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Autore: mlousty    01/08/2013    5 recensioni
La ragazza camminava spensierata per le buie vie di Londra. Non aveva paura di andare in giro da sola, neanche quando fuori era un freddo assurdo e persino quando era buio pesto. Non aveva paura.
Se fosse successo qualcosa, si sarebbe saputa difendere. Aveva tenuto un corso di karate l'autunno scorso, perciò sapeva come far secco chiunque gli avesse dato fastidio.
Ma forse il destino non voleva che Savannah non provasse il brivido della paura. Forse era già tutto scritto.
Savannah quella sera avrebbe avuto paura.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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this girl-8

 

 

 

This Girl.

(8)

First contraction.

 

 

 

 

 

 

 

Non possiamo vederci per colazione, mi dispiace.

Così recitava il messaggio che Conor le aveva appena inviato. Ci era rimasta male, molto. Perchè anche se lo conosceva da nemmeno ventiquattro ore, le era già entrato nel cuore.
Da quando l'aveva riaccompagnata a casa la sera prima, non riusciva a non pensare a quel bel faccino contornato da dei magnifici capelli dal colore indecifrabile. Dalla sera prima, la sua ipotetica cotta per Harry era scomparsa. Agli occhi verdi scintillanti del riccio, si erano sovrapposti due begli occhi celesti, pieni e vivi. Da quando aveva conosciuto quel ragazzo, i suoi pensieri non andavano più al ventitré Dicembre.
E per questo Savannah rimase molto male nel leggere quello stupido messaggio. In poche ore quel ragazzo era diventato importante, e non ci avrebbe rinunciato.
Così lo chiamò.

"Savannah, non ti è arrivato il messaggio?", disse lui non appena i loro telefoni furono collegati.
"Ehi, ehm.. sì, mi è arrivato, ma.. perchè?", rispose la mora prendendosi più tempo possibile. Non voleva ricevere un rifiuto.
"Sono in ospedale perch.."
"Ti è successo qualcosa?", si agitò Savannah, interrompendo il ragazzo.
"No, Van. Hanno picchiato Niall ieri sera e sono qui con lui.", spiegò.
"Niall?"
"Sì, sai..", Conor fece il vago, sperando che Savannah capisse a chi si stava riferendo.
"Oh, ho capito. Beh, mi dispiace.", disse dura.
"Possiamo vederci questo pomeriggio se ti va.", propose il ragazzo.
"Mi va.", sorrise.
"Allora ti passo a prendere alle cinque."
"A dopo, ciao."
"Ciao.", la salutò sorridente.

Quella ragazza gli faceva uno strano effetto. Ogni volta che pensava a lei - e quindi sempre - un sorriso raggiante si faceva spazio sul suo viso. Gli piaceva molto, ed era una buona compagnia. Lo faceva ridere, un pregio che le dava un punto in più.

"Con chi eri al telefono? Perchè sorridi così?", chiese Niall, riportando sulla terra il suo migliore amico.
"Ero con Savannah, e non sto sorridendo.", si voltò andando incontro al lettino dell'amico.
"No, nemmeno un pochino!", lo prese in giro il biondo.
"Idiota!"
"Ti piace?", chiese.
"Chi?"
"Savannah."
"Forse.", ammise.
"Non avrei dovuto farle del male..", affermò.
"Già.", disse il rossiccio. "Ehi, ancora devi dirmi chi ti ha conciato così.", cercò di sviare il discorso dallo stupro di Savannah.
"Suo fratello.", sussurrò Niall.
"Suo che?", il rosso spalancò gli occhi.
"Fratello, quel ragazzo che era con lei al supermercato."
"Ah."
"Hai paura?", chiese vedendo l'espressione confusa dell'amico.
"Dovrei?", ribattè.
"Stai uscendo con sua sorella."
"No, ci siamo solo incontrati per caso."
"Ma oggi ci uscirai di nuovo, e se non fosse per me, ci staresti anche adesso."
"Dettagli.", se ne uscì.
"No, perchè questo significa che ci stai uscendo.", disse convinto.
"E quindi significa che dovrei aver paura di suo fratello?", chiese scocciato.
"Guarda ciò che ha fatto a me."
"Tu quel braccio rotto te lo sei meritato."
"Lo so, ma stai attento comunque.", gli fece l'occhiolino.
"Va bene, ora vado. Tu rimettiti, ti vengo a prendere domani mattina."
"Ciao amico.", gli sorrise grato.

 

 

 

*

 

 

 

 

Savannah era in salone, seduta sulla sua poltrona, e stava guardando il suo film preferito: "Ho cercato il tuo nome" con Zac Efron, il suo attore preferito, quando si sentì chiamare a gran voce da Louis.
Dopo aver messo in pausa, corse veloce verso il fratello, che si trovava in bagno.
"Ehi", disse col fiatone non appena arrivò al piano superiore.
"Dov'è il disinfettante con le garze?", chiese.
"A cosa ti servono? Ti sei fatto male?", si preoccupò la mora.
"Ehm, no.. Harry si è fatto male e..", disse nascondendo le sue mani dietro alla schiena, in modo da non farle vedere alla ragazza davanti a lui.
"Harry a casa sua non ce l'ha?"
"No, e infatti mi ha chiesto di portarglielo!", sorrise il moro.
"Louis.", lo richiamò Savannah.
"Dimmi."
"Fammi vedere le tue mani.", gli ordinò.
"Perchè?", chiese a disagio.
"E' un ordine!", disse arrabbiata.
"Ok..", rispose mentre tirava da dietro la schiena le sue mani rovinate.
"Perchè le tue nocche sono tutte spellate?"
"Sono caduto."
"Non ci credo, Louis. Che hai fatto ieri sera?", e mentre pronunciava quella frase, le parole che qualche ora prima le aveva detto Conor le rimbombarono in testa.
Ieri sera hanno picchiato Niall.
E chi meglio di suo fratello aveva un buonissimo motivo per fare del male e picchiare il biondino?
Louis continuava ad osservare sua sorella che passava le sue lunghe e sottili dita sulle sue ferite, provocandogli un dolore lancinante; mentre lei continuava a pensare intensamente alle parole del rosso.
"Hai picchiato tu Niall, vero?", diede voce ai suoi pensieri.
"Che.. Cosa stai dicendo, Van?", disse confuso il moro.
"Ciò che ho detto. Tu hai picchiato Niall."
"Come fai a saperlo?", chiese, quasi impaurito.
"Non importa. Perchè l'hai fatto?", negli occhi della sorella, Louis poteva leggere benissimo disapprovazione per l'azione da lui compiuta.
Non bastavano i suoi rimorsi, no. Ci voleva pure sua sorella.
"Non mi chiedere perchè l'ho fatto, Savannah. Lo sai benissimo pure tu!", alzò la voce sfilando le sue mani da quelle della ragazza.
"Non spettava
a te! Non spettava a te fargliela pagare!"
"Ah, no?! Tu non l'hai voluto denunciare, e io che dovevo fare? Restarmene con le mani in mano sapendo che colui che ti ha stuprato va in giro spensierato senza rimorsi?", urlò.
"Non sai se lui si è pentito o meno, Louis! Non l'ho voluto denunciare prima, e non voglio farlo nemmeno adesso che so chi è! Ma questo non giustifica ciò che hai fatto, è sbagliato comunque!", urlò a sua volta la mora.
"Io l'ho fatto per te, perchè ti voglio un bene immenso, e volevo che lui soffrisse, come hai sofferto tu."
"Il male che lui ha fatto a me, e quello che tu hai fatto a lui non è paragonabile!", disse sdegnata Savannah.
"Lo so, Savannah! Ma volevo che lui capisse!"
"Non doveva capire cos.. aaaaah, Louis!", urlò.
"Savannah, cos'hai?", il moro si precipitò verso sua sorella, soccorrendola.
"Una.. una.. con- contrazione.. aaah!", urlò di nuovo.
"Cosa devo fare?", si trovò impreparato.
"Fammi sdraiare, scemo!", ordinò Savannah.
"Sì", disse portando piano sua sorella in camera e facendola sdraiare cautamente.
Louis vide sua sorella soffrire per un paio di minuti, e poi calmarsi lentamente.
Si maledisse, perchè ogni volta faceva stare male sua sorella senza il suo volere.
"Mi dispiace..", sussurrò accucciandosi accanto a sua sorella. Alzò lo sguardo sul viso stanco e sudato di Savannah, e la vide sorridere gioiosa. "Perchè sorridi?", chiese curioso di sapere il motivo di quel sorriso così raggiante.
Solo quando Savannah aprì bocca, si accorse che stava accarezzando dolcemente il pancione ormai evidente, soffermandosi ogni tanto in un punto e allargando di volta in volta il suo sorriso.
"Si è mosso!", sorrise ancora.
"Davvero?", chiese entusiasta Louis, e come risposta Savannah annuì con la testa.
"Sì, si è mosso; e credo che domani dovrò andare a controllo.", affermò.
"Possiamo andarci anche ora, se vuoi.", propose.
"Davvero?", chiese Savannah, nella stessa maniera in cui l'aveva chiesto prima Louis.
"Davvero davvero, Van. E scusami."
"Ti voglio bene, fratellone!", disse slanciandosi verso il ragazzo e abbracciandolo forte.

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Sono sotto casa tua, sei pronta? :)

Conor le aveva mandato un messaggio per avvisarla che era arrivato, ma lei ancora non era pronta. Non aveva voglia di uscire, ma aveva voglia di stare con lui. E non sapeva cosa fare.

Ma se io non avessi voglia di uscire?

Invio. Ormai era andata, o la va o la spacca.

Busserei alla tua porta aspettando che tu ti decida ad aprirmi. Voglio vederti.

Savannah era alla finestra, osservando il rossiccio intento a scriverle il messaggio di risposta. Sperava in un messaggio positivo.

Fallo, anche io voglio vederti.

Sorrise, e scese al piano inferiore. Si mise dietro al portone ed aspettò che Conor bussasse. Era in trepidazione. Non vedeva l'ora di osservare quei dolcissimi occhi azzurri e di essere avvolta dalle sua braccia forti.
Bussò, e Savannah aprì subito.

"Ehi, eri dietro il portone?", sorrise il rossiccio.
"Sì!", ammise la mora, scoppiando a ridere. Poi smise, e incastrando i suoi occhi a quelli di Conor, si fiondò fra le sue braccia. Aveva bisogno del suo calore.
Il ragazzo rimase sorpreso, ma subito avvolse la ragazza fra le sue braccia. Sarebbe rimasto in quella posizione per sempre, perchè era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel preciso istante.
Quando si staccarono, Savannah lo invitò ad entrare, e lo fece accomodare nel salone, mentre gli serviva il tè che Louis aveva preparato prima di uscire.
Parlarono per circa un'ora del più e del meno, prima che Savannah decise di raccontare a Conor l'episodio della mattina.
"Sai, stamattina il mio bambino si è mosso.", disse.
"Sul serio?", chiese sorridente il rossiccio.
"Sì, mi ha fatto un male, ma è una cosa bellissima sentire tuo figlio muoversi dentro di te.", sorrise Savannah.
"E' di Niall il bambino?", azzardò a chiedere.
"Possiamo non parlarne?", disse la ragazza, senza perdere il suo sorriso iniziale.
"Certo!"
"Te ne parlerò, ma non ora."
"Non ti forzerò, so aspettare.", le fece l'occhiolino.
"Sei un ottimo amico!", disse, e lo abbracciò forte.
"Anche tu sei un'ottima amica!", ricambiò l'abbraccio.
Rimasero per qualche minuto in silenzio, prima di romperlo con una proposta della mora.
"Ehi, ti va
di rimanere a cena stasera? Mio fratello non c'è e non ho voglia di rimanere da sola.."
"Volentieri! Ordiniamo pizza?", chiese.
"Vada per la pizza, e poi ci vediamo pure un bel film strappalacrime. Ok?", propose ancora la mora.
"Titanic andrà bene.", disse il rossiccio, prima di prendere il telefono ed ordinare le pizze.


Il film era ormai finito da un paio di minuti,  e mentre sullo schermo del televisore al plasma scorrevano i titoli di coda, Conor spostò lo sguardo sulla ragazza accucciata fra le sue braccia e con la testa appoggiata alla sua spalla. La osservò per molto, e la trovò bellissima.
"Sei bellissima, Savannah.", disse prima di poggiare la sua testa su quella della ragazza e chiudere gli occhi con un sorriso enorme sul viso.

 

 

 

 

My Space:

Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaao!
Lo so, avrei potuto aggiornare prima, ma ho avuto un po’ di problemi.. mi dispy, ma cercherò di farmi perdonare aggiornando un’altra volta prima della fine della settimana, visto che poi partirò.
Non ci mettete il pensiero però, non sono affidabilissima.. dipende solo dalla mia ispirazione.
Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, visto che a me è piaciuto molto scriverlo :)
Mi fate sapere cosa ne pensate con una recensione?
Un bacio,
Marialuisa

 

 

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