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Autore: becca25    02/08/2013    4 recensioni
“Non fare lo spiritoso Rem”esclamò allegramente James, spingendolo con fermezza verso il suo posto, mentre Peter lo aiutava a sedersi e Sirius gli sollevava la mano, in cui stringeva la rosa, indirizzandola verso la ragazza.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini | Coppie: Remus/Sirius
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Buona sera a tutti! Eccovi il nuovo capitolo! Non ci speravate più, non è vero?!XD
In realtà, non avrei mai abbandonato questa fic, però diciamo che mi sono trovata ad un punto cieco e non avevo davvero idea di come proseguire, quindi possiamo dire che l’avevo messa momentaneamente in stand bye.
Tuttavia, questa sera, dopo aver notato la recensione di Ire, mi sono convinta a riprenderla in mano e l’idea per il capitolo è venuta da sé.
Spero davvero possa piacervi e spero sia rimasto qualcuno a seguirla, dopo questa lunghissima attesa!
Con affetto,
Becki
 
p.s. Avviso subito che non so con certezza quando aggiornerò, ma credo che riuscirò a non far passare altri mesi prima di farlo!
 
Capitolo 6
 
“Allora, sentiamo, in cosa consisterebbe questo tuo piano geniale?” domandò sarcastico Sirius, abbandonandosi sul divano accanto al proprio migliore amico, le braccia incrociate e un’espressione diffidente sul volto; James gli scoccò un’occhiataccia, prima di spostare la propria attenzione alla cucina, assicurandosi che i suoi amici fossero ancora impegnati a riporre la spesa e che dunque non fossero in ascolto.
“Bè, tra pochi giorni sarà Capodanno, giusto?” iniziò, mentre un sorrisetto malandrino già gli increspava le labbra “ho pensato che, magari, solo per questa volta, potremmo trasgredire un po’ alle tradizioni e, al posto di trascorrere la serata solamente fra noi, potremmo invitare un po’ di amici” propose, mentre il cipiglio di Sirius si faceva più pronunciato.
“Vorresti aiutarmi a risolvere il mio problema, con una festa?” sbottò infastidito, rivolgendo un veloce sguardo verso la cucina “e come, se posso chiedere?”
James sbuffò, alzando gli occhi al cielo “Non è così difficile da capire!” sospirò, osservandolo con sufficienza “con molti invitati avrai di certo più possibilità restare solo con Moony! Considerando la sua avversione per qualsiasi genere di festa con più di quattro partecipanti e il suo odio naturale nei confronti della mischia e del caos, non sarà un problema per te prenderlo in disparte e restare un po’ da solo in sua compagnia” spiegò James, mentre una luce eccitata balenava negli occhi del migliore amico “a quel punto avrai modo di parlare in santa pace con Moony e, chissà, magari con la scusa della mezzanotte riuscirai anche a rubargli un bacetto” aggiunse malizioso, mentre un ghigno soddisfatto di dipingeva sul volto di Sirius.
“Ma il bacio non era l’ultimo passo nel tuo “manuale”?” lo canzonò divertito, facendo sospirare Prongs.
“Teoricamente era così, ma considerando il tempo che ci stai impiegando e i casini che stai facendo, credo che nel tuo caso sia necessario saltare qualche tappa, se non si vuole rischiare che uno di voi due nel frattempo muoia di vecchiaia” spiegò seriamente, facendo ridere di gusto Paddy.
 
“Non è che l’idea della festa mi infastidisca” iniziò Moony con voce pacata, mentre si preparava con i suoi amici per il veglione di Capodanno che sarebbe iniziato a breve “ma davvero non capisco perché abbiamo dovuto farla in maschera!” si lamentò, sistemandosi sul capo, con una smorfia contrariata, un paio di orecchie da lupo, abbinate alla folta coda color miele che aveva sistemato sui pantaloni.
Passò qualche secondo ad osservarsi con aria scettica allo specchio ed era così concentrato sulla propria figura, che nemmeno vide lo sguardo profondo che gli rivolse Sirius.  
Perché morivo dalla voglia di vederti con quel costume!
Pensò Paddy, scrutando con occhi famelici il costume che aveva attirato la sua attenzione solo il giorno precedente e per il quale aveva deciso, all’ultimo minuto, di trasformare quel party in una festa mascherata.
“E poi non potevo scegliere un altro costume?” aggiunse Moony, distogliendo Sirius dai propri pensieri “devo essere un lupo anche quando non c’è la luna piena?” borbottò imbronciato, scoccando uno sguardo glaciale all’amico che, in tutta risposta, si accarezzò con fare distratto le orecchie da cane che stava portando.
“Tranquillo Moony” intervenne con un sorrisetto James “sarai di certo il lupacchiotto più bello di tutta la serata” lo rassicurò, incapace di nascondere una risata, quando vide l’amico arrossire.
“Dimmi un po’, James” lo chiamò Sirius, stendendosi sul letto del ragazzo “per quale ragione tu, a differenza di noi” puntualizzò, indicando se stesso, Moony e Wormtail con un gesto stizzito “non ti sei vestito da animale?” chiese, osservando con una smorfia disgustata il costume da re che James aveva scelto.
“Credi davvero che mi sarei presentato alla festa con un paio di corna in testa?” ribattè il ragazzo  con uno sbuffo, ammirando con affetto la maestosa corona dorata, tempestata di rubini di vetro che completava il suo costume.
“Avesti dovuto farlo! Così da mostrare a tutti la tua essenza di cornuto!” sghignazzò Paddy, ridendo.
“Non dargli retta, James” lo assicurò Peter, dipingendosi con attenzione sul viso un naso da topo e un bel paio di baffi  “stai benissimo” dichiarò, facendo sorridere James con soddisfazione.
“Lo so, mio piccolo Wormtail” esclamò il ragazzo con gioia, contemplando la propria immagine allo specchio, lisciando con aria distratta il maestoso mantello scarlatto che indossava “e poi, ora non potrà più resistermi” aggiunse fra sé in un sussurro flebile, mentre i suoi amici si rivolgevano uno sguardo serio e incerto.
Capirono immediatamente a cosa James si stesse riferendo e non ne furono assolutamente felici; dopo che James aveva esposto il suo piano a Paddy, questi si erano impegnati ad invitare ogni singolo studente di Hogwarts, -Serpi escluse!-, a quella che, a detta loro, sarebbe stata la festa dell’anno e, fra questi, ovviamente il nome di Lily  Evans spiccava in cima alla lista; ma erano trascorse solo poche ore da quando avevano inviato l’invito alla ragazza che questa, aveva velocemente avvisato  Remus che mai, per niente al mondo, avrebbe partecipato ad una festa organizzata da James Potter.
Eppure, per quanto i ragazzi ci avessero provato, davvero non erano riusciti a dare a James la notizia, bloccati dagli occhi speranzosi e dallo sguardo emozionato che rivolgeva loro ogni volta che il nome “Lily” veniva accostato alla parola “festa”.
“Chissà quale costume indosserà” aggiunse con serietà James, attirando nuovamente su di sé l’attenzione dei suoi amici.
“Potrebbe essere vestita in qualsiasi modo, potrebbe portare una maschera” osservò Sirius gravemente, scambiando uno sguardo eloquente con Remus “c’è anche la possibilità che tu ci parli per tutta la serata, senza nemmeno riconoscerla” aggiunse con una risata nervosa, mentre James annuiva con gravità.
Fece per rispondere, ma non riuscì nemmeno ad aprir bocca, che il campanello della casa iniziò a trillare, annunciando l’arrivo dei primi ospiti e, quindi, l’inizio del party.
“Forza ragazzi!” esclamò con un sorriso James, precipitandosi alla porta “ inizia la festa!” esultò, catapultandosi giù dalle scale, seguito a ruota da un eccitatissimo Peter.
“Forza Paddy” sbuffò Moony con aria svogliata “usciamo da qui e facciamola finita” sospirò con l’aria di chi avrebbe preferito trovarsi in qualsiasi altro luogo all’infuori di quello, sistemandosi nuovamente le orecchie da lupo, mentre Sirius sorrideva, intenerito.
“Andiamo Moony” lo incoraggiò, rimettendosi in piedi con un balzo e raggiungendolo, cingendogli poi le spalle con un braccio “sono certo che sarà una serata indimenticabile!” esultò, pregustando già l’arrivo della mezzanotte.
Stringendo con maggior decisione Remus a sé, mosso dalla paura di perderlo in mezzo alla folla che occupava casa Potter, Sirius si fece strada nella mischia, avvicinandosi al tavolo del buffet.
“Allora Rem” esclamò allegramente, liberando finalmente dalla sua presa il ragazzo, che leggermente rosso in viso si allontanò di un passo “cosa posso prepararti?” domandò con un ghigno, afferrando con decisione una bottiglia di whisky incendiario, mentre Moony la rifiutava con un gesto deciso del capo.
“Io non bevo, Sirius” urlò, cercando di farsi capire, sopra la musica e il chiacchiericcio degli invitati, facendo sbuffare l’amico che alzò gli occhi verso il cielo, esasperato.
“Forza Moony” lo spronò, agguantandolo per un braccio prima che avesse modo di allontanarsi “è Capodanno, ti è concesso di bere! Non comportarti come il solito prefetto noioso!” aggiunse, versando due dita di whisky in un bicchiere, che poi porse ad un titubante Remus.
“E va bene” mormorò Moony, arrendendosi, afferrandolo con esasperazione e, dopo aver rivolto un’ultima occhiata incerta a Paddy, che gli sorrise rassicurante, buttò giù l’intero contenuto del bicchiere, ingoiandolo con una smorfia disgustata.
“Paddy, questa cosa fa schifo!” si lamentò, mentre il suo migliore amico scoppiava in una fragorosa risata “come fate te e James a berlo?”
“Oh, dopo un po’ ci si abitua al sapore” spiegò Paddy, assestando una pacca sulla spalla di Remus, che cercava di schiarirsi la gola già infiammata con qualche colpetto di tosse, trasformando poi quel tocco in una carezza un po’ incerta.
Con titubanza, spostò la mano verso la schiena del ragazzo, disegnando con un tocco leggero cerchi irregolari sulla sua schiena, costringendosi a fermarsi solo quando percepì il corpo di Remus irrigidirsi e vide il suo volto farsi serio.
“Forse è meglio iniziare con qualcosa di più leggero” osservò, allontanando la mano con uno scatto, dedicando nuovamente la propria attenzione alle bottiglie che gli stavano davanti, iniziando a miscelare bevande differenti in un bicchiere.
“Sirius, io non credo che…” iniziò Remus, interrompendosi quando Sirius gli infilò tra le dita un bicchiere contenente un cocktail verde brillante, che poi fece scontrare con il proprio, con un sorrisetto complice.
Sospirando, Remus si portò il bicchiere alle labbra, sorseggiando con calma quello strano drink, sorprendendosi di quanto fosse buono.
“Ti piace?” gli domandò divertito Sirius, quando vide gli occhi dell’amico sgranarsi per la sorpresa, mentre il ragazzo faceva sparire in pochi sorsi veloci la bevanda, per poi porgere nuovamente il bicchiere a Sirius, permettendogli così di riempirlo nuovamente, restituendolo poi a Remus.
“È buonissimo!” esclamò il ragazzo, facendo scoccare le labbra con aria soddisfatta, mentre Sirius sceglieva qualcosa per sé.
“È talmente leggero che non credo avrai alcun problema, Moony” spiegò, cercando di rassicurarlo, contemplando con aria assorta la bottiglia di tequila “così anche per quest’anno eviterai di sbronzarti”
“Esattamente il contrario di quanto farai tu” replicò Remus con aria rassegnata, osservando con durezza la bottiglia che Sirius stringeva ancora tra le mani.
Paddy seguì il suo sguardo, riflettendo su quelle parole, prima di decidere di sostituire la tequila con una ben più innocua burrobirra.
“Sai cosa ti dico, Moony” esclamò allegramente, spingendo il ragazzo con sé lungo la sala, puntando al divano del salotto ancora libero “che quest’anno non berrò” sentenziò, mentre l’amico gli rivolgeva uno sguardo scettico e incredulo “sono convinto che sarà davvero un Capodanno memorabile, voglio restare lucido” spiegò con un sorriso, la mente già rivolta a quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
Paddy ci aveva riflettuto intensamente, durante i giorni precedenti, arrivando infine a decidere che, se davvero voleva risolvere quella questione una volta per tutte, doveva essere sincero con il suo Moony e quella era davvero l’occasione che stava aspettando.
Avrebbe fatto compagnia all’amico per tutta la serata, aspettando insieme a lui l’arrivo della mezzanotte e, una volta che il vecchio anno si fosse definitivamente concluso, avrebbe potuto strappare a Remus un piccolo bacio, usando come scusa la tradizione.
E, per una persona come lui, totalmente inadeguato a mostrare i propri sentimenti, assolutamente incapace di esprimerli a parole, un bacio era l’unica possibilità.
Infondo, non sarebbe stato in grado di spiegare a Moony, con le parole, ciò che provava nei suoi confronti, non sarebbe mai riuscito a fargli comprendere ciò che lui, la sua vicinanza, gli provocavano, lui era un uomo d’azione non di parole, abituato ad esprimere ciò che pensava con i fatti.
Quando la sua famiglia lo aveva diseredato, perché inadatto ad essere un Black, perché troppo sporco per poter portare il loro nome, lui non si era certamente protratto in discorsi inutili, semplicemente, mentre gli urli e le minacce di sua madre lo raggiungevano dal piano inferiore, aveva preparato in fretta un bagaglio leggero ed era uscito di casa, rifugiandosi poi dai Potter; allo stesso modo, quando Moony aveva rivelato loro il suo segreto, lui non si era abbandonato a frasi sdolcinate e sentimentali come James e Peter, ma aveva deciso di diventare un animagus per potergli stare accanto sempre, in ogni momento, anche in quelli della trasformazione ed anche ora, per dichiarare a quel piccolo ragazzetto che gli sedeva accanto il suo amore, gli avrebbe donato un bacio.
Leccandosi involontariamente le labbra, Sirius si abbandonò sul divano accanto a Moony, tornando a posare su di lui il proprio sguardo, osservandolo sorseggiare tranquillamente il suo drink, mentre, con aria pensosa lasciava correre lo sguardo per la sala.
 “Sirius, se vuoi andare a divertirti per me non c’è problema!” esclamò all’improvviso Remus, mantenendo gli occhi puntati su James che, a pochi metri da loro, ballava con l’ennesima ragazza dai capelli rossi, brandendo con sicurezza la spada di plastica che aveva comprato per l’occasione.
“Vuoi che me ne vada?” domandò in risposta Sirius con un sorrisetto, piantando i suoi occhi in quelli incerti di Remus, che con forza iniziò a scuotere il capo.
“Non ho detto questo,  ma non voglio che ti annoi per restare con me” spiegò, senza riuscire a nascondere una nota di tristezza nella voce, mentre Sirius si faceva all’improvviso serio.
“Moony” sospirò, avvicinandosi leggermente all’amico “non potrei mai annoiarmi quando sono in tua compagnia e non vorrei passare il mio Capodanno con nessun altro!” lo rassicurò, soddisfatto del sorriso luminoso che Moony non era riuscito a trattenere.
Seguendo il piano che aveva ideato con James, Sirius si fece coraggio per proporre a Moony di ritirarsi in un luogo più tranquillo ed intimo dove poter parlare, aspettando la mezzanotte, ma non riuscì nemmeno ad aprir bocca, interrotto da un improvviso peso che gli gravitò sulle gambe. Confuso, rivolse il volto davanti a sé, trovandosi faccia a faccia con una ragazza mora vestita da gatta, che gli si avvicinò ulteriormente, le mani artigliate alle sue spalle e lo sguardo serio, schiacciandolo con decisione contro il divano.
Sorpreso ed indignato, fece per protestare, ma ancora una volta la ragazza lo zittì, congiungendo le proprie labbra con quelle di Paddy che, totalmente colto alla sprovvista, si pietrificò sotto quel tocco, mentre la ragazza, rassicurata per non essere stata allontanata, cercava con insistenza di approfondire quel bacio, spingendo con insistenza la lingua sulle labbra serrate di Sirius.
Ci vollero alcuni secondi affinchè Paddy, dopo essersi ripreso dallo shock iniziale, trovasse la forza per reagire e afferrando con entrambe le mani i fianchi della sconosciuta, tentò di scostarla da sé con delicatezza, ma percependo quel tocco deciso, la ragazza fraintese le intenzioni di Sirius e si strinse con maggior decisione al corpo del ragazzo, rendendo il bacio più intenso, così che Sirius fu costretto ad allontanarla dal suo corpo con uno strattone sgarbato, scostandola in malo modo.
Sorpresa, la ragazza sgranò i suoi bellissimi occhi nocciola, osservando quelli severi di Sirius con aria confusa mentre il ragazzo, preoccupato e orripilato, si voltava lentamente verso Remus, già pronto a scusarsi con l’amico per quanto successo, scoprendo tuttavia un posto vuoto accanto a sè.
Remus se ne era andato.
Ansioso, lasciò vagare lo sguardo lungo la sala, sperando di scorgere il suo Moony tra la folla, mentre la ragazza, umiliata e stizzita, si rimetteva in piedi e dopo avergli scoccato un’occhiata furiosa, si allontanò a passi veloci.
Con uno scatto elegante Sirius si rimise in piedi, muovendosi per la sala affollata alla ricerca di Remus, facendosi largo tra gli invitati con spinte e gomitate, gli occhi che tradivano tutta la sua preoccupazione.
 
Deluso e irritato, Remus si alzò dal divano non appena vide Sirius afferrare la ragazza sconosciuta per i fianchi, dandole così il premesso di approfondire quel bacio che gli aveva rubato a tradimento.
Trattenendo a stento le lacrime, Moony si allontanò lungo la sala, facendosi strada tra gli invitati a fatica, l’immagine di Sirius e la ragazza ancora stampata in mente, le parole, anzi le bugie, che Sirius gli aveva rivolto solo pochi minuti prima, che si presentavano con chiarezza nella sua mente, già private di tutta la loro autenticità.
Aveva detto di voler trascorrere con lui quella notte, con lui e nessun altro, gli aveva fatto intendere che la sua compagnia era sufficiente a renderlo felice e lui, ancora una volta, gli aveva creduto.
Era stato uno stupido, un illuso e un ingenuo, per l’ennesima volta aveva deciso di riporre la propria fiducia in quel miracolo che, ormai lo sapeva bene, non sarebbe mai avvenuto, rendendosi nuovamente vulnerabile e finendo, come sempre, con il soffrire.
Che senso aveva continuare in quel modo? Imporsi e convincersi di poter stare accanto al ragazzo che amava, solo in veste di amico, sperando, illudendosi, che quella volta Sirius si sarebbe tirato indietro, che l’avrebbe rifiutata, che avrebbe deciso di sacrificare un’avventura di una notte con una sconosciuta per il suo migliore amico, per lui .
Lui, che ora si trovava solo, con il cuore nuovamente in frantumi.
Quanto avrebbe resistito in quella situazione?
Senza nemmeno riflettere, una volta giunto in prossimità del tavolo del buffet, Remus allungò una mano verso la prima bottiglia che vide, afferrandola con decisione e stringendosela al petto, senza nemmeno controllare che cosa avesse scelto, sperando solo che fosse abbastanza forte da fargli dimenticare quella serata.
Si dileguò dal salotto senza farsi notare, troppo abituato a non dar nell’occhio per non riuscire a passare inosservato, raggiungendo a passo sicuro l’ingresso.
Uscì nella fredda aria invernale, rabbrividendo immediatamente per il freddo che lo travolse e che per un istante gli tolse il respiro, sbattendo con rabbia l’ingresso alle proprie spalle, per poi camminare a passo svelto per il vialetto di casa Potter, abbandonandosi su una panchina di ferro battuto che stava al centro del giardino.
Trattenendo a stento un gemito frustrato, si strinse nelle spalle con forza, rimpiangendo per un istante il proprio mantello che giaceva inutilizzato in camera, prima di decidersi a scaldarsi in un altro modo; stappò la bottiglia di vodka che aveva con sé con un gesto secco, portandosela alle labbra con decisione, bevendone un lungo sorso.
Immediatamente un forte calore lo circondò, propagandosi dalla gola che aveva iniziato a bruciare, fino ad avvolgere tutto il suo corpo, distraendolo per un istante dalle basse temperature.
Reprimendo a stento una smorfia disgustata, Remus si chiese nuovamente come i suoi amici potessero bere una cosa tanto disgustosa, trovandola addirittura piacevole, prima di ricordarsi che, se ora anche lui era costretto a consumarla, era proprio per colpa di uno di essi. Fece per portarsi nuovamente la bottiglia alle labbra, quando una voce severa alle sue spalle lo bloccò, facendolo sussultare.
“Non ti facevo un bevitore di vodka” esclamò freddamente Aaron, fermo a pochi passi da lui, osservandolo con un cipiglio severo sul volto.
Dopo un breve momento di sorpresa, in cui Remus rispose con uno sguardo colpevole al ragazzo, stringendo con maggior forza la bottiglia tra le proprie dita, mentre percepiva il proprio volto arrossarsi per un motivo ben diverso dal freddo, il ricordo di quanto accaduto solo pochi giorni prima che tornò prepotente alla memoria, Remus si decise a voltarsi nuovamente verso il giardino, dando le spalle a Aaron che, facendo qualche passo avanti lo raggiunse.
“Non sai molte cose di me, Aaron” replicò Remus con voce sommessa, prendendo un nuovo sorso di vodka come per voler confermare le proprie parole, mentre il ragazzo, sospirando, prendeva posto accanto a lui.
“È per Black?” domandò con voce pacata, indicando con un cenno la bottiglia che Remus stringeva tra le mani, osservandola con tristezza “a già trovato qualche ragazza con cui divertirsi, immagino” aggiunse, facendo irrigidire Moony, ancora ancorato ad un ostinato silenzio.
Alzando gli occhi al cielo, Aaron sospirò contrariato, prima di chinarsi verso Moony, strappandogli la bottiglia dalle mani, sistemandola poi accanto a sé.
“Scusa, ma l’immagine del bevitore frustrato proprio non ti si addice” sbuffò, mantenendo lo sguardo rivolto avanti a sé.
Per alcuni minuti nessuno parlò, entrambi troppo assorti nei propri pensieri, nessuno dei due che sapeva cosa dire.
Fu Remus a rompere quel fastidioso silenzio che si era formato, esalando in un sospiro rattristato.
“Avevi ragione” mormorò all’improvviso Moony con voce triste, continuando ad osservare le proprie mani che teneva incrociate in grembo, attirando su di sé lo sguardo sorpreso di Aaron che iniziò a studiarlo con curiosità.
“Riguardo al fatto che non dovresti ridurti in questo modo per un idiota senza cervello come Black?”
“No, cioè, sì, anche” balbettò Remus “anche se Sirius non è un idiota senza cervello” aggiunse con durezza, rivolgendo uno sguardo veloce ad Aaron che sbuffò.
“Mi riferivo al fatto che lui non mi ama e non potrà mai farlo e che dovrei davvero smetterla di illudermi se non voglio ritrovarmi con il cuore spezzato”
“E una bottiglia di vodka a farti compagnia” aggiunse Aaron, mentre Moony annuiva piano.
“Sono caduto davvero in basso”
“Hai solo deciso di donare il tuo cuore alla persona sbagliata” ribattè il ragazzo pacatamente, stringendosi nelle spalle.
“Dici poco” soffiò Remus, trattenendo a stento una risata nervosa, gli effetti dell’alcool che iniziavano a farsi sentire.
“Credi ancora che ne valga la pena?” domandò all’improvviso Aaron, osservando Moony trattenere il fiato alle sue parole “stare al suo fianco fingendo che per te sia solo un amico, per poi ritrovarsi a  soffrire in questo modo solo perché ha baciare una sconosciuta ad una festa” insistette con voce pacata, intravedendo le prime lacrime nascere agli angoli degli occhi di Remus “vale la pena affliggersi in questo modo per un amore che non sarà mai corrisposto, Remus? Impedendo a chiunque altro di avere una possibilità, per restare fedele al tuo amichetto?” concluse, afferrando con forza il volto di Remus, costringendolo a guardarlo negli occhi.
 
Sirius continuò a vagare per la sala con impazienza, spostandosi con frustrazione alla ricerca di Remus che sembrava essersi totalmente dissolto dalla festa.
Era al suo terzo giro del salotto, quando una mano lo afferrò per un braccio, costringendolo a fermarsi; ringhiando, Sirius si voltò verso l’ennesimo scocciatore, trovandosi invece faccia a faccia con James.
“Paddy, cosa succede?” domandò il ragazzo, preoccupato dello sguardo agitato del suo migliore amico che, guardandosi intorno un’ultima volta, si decise a spiegare.
“Ho perso Remus” balbettò in un soffio, mentre James sgranava gli occhi per la sorpresa.
“Cosa significa che lo hai perso?” chiese sconcertato, trascinando Sirius per un braccio per costringerlo a seguirlo in un angolo più tranquillo dove poter parlare.
“Significa che si è allontanato e io non riesco più a trovarlo!”
“Ma perché si è allontanato? Vi ho visti a chiacchierare sul divano, sembrava andasse tutto bene!”
“Infatti è così” confermò Paddy, passandosi nervosamente una mano tra i capelli corvini “però…”
“Però?” lo incitò spazientito James.
“Però all’improvviso una ragazza mi è saltata addosso e mi ha baciato” spiegò bruscamente, sbuffando “e quando sono riuscito ad allontanarla, Remus era sparito”
“Dannazione Paddy!”
“Non è stata colpa mia!” si difese prontamente il moro, irritato “non mi sono nemmeno reso conto di quello che stava succedendo che già mi stava baciando!”
“Va bene, va bene” soffiò James “la cosa importante è trovarlo prima della mezzanotte, così che tu possa scusarti e dargli il bacio del nuovo anno” riflettè James, guardandosi intorno “lo cercheremo ancora una volta nel salotto, poi io andrò a vedere in cucina e nel bagno, mentre tu controllerai le camere da letto e il cotile e tra cinque minuti ci ritroviamo qui. E Paddy” aggiunse, rivolgendo uno sguardo veloce al proprio orologio “vedi di fare in fretta, mancano sette minuti alla mezzanotte”
 
Con uno scatto deciso, Remus si tirò indietro, liberandosi dalla stretta del ragazzo, percependo tuttavia un fastidioso giramento di testa, dovuto all’alcool e al movimento veloce che aveva compiuto, che costrinse Aaron ad afferrarlo per le spalle prima che si sbilanciasse in avanti.
“Mi gira la testa” soffiò Moony con voce un po’ impastata, strizzando appena gli occhi quando si accorse che la vista non era chiara, facendo sospirare il ragazzo che gli era accanto.
“È questo che succede, quando si beve”
“Non mi piace” osservò Moony, lasciandosi guidare dalle mani di Aaron, che lo costrinsero a sistemarsi sulla sua spalla, mentre una profonda stanchezza lo invadeva e la testa si faceva stranamente leggera
“Dovevi pensarci prima di bere” osservò Aaron, senza nascondere  un piccolo sorriso, le mani che velocemente si insinuavano tra i capelli chiari di Moony, andando a pettinarli con dolcezza, soffermandosi a giocherellare con le orecchie da lupo.
Esibendosi in un gemito infastidito, Remus cercò di allontanarsi dalle braccia di Aaron, che tuttavia lo tenne stretto a sé, rafforzando la presa sulla sua schiena.
“Io volevo solo dimenticare questa orribile serata” si difese Moony, arrendendosi, socchiudendo gli occhi.
“Non è bevendo che risolverai la situazione”
“Lo so…”
 “Te lo chiedo ancora Remus, credi davvero che ne valga la pena?” chiese Aaron, scostando da sé il ragazzo quanto bastava per poterlo osservare in volto, gli occhi lucidi e arrossati che lo fissavano con incertezza e diffidenza.
“Io…”
“Remus, vuoi continuare così per sempre? Vuoi ridurti in stato ogni volta che Black non è in grado di tenerlo nei pantaloni?” insistette Aaron, mentre Moony negava brevemente con un cenno del capo.
“Mancano meno di un minuti all’inizio di un nuovo anno, perché non iniziarlo in modo differente? Perché non darmi la possibilità di aiutarti, Remus?” continuò Aaron, avvicinandosi ulteriormente al viso rosso e imbarazzato di Remus “cosa c’è di male nel provare?”
“Non voglio più soffrire” sussurrò Remus con incertezza, sentendosi esposto e vulnerabile come non lo era mai stato.
“Non accadrà” lo rassicurò il ragazzo, carezzandogli la mandibola con il pollice, che poi spostò sulle sue labbra schiuse “tra pochi secondi tutto quello che è stato sarà solo un ricordo…”
 
“Allora, lo hai trovato?” domandò James impaziente, mentre Sirius negava con un cenno secco del capo.
“Ho controllato in tutta la casa e non c’è, non so dove possa essersi cacciato, quello sciocco!”
“Hai provato anche in giardino?” chiese James, rivolgendo uno sguardo alla finestra, dalla quale di intravedeva il buio della notte, mentre Sirius si faceva titubante “vai a vedere Sirius!” lo incitò James, spingerlo verso l’ingresso con forza, mentre alle sue spalle il resto degli invitati iniziava il conto alla rovescia che li separava al nuovo anno.
“Dieci!”
 
Quando Aaron si chinò sul suo viso arrossato, per l’alcool, il freddo e l’imbarazzo, Remus non si scostò, limitandosi a trattenere il respiro, specchiandosi in quegli occhi profondi che lo scrutavano con desiderio, mentre la mancina del ragazzo scattava sul suo viso, carezzandolo con leggerezza e la destra scivolava dietro la sua nuca, afferrandola con decisione.
Solo per un secondo, Aaron distolse lo sguardo dal viso di Moony, ma fu un guizzo tanto veloce che Remus credette di averlo solo immaginato.
“Mancano solo nove secondi, Remus”
 
Sirius si precipitò nel mezzo della sala, facendosi largo tra gli altri invitati, dirigendosi verso la porta d’ingresso, il cuore che batteva all’impazzata nel petto e il respiro spezzato, tutti i suoi pensieri rivolti a Moony, mentre l’angoscia di non riuscire a trovarlo lo invadeva,mentre i ragazzi, alle sue spalle, annunciavano allegramente in coro “Otto!”
 
Moony rimase imbambolato ad osservare il volto soddisfatto di Aaron, che, immobile a pochi millimetri da lui, non sembrava avere alcuna intenzione di azzerare totalmente le distanze, preferendo invece godersi ancora per sette secondi quel piacevolissimo stato di sospensione nel quale si trovavano, gli occhi ancora incatenati, i respiri che si confondevano, le labbra tanto vicine che, Remus ne era certo, se si fosse mosso di un solo millimetro avrebbe potuto farle scontrare.
 
Sirius spalancò con rabbia la porta d’ingresso, infischiandosene del gelo che immediatamente lo colpì, facendolo rabbrividire, lo sguardo che vagava per il giardino immerso nell’oscurità, la voce prepotente degli invitati che oltrepassò l’ingresso, per diffondersi anche all’esterno di casa Potter, informando Sirius, che nel frattempo si era addentrato tra l’erba ghiacciata, che mancavano solo sei secondi al nuovo anno.
 
Un sorrisetto divertito increspò le labbra di Aaron, che sempre più desideroso di poter finalmente avere per sé quelle labbra che da tanto agognava, che da subito aveva desiderato, pregava che quei cinque secondi passassero velocemente, limitandosi per il momento a far scontrare con un gesto delicato il suo naso con quello di Remus.
 
Sirius camminò per il giardino apparentemente deserto, stringendosi il petto con entrambe le braccia nel tentativo di darsi sollievo da quel freddo opprimente che lo aveva invaso, gli occhi, ridotti a due fessure, che scrutavano nella notte cercando di distinguere qualcosa, qualsiasi sagoma, qualsiasi immagine.
Aveva quasi rinunciato all’impresa, quando notò la sagoma di una panchina a pochi passi da lui, sopra due ombre indistinguibili avvinghiate vicine, intente forse a baciarsi.
Percependo il respiro fermarsi dolorosamente in gola, Sirius scattò verso la panchina, raggiungendola in meno di due passi, il respiro che martellava con tanta forza da essere quasi doloroso e un’orribile consapevolezza che lo fece gemere, mentre solo quattro secondi lo separavano da un nuovo inizio.
 
Percependo un rumore alla sua destra, Moony sciolse per un istante gli occhi da quelli di Aaron, voltando leggermente il capo, riuscendo così ad intravedere la figura che, immobile a pochi passi da lui, lo osservava con gli occhi tempestosi sgranati dall’agitazione e dalla paura; quegli occhi grigi che tanto amava, che avrebbe riconosciuto tra mille.
“Tre secondi, Remus” lo riscosse Aaron, cercando di riavere per sé l’attenzione di Remus, che al momento sembrava essere solo per Sirius.
 
Sirius trattenne il respiro, mentre il suo sguardo si allacciava a quello sorpreso e confuso di Remus.
Remus, che al momento si trovava abbandonato tra le braccia di un altro ragazzo, i volti così vicini da far male, i corpi stretti in un abbraccio possessivo, le mani di entrambi ancorate al corpo dell’altro e i respiri spezzati che lasciavano intuire la loro eccitazione, ma gli occhi che non sembravano volersi staccare dai suoi, quegli occhi color miele che lo scrutavano con diffidenza, quasi che Remus non potesse davvero credere di averlo lì, davanti a sé, a così poca distanza che sarebbe stato sufficiente allungare una mano per sfiorarlo, per toccarlo. Remus, che avrebbe potuto voltare nuovamente il capo verso Aaron, concedendogli le sue labbra, permettendogli così di baciarlo, di avere per sé quella bocca tanto invitante e appetitosa o che, al contrario, si sarebbe potuto districare da quella presa, allungando una mano verso Sirius, richiamandolo a sé, desiderandolo accanto a sé.
 Remus, che aveva solo due secondi per prendere la sua decisione, anche se in realtà, aveva già deciso.
 
Uno…
  
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