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Autore: MelGhoul_Echelon    01/08/2013    2 recensioni
Questa è la mia prima FF sui Black Veil Brides.
La storia parla di una nuova Rock Band che stanno facendo il loro grande debutto, finchè.....
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Ashley Purdy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non capisco perchè l'inverno debba arrivare così velocemente; i giorni sono sempre troppo corti, e io, insieme ai miei amici, dobbiamo provare per il nostro debutto come Rock Band.
Le ore non bastano mai, e io ancora non mi sento pronta, i ragazzi, sempre euforici, non vedono l'ora che arrivi il giorno del debutto, mentre io spero e prego che ci dicano "Mi dispiace ragazzi, la prova è stata rimandata".
 Lo so, non è bello quello che stò pensando da settimane, io e i ragazzi ci siamo impegnati così tanto, e lo stiamo facendo tutt'ora, sarebbe molto egoista da parte mia continuare a pensare la nostra sfortuna. Cammino per strada con il vento gelido che mi ghiaccia le guance e che mi scompiglia i capelli colore della pece con le punte di un rosso acceso, che ricorderebbe un fuoco ardente, acceso su dei tronchi, poggiati su una spiaggia, per via del precedente colore, che ancora si notava, che infatti era il colore della sabbia.

Le mie guance già pallide ora prendono un colore azzurrognolo, che fa risaltare ancora di più i capelli fin troppo scuri, e farla così sembrare una piccola ombra, che si aggira per le strade di Los Angeles.

<< Kayla! >>

Mi giro lentamente per via dei tanti strati di vestiti che ho addosso, e vedo la figura di Joe che mi rincorre, saltando ogni tanto le montagnette di foglie che ancora non sono scomparse dopo la fine dell'autunno.

 << Kayla! >>

 Mi fermo completamente e aspetto Joe, in modo di trovarlo di fronte a me.
Lui corre, corre, finchè non mi arriva davanti, e vedo la sua figura alta ed estremamente magra piegarsi in due e appoggiarsi le mani, piene di tatuaggi e bracciali in pelle borchiati, sulle ginocchia, ricoperte di Jeans scuri, tendenti al nero, semi strappati sulle cosce, con quale sfilaccio di tela che spunta fuori da quei tagli enormi.
Si alza lentamente e finalmente scorgo i suoi occhi castani, circondati da un filo di matita nera, ormai quasi del tutto scomparsa.
 Noto con dispiacere, per lui, i capelli tutti schiacciati e non più in piedi come quello stesso pomeriggio, mi chino per terra e raccolgo il suo capellino, caduto nello stesso momento in cui si era chinato; era blu con visiera bianca, e due piccoli adesivi, di cui uno aveva la scritta "Bring me the Horizon" e proprio di fianco ad esso c'era il secondo; su quello c'era la scritta "Drop Dead".

<< Certo che sei veloce tu! >>

Joe comincia a parlare mentre io lo guardo con occhi semi chiusi per via del freddo pungente, quando il ragazzo mi si avvicina mi giro dall'altra parte, e inizio a camminare verso la mie destinazione.

<< Ehi, non parli Kay? >>

Io sposto leggermente gli occhi verso la sua figura, per poi spostarli di nuovo sulla strada.

 << Non serve parlare quando tu sei presente.. >>

La mia voce è bassa, e non fa trasparire alcuna emozione.
I ragazzi mi conoscono così: La ragazza che non conosce sentimenti.
Io e i ragazzi ci conosciamo da 4 anni, e da due formiamo la nostra Band, che si esibisce semplicemente ai Diciottesimi dei nostri compagni di suola, che per precisione, non ne conosco neanche uno.

<< Oh andiamo non parlo poi così tanto, si lo so, sono molto ripetitivo, me lo dicono anche i miei genitori quando li sento, ma non importa, dopotutto è vero! >>

 Joe continuò a parlare, e camminare nello stesso momento, io ormai non gli davo più retta, stava parlando troppo, e sapeva quanto odiavo le persone fin troppo allegre.
 Lui continuava, continuava finchè io non mi fermo tutto d'un tratto, e lo guardo con occhi bassi, anche se era nettamente più alto di me.

 << Che c'è? >>

Mi chiese lui guardandomi con aria strana; io alzo leggermente lo sguardo e incrocio i suoi occhi, che anche dopo tutte quelle ore di prova erano ancora pieni zeppi di allegria e gioia.

<< Joy... >>

 Sussurro io mentre lui si abbassa al mio livello per guardarmi direttamente negli occhi, anche se sono praticamente coperti dalla sciarpona di lana.

<< Dimmi tutto, tesoro! >>

Lo guardo molto male, e lui capisce, ricordandosi, che non deve chiamarmi "Tesoro" perciò si morde la lingua e con un leggero sussurro dice "Scusa".

<< Stai zitto! E poi perchè mi stai seguendo? >>

Joe si mette a ridere e mi guarda con le lacrime agli occhi.

<< Ma io non ti stò seguendo Kayla, ti ricordo che abitiamo nella stessa casa >>

Io lo fisso, non me ne ero dimenticata, solo che non volevo mi seguisse.
Ricomincio a camminare, e lui, questa volta per fortuna in silenzio, mi stà poco più indietro, lasciandomi da sola, e con la mia privacy.
La nostra casa è molto lontana dalla sala prove che affittiamo di solito, e bisognerebbe spostarsi in macchina, che però noi usiamo solo in rare occasioni.
Arriviamo davanti al portone in legno, circondato da due pali della luce fin troppo funzionanti; quella luce di ma i nervi, e mi fa male agli occhi.
Mi giro, trovo Joy attaccato al muro che mi fissa con un sorriso stampato in faccia.

<< Le chiavi Joy, non rubarmele. >>

 Lui scoppia a ridere per quella mia frase fin troppo abitudinaria e mi pone le chiavi, sulla mia mano ancora aperta e puntata nella sua direzione; le fa cadere, e sento il peso del mio portachiavi a forma di teschio sulla mano.

<< Un giorno dovrai dirmi come fai! >>

 Dico io mentre spalanco la porta e lo faccio passare prima di me.
Lui corre su per le scale mentre urla.

 << Non te lo dirò mai, non si svelano certi segreti!! >>

 Io lo guardo quasi stupita, e lo osservo mentre corre sulle scale diretto verso il nostro appartamento, che è situato al sesto piano; Io lo seguo a ruota ma con più calma, non voglio di certo farmi scoppiare i polmoni.

<< Ti ricordo che ho io le chiavi Joy >>

 Lui scoppia a ridere mentre mi guarda e si appoggia al corrimano attaccato alla parete vicino alle scale, per girarsi subito e tornare a correre.

<< Ma c'è a casa Chester! >>

 Mi ero completamente dimenticata che Chester era uscito prima dalla sala delle prove perchè doveva incontrarsi con la sua ragazza, ma senza troppo stupore continuo a salire le scale, finchè dopo un paio di minuti arrivo davanti alla porta del nostro appartamento, e vedo che Joe mi stà ancora aspettando.

 << Suona, no? >>

Lui comincia nuovamente a ridere e a parlare, nel frattempo appoggia l'indice sul campanello dell'appartamento, senza però staccarlo, aspettando che Chester arrivi alla porta e ci apra per farci entrare.

Non passano nemmeno due minuti che scorgo la figura di Chester davanti a noi.
Chester ha un fisico asciutto, i suoi capelli sono di un castano chiaro tenuti quasi rasati.
Incrocio i suoi occhi verdi, e subito dopo sposto lo sguardo sulle orecchie, i due lobi sono occupati da due dilatatori, non eccessivamente grossi.
Fisso i suoi piercing sul viso, uno al sopracciglio sinistro e uno sul labbro inferiore al centro; rimaniamo in silenzio per qualche secondo finchè Joy esclama un

 << Finalmente! >>

 e corre in casa fin troppo allegro, mentre si toglie il cappotto nero e lo appoggia all'attaccapanni vicino alla porta.
 Io invece con più calma entro e saluto Chester con un piccolo bacio sulla guancia e un leggero

<< Ciao. >>

Mi fermo e chiudo io la porta mentre Chester ritorna in cucina; giro le chiavi e mi tolgo il cappotto, togliendo però tutte le cose che avevo in tasca, come il cellulare, le chiavi, e il mio plettro.
 
<< Ches! Che si mangia? >>

Joy eccitatissimo e affamatissimo corre in cucina aspettando una risposta dell'amico, che nel frattempo ha cominciato ad apparecchiare la tavola.
Chester risponde all'amico e ritorna in cucina mentre mi rivolge un'occhiata, io mi fermo sull'uscio della porta della cucina e guardo tutte le pentole che sono nel lavello, per poi posare lo sguardo su Chester, che mi osserva; lo ignoro e mi dirigo verso la mia stanza mentre Joy mi urla dietro.

<< Kay non mangi con noi? >>

 Io mi giro mentre appoggio una mano sulla maniglia, e osservo che anche Chester è uscito dalla cucina, e mi stà guardando con aria interrogativa.

<< Tenetemi qualcosa da parte per dopo, io devo suonare. >>

Rispondo io mentre entro nella mia stanza guardandomi in giro, trovo subito la mia Fender, la prendo in mano e mi siedo sul mio letto matrimoniale dal piumone nero e argento, ricoperto da tanti peluches raccapriccianti, come tanti piccoli teschietti, o dinosauri con la pelle, in questo caso il pelo, colorato di sangue.

Inizio a suonare, ad esercitarmi.
Già, io sono la chitarrista del mio gruppo, ogni tanto canto anche ma, il vero vocalist è Chester, e naturalmente Joe, è il batterista.
Chiudo gli occhi e mi immagino un palco, il pubblico che ci acclama, urlando il nostro nome più e più volte mentre a ritmo della nostra più famosa canzone ci applaudono.
Mi avvicino al microfono tenendo ben stretta la mia Fender tra le mani, guardo il pubblico e urlo nella mia mente

<< Salve Los Angeles noi siamo gli Ice Corpes! >>.

//Salve ragazzi, so che questo è solo il primo capitolo ma spero che vi piaccia lo stesso. Fatemi sapere con una recensione!
  
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