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Autore: Feel Good Inc    06/08/2013    2 recensioni
{ Dragon Trainer x Le 5 Leggende x Rapunzel x Ribelle }
#I. La ragazza dai lunghissimi capelli biondi si voltò a guardarlo e solo in quel momento il tempo tornò a scorrere, la realtà rivestì i panni dell’assurdità che era – un viaggio senza senso, la cima di una torre solitaria, un patto raffazzonato a cercare di dare un significato a questo nuovo mondo ancora tutto sconosciuto per entrambi.
«Mi farai volare?»

~
#IV. Il mattino seguente, il ghiaccio aveva formato una pozza ai piedi del letto, ma la mamma non aveva voluto credere alla sua storia e l’aveva sgridata perché non aveva voluto fare pipì prima di dormire.
~
#V. «Andiamo a vivere insieme, tu e io, un giorno. In un posto qualsiasi, ma insieme.»
~
#X. «Come sta?» le venne di nuovo in aiuto la voce di Jack, lontana.
Rapunzel li raggiunse. «C’è Sdentato con lui» disse soltanto, come se nient’altro contasse.

~
#XI. «Si può sapere che hai, Merida? Oggi non sei in te.»
«Oh, scusa, Punzie. Ho fatto uno strano sogno...»

{ Jack/Hiccup/Merida/Rapunzel }
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~ a thousand {years} more.

 

 

 

 

 

 

 

# viaggio

 

 

 

«E così te ne sei andato» mormorò Rapunzel, guardandolo con un’espressione di sincera condivisione.

Hiccup non riuscì a risponderle. Corse ai ripari attizzando il fuoco acceso da Sdentato, cercando di non pensare che quella storia non l’aveva raccontata mai a nessuno, mai, a nessuno, neanche a MeridaMerida che era il motivo per cui era partito una seconda volta, quando ormai avrebbe potuto semplicemente restare. Ma Rapunzel aveva qualcosa negli occhi, una qualche fiamma molto diversa da quelle che bruciavano e soffocavano e distruggevano, una luce buona che sembrava sempre dirti sono qui. Parlarle era stato incomprensibilmente facile e per niente voluto; Hiccup aveva aperto bocca non appena si erano seduti insieme su quel tronco marcio nel cuore della radura e non si era fermato finché la storia non era finita, laggiù nel regno di DunBroch, dove sembrava esserne cominciata un’altra – che non era ancora pronto, dopotutto, a condividere con lei.

Rapunzel non aggiunse altro; si fece soltanto più vicina al fuoco e a lui. La sbirciò, sperando che non se ne accorgesse. Era bella, insicura, allegra, combattuta; era un paradosso vivente, anche lei. Ed era una principessa, anche lei. Solo che non lo sapeva.

Avrebbe dovuto dirglielo? Avrebbe dovuto raccontarle che là dove erano sorti i quattro clan destinati a congiungersi per mezzo del matrimonio della figlia di re Fergus esistevano ancora persone che aspettavano, soffrivano, pregavano per il ritorno della bimba perduta? Ma non spettava a lui, dopotutto... Lui non aveva alcun diritto di piombare dal cielo attraverso la sua finestra e sconvolgerle completamente la vita. Anche se lei era voluta uscire, per scoprire il mondo e tante altre cose che non le erano ancora chiare, questo non significava che volesse sapere la verità... Giusto? E poi se gliel’avesse detto avrebbe dovuto dirle anche di Merida, e allora, ecco, le cose si sarebbero fatte imbarazzanti e...

Aveva rimuginato troppo. Ora Rapunzel ricambiava apertamente il suo sguardo, e quel sorriso non contribuiva a schiarirgli le idee.

«A me sembri piuttosto sereno, adesso. Quindi quel posto deve essere proprio quello giusto per te... Vero?»

Hiccup sperò con ogni singola fibra del suo essere che la luce del fuoco gli mascherasse le guance. Lanciò un’occhiata a Sdentato e lo scoprì assopito, come al solito immune a tutti quegli sciocchi discorsi umani. Non per la prima volta, lo invidiò da morire.

Rapunzel sbadigliò, si stiracchiò, si accoccolò meglio contro il tronco scivolando nell’erba e nel muoversi così gli si fece ancora più vicina. Hiccup invidiò anche quel suo riuscire ad appassionarsi alle storie degli altri e dimenticare in tal modo, per l’arco di una notte, la propria.

La guardò chiudere gli occhi e si rese conto che la meta di questo nuovo viaggio aveva di certo a che fare con una principessa – solo che lui stesso non avrebbe saputo dire quale.

 

 

~

 

 

Hanno detto loro di sedersi su tre delle quattro sedie vuote. Hiccup non si abituerà mai al fatto che lo osservino mentre disegna; per Rapunzel disegnare è esprimersi, è parlare, ma lui lo fa solo per se stesso. E d’altro canto in situazioni come questa non riesce a concentrarsi.

Merida sbircia costantemente sopra la sua spalla e Rapunzel la rimprovera ridendo. Merida fa smorfie, scarabocchia qualcosa, ricomincia daccapo. Rapunzel sorride a Hiccup di sotto in su mentre delinea una forma sempre più simile a quella di Sdentato. Hiccup non riesce, no, non riesce assolutamente a disegnare alcunché. Sa che deve farlo, è questo lo scopo della seduta, ma accidenti, avrebbe preferito essere solo...

Alla fine, con un sospiro, si tira appena un po’ indietro e comincia a studiare le due ragazze, riflettendo se ci vorrà più tempo per i riccioli dell’una o per la chioma lunghissima dell’altra. Merida si volta a guardarlo e gli sorride come se sapesse tutto ciò che gli passa per la testa, facendolo avvampare.

Dicono che nei disegni si nascondono i nostri desideri...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Ah-ha, indizi significativi circa il modernverse: ora penso che qualcuno di voi indovinerà perlomeno il contesto, ma shh, non dico altro.

Questo episodio è la diretta conseguenza del primissimo capitolo; Hic e Punzie sono partiti insieme perché, come finalmente ho avuto modo di svelare!, l’intento primario di Hiccup – che ha indovinato l’identità della Principessa Perduta – è di riportarla a casa in modo da restaurare il legittimo trono, caduto alla scomparsa di Rapunzel bambina e sostituito dall’alleanza dei quattro clan; in questo modo l’altra principessa, Merida, sarà libera di fare ciò che vuole (e di sposare chi vuole: ricordate il secondo capitolo? ;D) Da ciò il potenziale triangolo.

Ve l’avevo detto che un senso a tutto questo c’era, d’oh. *saltella felice perché pian piano la storia si districa*

Aya ~

   
 
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