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Autore: Arsid    30/07/2013    5 recensioni
Leon parte da casa sua, in Messico, per arrivare a Buenos Aires. Cerca qualcuno, cerca qualcosa.
Violetta è una ragazza solare e determinata, ma anche molto dolce. Non saranno però questi i motivi che porteranno Leon e Violetta ad incontrarsi, in una storia intricata nei loro passati.
La mia seconda fanfiction. Spero che lasciate una recensione :D
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Possono amore e odio essere tanto uniti?

Leon entrò nella stanza. Questa volta i professori erano cinque: al trio del giorno precedente si erano aggiunti anche un signore seccato e scorbutico come pochi e un'altra ragazza bionda.

Un professore fece partire la musica e Leon mostrò la sua coreografia.

Gli insegnanti di ballo apportarono le modifiche che secondo loro erano necessarie: «Sguardo alto», «Apra di più le braccia», «Esprima dei sentimenti» continuavano a ripetere.

Poi gli mostrarono una piccola coreografia, che Leon dovette ripetere. Nulla di troppo complicato per lui, che aveva lavorato duramente per arrivare fino a quei risultati.

I cinque annotarono le loro valutazioni nella tabella, e chiamarono il prossimo ragazzo della lista.

 

Il giorno dopo Leon, teso come una corda di violino, entrò di nuovo in quell'edificio. Sperava solo di essere entrato, perché lui doveva essere entrato, lui doveva entrare.

Una grande folla di studenti si era raccolta attorno alla bacheca dove c'erano i risultati. Tutti erano molto curiosi di capire chi fosse entrato e chi no. I ragazzi che i giorni prima avevano sostenuto le prove erano molto nervosi, mentre gli alunni dello Studio, invece, cercavano i ragazzi che sarebbero stati in classe con loro. Leon si avvicinò a quei fogli, incrociando le dita.

Leon Vargas: ammesso.

Ammesso.

Era stato ammesso.

«Ehi, ho notato che sei stato ammesso» esordì una voce alle sue spalle.

Leon si girò e vide Violetta davanti a lui.

«Si, mi hanno preso, sarò in terza A»

«Quindi in classe con me» sorrise lei. «Vieni, ti faccio conoscere i tuoi futuri compagni»

Violetta lo guidò fino all'entrata della scuola, dove c'era un gruppetto di tre persone, a cui si avvicinarono.

«Leon, questi sono Camilla, Francesca e Maxi» li presentò.

Dopo aver sciolto il ghiaccio scoprirono di avere altre passioni in comune, oltre alla musica.

«Che ne dite di incontrarci oggi pomeriggio al Resto Band? É il locale del fratello di Francesca, qui vicino» chiese Camilla.

«Mi sembra un'ottima idea» accettò Leon.

Anche Violetta, Maxi e Francesca erano d'accordo. Poi la campanella suonò e i ragazzi entrarono.

«Ci vediamo alle 16.00!»

Solo Leon tornò in albergo, dato che avrebbe iniziato ufficialmente a essere un alunno dello Studio il giorno dopo.

Quando entrò nella sua camera e aprì il portatile, trovò un' e-mail di suo padre.

Ciao Leon, come va lì a Buenos Aires? Sei stato ammesso allo Studio 21?

Spero di si, meriti di far parte di quella scuola.

Volevo avvisarti che ho comprato un piccolo appartamento per te, così non sarai costretto a vivere in albergo. É in via Bonaffino, numero 53. Ti allego una foto.

Ci sentiamo”

Il ragazzo rispose velocemente all'e-mail e si avviò in via Bonaffino, curioso di vedere la sua nuova casa. Era un piccolo appartamento di un condominio, già arredato, in cui si sarebbe sicuramente trovato benissimo. Era anche vicino alla scuola.

Leon decise che quel pomeriggio, dopo essere uscito con i ragazzi dello Studio, avrebbe preso le sue valigie dall'albergo e si sarebbe trasferito lì.

 

Violetta era in camera sua, con Francesca e Camilla, a chiacchierare del più e del meno.

«Ragazze, si è fatto tardi!» esclamò Violetta guardando la sveglia sul suo comodino. Mancava poco più di mezz'ora alle 16.00 e loro non si erano neanche preparate.

«Bene, tra un quarto d'ora ci avviamo» disse risoluta Francesca.

Violetta storse il naso.

In realtà voleva essere più carina, indossare qualcosa di decente, ma non disse nulla, altrimenti le sue amiche avrebbero iniziato a dire che le piaceva Leon e in meno di mezz'ora l'avrebbe saputo tutta la scuola.

«Si, hai ragione» disse infine.

Quando arrivarono al Resto Band, con venti minuti di ritardo, Maxi sbottò: «Alla buon'ora!»

Camilla sospirò scrollando le spalle: non sapeva nemmeno lei come avessero fatto ad arrivare tanto in ritardo. Avevano solo visto un vestito in vetrina lungo la strada, non potevano essere state tutto quel tempo ad ammirarlo davanti alla vetrina.

Leon, invece, non accennò al loro ritardo, salutandole e basta.

Le ragazze si sedettero al tavolo dove c'erano anche Maxi e Leon, e la cameriera prese le loro ordinazioni.

Tra Violetta e Leon ci fu subito un certo feeling.

Francesca fu la prima a notarlo, e dopo qualche minuto ci fece caso anche Camilla. Avevano i gusti uguali in fatto di musica, colore preferito e anche sport.

«Sarebbero una bella coppia» sussurrò Francesca all'amica. Leon e Violetta neanche le sentirono, troppo impegnati a parlare tra di loro.

Camilla annuì, bevendo il suo caffè. «Lo penso anch'io» sorrise.

Maxi, l'unico che non aveva ancora detto nulla, fatta eccezione per il suo commento sarcastico, si intromise nella conversazione: «Avete ragione, è chiaro come il Sole» affermò

Più tardi Leon, accompagnato dalle sue valigie, estrasse le chiavi di casa del suo nuovo appartamento ed entrò. Aprì la prima valigia, contenente i suoi vestiti, e li mise nel cassetto della sua camera da letto. Ecco, quella valigia era vuota. Alla seguente ci avrebbe pensato l'indomani, ora era molto stanco.

Aveva fatto molta fatica a ricordare tutti i gusti di Violetta, e alcuni li aveva anche sbagliati, ma nel complesso era andata bene. Sentiva di essere già simpatico a quella ragazza.

Sospirò, mentre si preparava la cena, o almeno ci provò, perché vedendo i due Sofficini carbonizzati che aveva davanti decise di ordinare una pizza.

Era negato con la cucina.

Dopo aver mangiato, esausto, andò letto.

 

La sua voce, melodiosa come poche, risuonava nel teatro.

Leon era lì, nel pubblico, la guardava incredulo.

Lo spettacolo finì, seguito dallo scroscio di applausi della platea.

Solo lui rimase immobile.

Poi dalla platea lanciarono su palco dei fiori; la ragazza, più bella che mai nel suo vestito rosa confetto, ne prese uno violetta in mano e lo annusò, lasciando il palcoscenico.

 

Leon si svegliò nel suo letto, tutto sudato.

Di nuovo quel terribile sogno.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE: Ok, questo capitolo non è niente di che, ma è (purtroppo) necessario.
Leon viene ammesso allo Studio 21, e fa anche amicizia con i ragazzi al Resto Band.
Si pensava che ci fosse un feeling con Violetta, invece era tutta strategia: aveva solo imparato bene i fogli con le informazioni su di lei.
E poi, alla fine, abbiamo un sogno di Leon, di cui non si conosce la protagonista, ma è un sogno ricorrente.
Di chi si tratterà? Lo scoprirete prima o poi presto ;)

  
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