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Autore: bieberfiancee    02/08/2013    4 recensioni
'Stratford 2011,
2.17 AM,
john's supermarket,
reparto dei dolci'
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘Brook! Stai bene?’ tornai bruscamente alla realtà. Guardai la mia migliore amica incredula,il ragazzo non c’era più. Non c’era più nessuno. Appoggiai la schiena al mio armadietto e scivolai fino a sedermi con la bocca aperta. Non trovavo le parole.
Taylor provò a ‘svegliarmi’ battendo le mani davanti ai miei occhi ma io riuscì solo a biascicare un
‘io lo conosco ‘.
‘lo conosci?!’ urlò. ‘ma come lo consoci? Quando?’ si inginocchiò davanti a me.
‘io.. due anni fa.. in un supermercato.. ‘ balbettai.
‘parla Brook per l’amor di dio ‘
Presi un gran respiro e cominciai a raccontare l’accaduto ,non ricordavo molto di quella notte,l’avevo semplicemente dimenticata. Il giorno dopo mi ero maledetta per non avergli chiesto il numero o soltanto il nome ma poi mi ero messa il cuore in pace,ero convinta che non avrei più incrociato quei due occhi.
Dopo aver finito di raccontare  Taylor si mise accanto a me con le ginocchia attaccate al petto.
‘wow.. ‘ sospirò senza guardarmi. ‘perché non me lo hai mai detto?’
‘perché allora non eravamo molto legate e poi…non lo ritenevo importante ‘ risposi enfatizzando l’ultima parola.
‘avresti comunque potuto dirmelo… insomma… non lo so ‘ appoggiò la testa contro le ginocchia. Sembrava più turbata di me.
‘cos’hai Tay? Perché stai cosi?’ chiesi guardandola.
‘nulla…è solo…strano ‘ si alzò in piedi e mi aiutò ad alzarmi. ‘ascolta -continuò- ormai sono tutti in classe,andiamo via ‘ propose sorridendomi.
‘no,non ti preoccupare,tu rimani qui io torno a casa ‘
‘non se ne parla Brook! ‘ incrociò le braccia offesa ‘io vengo con te! ‘
‘no ‘ dissi decisa ‘dirai che sono stata male e tornerai in classe,io adesso vado a casa e mi preparo una camomilla. Ho bisogno di stare da sola ‘
Mi guardò triste,come se provasse pena per me e non ne capivo il motivo. Probabilmente si sentiva ferita perché in quei due anni non ne avevo mai parlato.
La abbracciai e le sussurrai che ci saremmo viste l’indomani.
Corsi via.
Ero molto brava a scappare dalle situazioni. Esattamente come un anno e mezzo fa quando scappai di casa andando da mia zia per poi tornare dopo qualche mese. Avevo sbagliato a farlo,ma miracolosamente migliorò i rapporti con mia madre. Ora andiamo d’accordo,siamo amiche.
Si è sposata con un uomo di nome Charlie: alto,robusto,gentile e molto dolce. L’uomo perfetto per lei ed io sono felice della loro relazione.
Adesso sembrerebbe andare tutto bene.
Mi incamminai verso la macchina posteggiata nel piccolo parcheggio della scuola. Una volta partita accesi la radio e misi il volume al massimo.
 

‘I’m out on the edge and I'm screaming my name

like a fool at the top of my lungs

sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright’

 
 
Perchè stavo cosi male? ‘male’ non potevo stare male per lui,ero soltanto molto turbata. Quel ragazzo,quella notte,era pieno di speranze e di sogni ormai infranti. Adesso è qui,è tornato dove è iniziato tutto senza aver concluso niente. E se lo prenderanno in giro? Chissà come deve sentirsi. Chissà cosa è andato storto. Quella notte sembrava cosi felice.
 
 
 

‘but it's never enough cause my echo,

 echo is the only voice coming back

my shadow, shadow is the only friend that I have’

 
 
Si ricorderà di me? Probabilmente no . Perché dovrebbe? 
 
 

‘listen, listen

I would take a whisper if that's all you have to give

but it isn't, isn't’

 
 
Io però mi ricordo di lui. Non ho mai dimenticato quei due occhi.
 
Parcheggiai la macchina nel vialetto di casa e spensi la radio. Rimasi in macchina qualche minuto prima di scendere. Avrei dovuto parlarci? No.. sarei sembrata ridicola. Non si ricorderà mai di me. Sono passati due anni. Due anni.
 
‘ciao mamma ‘ urlai entrando in casa.
‘ciao tesoro ‘ la voce proveniva dalla cucina,così la raggiunsi. Stava preparando la pizza.
‘come mai sei già a casa? ‘ mi chiese senza togliere gli occhi dall’impasto.
‘non mi sentivo tanto bene ‘ mentì ‘adesso vado a riposare ‘ prima che potesse rispondermi sgattaiolai fuori e raggiunsi la mia camera al piano di sopra. Buttai la cartella sotto la scrivania,mi tolsi le scarpe e i vestiti rimanendo in canottiera e mutande. Molto lentamente mi trascinai dentro le coperte e mi addormentai.
 
‘scusami,ma ho avuto dei problemi,mi chiamo Brooklyn’
‘spero di rivederti allora Brooklyn,me lo hai promesso’
Promesso.
Promesso.
 
Mi svegliai bruscamente con le urla di mia mamma che mi dicevano di scendere perché era pronto da mangiare. Quanto avevo dormito? Due ore? Ed avevo sognato davvero quel ragazzo?
Mi alzai dal letto sempre più intontita,mi incamminai verso l’armadio e presi una maglietta larga che apparteneva a mio padre. Mi infilai le infradito e mentre raggiungevo la cucina mi legai i capelli in una crocchia. ‘buona sera ‘ biascicai sedendomi al mio posto.
‘ehi guarda chi si è svegliata ‘ fece Charlie a mia madre. ‘è pronta la pizza ‘disse porgendomi la teglia. Ne presi due fette e cominciai a mangiarle avidamente,ero affamata
‘è ottima come sempre ‘ commentai. ‘sono pienamente d’accordo ‘ rispose Charlie infilandosi un boccone in bocca.
La donna arrossì e sventolò la mano come a dire ‘smettetela’.
‘come è andata oggi? ‘ chiesi nella speranza di non ricevere una domanda simile,dato che non avevo per niente voglia di parlarne.
‘tutto okay,una signora oggi ha vomitato sul sedile. E’ stato orribile pulire ‘ confessò Charlie. Era l’autista di una catena molto vasta di autobus.
Risi,poi guardai mia madre aspettando una sua risposta.
‘oggi sono andata dal parrucchiere ‘ cominciò lei. ‘e ho sentito parlare due signore ‘ finì di masticare e mi mise dell’acqua nel bicchiere che cominciai subito a bere.
‘che dicevano? ‘ chiese l’uomo.
‘parlavano di un ragazzo che avrebbe dovuto sfondare ma.. –mandò giù il boccone- non è andata cosi’
L’acqua mi andò di traverso e iniziai a tossire. Charlie mi diede delle pacche sulla schiena che mi calmarono. ‘tutto okay Brooklyn? ‘ chiese.
‘certo scusate,va avanti mamma ‘
‘non c’è molto da dire,gli avevano proposto due contratti ma ha firmato quello sbagliato e non è arrivato a niente ‘ prese un pezzo di pane e gli diede un morso ‘tu lo conoscevi? ‘
io? no ‘ mentì.
‘chissà magari verrà nella tua scuola ‘ si alzò dalla sedia e cominciò a sparecchiare.
‘gia Brooky potresti conoscerlo ‘ propose Charlie.
‘gia ..ehm non credo,poi sono molto impegnata con la scuola ‘ farfugliai ‘ci sono gli esami ‘
Non volendo sentire la loro risposta e desiderando di concludere quella conversazione,mi alzai dicendo che dovevo finire un progetto.
Corsi in camera mia.
Chiusi la porta facendo attenzione a non sbatterla,poi presi il cellulare e controllai la cartella dei messaggi.
1 messaggio: Taylor.
 
‘hai fatto bene ad andartene’

 nota dell'autore

salve a tutti,eccomi qui.
questo è il secondo capitolo della mia storia,so che è un po' noioso ma domani pubblicherò il terzo e spero che non ne rimaniate delusi.
sto aggiornando cosi velocemente perchè purtroppo domenica quattro agosto parto e tornerò a settembre.
vi abbraccio forte
un bacio
alessia.

  
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