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Autore: xniallsmine    04/08/2013    4 recensioni
SOSPESA
Harry Styles riceve come regalo per i suoi 11 anni un diario. La sua infanzia e l'adolescenza sono state molto difficili, piene di lacrime e insulti che di sicuro un ragazzo della sua età non merita.
Soffre di autolesionismo e anoressia per colpa dei bulli e pensa diverse volte al suicidio. Un giorno però la fortuna, stranamente, è dalla sua parte e farà un incontro che gli cambierà la vita.
A Darcy, così Harry aveva chiamato il suo diario, racconta tutte le sue esperienze... I pestaggi, le lacrime, Louis...
STORIA LARRY.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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6. America
 
"Beh, penso che per oggi basti così... Sono affamata! Non ti azzardare a cucinare, Haz." disse mia sorella alzandosi dal divano.
Che ora era? Guardai l'orologio che avevo al polso, segnava le nove meno un quarto. Wow, era tardissimo!
"Che vuoi per cena fratellino?" disse Gemma cercando qualche pentola.
"Quello che vuoi. Sai che mangio tutto." dissi chiudendo Darcy. Chissà dov'era la vera Darcy, la mia migliore amica. Chissà cosa faceva in America... Forse si stava per sposare, o forse combatteva per i diritti degli omosesuali aspettando di potersi sposare con la sua ragazza. Se ora come ora la incontrassi per strada non la rinoscerei. Di lei mi ricordo solo gli occhi, verdi, ma di un colore diverso dal mio. Ogni giorno cambiava colore degli occhi e non riusciva neanche lei a capire il perché. Ridevamo sempre quando le venivano gli occhi gialli, la paragonavo ad un gatto. Poi quando piangeva aveva gli occhi di un verde così intenso che mi lasciava senza parole. Odiavo ed amavo quando piangeva. Odiavo che soffrisse, ma amavo vederle gli occhi di quel colore. La facevano più bella, non che senza gli occhi di quel colore fosse brutta, ma, non lo so, la trovavo bellissima. Penso che se non fosse andata in America ora eravamo fidanzati e forse non mi sarei mai innamorato di Louis. Oppure sarei stato costretto a lasciarla perché amavo Louis e non volevo ferire i suoi sentimenti. Sono certo che anche in quel caso saremmo restati grandi amici.
"Harry è pronta la cena!" Gemma mi riscosse dai miei pensieri.
"Arrivo!"

 
"Gemma, posso chiederti una cosa?" dissi mettendo il piatto ormai vuoto nel lavandino.
"Dimmi!" disse lei prendendo il gelato dal freezer.
"Ma in cosa ti sei laureata?" dissi insicuro. Conoscevo quei modi di fare, conoscevo le domande, conoscevo tutto ormai. Sapevo che mia sorella si era laureata in...
"Psicologia." sorrise.
"Sei una fottuta strizzacervelli!" esclamai.
"Non mi chiamare così!" disse puntandomi contro il cucchiaino.
"E perché sei diventata una strizzacervelli?" dissi disgustato.
"Ti ho già detto di non chiamarmi così." disse porgendomi un cucchiaino. "E poi ho studiato psicologia perché voglio aiutare le persone." rispose semplicemente mentre si sedeva sul divano.
"Non mi offendo se dici 'le persone come te' sai? Me ne hanno dette di peggiori." dissi mettendomi seduto accanto a lei.
"Harry... Fidati, non hai problemi gravi come tu credi." disse Gemma accarezzandomi  i capelli. Presi un po' di gelato dalla vaschetta. C'erano quattro gusti, ne presi uno a caso. Pistacchio.
"Uh guarda! Il tuo film preferito!" esclamò indicando la tv.
Mi girai, era 'Love Actually'.  Spensi subito la televisione. Buttai il cucchiaino a terra.
"Haz..?" stavo piangendo ora.
"Possiamo guardare qualcos'altro se vuoi." mi alzai.
"Buonanotte." dissi semplicemente.
Salii le scale sotto lo sguardo confuso di mia sorella. Da brava strizzacervelli sarebbe venuta in camera mia a chiedermi cosa succedeva, per questo la chiusi a chiave. Mi infilai nel letto e misi un paio di cuffiette. Sentii un "Harry" urlato da mia sorella prima di far partire la prima canzone. Dovevo uscire da quel mondo. Dovevo dimenticare  'Love Actually'. Dovevo dimenticare cosa successe quando lo guardai con Louis.
 
 
I'll keep my eyes wide open
I'll keep my arms wide open
Don't let me
Don't let me
Don't let me go
Cause I'm tired of feeling alone
 
 
La mia stessa voce mi svegliò quella mattina. Ricordo di aver registrato quella canzone qualche mese fa e ogni volta che la sentivo dicevo "wow potrei diventare anche famoso". Spensi l'iPod e guardai l'ora. Le dieci e mezza. Avevo dormito più o meno cinque ore. Avevo pianto quasi tutta la notte per quello stupido film... Andai in bagno. Non avevo gli occhi molto gonfi, ma Gemma si sarebbe accorta lo stesso che avevo pianto. Sentii odore di caffè e di pancakes provenire dalla cucina. C'erano anche del bacon e delle uova a friggere.
"Buon giorno." disse mia sorella mettendo in tavola i pancakes. Mi sorrise dolcemente appena mi sedetti a tavola.
"Dormito bene?" chiesi.
"Si, molto! Sai, quella stanza degli ospiti è davvero bella." disse lei sedendosi di fronte a me e porgendomi le uova col bacon. Sorrisi ma mi rabbuiai subito.
"Te invece? Dormito bene?" disse mia sorella dopo aver addentato un pancake.
"Ho dormito." risposi. Presi un sorso di succo di frutta dal bicchiere che avevo accanto e notai che mia sorella mi osservava.
"Hai pianto?" disse dopo un po'.
"Wow, ci arrivi presto alle cose." risposi acido.
Mia sorella rimase in silenzio, poi cominciò a piangere.
"Che succede Gemma?!" chiesi allarmato.
"Niente... Non mi sono mai accorta dei tuoi tagli. Non mi sono mai accorta che eri diventato anoressico. Non ci arrivo presto alle cose." ora singhiozzava. Corsi ad abbracciarla.
"Non sentirti colpevole. Non mi tagliavo per te." sentii gli occhi pizzicarmi. "Non mangiavo, ma non per colpa tua." la strinsi più forte a me "scherzavo Gemma. Scherzavo.."
"Scherzavi? Io invece non scherzo, Harry." mi guardò negli occhi. "Io mi sento così in colpa per essere partita per l'America." le asciugai una lacrima. "E-e poi, ti tagliavi già da quando io ero qui, no? Sono un'idiota." continuò.
"Non lo sei.." la consolai.
"No, lo sono. Mi dispiace Harry, mi dispiace davvero." mi abbracciò forte. Respirai l'odore dei suoi capelli, erano così morbidi e sapevano di Lei... Sciolsi l'abbraccio solo per guardarle gli occhi. No, non erano verdi come quelli di Darcy. No, non era Darcy. Mi era parso per un momento che ci fosse lei tra le mie braccia...
"Leggimi la pagina di diario che hai scritto quando me ne sono andata." disse fredda. Ora non piangeva più, era seria.
"Non vorresti." le dissi.
"Oh, sì che voglio." disse lei prendendo Darcy. Gliela tolsi subito di mano.
"Quante volte l'hai toccata?" dissi preoccupato. "Ieri sera l'ho lasciata in soggiorno ed ora è in cucina."
"L'ho presa prima per portarla qui, pensavo la volessi leggere." disse lei confusa.
"Nessuno può toccare Darcy. Solo io posso." dissi portandomi il diario al petto.
"Lo so Harry. Mamma me lo ha detto. Ora calmati e andiamo a sederci sul divano, ok?" mi toccò la spalla. Io scostai la sua mano e "non mi toccare." dissi.
"Allora, io mi siedo sul divano. Se vuoi leggermi Darcy io sono lì." sorrise e poi raggiunse il divano. Appena si fu seduta aprii Darcy. Tutto era al suo posto. Non aveva letto nulla. Cercai la pagina in cui parlai della partenza di Gemma.
"Cara Darcy..."
 
                                                                                                           Holmes Chapel, 25/7/2009
 
Cara Darcy,
scusa se non ti ho scritto ieri sera, ma mi sono sentito male. Anche oggi non mi sento molto bene, ma devo parlarti, devo sfrogarmi... Mia sorella ieri sera ci ha detto che si trasferisce in America. Ha detto che ha trovato "l'amore della 
sua vita" e che finalmente può ricominciare a vivere. Io penso solo che mi mancherò un sacco...
 
....

 
"Indovinate un po'?" esclamò Gemma nel bel mezzo della cena. Io e mia madre ci girammo sorridenti verso di lei.
"Mi trasferisco da Tom!" esclamò entusiasta.
Il sorriso mi morì sulle labbra.  Sentii un colpo al cuore. Mi avevano sparato? Guardai in basso, ma la mia maglietta era pulita, non c'era traccia di sangue. La mamma si sforzò di sorridere ancora e "è-è magnifico!" balbettò.
"Te che ne pensi Haz?" disse poi mia sorella girandosi verso di me. Io sorrisi a forza e le dissi "sono contento per te." e lo ero, veramente, ma mi sentivo anche malissimo. La pancia cominciò a brontolare.
"Scusatemi un attimo." dissi alzandomi dalla tavola. Corsi in bagno, la pancia protestava. Aprii la porta e raggiunsi il water appena in tempo per vomitare. Non sapevo neanche io perché vomitavo, sapevo solo che appena finii cominciai a piangere. Andai al lavandino e mi sciacquai la bocca e il viso. Guardai il mio riflesso allo specchio, sembrava che non fosse successo nulla. Ritornai a tavola. Gemma stava raccontando alla mamma della vita in America e vidi che si stava sforzando di non piangere. Era forte la mamma. Invidiavo la sua forza. Mi sedetti accanto a Gemma.
"Ti piacerebbe Tom! E' un appassionato di musica e suona la chitarra!" esclamò mia sorella. Sorrisi anche se tutto quello che volevo fare era piangere.
 
....

 
... Gemma ha parlato tutta la sera di cavolate che riguardano l'America e il college di Tom. Ha detto che salverà vite, quindi studierà medicina. Non le ho chiesto esattamente che cosa aveva scelto, ma di sicuro è medicina. Mi mancherà un sacco. Oggi ho pianto. Come compito delle vacanze ho da studiare l'America e ho pensato a Gemma e ho sentito di nuovo male al cuore. Spero che mi passi presto. Spero anche che Gemma torni spesso a trovarmi... Ora scusami, ma devo andare a dormire. Domani io e la mamma accompagnamo Gemma all'aeroporto e dobbiamo aiutarla con i bagagli.
A domani.
Baci, Harry.
 
 
Mia sorella mi corse incontrò e mi abbracciò. Fortissimo. Piangemmo insieme, come due bambini, come quando io e la mamma la andammo a trovare in America, come quando quella volta, a sette anni, mi persi per il centro commerciale e lei mi ritrovò dopo due lunghissime ore.
"Scusami Harry. Scusami davvero." mi sussurrò nell'orecchio. Alternava le scuse ai baci. Si sentiva così in colpa, ma quando partì non lo era per niente.
"Hai vomitato il giorno in cui sono partita?" chiese abbracciandomi ancora più forte.
"Si. Una volta nell'aeroporto e l'altra a casa. Sentivamo la tua mancanza..." dissi trattenendo le lacrime.
"Scusami. Mi avete perdonato vero?" chiese mia sorella piangendo.
"Certo che lo abbiamo fatto. Se eri felice te lo eravamo anche noi." le accarezzai la schiena.
In realtà non eravamo per niente felici. Mia madre i primi giorni piangeva e quando tornai a scuola mi sembrò che le botte che mi davano fossero triplicate, ma non ci facevo molto caso, ormai ero entrato in depressione e solo una persona mi faceva sorridere anche solo con la sua presenza, Louis.
 


 
*SPAZIO AUTRICE*
 
Ma come sono dolci questi fratellini? Giuro che mentre scrivevo l'ultima parte mi veniva da piangere. Gemma si è sbloccata, ha mostrato i suoi sentimenti, ma "da brava strizzacervelli", come direbbe Harry, deve tornre ad essere composta e professionale, quindi nel prossimo capitolo sarà meno carina e coccolosa come in questo lol. 
Allora, io considero questa FF complicata. Cioè, non è tutto facile per i Larry come in altre FF. In alcune storie tutti e due capiscono quasi subito i sentimenti che provano, qui invece ci sta un conflitto di sentimenti in Louis e sarà molto difficile farlo sbloccare, poi lo vedrete. Scusate se puntualizzo queste cose, ma mi dispiace che voi pensiate "uh è una Larry" e poi non vedete per niente cose Larry.
Vorrei ringraziarvi tutte per le 200 visite al prologo e per le 100 al 
primo capitolo! Wow siete fantastiche! Voglio dire pubblicamente che amo Jesy_TeachMeToBeStronger_ perché mi recensisce ogni capitolo e mi dice un sacco di cose dolci. Grazie mille tesoro. E GRAZIE MILLE A TUTTE VOI CHE 
SEGUITE, PREFERITE, RICORDATE, RECENSITE LA STORIA! Grazie a tutte, davvero. Oggi sono in vena di ringraziamenti lol.
Se volete seguirmi su twitter vi ricordo il mio nick @xhorancheeks :)
Al prossimo capitolo.
Baci, Francesca. 
  
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