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Autore: nothanks    01/08/2013    1 recensioni
Nuova generazione: Sean Dunn è un ragazzo di 15 anni che frequenta la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e fa parte della Casa dei Tassorosso. Già, nei suoi 4 anni precedenti, ha sentito parlare dei Weasley e dei Potter e, a volte, durante qualche lezione, ha anche scambiato qualche parola con loro, ma mai più di qualche domanda sui compiti o su cosa stesse dicendo l'insegnante; non ha mai avuto l'occasione di approfondire quella conoscenza. Non fino al suo quinto anno. Proprio ora deve avere una simile distrazione? Con i G.U.F.O. in vista? Beh, tutto lo studio e tutti i sacrifici vengono ricompensati ad Hogwarts, anche se non saranno l'unica cosa che passerà per la testa del ragazzo...
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 3

Mai e poi mai.


- Per l'ennesima volta, Rose, l'incantesimo Reducio è ben diverso dal Reducto... - sospiro e continuo: - Il primo serve a rimpicciolire qualcosa, l'altro a distruggerla.

È quasi un mese che continuiamo con queste lezioni, ma, a volte, Rose non riesce proprio a concentrarsi, rifiutandosi, quindi, di capire qualsiasi cosa.

- Giusto... - sbadiglia.

- Dài, si è fatto tardi, oggi... Ehm, ci vediamo domani, okay?

- No, ti prego, devo riuscire a recuperare almeno questo capitolo di Incantesimi!

- Okay, ma poi andiamo via di qui. La biblioteca è inquietante, a quest'ora.

- Non è la prima volta che ci veniamo...

- Sì, ma è la prima volta che c'è un temporale fuori! - indico una finestra dietro di noi - Comunque, dicevamo...

- Come mai non sei Prefetto?

- Non lo so. - rispondo secco - Allora, quindi, a cosa ser...? - mi blocca ancora una volta.

- Non ci credo! Su! Sei lo studente con la media più alta del nostro anno e la Preside non ti ha nominato Prefetto?!

- Non mi va di parlarne, Weasley, davvero.

- Weasley? - sembra offesa. Non la chiamavo per cognome da settimane, ormai. Dopo un secondo, prima che io possa ribattere, abbassa lo sguardo e dice: - Reducio per rimpicciolire, Reducto per distruggere. - sbatte il libro per chiuderlo e fa per alzarsi.

- Alla solita ora, domani? - chiedo velocemente, prima che vada via.

- Sì. - sbotta e si affretta a raggiungere l'uscita, senza salutarmi né voltarsi indietro.

Prendo la mia roba, un po' infastidito dal suo comportamento ma anche un po' pervaso dai sensi di colpa, e faccio per andar via, quando sento un rumore subito sovrastato da un tuono. Mi guardo intorno velocemente, voltando la testa con piccoli scatti, per poi correre via.

No, Grifondoro non è decisamente la mia casa e il coraggio non è stato mai il mio forte, forse è proprio per questo che non ho accettato di diventare Prefetto dei Tassorosso: troppe responsabilità e troppa poca autostima per riuscire a mantenerle, a portarle avanti... I miei genitori adottivi non furono molto contenti, quando arrivò la lettera e io risposi dicendo che non avrei accettato quel ruolo, ma, dopotutto, non posso fare sempre ciò che gli altri vogliono, sia se si tratta della Preside sia se sono i miei genitori a desiderarlo.

Sì, infondo, è come se fossero i miei veri genitori: ci tengono davvero a me, come se fossi sangue del loro sangue e farebbero di tutto pur di vedermi felice. Mi hanno salvato la vita e non solo una volta.

 

 

Quando, la mattina dopo, mi sveglio, mi accorgo di essere cosi stanco che comincio a dubitare del fatto che, quello che ho sognato, sia solo un sogno; la Foresta Proibita - luogo a me sconosciuto e che spero resti tale - al tramonto ed io che correvo tra gli alberi, cercando di seminare il mio inseguitore: è questo l'incubo che mi ha fatto svegliare più di una volta e che ha continuato a tormentarmi durante la notte.

Una volta uscito dalla Sala Comune, mi dirigo verso la Sala Grande per la colazione e, quando incrocio lo sguardo di Rose, mi ricordo in tempo che nessuno sa che ci conosciamo e abbasso la mano che ho sollevato per salutarla. Non so come, ma lei se ne accorge e, dopo aver sgranato gli occhi, abbassa lo sguardo e fa per sedersi al tavolo della sua Casa, quando, ad un tratto, la vedo alzare il capo e voltarsi verso di me, con fare deciso.

Si avvicina sempre di più al mio tavolo, alla panca di fronte a me, a me.

- Ciao, Sean! - dice a gran voce e con un sorriso smagliante, facendosi sentire da tutti e facendomi sbiancare.

- Ciao, Rose... - riesco a dire, anche se pur sempre balbettando.

- Allora? Oggi ci vediamo un po' prima? Sai? Ho del sonno arretrato e non vorrei andare a dormire tardi anche stanotte... Ti va bene alle sette in biblioteca? Proprio come facevamo all'inizio.

È una mia impressione o la sua voce è sempre più alta?

- Certo. - e, a quanto pare, la mia è sempre più bassa.

- Perfetto! A dopo, allora. - va via e, una volta seduta, si rigira e mi chiama gridando e facendo girare alcuni verso di lei e altri verso di me: - Sean! Mi raccomando! Divinazione!

Punto lo sguardo verso il mio piatto e, con una mano, mi copro almeno un lato della mia faccia, quello che mi sembra essere il più caldo e, sicuramente, anche il più rosso.

Finisco velocemente la mia colazione e, prima di uscire, mi dirigo verso Rose, mi abbasso verso il suo orecchio e le sussurro, imbarazzato, ma pur sempre cercando di sembrare deciso: - Dobbiamo parlare. Ora.

Mi segue in silenzio e, una volta fuori, mi volto verso di lei e inizio a domandarle: - Ma che ti è successo? Sei impazzita, per caso? Prima mi dici che incontrarci così presto avrebbe fatto insospettire la gente e ora mi parli davanti a tutta la scuola? Tu hai qualche serio problema, Weasley!

- Tu avrai dei seri problemi se mi continuerai a chiamare per cognome, Sean! - mi grida in faccia.

- Scusami... - dico, abbassando la voce e cercando di essere il più convincente possibile, ma poi aggrotto le sopracciglia e ritorno sulla difensiva - Comunque, cosa ti è successo? Cosa ti ha fatto cambiare idea così velocemente?

- È che sono stanca...nel vero senso della parola! Sono stanca perché non dormo, perché passo ore sui libri senza risultati, perché devo nascondere tutto a tutti, perché la mia famiglia comincia a chiedermi perché io torni così tardi e perché comincia a sospettare che io stia con Malfory, perché...perché...

- Okay, credo possa bastare... - le poggio una mano sulla spalla destra ma lei la toglie e mi abbraccia, bagnandomi leggermente il petto con le sue lacrime.

Non so che fare, dire o pensare, addirittura. Così mi lascio trasportare dalla situazione e comincio ad accarezzarle i capelli con una mano e la schiena con l'altra, tentando di consolarla, aggiungendoci anche qualche "Sstt..." per zittire i suoi singhiozzi.

- Mi aiuterai, vero?

- Ovvio che sì. - le rispondo, sincero.

- Non mi abbandonerai anche tu, vero? - chiede, più insicura, questa volta, lasciandomi per un attimo spiazzato.

- Mai e poi mai, stanne certa.

- Grazie. - e mi stringe più forte, terminando finalmente di piangere.

   
 
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