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Autore: Goldmax    13/02/2008    8 recensioni
D'accordo, i casi erano due. O quella mattina in fronte aveva una segnaletica luminosa che annunciava a tutti quello che stava pensando o semplicemente sua madre lo capiva fin troppo bene. Un'altra prova a favore del fatto che le donne fossero solo seccature.
Ahimè, l'ho fatto di nuovo, la mia mente ha partorito un'altro obbrobrio.. Purtroppo è più forte di me.. Ma d'altro canto come poter resistere allo scrivere una Fanfic sulla coppia più amata (parere mio ok? u.u)di Naruto?
All'inizio dello Shippuden abbiamo tutti visto in che situazione erano Shikamaru e Temari, ma la domanda che mi sono posto è..
Cosa è successo prima?
Con questa Fanfic spero di poter dare una risposta verosimile alla domanda ^_^
Enjoy!
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Troublesome Girls Are My Life
Troublesome Girls Are My Life

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Shikamaru aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per tentare di mettere a fuoco il luogo in cui si trovava.
Camera sua. Era sdraiato sul suo letto ed una sottile lama di luce passava attraverso le tende tirate, colpendolo in pieno viso. Maledizione. Stava facendo un sogno così bello... Aspetta... Cosa stava sognando?
Si mise a sedere sul materasso con un gemito, massaggiandosi le tempie con la mano destra. Strano, di solito ricordava ogni singolo frammento di quello che gli passava nel cervello quando dormiva; come mai quella mattina doveva essere diverso? Fece per alzarsi, infilando le pantofole ai piedi, quando la sveglia iniziò a suonare.
Temari.
Agrottò la fronte, mentre spegneva quel dannato affare con cui aveva una. Perchè gli era venuto in mente quel nome? Assieme a quelle sei lettere nella sua mente si formò nella mente l'immagine di una ragazza bionda con i lunghi capelli raccolti in quattro codini, ed uno sguardo che poteva appartenere solo ad una pantera che sia indecisa sul fare le fusa a qualcuno o piantargli gli artigli nella pelle. Shikamaru gemette ancora.
Anche se era da tempo che non la vedeva ricordava benissimo l'ultima occasione in cui si erano visti.
Quando lei gli aveva salvato la vita.
Digrignò i denti al solo pensiero. Se non fosse arrivata lei di sicuro Tayuya, una delle quattro guardie del corpo di quel viscido Orochimaru, avrebbe sicuramente danzato sul suo cadavere. E naturlamente lei si era ben guardata dal permettergli di scordarglielo.
Il solo pensiero di doverle ancora un favore di quella portata non era irritante.. Era terrificante a dir poco.
Ma ritorniamo al problema principale. Per quale oscuro e conorto motivo il suo cervello aveva richiamato quel volto?
Era forse su di lei il sogno appena fatto? No, lo escludeva. A priori.
Scosse il capo, iniziando a vestirsi. Sembrava una mattina come tutte eppure c'era qualcosa che non tornava. La sveglia aveva suonato da un pezzo ormai. Allora perchè sua...
-Shikamaru! Muoviti a scendere dal letto poltrone!
.. madre non lo aveva chiamato? Ecco. Sospirò, accingendosi ad indossare la divisa da Chuunin. Quel giorno avrebbe dovuto sostenere un allenamento..
-Sbrigati a vestirti e scendi! C'è un messaggio per te!
.. con Ino e Chouji. Ma dannazione! Al peggio a quanto pare non c'è mai fine..
Finì di vestirsi, scendendo poi le scale come se avesse dovuto accasciarsi sui gradini da un momento all'altro.

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Yoshino lo attendeva al piano terra, un rotolo in mano. Lo tese verso di lui.
-Ti è arrivato questa mattina da parte del Quinto.
Il sigillo era già strappato. Gli occhi del giovane si riducevano a fessure, ma si guardò bene dal levare lo sguardo. Era inutile discutere con sua madre sul fatto che avesse o meno il diritto di sbirciare i suoi messaggi "segreti". Il rotolo diceva solo "Appena avrai finito qualsiasi cosa tu faccia alla mattina per prepararti alla giornata spicciati e vieni subito al Palazzo dell'Hokage. Firmato, Godaime Tsunade"
Rilesse il messaggio per ben due volte. Si, il tono era proprio dell'Hokage. Guardò istintivamente verso Yoshino.
-La colazione è sul tavolo, spicciati!
Non sapeva bene se ringraziarla o sbuffare all'ennesima seccatura sorta di fronte a lui.
-D'accordo mamma...
Via neutra come sempre. Si sedette al tavolo, guardandosi attorno. Strano, Shikaku non era lì. Che fosse ancora a dormire?
-Tuo padre è uscito presto, aveva una missione da svolgere con la sua squadra,
D'accordo, i casi erano due. O quella mattina in fronte aveva una segnaletica luminosa che annunciava a tutti quello che stava pensando o semplicemente sua madre lo capiva fin troppo bene. Un'altra prova a favore del fatto che le donne fossero solo seccature. In ogni caso nona veva la minima voglia di indagare: qualsiasi seccatura questo gli potesse portare non valeva certo lo sforzo di mascherare un po' la sua espressione facciale. Aveva la strana impressione che tutti i suoi muscoli si sarebbero rivoltati contro di lui e l'intero volto si sarebbe afflosciato a mo' di cera al sole. Finita la colazione si alzò, dirigendosi verso la porta. Prima di andare dall'Hokage era meglio se passava ad avvertire i suoi due compagni di squadra dell'accaduto, anche se naturalmente l'avrebbero presa come una scusa per non faticare... Lo conoscevano fin troppo bene.
-Avviso io i tuoi amici.. Tu fila subito al Palazzo!
La voce di Yoshino lo raggiunge nell'istante in cui aveva appena appoggiato la mano sulla maniglia della porta. Forse dopotutto si sbagliava.

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L'Hokage era come al solito semi-invisibile sotto diverse pile di documenti, ma quando il Chuunin fece ingresso nel suo ufficio alzò lo sguardo, squadrandolo.
-Ah, Nara.. Finalmente..
Shikamaru sospirò. Come sua madre, quella era il tipo di donna che odiava. D'accordo, non sopportava le donne in generale, ma era da quelle che preferivano combattere gli altri a bacchetta che suo padre gli ripeteva sempre di guardarsi. E lui di certo non si faceva problemi a seguire il suo consiglio.
-Godaime, se è per il rapporto della scorsa missione sono davvero spiacente, ma ieri sera ero davvero distrutto e..
La donna lo interruppe alzando appena una mano.
-No non riguarda questo.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio. Tsunade si aveva appoggiato la testa sulle braccia, le mani giunte sotto il mento e lo fissava in modo penetrante. Ormai aveva imparato a conoscere quell'espressione. Significava guai.
-Quest'anno sarai uno dei responsabili dell'Esame di Selezione di Chuunin.
Ecco, guai. La smorfia di Shikamaru la diceva lunga su come la pensava?
-Ma perchè proprio io? Non può scegliere..
-Qualcun altro? No, mi dispiace, ma nessuno è disponibile o ha un'adeguata esperienza come Chuunin...
Tsunade si massaggiò le tempie.
-Le motivazioni per cui ho scelto te sono le stesse di quando te lo chiesi per l'Esame precedente. Quella volta accetttai un rifiuto, ma stavolta non ho intenzione di tollerare una simile insubordinazione da parte tua!
La smorfia sul volto di Shikamaru si contorse ancora di più. Se lo ricordava bene quel rifiuto. Come punizione l'Hokage lo aveva costretto a prendere parte alla più pericolosa e spossante missione della sua vita. Al solo ricordo gli tremavano ancora le gambe.
-E levati quell'espressione, nei tuoi incarichi è compreso anche quello di fare da guida al rappresentate del Villaggio di Suna, quindi vedi di non deludermi... Ha già dovuto aspettarti abbastanza; è uscita poco fa per sgranchirsi le gambe in attesa che ti facessi vivo.
Rappresentate? UnA rappresentate? Di Suna? Una gocciolina di sudore iniziò a scivolargli lungo la schiena.
In quel momento bussarono all'ufficio della porta e Tsunade alzò appena il capo.
-Avanti.
Mentre la porta si apriva in una frazione di tempo infinita, la gocciolina si era moltiplicata ed ora un esercito di gocce di sudore scendeva sul corpo del Chuunin.
Dalla soglia entrò una ragazza bionda, apparentemente un paio d'anni più grande di Shikamaru, vestita con un Kimono nero che di sicuro non ne nascondeva le curve del corpo nonostante tutto. Aveva un lungo oggetto rettangolare del medesimo colore del kimono assicurato alla schiena e, cosa più importante di tutte, osservava Shikamaru con quello sguardo da pantera su cui il ragazzzo si era tanto soffermato a riflettere quella mattina.
-Sei in ritardo, cry-baby.
Oddio, no.
  
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