L’idea
non detta
Casa
Bloomwood era avvolta dal buio della notte. I genitori di Becky non
erano
ancora rincasati dal loro ristorante nonostante l’ora tarda.
Trunks
entrò levitando dalla finestra semiaperta della camera della
ragazza, attento a
non fare rumore. Becky giaceva addormentata tra le sue braccia,
raggomitolata
contro il suo petto, troppo esausta per svegliarsi ma ancora troppo
irrequieta
per non reagire al minimo chiasso.
L’adagiò
delicatamente sul letto e la vide rabbrividire al contatto con le
lenzuola
fredde. Afferrò la leggera coperta di pile piegata con cura
ai piedi del
materasso e vi avvolse dolcemente la sedicenne infreddolita.
A
giudicare dalle occhiaie ben visibili, era parecchio tempo che Becky
non
dormiva un sonno tranquillo. Finalmente sembrava che gli incubi fossero
scomparsi.
Trunks
le scostò una leggera ciocca di capelli dorati dal viso e le
passò
impercettibilmente un dito sulle labbra carnose.
Non
seppe perché lo fece, ma ne provò la voglia
irresistibile. Era morbida e calda
al suo tocco e poteva percepirne la sofferenza scaturire dalla pelle
liscia e
pallida.
Quelle
sensazioni gli provocarono una scossa elettrica in tutto il corpo tanto
da
obbligarlo a distogliere bruscamente le mani da lei.
Era
bella. Nemmeno lui, che di donne ne aveva viste e talvolta assaggiate,
poteva
negare la naturale bellezza di quella fragile creatura.
Si
chiese come aveva fatto a non notarla prima d’ora. Le sue
forme stavano
sbocciando lasciando all’immaginazione un radioso sviluppo.
Trunks l’aveva
frequentata pochissimo, tanto da non ricordare neppure la
luminosità del viso
che emanava ogni volta che accennava un sorriso prima del tragico fato.
Accostò
le labbra alla cerea fronte in parte coperta dalla bionda frangetta e
vi posò
un flebile bacio, rammaricato al pensiero che probabilmente non avrebbe
mai più
rivisto quell’antico splendore che caratterizzava la piccola
Becky.
La
mia piccola Becky.
Al
contatto, la sedicenne emise un lieve mugolio e si strise nella coperta.
“Buona
notte, Becky” le sussurrò il giovane Sayan.
Girò
intorno al letto e, molto lentamente per non svegliarla, le tolse le
scarpe e
le appoggiò ai piedi del letto.
Solo
in quel momento si accorse degli stracci di foglio sparsi su tutto il
pavimento.
Nel
buio della tarda sera ne raccolse qualche pezzo e li adagiò
sulla scrivania
dall’altra parte della stanza. Accese la fioca lucetta della
lampadina da
lettura e ne lesse qualche frammento cercando di coglierne il senso per
quanto
fosse possibile.
I'm
standing here but
all I want…
Looking from the…
Erano
frasi spezzate, senza senso, scritte in lingua inglese e quasi
incomprensibili date le varie cancellature.
Su alcune parole c’erano dei riferimenti, su dei pezzi
c’era disegnata
la chiave di violino, su altri delle note disegnate che racchiudevano
un “mi” o
una chiave di “do”.
Con la fronte aggrottata, Trunks lanciò
un’occhiata alla ragazza per
controllare che stesse ancora dormendo e posò l’
attenzione sul pianoforte alla
sua sinistra.
Era pieno di polvere da quanto potesse constatare al buio e sembrava
inutilizzato da tempo.
La tastiera era chiusa a chiave.
Solo i numerosi quadernetti che trovò nel cassetto del
tavolino lo
convinsero del fatto che quel pianoforte non era lì per
figura.
Più di una decina di quei fascicoli stampati in pentagramma
erano pieni
di canzoni, simboli di note musicali e data di realizzazione. A Trunks
ci volle
circa
una buona mezz’ora per consultarli tutti sino
all’ultimo ricostruendo
ogni anno.
Alla fine ripose tutto al proprio posto come lo aveva trovato.
E così era questa la passione di Becky…
Aveva scoperto che scriveva canzoni da quando aveva nove anni e che le
piaceva anche cantare a giudicare dal microfono che trovò
nell’ultimo cassetto
in basso.
Non riusciva ad immaginarsela mentre, seduta al piano, dava voce alle
sue predilezioni e probabilmente nemmeno lei si poteva più
vedere in quel modo.
E’
così difficile
farti tornare ciò che eri, piccola mia…
Passò
un dito sul legno del grosso strumento inutilizzato pensando a un
modo qualsiasi per tirarla fuori da quel brutto momento che stava
passando.
Cos’era che poteva renderla di nuovo felice?
Era la musica ad alimentare la sua vita e le sue speranze o era lei
stessa
e la sua dispersa vitalità a sostentare la sua passione?
Lanciò uno sguardo disperato alla foto appesa al muro che
ritraeva una
piccola Rebecca undicenne al suo compleanno: lei davanti alla torta di
panna
con i capelli biondi che le ricadevano sulle spalle abbaracciata al
fratello,
Kail, di ancora tredici anni. Erano molto uniti. Kail adorava sua
sorella…
Trunks non ricordava in nessuna circostanza che lui avesse mai parlato
male di
Becky; la difendeva sempre se veniva a sapere che qualcuno si era
azzardato a
chiamarla
secchiona.
Kail,
amico mio, cosa
posso fare?
Intravide
un depliant sotto una pila di altri fogli che gli parve famigliare.
Ne afferrò un lembo che spuntava e lo estrasse facendo
attenzione a non
far cadere gli altri documenti.
Conservatorio Briston
Hillman
Scuola di musica e
canto di Rever City
Il conservatorio estivo…
Lo conosceva.
Goten gliene aveva parlato; Gohan era stato assunto come professore in
quella scuola per migliorare le sue referenze.
Becky aveva deciso di frequentare quei corsi?
Sfogliò il depliant fino all’ultima pagina per
confermare la sua
teoria.
Come pensava, il foglio per le iscrizioni era ancora bianco e alla data
di scadenza mancavano tre giorni.
Quindi aveva deciso di mollare tutto… non poteva tirarsi
indietro a
quel modo.
Grazie,
Kail…
Si
appostò sul balcone, richiuse dolcemente la finestra e
spiccò il
volo verso casa.
Nella mano destra teneva saldo il depliant e nella sinistra un
quadretto che ritraeva Becky seduta al piano
all’età di quattordici anni.
“Sei
sicuro che può ancora entrare?”
“Certo… la scadenza è dopodomani, ma se
faccio una telefonata al
direttore non credo ci saranno problemi…”
“Grazie, Goahn… sei il migliore!”
“Di nulla, Trunks… ora, toglimi una
curiosità… lei lo sa?”
“Ehm… non proprio”
Gohan lo guardò accigliato.
“Ti conviene sbrigarti a farglielo sapere… fra due
settimane
inizieranno i corsi!”
“Lo so... l’ho chiamata oggi ma non ho avuto il
coraggio di
spiegaglielo… domani la porto al cinema e le dirò
tutto…”
… o almeno, spero di riuscirci…
Continua...!?!
Ciao a tutti!!
Anf...buff... Ke fatica! Scrivere questi capitoli mi sta togliendo la linfa vitale a poco a poco! eheh...
Comunque... ma gente... ma come va??? Da tanto che nn ci sentiamo...
uhuhuhuh... Probabilmente non ci sarà più nessuno che legge questa fic a parte me stessa!
Ah bhè... siamo a posto!
Allora Hilary... come stai? Bene grazie! Ti è piaciuto questo cap? ... ... ... bho... ... ...
-_-" ... risposta esaudiente!
Comunque... se c'è ancora qualche buon uomo (o donna, s'intende) che segue questa enorme cavolata triste senza capo nè coda...
... prego di farsi sentire... sapete ... ci terrei a ringraziare chi mi ha aspettato così tanto! *-*
Uhuhuh ... a parte scherzi... vi è piaciuto questo capitolo (un pò corto a dir la verità)??? Please... recensite! (sigh)
Ringrazio:
Videlina 95 : Grazie 1000!!! Sono felicissima che ti piaccia così tanto a tal punto da reputarla una delle migliori che tu abbia mai letto! Davvero sono contentissima! ... Peccato che piaccia a pochi, però mi fa davvero piacere ricevera la tua opinione. Sai... anche a me piace tanto leggere le ff che adoro di più ed elogio tanto gli autori o autrici che le scrivono... alcune ff le stampo addirittura per leggermele a scuola ogni tanto (ehehe) e nelle recensioni scrivo tutti i miei complimenti. Una mia amica mi aveva dedicato un capitolo e ne fui tanto contenta e in qualche modo ripagata da ciò che leggevo. E' per questo che ho deciso di dedicarti questo cap! ^^ Spero ti faccia piacere! Un bacioniximo! A presto!
Ladyultraviolet: Amica mia!!!! Ke bello risentirti! Sempre qui, sempre al mio fianco! Grazie 1000 per il tuo continuo supporto! sempre accanto a me!! sigh... basta sennò mi commuovo! kisskisskiss un abbraccione!!!! ^^
miss miyu 91 : Anche tu sempre qui! Sempre al mio fianco! La mia fedelixima missy miyu!!! ke billo! Grazie per la rece e grazie di esserci sempre! kisskisskiss
Dedicate to Videlina 95 (un bacione)
Hilary