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Autore: Sissi94    04/08/2013    2 recensioni
Il finale della quinta serie dei Cesaroni è stato a dir poco deludente. Io (come molti altri, immagino) sognavo un finale migliore per Eva e Marco. Ed è proprio il mio finale, che voglio raccontare in questa
fan fiction, incentrata solo sui due ragazzi in questione. Sofferenze, passione, rabbia, amore, questo racconterò nella mia storia. Mi auguro che vi piacerà.
-Silvia-
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eva Cudicini, Marco Cesaroni, Marta Cesaroni , Maya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Lussemburgo, 4 mesi dopo -

Il sole si affaccia alla finestra del palazzo D’Oil Aldemburger. I raggi penetrano dispettosi nella camera di Marco e Maya, svegliando il ragazzo. Marco si alzò con ben poca voglia di cominciare una nuova giornata a palazzo. Sarà la difficoltà dettata dai molteplici impegni che caratterizzano la vita da principe, o il papà di Maya che, non avendolo ancora accettato come amore della figlia, ogni giorno lo metteva duramente alla prova, fatto sta che Marco era sempre nervoso e stava lentamente distaccandosi da una cosa che aveva sempre amato: il canto. Da un pò di tempo si sforzava, ma nulla, neanche una minima ispirazione. I fogli della moleskine erano costantemente bianchi. Se continuo così – pensò Marco – non avrò mai più opportunità di cantare. Dovrei staccare un attimo la spina, - la sua mente continuava a vagare – ma come? Ed ecco che la sua mente, neanche a farlo apposta, rievocò quel pomeriggio in cui non aveva salutato Marta. Ecco – pensò – potrei tornare a vedere la mia piccola a Roma! Un istante dopo il ragazzo impallidì. Vedere Marta – pensò – significherà rivedere lei. Rivedere Eva. Ma, dopo il modo in cui lui la aveva trattata, come avrebbe reagito la ragazza alla vista di lui? Decise che, intanto, per non far ulteriormente soffrire Eva, avrebbe evitato di portare Maya con sé. Alla fine, anche se avevano litigato, lui voleva ancora bene ad Eva. Rimaneva, però, un problema. Il biglietto per l’aereo. Marco non aveva mai un attimo per accendere il computer, per cui era chiaro che l’unica soluzione era andare ad un’agenzia viaggi. Ma come trovare una scusa per uscire da palazzo? Mentre era in balia dei suoi pensieri, Marco fu riportato alla realtà da Maya, che era entrata nella stanza per dire al suo amato che quella sera sarebbero dovuti andare ad Hesperange (vicino Lussemburgo) per una cena con un ambasciatore. Marco però non la stava ascoltando. Gli era appena venuta un’idea per poter andare solo all’agenzia viaggi, e intendeva metterla in atto.

Marco: “Maya, ieri al ristorante “Clairefontaine” mi devo esser perso l’orologio, perchè non lo ritrovo più da nessuna parte. Sai, quello era di mio padre, ci tenevo! Vado a cercarlo, tu sta tranquilla, torno subito!”

Maya: “Dai, amore ti accomp...”

Niente da fare, Marco era corso a cercare l’orologio. Orologio che, in realtà, aveva nel taschino del giacchetto, e lo sapeva.

Appena sicuro di non poter più esser visto da Palazzo, Marco rallentò il passo, e dopo 10 minuti era arrivato all’agenzia viaggi:

Marco (in francese): Buongiorno, mi scusi, sarebbe possibile avere un biglietto aereo per un viaggio di sola andata a Roma Fiumicino?

Commesso: Certamente, quando intende partire, signore?

Marco: “Ehm...” (cavolo, non ci aveva pensato! Ma improvvisò) “...sta notte alle 3?”

Commesso: “Perfetto, le prenoto allora il volo con Alitalia per le 3.35 signore! Potrebbe favorirmi I documenti?”

Marco: “Oh, certo” (gli diede I documenti in mano)

Il commesso registrò, Marco lo ringraziò e salutò cortesemente prima di andarsene, felicissimo per il viaggio di quella notte, ma annoiato poichè sapeva che ora sarebbe dovuto tornare a Palazzo.


 

- Roma, 4 mesi dopo -

Eva, la quale si stava lentamente riprendendo dopo la sera in cui Marco la aveva lasciata, era nel frattempo riuscita a trovare un lavoro come giornalista in prova (al momento le toccavano solo lavori rognosi) e una modesta, piccola casetta per lei e Marta. La piccola aveva 4 anni, parlava ormai quasi bene ed era contentissima di avere una cameretta tutta per lei. Andava all’asilo, e aveva legato in particolare con due amichette, anche se alcuni giorni, vedendole giocare insieme ai loro papà, pensava a dove fosse il suo. Le mancava tanto, ma sapeva che parlare di lui avrebbe ferito la sua mamma, allora non chiedeva nulla. Ma Marta non era la sola a non dover chiedere nulla, anche se avrebbe voluto farlo. Eva infatti sapeva di non avere I soldi necessari per mantenere, oltre lei stessa, una figlia e una casa tutta da sola. Aveva sempre detto ai suoi di stare bene economicamente, ma più lei cercava di guadagnare e fare straordinari, più le tasse aumentavano. Il padre di sua figlia non si era mai preoccupato di questo, e nè tanto meno Eva osava chiamarlo per ricordargli che aveva una figlia da mantenere, se non era lui a ricordarsene da solo.

Uscita da lavoro, alle 16, Eva passò a prendere Marta, che tutta contenta saltò in braccio alla sua mamma”.

Eva:”amore della mamma!” (baciandole le guanciotte) “Ti sei divertita?”

Ormai solo la piccola Marta riusciva a strappare un sorriso ad Eva.

Marta:”Si mamma, ma ora possiamo andare alle giostre? :D”

Eva:”Certo amore, anzi, la mamma ti compra anche un bel gelatino! :D”

Marta:”Evvai siiii grazie mamiiii! Prendo il “Conetto” (Marta chiamava così Il Cornetto Algida), quello che prendeva sempre papi! :D”

Eva alla parola “papi” impallidì.

Eva:”S-si, certo amore!” (tentò di tornare a sorridere)

Marta, dispiaciuta per avere nominato il suo papà, disse:” Mamma scusa, non volevo. Ma papi mi manca, e non capisco perchè le mie amiche possono giocare con I loro papà e io no...”

Eva abbracciò Marta. Era ora di affrontare l’argomento “Marco”. Eva pensò:”stasera lo chiamo, deve sapere che sua figlia lo cerca”. E si diressero tutte e due alle giostre.

Ma Eva ancora non sapeva che, proprio quella notte, Marco sarebbe tornato.

  
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