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Autore: crazywrjter    31/07/2013    3 recensioni
Al Liceo Statale Alighieri ci sono due 'fazioni': Liceo Classico e Liceo Scientifico.
La lotta tra le due parti è feroce e accanita.
Quando durante le vacanze estive Francesca, sedicenne classicista con uno spiccato senso dell'ironia, incontra Mattia, ragazzo 'strano' e un po' saccente, appassionato di felpe multicolori, videogame ed auto d'epoca, è odio a prima vista.
Odio che diventa ancora più radicale quando si scopre che Mattia frequenta lo scientifico all'Alighieri.
Per Francesca l'anno scolastico 2015/2016 sarà emozionante e ricco di colpi di scena: tra incontri casuali, sguardi storti e battutine pungenti, party notturni con amici depravati e risse nei corridoi della scuola (perché la guerra continua ad infuriare!), la ragazza ci divertirà con i suoi commenti cinici e il suo letale sarcasmo.
E chissà, forse il presunto 'odio' per Mattia potrà trasformarsi in qualcosa di diverso...
Genere: Commedia, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
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D’accordo, d’accordo, non cerchiamo di essere troppo pessimisti. Osservandolo bene, forse il fisico non è male. Nel senso, non ha quei bicipiti mostruosamente gonfi e quegli addominali ipersviluppati che pare facciano tanto colpo sulle ragazze. Ma non è ossuto, né gli si possono contare le costole come a certi individui della nostra età, che sembra soffrano di rachitismo.
Beh, forse anche il viso è passabile, con quei boccoli scuri e gli occhi nerissimi (passabile, eh, nulla di più)  
Ma ci sono una serie di dettagli che fanno sorvolare su qualsiasi caratteristica positiva.
Il costume arancione a fiori blu.
La borsa di Ben 10.
Gli occhialoni enormi dalla montatura metallica.
Le ciabatte infradito tre volte più grandi dei suoi piedi.
E, per finire, un cappello indescrivibilmente brutto, forse perché troppo simile a un sombrero messicano, con scritto sopra I love auto d’epoca a caratteri cubitali.
E, purtroppo per lui, tutto ciò lo fa automaticamente rientrare nella categoria sfigato cronico.
Mi giro verso Giulia. Ha assunto anche lei la tipica espressione ‘vagamente sorpresa’, con fronte aggrottata, occhi a palla e bocca semiaperta. Dev’essere proprio un’occasione speciale: il rimanere senza parole, per la mia migliore amica, è molto, molto raro.
Mute e immobili, guardiamo la creatura inerpicarsi con difficoltà tra scogli, rocce, sassi e sassolini.  -Con quelle ciabatte, non dev’essere un’impresa facile- mi sussurra Giulia, riscuotendosi. Ah ecco, mi sembrava strano.
-Taci, potrebbe capire che stiamo parlando di lui- rispondo, senza staccare lo sguardo dall’essere.
Purtroppo, l’essere ha l’orecchio lungo. Appena io e la mia socia chiudiamo bocca, smette di incespicare tra le rocce appuntite e ci rivolge uno sguardo offeso.
-Beh?- esordisce con voce sorprendentemente acuta.
Noi continuiamo a fissarlo apatiche.
-Ho detto ‘beh’- ripete con un tono che in teoria dovrebbe essere minaccioso.
Silenzio.
-Insomma, ma siete mute?
-Semplicemente non abbiamo voglia di risponderti- replico stancamente.
Il tizio punta su di me uno sguardo infuocato, che mi ricorda vagamente quello di un talebano pronto a farsi esplodere in una discoteca.
 -Dovreste invece- continua. -Visto che mi stavate guardando come se fossi pazzo. Adesso mi dite cosa pensate. Cos’ho di strano?
Invece di dare una risposta (che sicuramente non gli piacerebbe) alla domanda, getto un'eloquente occhiata al suo costume e gli rivolgo un sorrisetto mellifluo. -Non ci conviene litigare, visto che siamo le uniche persone sotto i cinquant’anni in questo posto- faccio notare.
-Mica ci volevo venire, io, in un posto del genere- fa lui irritato, incrociando le braccia. La borsa di Ben 10 penzola pericolosamente, attaccata al suo polso. -Me ne sarei stato volentieri a casa. Mi hanno costretto i miei nonni a venir qui- e indica una ordinaria coppia di vecchietti grigi che zoppicano verso la segreteria.
-Oh, immagino- continuo, perfida. -Ti hanno costretto sempre loro a metterti quel cappello?
Altro sguardo da talebano. Mi sembra quasi di percepire il ticchettio delle bombe che stanno per esplodere. -Sono un appassionato di auto d’epoca- scandisce lentamente. -E, se la cosa vi crea problemi, ditemelo subito.
Il suo modo di parlare, il modo in cui mi guarda, il modo in cui incespica in quelle sue orribili infradito. No, non posso lasciarlo impunito.
-Me ne crea- continuo in tono lievemente canzonatorio.
I suoi occhi scurissimi sembrano fiammeggiare dalla rabbia, dietro le lenti giallastre e spesse degli occhiali. Altro che fiamma da caminetto: quello nel suo sguardo è un incendio divampante.
-Beh- sibila. -Se siete venute a passare le vacanze qui senza essere state costrette, non dovete essere sicuramente ricche.
BOOM!
Le guance mi bruciano di indignazione. Pensandoci bene, forse il paragone del talebano kamikaze non era proprio azzeccato; il nerd che ci fronteggia orgogliosamente non è un fanatico suicida, è un abile lanciatore di granate. E una è appena esplosa a pochi centimetri dalla mia testa.
No, non è da me rimanere disorientata in questo modo... Devo assolutamente farmi venire in mente qualche altra battutina pungente. Ma, per la prima volta in sedici anni di vita, non riesco a controbattere. Mi sento indifesa sotto lo sguardo calcolatore del mio nemico. Ho dato inizio a una guerra, e l'avversario è più temibile del previsto.
Ma questi sembra deciso, almeno per il momento, a disertare. -Beh, io me ne vado in camera- ringhia.
Detto ciò, alza fieramente la testa (o almeno ci prova, considerando che il sombrero gli scivola quasi immediatamente davanti agli occhi) e mi supera traballando.
Quando è così lontano che nemmeno l’orecchio più formidabile potrebbe udire le nostre parole, Giulia mi sussurra qualcosa, con tono incerto. -Forse sei stata troppo dura.
-Forse lo sono stata troppo poco- le rispondo a denti stretti. -E’ difficile ammetterlo, ma le mie truppe hanno subito una bella batosta.
-Le tue truppe?- mi guarda perplessa.
-Sì- rispondo, come se fosse ovvio. Mi ci vuole un po’ per ricordarmi che, pur essendo migliori amiche, io e Giulia non siamo telepatiche, e che c’è bisogno di un’ulteriore spiegazione. -Nel senso che ormai tra me e il nerd arrapato in difficoltà economica è scoppiata una guerra- aggiungo frettolosamente, in risposta al suo sguardo a pesce luna.
Il volto di Giulia si rilassa. -Ah- fa con tono accusatorio. -Una delle tue metafore.
-Sì- Le rivolgo un’occhiatina divertita. Le avevo promesso che avrei smesso di usare metafore alla fine dell’anno scolastico, ma, che ci posso fare, è più forte di me.
-E come pensi di... controbattere all’offensiva del nerd?- Mi fa pure il verso, che crudele.
-Il mio orgoglio mi impone di non mollare- rispondo, mentre ci avviamo con fatica verso la nostra baracca.
Ed è vero. Se c’è una cosa che so, è che non uscirò imbattuta da questo scontro.

Angolino Autrice
Mi scuso per lo spaventoso ritardo nell'aggiornamento, ma al ritorno dallo stupendo soggiorno ad Assisi  sono dovuta ripartire subito per una lunga vacanza in Grecia e non ho avuto l'occasione di poter lavorare bene sul resto del capitolo. Ora finalmente ho un po' di tempo da dedicare alla storia, visto che non riparto prima del 12 Agosto. 
Lo so, la protagonista a prima vista può sembrarvi ipercritica e snob. Ma quanti di noi sarebbero capaci di resistere alla tentazione di prendere in giro un individuo come 'il nerd arrapato in difficoltà economica'? E poi, nonostante le immense tonnellate di sfiga che gli gravano sulle spalle, il tizio si sa difendere.
 
Lo so, la protagonista a prima vista può sembrarvi ipercritica e snob. Ma quanti di noi sarebbero capaci di resistere alla tentazione di prendere in giro un individuo come 'il nerd arrapato in difficoltà economica'? E poi, nonostante le immense tonnellate di sfiga che gli gravano sulle spalle, il tizio si sa difendere.

Non dimenticatevi di recensire :) 
P.S: la mentalità di Francesca può sempre evolversi in futuro... 

 
  
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