Prologo
Anno 1996
“Non ci posso credere! Tuo fratello se la fa, nientepopodimeno che, con Brianna Reed, la ragazza più popolare della scuola!!” sbottò stupito un ragazzino robusto e brufoloso, dopo aver notato la coppia in questione pranzare insieme.
Sam sbuffò infastidito per poi riprendere a leggere nel punto in cui l’altro l’aveva interrotto.
Erano quasi tre giorni che avevano iniziato a frequentare quella scuola e da allora Carlos, il suo nuovo compagno di banco messicano, lo aveva seguito dovunque andasse autoproclamandosi il suo “nuovo migliore amico del cuore”.
Adorabile? NO!
L’unica cosa che desiderava era che suo padre finisse la caccia al più presto e che li portasse via de quel posto e poco gli importava se avrebbe dovuto riiniziare di nuovo tutto daccapo, tanto sarebbe accaduto comunque troppo presto.
Già… I Winchester erano dei vagabondi, non avevano una casa e probabilmente non l’avrebbero mai avuta.
La caccia veniva sopra ogni cosa.
“Oddio Sam, guarda chi sta venendo da questa parte!” riprese Carlos pulendosi la bocca sporca di briciole.
Il ragazzo alzò lo sguardo, senza nascondere l’irritazione per essere stato nuovamente interrotto, quando lo sconcerto lo pervase.
Fiera e sicura di sé Cadie Butler marciava dritta verso di lui, fissandolo negli occhi.
Era una ragazza che frequentava la sua stessa classe, ma non ci aveva mai parlato. A dire il vero, da quanto gli aveva detto Carlos in uno dei suoi sproloqui, sembrava che in realtà non parlasse mai con nessuno.
Era molto carina. Aveva corti capelli neri alla maschietta e gli occhi grigi, come quelli di un gatto.
Le era piaciuta fin dal primo momento in cui l’aveva vista perché le era sembrata diversa da tutti gli altri.
Diversa…proprio come lui.
Quando gli si sedette di fronte, il giovane cacciatore sussultò involontariamente perdendo il segno del libro e facendo sorridere la ragazza che, però, si fece subito seria quando posò lo sguardo sul compagno messicano.
“Ok, allora tolgo il disturbo…c-ciao Sam!” disse in fretta, spaventato dall’occhiata ricevuta da quella che in classe chiamavano la stramboide.
Il silenzio che si alzò tra loro era pesante, perlomeno lo era per Sam, e così fu lui il primo a prendere parola.
“C’è qualcosa che vuoi dirmi?” chiese, nascondendo l’imbarazzo di quella strana situazione.
“Io lo so chi sei” disse in un sorriso.
Il cuore di Sam prese a martellare come se avesse tutta l’ intenzione di balzargli fuori dal petto, ma cercò comunque di mantenere la calma.
“Cosa vuoi dire non ca-“ma la ragazza lo anticipò.
“Sono una sensitiva”
Sam la guardò interdetto, ma non si scompose.
“Non capisco….Perché me lo stai dicendo?”
“Perchè sei diverso… proprio come me”