fosse tutto vero.
Che non fossi impazzita.
Raggiunsi di corsa la Sala Grande.
Erano tutti li: insegnanti,allievi e Mangiamorte .
C’era anche lui : Harry Potter.
Il mio cuore fece una capriola.
Riuscii a stento a trattenere le lacrime di gioia e sollievo.
Poi di nuovo riecheggiò nella sala , la voce di Voldemort che ripeteva l’ultimatum.
Un brusio si alzò tra i presenti.
Harry in silenzio al centro della sala.
I professori ci chiesero di schierarci : lottare o consegnarlo al signore oscuro..
Si udì un grido femminile :

CONSEGNIAMOLO”. Disse la proprietaria della voce indicandolo tra la folla.
Prima ancora di girarmi sapevo già chi era l’infame.
Tuttavia mi voltai per esserne certa.

Proprio lei: Pansy Parkinson .
La vidi nuovamente formulare la proposta.
Sentii la rabbia crescermi dentro.
Il sangue ribollire nelle vene.
Il cuore battere forte e la magia scorrermi dentro,attraversandomi come scariche elettriche.
Vidi scorrermi davanti agli occhi,tutte le immagini dell’ultimo anno.
La rabbia, il dolore, l’angoscia e tutte le umiliazioni subite.
Ripensai a quanta gente era morta a causa di Voldemort.
Sia maghi che babbani.
E li tra noi l’unica speranza di fermare quell’orrore.
Harry Potter!.

Fortunatamente la proposta di Pansy venne rifiutata e a lei non restò che fuggire per evitare l’imminente battaglia.
Senza farmi notare, mi lanciai al suo inseguimento.
La raggiunsi e mi gettai su di lei, decisa a farle pagare tutte le umiliazioni che aveva arrecato a me e a tante altre ragazze.
Sopratutto volevo vendicarmi per Harry.
Poi ad un certo punto entrò Draco Malfoy .

Il suo diletto.
Credendo che mi avesse fermata, Pansy si gettò verso di lui chiedendo aiuto.
Ma lui non si mosse, lo vidi sorridere mentre infierivo contro di lei. .
Cadde priva di sensi e io me andai a combattere contro i Mangiamorte lasciandola al suo misero destino e alla consapevolezza che a Malfoy non importasse nulla di lei.


 

(Pov Harry)

Si svegliò in un luogo stranamente familiare: la deserta stazione di King’s Cross in cui incontrò Silente.
I suoi occhi azzurri brillavano come quando era in vita seppur lo stesso Harry credette di essere morto.
In quel dialogo, Silente lo definì il padrone dei Doni della Morte, il prescelto che era pronto a sacrificare la sua vita per quella dell’intera umanità.

Così facendo aveva distrutto il frammento di anima rimasto nel suo corpo ma la missione era tutt’altro che conclusa.
Silente lo mise di fronte ad una scelta e il ragazzo sapeva di esser nato per questo e ancora una volta non si tirò indietro.
Quando rinvenne, Lord Voldemort chiese a qualcuno di assicurarsi che fosse morto: sentì il tocco gentile di Narcissa Malfoy.
Gli chiese di Draco e rispose che stava bene: non c’erano più giuramenti validi per i Malfoy, non con il rischio di perdere il loro unico figlio.
Fu quella bugia che fece realizzare il suo piano: il suo corpo fu trasportato da Hagrid come un vessillo religioso durante una processione e la disperazione si impossesò di tutta la folla.
Non di Neville Paciock che eseguì l’ultimo ordine di Harry e uccise Nagini.
Tutti gli Horcrux erano stati distrutti.
Harry rivelò l’inganno e in quell’ultimo dialogo con Tom Riddle la sconcertante rivelazione: il vero padrone della bacchetta di Sanbuco era Draco Malfoy che lui stesso aveva disarmato mesi indietro.
Voldemort sferrò di nuovo l’anatema mortale, Harry strinse la bacchetta di Draco e sferrò quello di disarmo.

La bacchetta di Sanbuco non poteva ribellarsi al suo vero padrone, si dimenò, consegnandosi ad Harry e Lord Voldemort cadde vittima del suo stesso incantesimo.
I secondi successivi furono un’accozzaglia di volti felici, commossi e di gioia.
Si sentì stringere da un abbraccio collettivo in cui non riuscì a distinguere nessuno dei presenti.
Sentì il bisogno di rifugiarsi per qualche istante da tutti e da tutto.
Si diresse con i suoi amici nell’ufficio del Preside ma voltandosi si specchiò per un attimo nello sguardo di Amanda Rubens.
Un sorriso intenerito e nostalgico gli curvò le labbra.
“Non dobbiamo più attendere a lungo”.

Continua....



Salve gente, è l'ultimo lunedì di luglio e f un caldo infernale, vi scrivo dalla mia solita postazione, con tanto di ventilatore addosso e spruzzino per rinfrescarmi.

Spero che le vostre vacanze stiano procedendo bene. Preferisco stendere un velo pietoso sulle mie e concentrami sul capitolo.

Spero sinceramente che vi sia piaciuto. La mia amica Kiki87 mi ha dato una grossa mano per riuscire a finirlo, devo a lei i dettagli sul viaggio di Harry e la ricerca degli Horcrux , il suo ritorno a Hogwarts e la battaglia finale. Io no ricordavo assolutamente nulla e all'epoca la seconda parte dei doni della morte non era ancora uscita al cinema.

Ho voluto comunque prendermi due o tre rivincite.

Primo : la scena tra Harry e Ginny. Non ho mai digerito quel “mi chiudi la zip?” . Mi è sembrata una cosa forzata e al quanto lasciva. Specialmente se si pensa al carattere timido e discreto della ragazza, alla sua condotta nel corso dei primi sei libri e film.

Tutt'altra faccenda nella mia fan fiction direi infatti, che la frase si adattava più alla Ginny sfacciata che ho descritto, cosi ho usato la scena e l'ho fatta finire come volevo io.

Secondo : il Sectumsempra a Draco. Altra cosa che non ho mai sopportato è stato il fatto che glie l'abbia lanciata Harry , specialmente nel film – e qui vorrei strozzare lo sceneggiatore – che subito dopo il fattaccio ha mandato Harry nella stanza delle necessità a baciare Ginny. Bella sensibilità! Ho preferito invece per far riscattare Draco, che per salvare l'amata non ha esitato a lanciarsi contro i suoi stessi alleati ed essere colpito proprio da uno di loro. Un gesto da eroe che lo riscatta di tutto e cancella l'onta di Harry.

Terzo: la lezione a Pansy. Mia totale invenzione. Infondo chi di voi non ha mai desiderato almeno una volta di tirare 4 ceffoni a quel muso da carlino?.

Bene gente, spero che le mie scelte non vi siano parse troppo azzardate. In ogni caso sono pronta a chiarire i vostri dubbi e perplessità li dove ce ne fossero.

Ringrazio di cuore, tutti voi che siete arrivati fin qui e spero lo farete fino alla fine (tanto ci siamo quasi :D)

un abbraccio di cuore, alla mia amica Kiki87 e un saluto caloroso a tutti . Al prossimo aggiornamento.

   
 
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