Serie TV > Dark Angel
Segui la storia  |       
Autore: shywr1ter    04/08/2013    0 recensioni
Due omicidi, entrambi di ex SEAL, riuniscono due cugini a un continente di distanza.
Crossover tra la prima serie di Dark Angel e NCIS. Ambientato intorno all’anno 2020 nel mondo di Dark Angel. Max/Logan.
ATTENZIONE: questa storia è stata scritta nel 2006.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan 'Eyes Only' Cale, Max Guevara
Note: Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Traduzione a cura di: AryYuna
Betato da: Serpentina


   L’originale di questa storia può essere trovato qui .

   DISCLAIMER: NCIS appartiene a chi di diritto.
   
   

Alcune cose non cambiano mai


   
   DISTRICT of COLUMBIA. 4 febbraio 2020, 2:30 pm.
   
   « Capo? »
   L’Agente Speciale Tony DiNozzo era rimasto immobile in piedi per almeno cinque minuti, un record per lui. Quando udì la timida voce si voltò per lanciare un’occhiataccia alla pivella, sollevando le sopracciglia e indicando con irritazione attentamente costruita l’immagine sull’ampio schermo a muro. Senza rompere il contatto visivo con la proprio agente, sollevò il bicchiere di Starbucks per prendere un altro sorso della bevanda scura, e parlò senza voltarsi verso l’uomo all’altro capo della connessione.
   « È fantastico, McGee - Piacerebbe anche a me esaminare questa roba. E apprezzo che tu mi raggiunga a Indianapolis per aiutarmi a ottenere quello che mi serve dai tuoi uomini lì ». Tony si voltò finalmente lasciando la pivella per tornare a fissare i dati sullo schermo accanto alla finestra con l’immagine di McGee, confrontando la lista delle prove e le note delle indagini appena inviate all’agente speciale dell’FBI in carica a Chicago, un ex “pivello” a sua volta. « Hai organizzato un incontro con la vedova a mezzogiorno, giusto? »
   Mentre ascoltava la risposta di McGee, esaminò il foglio stampato che diede la novellina, annuì e le indicò con un cenno del mento di tornare alla propria postazione di lavoro. Tornò poi a voltarsi verso McGee. « Ho mandato uno della mia squadra a Houston, dato che il tuo ufficio non è stato altrettando impaziente di partecipare come te ».
   « Probabilmente non sanno che l’inferno sei capace di scatenare quando sei dell’umore ». McGee si era davvero realizzato, rifletté DiNozzo. Riusciva a immaginare l’agente sistemarsi con una moglie, la palizzata bianca, i bambini… e comandare i federali dal cuore dello stato, in quel suo modo ingannevolmente tranquillo. Sarebbe stato bello vedersi di nuovo… « Mi sorprende che verrai di persona ».
   « In realtà devo fare due fermate - sei lungo la strada per Seattle, dove vive un altro membro dell’unità - è il medico che ha dichiarato il decesso di Parks. Sono curioso di sapere esattamente quanto morto fosse Parks ».
   McGee annuì pensoso. « Ci vediamo domani, allora ». Dopo solo una breve pausa chiese, con voce momentaneamente più bassa, come se avesse dimenticato che la sua immagine incombeva su tutta la sala. « Ehi, come sta il Vecchio Grande Capo? »
   « … il Vecchio Grande Capo sta bene, McGee, così come le sue orecchie - e non è così vecchio da non poterti prenderti a calci per una battuta del genere ». A quanto pareva, il tempismo di McGee era buono come sempre, pensò Tony con un ghigno, o lo era quello di Gibbs - sospettava fosse quest’ultimo - perché lo spigoloso sessantottenne attraversò a grandi passi la sala mentre l’agente dell’FBI parlava. « Allora ci dai una mano per il caso di Tony? »
   « Sì, capo… ehm, volevo dire… »
   Alcune cose non cambiano mai, pensò DiNozzo con un sorriso ancora più ampio. Guardò McGee agitarsi, godendosi lo spettacolo. « Beh, lo appreziamo. Gli unici uffici che sono disposti a darci una mano senza nessun braccio di ferro sono quelli dove abbiamo qualcuno dei nostri, come da te ». Gibbs lanciò uno sguardo a DiNozzo, poi lo abbassò sul bicchiere di Starbucks per un istante e lo sollevò di nuovo per sorridere con un sorrisetto al viso per nulla dispiaciuto. « Nel mio ufficio, DiNozzo, quando hai finito qui ».
   « Giusto, capo ». DiNozzo si voltò di nuovo verso McGee mentre Gibbs tornava all’ascelsore, ed era quasi dispiaciuto che il capo avesse lasciato correre così in fretta. « Ti farò inviare in mattinata il mio itinerario ».
   « Ok. Sarà bello divederti, Tony » ammise McGee, un po’ a disagio, chiaramente ancora imbarazzato dal deja-vu appena rivissuto per la squadra di DiNozzo.
   « Già, anche per me, McGee » sorrise Tony. « Voglio vedere come tratti i tuoi pivelli… »

...xxx...xxx...xxx...xxx...xxx...xxx...xxx...

   Gibbs iniziò a parlare prima che Tony potesse dire qualcosa, dato che la sua entrata era stata annunciata dalla segretaria di Gibbs. « DiNozzo, sai che puoi usare gli agenti locali per questo - o mandare qualcuno della tua squadra. Non c’è nessun bisogno che ci vada tu di persona, no? »
   « Tu andresti » lo sfidò Tony sollevando le sopracciglia. « La squadra è brava, ma per metà sono nuovi; nessuno di loro ha tutta questa esperienza coi serial killer. E questo tizio a Seattle è la persona più indicata a confermarci se c’è una minima possibilità che Parks sia ancora vivo ».
   « Ed è amico di tuo cugino… »
   Tony non si tirò indietro. « Sì ». Sapeva di trovarsi su terreno solido su questo, avendo visto il suo mentore vincere esattamente lo stesso tipo di battaglie.
   « Troppo personale? »
   « No, solo giusto ». Il sorriso sempre presente di DiNozzo non vacillò, ma c’era una punta di tristezza. « Questo tizio è in fila per farsi sparare, capo. Probabilmente ha più informazioni di chiunque degli altri, e stando al suo file non è uno sfaticato - è brillante, ben addestrato… avrebbe avuto una carriera, tutti loro l’avrebbero avuta, se la Marina non se la fosse fatta sotto per l’Onda nei primi anni.
   Forse era un colpo basso, ma era onesto: DiNozzo sapeva cosa Gibbs pensasse degli uomini e le donne che servivano il paese, e cosa era successo quando il governo aveva cercato di superare lo sconvolgimento post-Onda Elettromagnetica. Pur non avendo mai sopportato i vigliacchi, era l’unica scusa che Gibbs accettava per chi abbandonava l’unifome: la ricaduta sulle truppe era stata orribile, e gli sforzi per ri-reclutare chi valeva dopo che le cose erano state riportate alla normalità non erano mai abbastanza, ai suoi occhi. Tony sapeva che il capo non lo avrebbe fermato, ma questo limitava le difficoltà che avrebbe incontrato. « Quando tornerai? » concesse Gibbs.
   « Probabilmente sabato o domenica; dipende da cosa troverò lì ». E da come troverò Logan, pensò Tony. Era passato un bel po’ di tempo… e tanta acqua sotto i ponti… « Vedrò al momento ».
   « Basta che tieni la tua squadra al corrente ».
   « Non lo faccio sempre? ». Il sorriso tornò, e senza vergogna Tony si concesse un punto facile. « Ho imparato dal migliore… »
   
   SEATTLE, WASHINGTON. 4 febbraio 2020, 12:50 pm.
   
   Settore Nove. Fogle Towers.

   
   Era stato un giorno insolitamente positivo per Max.
   Era quasi caldo, il tempo era bello e l’aria piacevole, il traffico meno rumoroso del solito. I poliziotti di settore erano - al peggio - silenziosi; un paio furono persino amichevoli. In più, Max aveva ottenuto un paio di mance decenti - una molto decente, qui nel Settore Nove… ed era troppo vicina a casa di Logan per non fermarsi e vedere se la giornata era stata bella anche per lui, lassù nel suo nido lontano dalle strade crudeli…
   Rise un po’ tra sé, immaginando la scena. Ovviamente, lui avrebbe trovato qualche motivo per cui essere preoccupato per l’umanità e aver perso la pazienza, indipendentemente da quanto bella fosse la giornata. Quel tizio era così serio, pensò Max, consapevole dell’effetto che la giornata stava avendo sul proprio umore. Si chiese se sarebbe mai riuscita a convincerlo a lasciarsi andare per una giornata, a fingere che il mondo non fosse così buio…
   Uscendo dall’ascensore nel silenzioso ed elegante ingresso, Max mise velocemente in pausa il sistema di sicurezza e fece scattare la serratura con la stessa facilità con cui chiunque altro avrebbe suato una chiave. Si chiuse la porta alle spalle e resettò il sustema, voltandosi alla ricerca del signore del maniero. Come sempre, l’appartamento era freddo… pulito… l’atmosfera rarefatta era adatta, così in alto lontano dal mondo. Senza fermarsi, tornò alla stanza dei computer dove non rimase delusa: nella tenue luce naturale che filtrava nella camera nella parte più interna dell’attico, Logan sedeva chino sulla tastiera, il viso illuminato dai colori cangianti del monitor, ad esaminare file che si aprivano e chiudevano davanti ai suoi occhi, quasi ignaro che Max era entrata.
   « Proprio come mi aspettavo » disse allegramente, per nulla scoraggiata dal suo rapito fervore, aggirandolo per poggiarsi alla scrivania del computer accanto alla tastiera. « Logan, il tempo fuori è perfetto! C’è il sole ed è caldo, e devi rimettere Solo Occhi a posto nella sua scatola ogni tanto, sai, fare un picnic, un giro al parco… »
   Ma quando finalmente abbassò lo sguardo sul viso di lui, la sua ramanzina scemò, e lo sguardo di lui smorzò la sua allegria - era ben più della solita ossessione alla Logan. Appariva angosciato e frustrato, scosso, persino. Max dimenticò all’istante il sole e si concentrò su di lui.
   « … Logan? ». inclinò un po’ la testa, la domanda carica di preoccupazione. « Cosa c’è? »
   Lui la guardò negli occhi ed esitò un momento, come se stesse decidendo se informarla o meno, ma il momento dopo lei lo vide riscuotersi dall’incantesimo che il computer sembrava avere sul di lui e si rilassò nella fiducia che nutriva per lei. « Due uomini dell’unità di Bling nella Marina sono stati assassinati nelle ultime due settimane. Non ci sono ancora piste, nessuna ragione per cui qualcuno debba volerli morti… ma sono preoccupato… anche Bling deve essere sulla lista… » Distolse gli occhi da lei e tornò a guardare avidamente lo schermo, alla ricerca di risposte. « Non c’è modo di sapere a cosa o chi stare attenti… i “testimoni oculari” di uno degli omicidi - erano tipo sei - non concordano sulla descrizione dell’aggressore… grasso, magro, alto, basso, vecchi, giovane… » Sospirò. « Sono d’accordo solo sull’abbigliamento, ed era piuttosto banale ». Fissò di nuovo lo schermo, intensamente, cercando indizi che semplicemente non erano lì. « È difficile ricavarne un manifesto segnaletico… »
   E Max comprendeva il suo fervore… ma doveva rammentargli chi fosse l’oggetto della sua preoccupazione. « Bling è bravo, però… ha i suoi assi nella manica… » cercò di rassicurarlo e aggiunse, affidandosi alle prese in giro per rinfrancargli lo spirito, « Voglio dire, non è Manticore… ma potrei anche arruolarmi in Marina come prossima scelta… »
   Logan non distolse i suoi occhi dallo schermo, ma l’angolo della bocca si rilassò lievemente, e Max vide le sue spalle sciogliersi infinitesimamente. Provò una piccola vampata di realizzazione, e indugiò in una momentanea visione di quanto rilassate avrebbero potuto essere le spalle di lui se lei avesse passato i suoi palmi caldi sui muscoli tesi, e avesse lasciato che le sue dita sciogliessero i nodi…
   … con una lieve scossa interna, riportò la sua mente ai problemi del momento. « Che dice Bling al riguardo? » riuscì a dire. « È preoccupato come te? »
   Logan sbuffò, ricordando la loro conversazione. « Credo mi abbia finalmente definito una vecchia mamma chioccia » mormorò e scosse la testa. « Continuo a ricevere queste quotidiane conferme di quanto vi somigliate ». Logan alzò lo sguardo verso Max in tempo per vedere il suo lieve sorriso divertito, e finalmente si appoggiò alla spalliera interrompendo l’incanto gettato dalla sua improduttiva ricerca. « Ha insistito che terrà gli occhi aperti ma che continuerà a vivere la sua vita. È preoccupato per gli altri, e incavolato con chiunque stia facendo tutto ciò… ma non è abbastanza preoccupato per se stesso » sospirò Logan, inclinando la testa e ragionando. « Dimmi cosa dirgli per ottenere la sua attenzione… cosa otterrebbe la tua? »
   Mentre lei stava per rispondere, il telefono squillò. Nel momento prima che lui allungasse la mano per rispondere, lei fece spallucce, la bocca che si curvava indulgente. « Probabilmente niente ».
   « È quello che temevo » disse Logan con una smorfia e sollevò la cornetta all’orecchio. « Sì » iniziò. Chiedendosi se avesse potuto trovare qualcosa tra i dati, Max si chinò verso il monitor, arricciando il naso mentre li studiava, la sua attenzione lontana dalla telefonata… finché Logan non iniziò a rispondere.
   « Oh… sì, ciao ». Pur senza voltarsi a guardarlo, le sopracciglia di Max si sollevarono leggermente alla sorpresa che udì nella voce di Logan, e attese. Non avrebbe origliato la voce dall’altra parte della telefonata, a meno che non le fosse stato chiesto… o, si concesse, ce ne fosse stato bisogno. Per qualche motivo, quando lo aveva fatto in passato, Logan si era sentito soffocato, e il cielo non volesse che lei offendesse Sua Permalosità per cose simili…
   « Bene; ottimo… » Ascoltò in silenzio ancora per un po’, mormorando qualcosa un paio di volte… e poi si irrigidì leggermente. « Cosa? Qui? ». La sua domanda fece voltare Max a guardarlo, interrogativa; quando incontrarono i suoi, gli occhi di lui erano carichi di un’emozione difficile da decifrare - non paura, non proprio, però… sembrava come messo all’angolo, comprese lei, lo sguardo del panico da palcoscenico. « Credevo… Voglio dire, avete assistenti per questo, no? O usate gli agenti locali; hai nominato un tizio che conoscevi vicino Indianapolis che si sarebbe occupato di quella parte delle indagini… »
   Max improvvisamente si rese conto di aver visto prima quello sguardo - nella Aztek, sulla strada per il matrimonio di Bennet. Ma la telefonata riguardava la squadra di Bling… Rimase fedele alla sua decisione di non origliare, ma vide che alla preoccupazione per Bling si era ora aggiunto il disagio - per se stesso, a quanto pareva. Attese, fissandolo negli occhi senza remore, osservando la sua risposta.
   « … sicuro. No, certo; è fantastico, io… » Un’altra pausa, e scuotendo la testa per la persona dall’altra parte della linea chiuse gli occhi, apparentemente con più entusiasmo di quanto provasse. « No, non essere ridicolo, Tony: starai qui… ma certo che ho spazio, hai visto l’appartamento… » rimase di nuovo in ascolto, gli occhi chiusi mentre cercava il suo equilibrio. Max piegò la testa, le sopracciglia corrugate. La cosa portava, in tutto e per tutto la patina degli “affari di famiglia” di Logan. Ma… “Tony”? credeva di aver sentito parlare di tutti quanti, ormai. « No; senti, sarà fantastico… lo so, potremo aggiornarci un po’ sulle nostre cose… » Gli occhi di Logan si riaprirono e si alzarono verso quelli di Max, bramando la sua presenza, cercando… cosa? Rassicurazione? Un’amica? Era davvero curiosa, ora. « Ok, grande. Giovedì alle quattro del pomeriggio, AirNational seicentoquarantadue. Ok, ricevuto. Saremo lì ». I suoi occhi lasciarono quelli di Max solo per il momento che gli servì per scrivere le informazioni sul calendario, poi tornarono mentre di nuovo restava in ascolto, il suo atteggiamento ora più morbido, meno teso. « Senti--- apprezzo molto la tua attenzione personale in questo, Tony. E dato che Bling lavora per me, possono fare in modo che abbia tutto il tempo che vi servirà ». Logan annuì ancora una volta rivolto all’invisibile interlocutore. « Ok. Sarà fantastico rivederti ». Riagganciò, lentamente, e rilasciò il respiro in un lungo, regolare sospiro.
   Max si raddrizzò, la sua espressione chiedeva i dettagli. Quando lui si limitò a fare spallucce, con aria imbarazzata, lei lo pressò. « Beh, forza! Non puoi farmi guardare tutto questo e poi non parlare! »
   « Stai dicendo che avrei potuto impedirtelo? » prese tempo lui. Quando lei alzò gli occhi al cielo e poi lo guardò male, Logan sospirò. « C’è un’agenzia investigativa federale affiliata con la Marina, l’NCIS… »
   « Naval Criminal Investigative Service ».
   « Già ». Logan sapeva che non avrebbe dovuto essere sorpreso che lei sapesse, ma le sue sopracciglia si sollevarono comunque, e lei fece spallucce, incoraggiandolo a proseguire. « Stanno lavorando sugli omicidi, e vedendo se riescono a prendere in mano la situazione prima che succeda qualcos’altro ». Sapeva che lei stava aspettando il resto, e questo non diminuiva il suo disagio. « Il team leader sul caso è mio cugino… »
   « Un altro Cale? » ghignò Max. « Credevo fossero tutti qui… »
   « È un DiNozzo, non un Cale… sua madre era la sorella di mio padre e di Jonas. Si salutarono poco amichevolmente e lei sposò il padre di Tony… ma Tony è venuto abbastanza spesso in visita per varie estati prima di partire per il college, immagino, specialmente durante i suoi anni di liceo, quando lui e i fratelli maggiori di Bennet erano stretti, e anche durante e dopo il college, per un po’. I suoi genitori, però… » Logan era perso nei ricordi. « Suo padre non è mai venuto - sospetto non fosse il benvenuto. Zia Mallory venne una o due volte, forse tre, è tutto ciò che sp. Non ero esattamente la prima pecora nera della famiglia Cale ».
   « Cosa la fece fuggire - non che io non possa tirare a indovinare? » chiese Max.
   Logan sorrise tristemente, gli occhi annebbiati, ancora concentrati sul passato. « Non ne sono certo, ma immagino c’entri col fatto che Joseph DiNozzo fosse Italiano… o cattolico… o entrambi ».
   « … e? » volle sapere Max.
   « “E”… i Cale non lo sono » affermò solennemente Logan. « Non un pensiero molto nobile, eh? »
   « Sei sicuro che tu sei un Cale? »
   Lui ridacchio, comprendendo cosa intendesse e apprezzando che lo avesse detto. « Beh, nemmeno Tony è tanto un Cale. Forse è per questo che mi piaceva tanto. Certo, era naturale ». Logan si concesse un sorriso storto. « Avevo solo quattro o cinque anni, e lui era questo ragazzo del college spavaldo, formidabile negli sport - tutte le ragazze gli correvano dietro. Tutti dicevano che sarebbe diventato un playboy già da quando aveva tipo dodici anni ». I ricordi lo fecero sorridere, ora. « Una volta che mi trasferii a scuola a Est, iniziai a vederlo abbastanza spesso - il Connecticut non era tanto lontano da DC, specialmente quando i trasporti erano disponibili, prima dell’Onda. Io andavo da lui, lui veniva qualche volta a scuola… sapeva che in pratica non mi restava più nessuna famiglia; e nemmeno a lui. Era depresso per me, però - credeva fossi troppo serio… »
   « Lo sei » concordò lei.
   Logan sbuffò per la sua interruzione. « Ha fatto il poliziotto per un po’, poi è diventato un agente dell’NCIS, qualcosa come diciotto anni fa, non tanto prima che iniziassi il college, per cui eravamo in qualche modo entrambi catapultati in qualcosa di nuovo. Mi era davvero vicino, all’epoca ».
   « Cos’è successo? ». La voce di Max ora era dolce… carica di supporto.
   Logan sbatté le palpebre, come sorpreso, di nuovo sulla terra. « Niente. Voglio dire… eravano… occupati, immagino; ci telefonavamo o mandavamo e-mail, ma io avevo finito la scuola e mi ero trasferito qui… con l’Onda, anche avendo soldi, non era tanto facile prendere un aereo o un treno e attraversare il paese, all’inizio. Immagino ci siamo abituati alla distanza ».
   Indipendentemente da quanto Logan cercasse di fare sembrare la cosa leggera, Max sentì la lieve nota di tristezza nelle parole, e comprese cosa questo Tony doveva aver significato per il sensibile ragazzo che era college lontano dall’unica casa e famiglia che aveva conosciuto, anche se fredda. « Quando lo hai visto l’ultima volta? »
   « Oh, credo tre, quattro anni fa… » Logan alzò lo sguardo e vide che Max si era accorta dei tempi. Si preparò per il resto.
   « Quindi… sa che sei rimasto ferito, vero? ». Aveva raggiunto il cuore del problema, finalmente, si rese conto la ragazza.
   « Sì. O… Sono certo di sì. Sì. Bennet o qualcuno… Loro si sentono; sono certo che qualcuno gli abbia detto… » Fece una smorfia. « Credo ». Vide quello sguardo, quello sguardo che lo faceva sempre sentire piccolo piccolo, quello che avrebbe voluto dire che odiava ma non poteva… lo sguardo di crescente incredulità per il fatto che lui avesse fatto qualcosa, o non l’avesse fatta quando lei pensava che dovesse, lo sguardo “cavolo-Logan-sai-essere-proprio-un-imbecille-a-volte”, e obiettò: « Beh, cos’avrei dovuto fare, chiamarlo e dirgli che mi avevano sparato? Non volevo che corresse qui, e non avrebbe cambiato niente… »
   « Tu avresti voluto saperlo, se la situazione fosse stata ribaltata ».
   Odiava quando Max vedeva gli scheletri nel suo armadio mentale - non si era mai astenuta dal riprenderlo per uno di essi, e non aveva mai mancato di essere logica quando lo faceva. Logan non avrebbe mai potuto vincere, e anche se sapeva che lei aveva ragione, ciò faceva solo sbatacchiare ancora di più gli scheletri. « È diverso… siamo diversi. Tony è… » iniziò ma poi si interruppe, ripensandosi. « Beh, ad ogni modo, lo scoprirà presto. Viene di persona, giovedì, per parlare con Bling e controllare un paio di cose sulla strada ».
   « L’avevo capito. E starà qui? ». Quando Logan dolorosamente annuì, lei sorrise, soddisfatta. « Bene. Voglio incontrare questo Cale non-Cale ».
   L’immagine di quell’incontro fece precipitare lo stomaco di Logan. « Max… ascolta… »
   « Cosa? ». Lei aveva visto la sua reazione si era chiesta il perché dell’imbarazzato disagio. « È una parte importante della tua vita, Logan, e sembra molto più interessante di tutti gli altri Cale… non vuoi che lo incontri? »
   No, non voleva. « Non è questo, Max… » mentì.
   « Bene » sorrise lei allegramente. « Giovedì pomeriggio, uh? »
   Logan sospirò - senza farsi sentire, sperò. Non poteva dirle perché questo fosse così difficile, non lo comprendeva per davvero nemmeno lui. Tutto ciò che sapeva era che non riusciva a sopportare di immaginare il suo sguardo, la prima volta che Tony lo avesse visto sulla sedia… e ancora di più - come se fosse stato ancora quello stesso goffo diciassettenne, insicuro e occhialuto - temeva ancora di più che, anche quasi cinquantenne, il vecchio fascino di Tony DiNozzo avrebbe fatto dimenticare a qualsiasi donna con lui il troppo serio Logan Cale.
   
   … to be continued…
   
   Nota della traduttrice: Aspetto i vostri commenti :) Qualsiasi recensione verrà tradotta ed inviata all’autrice, e se ci saranno risposte ve le posterò tramite il servizio di replica di efp.
   
   

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dark Angel / Vai alla pagina dell'autore: shywr1ter