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Autore: Heart InRussia    31/07/2013    4 recensioni
Chiamatemi Jo, anche se per gli Oasis io sono Joel.
Non avrei accettato di lavorare per loro se non mi servissero i soldi per andarmene da qui.
Non dovrei fingermi un ragazzo, non dovrei comprare la birra a Liam, non dovrei fare la barista al mattino e il facchino dopo pranzo. Non dovrei abbassare la voce per sembrare un ragazzino. Non dovrei fare un lavoro da uomo.
Non ti avrei mai sentito suonare, non ti avrei conosciuto. Non avrei sentito i brividi che può dare una chitarra.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Gallagher, Noel Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“NOOO WAYYY” Gridò Liam mettendosi le mani tra i capelli.

I compagni intorno avevano lo stesso  atteggiamento incredulo e dispiaciuto insieme, la sensazione di un pugno in pancia era condivisa da tutti.

“Come ha potuto sbagliare così?” gridò Alan, furioso. Noel non aveva neanche il coraggio di parlare.

Lo stesso telecronista non riusciva a nascondere la delusione nella sua voce per il mancato gol: “Rete mancata per il Manchester, sembrava proprio un gol già fatto..”

Il retro del bar (uno dei pochi luoghi dotati di televisore in quel paesino) risplendeva della luce azzurrognola emanata dall’apparecchio mentre i cinque ragazzi raccolti attorno al tavolo osservavano con sgomento come procedeva il match.

“E’ lo squillo di un telefono, questo?” chiese Paul

“Perché non va a rispondere?” commentò irritato Liam.

Ma Sally doveva essere alle prese con le varie ordinazioni, e così fu Noel, sconsolato, ad alzarsi per rispondere al telefono. Dopotutto stava prestando loro il televisore su sua richiesta, non potevano essere maleducati.

Raggiunse il corridoio, dove impietoso l’apparecchio continuava a squillare, e afferrò la cornetta.

-It’s me- disse semplicemente.

-NOEL?

-Jo?

-Cosa ci fai…Dov’è Sally?

-Non lo so. E’ successo qualcosa?

Okay, avrebbe dovuto essere calma, cortese e gentile eccetera eccetera, ma quel tono la faceva innervosire al massimo: perché si comportava come nulla fosse?

-Sì, cioè penso di sì, ma mi sarei aspettata di sentirmene parlare da te e non da un programma televisivo.

-Cos..?

-Noel, state partendo? Perché era quello che diceva il chitarrista degli Oasis oggi in diretta tv. A meno che tu non abbia un fratello gemello che suona nel tuo gruppo, in quel caso tutto okay chiaramente.

-Ma cosa stai dicendo?

-Vuoi negarmi di avere affermato che state facendo i bagagli?

-No! Ma..

-Perché avresti potuto dirmelo.

La ragazza decise di non dire più nulla, perché era giunta sul limite del discorso civile che precedeva gli insulti pesanti. Doveva essere corretta, continuava a ripetersi.

Lui sentì che aveva smesso di parlare e prese la parola:- Io te ne avrei parlato, non vedo perché tu debba aggredirmi così. Lunedì saresti tornata e ti avrei avvisato.

Okay, ogni buon proposito era ufficialmente saltato.

-Perfetto, cioè io mi aspetto di tornare a casa e rivedervi tutti e ora so che quello che mi attende sono un paio di valige e voi che ve ne partite sorridenti per chissà dove! Perché si sa, è normale non parlarne affatto e mi va bene essere considerata meno che un giornalista, intendendo che il primo canale sa già oggi che ve ne andate e con lui mezza Inghilterra, io lo scoprirei lunedì proprio perché vi vedo andare! Chiaro!

-Devi capire che…

-Lo capisco benissimo, ci sono delle priorità e un intervistatore qualsiasi merita più di me di sapere subito le cose. Andrebbe benissimo, certo, se ti chiamassi Paul Mc Cartney e io non ti conoscessi e non mi stessi trattando come quella che lo avrebbe saputo per caso, perché non è importante!

-Te l’avrei detto!- Noel alzò la voce come stava facendo lei. Che razza di discorsi gli stava facendo?

-Non capisci proprio…-Non avrebbe pianto al telefono, non avrebbe fatto trasparire che stava malissimo, ma non riusciva a impedire che la rabbia le facesse dire quello che le stava a cuore:- il punto è che pensavo che tu mi dessi il valore che io do a te.   Il punto è che io mi sono fidata di te, e tu non mi dici una cosa così importante!  Magari se avessi deciso di tornare qualche giorno più tardi non ti avrei più rivisto. E questo a te va bene, è okay, io posso parlarti di me ma tu mi tratti come se fossi una sconosciuta. Anzi, mi consideri anche meno, perché allo sconosciuto ne hai parlato oggi. Chissà da quanto avevate deciso, e non me ne hai accennato nulla! E ora passami Sally, che voglio parlare con lei.

-Bè, Sally può aspettare!- replicò lui, gridando. Se ne rese conto e abbassò la voce di qualche tono prima di rispondere, cercando di mantenere la calma:-Non venire a farmi queste ramanzine. Stai ingigantendo la questione e dandole significati  che nessuno le ha dato! Se io notassi tutte ste cazzate come fai tu non sarebbe più finita! Domenica sei sparita di colpo, nessuno ti ha sentito in questi giorni, vorresti dirmi che Lunedì saresti passata a salutarmi? Ti stai comportando come se non te ne fregasse nulla tu in prima persona, e non ne faccio una tragedia! Aspettavo che tornassi per parlartene e te l’avrei detto!

-Perfetto, l’ho scoperto anche da sola. Posso anche non tornare, ora.

-Esatto, non disurbarti ad avvisare quando torni!

E furioso Noel chiuse la chiamata.

Era  fuori di sé. Uscì a grandi passi dal corridoio, senza sapere cosa fare ma deciso a uscire da lì.

Una voce dal tono argentino continuava a descrivere l’andamento della partita.

 

 

 

 

 

 

 

Le cose andavano benissimo per Noel, osservarono i ragazzi. Dalla sera della partita si era isolato e passava tutto il tempo a scrivere, e dava insomma prova di aver recuperato molta della sua creatività.

Venerdì mattina addirittura aveva pronta una canzone.

-Well done, chief!- lo accolsero i ragazzi in studio. Erano  stufi di suonare sempre  i soliti pezzi e quel giorno sarebbero andati in radio, quindi un brano nuovo di cui parlare era l’ideale.

Noel si sedette sulla sua sedia, imbracciando la chitarra, e nel giro di qualche minuto gliela cantò tutta, poi spiegò loro come l’avrebbero interpretata.

Era perfetta. Lui si sentiva perfettamente a suo agio in quel pezzo, sentiva che lo esprimeva.

Agli altri piaceva, era qualcosa di nuovo e a pennello per gli Oasis insieme.

Tutti, tranne lui forse, pensarono la stessa cosa di quel testo.

Nessuno, ovviamente, aveva intenzione di chiedere cos’era successo la sera che era sparito (anche se era chiaro che qualcosa aveva dato origine a quella chiusura), né dove era stato quella notte, né perché era ricomparso il giorno dopo e, senza salutare, aveva deciso di chiudersi a scrivere.

-Aspetterei a farla leggere ad altri, quando torna- suggerì semplicemente Paul, e gli altri annuirono.

Liam approvò con un cenno della testa e basta, per non rovinare nulla e non litigare. Il concetto era stato espresso in modo troppo gentile per i suoi gusti. Se avesse detto la sua, gli avrebbe chiesto di smetterla di far finta di niente.

-Ye, I mean, rientra nelle canzoni che parlano di questioni da amici…come Acquiesce in un certo senso, doesn’t it?

Ma ancora prima di ricevere risposta, sentì che stava mentendo. Il fratello strinse i pugni nelle tasche.

 

 

Il sesto giorno, quasi fine settimana, le era divenuto insopportabile per quanto era stato lungo e infinito. Scalpitava per tornare a casa. Sentiva che un richiamo fortissimo la portava naturalmente a tornare lì con i pensieri, nel bene e nel male, e anche se si sentiva ferita e puntava a non incrociare nessuno al ritorno sapeva che era lì casa sua.

 

 

Senza Jo intorno, non riusciva ad andare avanti con quel testo. Gli erano venute in mente poche frasi, a caso: “Mettetevi davanti al camino”, citazione di sua mamma per una volta che avevano fatto la foto insieme, e una di John Lennon riguardante la sua manifestazione pacifica con Yoko, “Inizierò una rivoluzione dal letto, dato che dite che mi è partita la testa”.

Stop.

Zero idee.

Aveva lasciato il taccuino in camera di Jo, insieme all’altro testo, perché ormai era quello il luogo in cui scriveva meglio.

Chiuse la porta con due mandate, deciso a non mettere più piede in quel posto.

 

Domenica. Il giorno dopo sarebbe partita e tornata a casa. Si sarebbe svegliata anche bene forse, se non avesse fatto quell’incubo.

Rientrava in camera, appena tornata dal viaggio,e trovava Noel intento a suonare. Non l’aveva salutata subito, all’inizio l’aveva ignorata, per poi guardarla e dirle: Jo, avevamo deciso di essere solo amici.

Nel sogno negava che fosse andata diversamente, per lei era un amico, ma lui scosse il capo. ‘Ti avevo chiesto di resistere senza di me, e non ce l’hai fatta. . Perché dai, la sfuriata che mi hai fatto era proprio da innamorata persa. Sei proprio una ragazzina di vent’anni’.

Jo si svegliò addolorata, e per tutto il giorno ripensò  a quel sogno.

 

 

E finalmente arrivò lunedì. Salutò tutti, rianimata dal sollievo di tornare a casa, arrivò il momento di salire sul pullman e di riconoscere dal finestrino i suoi luoghi, arrivò il momento di scendere davanti al bar di Sally e di dirigersi verso il magazzino.

Chissà perché pensiamo che i momenti che attendiamo non arriveranno mai. Arrivano sempre, dall’inizio dei nostri giorni.

Girò due volte la chiave nella porta, incerta di cosa avrebbe trovato dentro, ma una volta aperta si rese conto che non c’era nessuno, dovevano essere andati da qualche parte.

Meglio.

Arrivata in camera lasciò cadere il borsone a terra prima di rendersi conto dei due fogli che stavano in mezzo alla stanza.

Il primo era quello della loro canzone. Non era proseguito molto.

Il secondo era un testo nuovo.

Lo afferrò emozionata, riconoscendo la calligrafia.

 

Rockin’ chair-oasis

n.g.

 

Ho più anni di quelli che vorrei avere,

questo posto non ha più nulla da darmi

e’ tutta la vita che cerco un modo diverso

Non mi importa se è per il tuo carattere

Mi sento male per te , mi tratti male

È tutta la vita che cerco di realizzare un giorno migliore

Ed è abbastanza dura rimanere solo  seduto qui vicino al telefono

Ad aspettare che i ricordi ritornino

E’ abbastanza dura sedersi qui, suonare seduto al tuo posto

C’è un po’ troppo da affrontare se non ci sei.

 

Non avrebbe voluto leggere quello che aveva letto. Non avrebbe voluto vedere più di quello che c’era.

Le era mancato il fiato dalla prima riga, e all’ultima le veniva da piangere. SI stava illudendo in modo vertiginoso, si disse, se pensava che davvero fosse per lei. Non era possibile.

Afferrò il testo e corse fuori dal magazzino, senza neanche chiudere la porta a due mandate.

 

Vide che era tornata, i suoi bagagli e la porta aperta, ma non ebbe notizie di lei per tutto il giorno.

Nessuno sapeva dove fosse finita.

Sally trovo un post-it sulla porta del bar:  “Don’t worry”.

The Chief, alle diplomatiche domande degli altri sul perché non si fosse fatta vedere, alzò le spalle. Del resto era stato lui a dirle che non l’avrebbe aspettata.

 

 

 

 

Noel riguardò l’orologio quando sentì battere la seconda volta. Non aveva visto male, erano davvero le due di notte.

Dal momento che Domenica avevano fatto serata e lunedì si era alzato alle cinque di pomeriggio non lo infastidiva il sonno, quanto non capire cosa potesse essere successo.

Indossò una maglietta a caso e i pantaloni della tuta e andò ad aprire.

Non poté dire nulla, perché Jo gli fece cenno di star zitto e lo prese per mano, conducendolo fuori da lì.

Era una notte estiva, e si stava benissimo-Jo gli camminava a fianco e non proferiva parola.

Il ragazzo non connetteva bene, non capiva cosa stava succedendo. Decise di interrompere il silenzio e chiedere dove stessero andando.

-Non lo so-disse lei neutra.

Noel le cinse le spalle. -vieni con me.-

 

Non capì neanche lei come, ma nel giro di dieci minuti si era trovata sul furgoncino degli oasis, Noel alla guida. Non sapeva dove la stesse portando. Non sapeva perché l’aveva svegliato. Anzi, lo sapeva, ma non voleva esprimere a parole quel pensiero. Voleva rivederlo e le mancava da morire.

Dopo un quarto d’ora in silenzio il furgoncino si fermò.

Noel la fece scendere, e si accorse di essere davanti a una spiaggia. Si sedettero lì, davanti al mare, e lui le porse una lattina di caffè. Nessuno dei due aveva sonno, comunque.

-Ciao anche a te-esordì lui sottovoce.

-Scusami. Io… sono arrivata ieri pomeriggio-

-lo so.-

-E sono sparita.-

-Lo so.-

-Sono andata a camminare un po’ nei dintorni.-

-Perché?-

-Dovevo schiarirmi le idee.-

Noel aprì la lattina e ne bevve un sorso. Jo capì che avrebbe dovuto continuare.

-Io… mi dispiace per quella scenata. Non avrei dovuto comportarmi come una bambina. Per piacere, non lasciare che rovini il nostro rapporto.

Lui annuì.

-Sai, son venuto qui dopo quella chiamata. Per calmarmi. Ci ho pensato su un po’ma la verità è che non ho idea di quello che stai pensando ora. Tornando indietro non avrei detto quelle cose.

Seguì silenzio, carico di molte cose che avrebbero voluto dire ma rimasero inespresse.

Lei non voleva lasciare le cose indefinite o che smettessero di intendersi come era sempre stato tra loro. Magari era un idiota, ma non voleva che non sapesse che sentiva il bisogno di averlo vicino. Non voleva negargli la possibilità di riparare, se era disposto a farlo.

Sospirò e lasciò uscire dalla sua bocca quello che voleva dire:-Ho trovato la tua canzone e non so se l’ho capita. E Noel, mi sei mancato un sacco.-

Non seppe più che dire. Lo stomaco le si era chiuso, le parole le sentiva rimbombare nelle orecchie e forse avrebbe voluto non dirle. Sperava non si arrabbiasse.

Il ragazzo le cinse le spalle, e voltatosi verso di lei le spostò i capelli per darle un bacio sulla fronte.

Si appoggiò a lui. Non era cambiato nulla tra loro.

-Sì che l’hai capita. Io l’ho capita subito dopo averla scritta. E questi sette giorni sono stati infiniti.-

-Anche per me… Ho sentito come più lunghi questi sette giorni che gli anni che ci dividono.

Qualcuno sospirò sopra la sua testa. –Non andartene più, Jo.

-Non pensare mai più che sono scortese.

Il ragazzo sorrise. -Non so se stiamo parlando della stessa cosa, ma sento che non siamo più amici.

Capiva. –La tua amicizia non mi basta più, Gal.

-Mi avevi detto che quando si vive qualcosa di più si rovina tutto.

-Ma forse questo è lo stadio superiore. Il punto di non ritorno è già stato passato. Sei la persona che voglio come amica, ma ti voglio accanto come più di un amico.

-Sei brava a parole. Io so solo che sono arrivato a un punto in cui non vorrei mai farti soffrire. E voglio che tu parta con me e con gli altri.-tacque, indeciso se dirlo o no, e optò per il sì -Sono crollato abbastanza presto con te.

Stava bene tra le sue braccia.

-Che bel posto  è questo-disse qualche minuto dopo-è buio, ma mi sembra giorno.

Si voltò per baciarlo sulla guancia. –Vorrei che durasse per sempre.

-Non hai ancora visto l’alba-disse lui sorridente.

 

Il giorno dopo fu Sally la prima a dare l’allarme. Mancavano tutti e due, e non  erano nei paraggi.

-AH, quel furbo di mio fratello che sparisce con quella bella f-

-LIAM, per piacere! Sono due persone dotate di buon senso, dove possono essere finiti?

-Il furgoncino è sparito, lo sai?

A Sally venne un colpo.

Se è fuggito con lei, se l’ha portata via facendole credere chissà cosa, così, per un avventura, pensò,appena torna lo uccido.

Fu l’omino che riforniva di birra a dirle di averli visti.

C’era una coppia addormentata, l’una nelle braccia dell’altro, giù alla spiaggia.

 

 

 

 

-Dai, seriamente, come vi siete conosciuti?

Paul Gallagher guardò incuiosito la cognata, che sorrise:- così, ti assicuro.

Erano appena tornati dal viaggio di nozze, ma nessuno aveva scoperto che Noel si fosse sposato fino a 24 ore prima. A sentire questa Joanna, solo la sua amica Sally e Liam, che avevano fatto da testimoni, avevano saputo la notizia in anticipo.

E ora erano passati a trovarlo a Manchester.

Una figura entrò in sala. Paul lo interpellò:- Ehi Noel,  è vero quello che afferma tua moglie? Il bar, la canzone, e tutto il resto?

Il fratello si buttò sul divano, di fianco alla ragazza, e la abbracciò attirandola a sé con il braccio destro.

-Sì, a meno che non ti abbia detto che ha chiesto lei di sposarla o che abbiamo fatto tutto in fretta perché era incinta. In quel caso mentirebbe.

Jo sorrise:-Non l’ho detto.

-Però è vero-proseguì Paul-che vi siete conosciuti solo un anno fa. Cioè torni dal tour e-bum!- ti sposi.Come mai così in fretta?

-Non saprei. Forse per sentirle dire il suo nome da sposata. Hai notato come lo pronuncia?

Il ragazzo imitò un tono basso:- Ciao, sono Joanna Gallag-aa.

Scoppiarono a  ridere e lei gli tirò un finto pugno sulla guancia.

Alla radio passava l’ultima canzone degli Oasis.

 

 

 

Slip inside the eye of your mind 
Don't you know you might find 
A better place to play 
You said that you've never been
But all the things that you've seen 
They slowly fade away 
So I'll start a revolution from my bed 
''cause you said the brains I had went to my head 
Step outside, summertime's in bloom 
Stand up beside the fireplace 
Take that look from off your face 
You ain't ever gonna burn my heart out 
And so, Sally can wait 
She knows it's too late as we're walking on by 
Her soul slides away 
But don't look back in anger 
I heard you say 
Take me to the place where you go 
Where nobody knows if it's night or day 
Please don't put your life in the hands 
Of a rock and roll band 
Who'll throw it all away 
I'm gonna start a revolution from my bed 
''cause you said the brains I had went to my head 
Step outside, ''cause summertime's in bloom 
Stand up beside the fireplace 
Take that look from off your face 
''cause you ain't ever gonna burn my heart out 
So, Sally can wait 
She knows it's too late as she's walking on by 
My soul slides away 
But don't look back in anger 
I heard you say 
So, Sally can wait 
She knows it's too late as we're walking on by 
Her soul slides away 
But don't look back in anger 
I heard you say 
So, Sally can wait 
She knows it's too late as she's walking on by 
My soul slides away 
But don't look back in anger 
Don't look back in anger 
I heard you say 
At least not today.

Allora allora allora, prima cosa I ringraziamenti. Sì, perché siete stati i lettori più meravigliosi del mondo! Non ho mai ricevuto recensioni così belle come le vostre in questa fiction, ogni parere mi ha fatto un  piacere immenso, alcuni mi hanno commosso!

Avevo scritto questa fiction per buttare giù un’idea che avevo da tempo e non mi aspettavo di trovare lettori così fantastici come voi! Il complimento più bello sono state senza dubbio le recensioni attente che avete scritto, per nulla superficiali ma che anzi mi facevano notare un saccco di cose.

GRAZIE!

In particolare vorrei ringraziare

 

Mrclean, prima persona a recensire e che subito mi ha incoraggiata…. Grazie!!

RememberWhen, puntualissima ad ogni capitolo e che ha seguito fino alla fine, sempre con attenzione e con un sacco di complimenti.. che meraviglia aver lettori così *.*

Thebeatgoesonx che ha saputo controllare con un occhio la storia ed uno la grammatica, perciò ad ogni suo pollice alzato potevo star tranquilla e pensare che probabilmente ero sulla strada giusta…MITO!!

Windofchange che ormai conosce tutte le mie fiction e mi ha sempre tirato su il morale con le sue recensioni.. Meno male che ci sono persone così!!

FraRose, lettrice ed amica di cui aspetto sempre i pareri.. grazie davvero per tutto quello che mi hai scritto e per le tue recensioni attentissime e lunghe (che mi piacciono un sacco, perché così posso ragionare su un sacco di cose)

CharlieMadFerIt che mi ha lasciato il suo parere e inviato il suo supporto: grazie mille :D!

Bemya_, perché quando ho l’ “okay” da parte di una super fan degli oasis sono sempre più tranquilla e sono contentissima che stia leggendo la fic!

AliceLiddell sapere cosa pensavi della storia mi ha fatto un sacco piacere e ho apprezzato davvero molto che tu mi abbia fatto sapere il tuo parere anche se ti sembrava tardi! Grazie anche per aver compreso sia Noel che Jo..spero che la conclusione ti sia piaciuta!!

MustaineWife_MegadethLIfe la tua recensione è bellissima… spero di sentire il tuo parere su quest’ultimo capitolo, o anche sapere che l’hai letto, perché mi sa che abbiamo un punto di vista sulle fiction simile e perciç sapere che approvi è per me di grande conforto!

Un ringraziamento sincero e non detto “tanto per dire” va a TUTTI coloro che han letto la storia fino alla fine…. Avete dato un senso a questi capitoli! Se ho dimenticato qualcuno DITEMELO, ormai sto diventando mezza cieca!

Non so quando scriverò ancora, ma nel caso succedesse, mi piacerebbe avervi ancora come lettori. In ogni caso, siete stati una compagnia bellissima!

 

  
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