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Autore: Giuliuli    07/08/2013    6 recensioni
James inciampa per caso in un libro di poesie babbane, perso da qualcuno in uno dei tanti corridoi di Hogwarts. Non gli è mai piaciuto troppo il genere, ma gli piace troppo Lily Evans e la sua mente malandrina comincia già ad elaborare un'idea che potrebbe funzionare.
Il proprietario probabilmente dovrà aspettare ancora un po' per riavere il libro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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le poesi che... 2 Presentazione: James inciampa per caso in un libro di poesie babbane, perso da qualcuno in uno dei tanti corridoi di Hogwarts. Non gli è mai piaciuto troppo il genere, ma gli piace troppo Lily Evans e la sua mente malandrina comincià già ad elaborare un'idea che potrebbe funzionare. Il proprietario probabilmente dovrà aspettare ancora un po' per riavere il libro.
Note in fondo alla pagina.



Le poesie che James Potter dedicò a Lily Evans, ovviamente a modo suo.




Maggio 1977, sesto anno.

Secondo tentativo.



Era una bellissima giornata di Maggio. Il sole splendeva forte, evento raro per la Scozia e gli studenti di Hogwarts ne avevano approfittato per uscire all'aria aperta e rinfrescarsi sulle rive del lago. Lily stava camminando spedita sul prato per raggiungere le amiche, con il vento tiepido tra i capelli e un sorriso sulle labbra. Le giornate di sole l'avevano sempre messa di buon umore.
« Evans! Ehi Evans! Aspetta! »
Buon umore che rischiava di sparire presto, se Potter non avesse avuto qualcosa di sensato da dirle.
Ma fortunatamente la giornata era così bella che neanche Potter avrebbe potuto rovinarla, o almeno questo era quello che sperava.
E poi Lily era curiosa, dopo la sorpresa della poesia di qualche settimana prima, davvero non sapeva più cosa aspettarsi da lui.
« Dimmi Potter » disse girandosi verso di lui, con un tono di voce così gentile rispetto al solito che James la guardò sgranando gli occhi, le guance arrossate e il respiro affannoso dopo la corsa per raggiungerla.
« Da un grande giocatore di Quidditch quale dici di essere mi aspettavo un po' più di resistenza » lo provocò lei beffarda.
« Infatti » rispose lui passandosi una mano tra i capelli « ma non hai idea di quante scale ho fatto per trovarti, se quel cagnaccio non si fosse fregato la mapp- » si bloccò appena in tempo, il respiro tornato normale e un enorme sorriso ad increspargli le labbra, per non far capire a Lily che si stava per compromettere.
« Devo farti notare una cosa » proclamò poi solennemente, guardandola fisso negli occhi.
Lily sospirò. « Daccordo ma fai in fretta, Mary e le altre mi aspettano »
James sorrise ancora di più, non abituato ad una Lily così collaborativa. Poi incominciò, con gli occhi nocciola che brillavano, esaltato come un bambino il giorno del suo compleanno.
« Allora Evans, come vedi noi adesso siamo vicini, ma io continuo ad essere io e tu continui ad essere tu, dico bene?»
Lily lo fissò sconvolta. « Suppongo di sì...» mormorò indecisa se rispondere ad una domanda insensata come quella.
« E suppongo che tu pianga ogni tanto, vero? » continuò James.
« Beh sì, ma non capisco dove vuoi arrivare » rispose lei, cominciando a pensare che forse aveva fatto male a dare corda a Potter.
« Bene, perchè anch'io piango Evans anche se sembro un duro.»  
Certo che aveva fatto male a dargli corda, cavolo, era Potter!
« Certo, un duro che poco fa sarebbe crollato distrutto per terra, dopo una semplice corsetta » ribattè Lily che cominciava a scocciarsi.
« Ah. Ah. Molto divertente. Ma abbi ancora un po' di pazienza. Immagino che tu rida oltre a piangere, ti ho vista un sacco di volte.»
« Non ho intenzione di rispondere a questa affermazione idiota» sibilò Lily.
James continuò imperterrito.
« Ovviamente anch'io rido spesso, come ben sai. »  
Lily sbuffò.
«Resisti ancora un po', ho quasi finito. Puoi contestare Evans il fatto che entrambi stiamo vivendo in questo mondo?» disse James con un'espressione assurdamente determinata.
La ragazza sgranò gli occhi, guardandolo come se fosse appena scappato da Azkaban. 
« Potter ma sei impazzito definitivamente? Senti, ci vediamo, mi hai fatto perdere anche troppo tempo » Lily gli girò le spalle allontanadosi, pensando a cosa avesse nel cervello quando aveva deciso di fermarsi ad ascoltarlo.
« EVANS ASPETTA!» urlò James correndole dietro.
« Che c'è ancora? Potter basta! » sbottò Lily scocciata.
« Guarda le nostre ombre, è importante! » disse, mettendosi al suo fianco.
Mai Lily avrebbe pensato che un giorno sarebbe stata appiccicata al braccio di Potter per fare una cosa così stupida.
« Che c'è di strano? Lì c'è la tua e lì c'è la mia. Cosa cavolo dovrebbe esserci? »
Il sole di Maggio infatti disegnava perfettamente le loro due sagome, fianco a fianco, sull'erba verde del prato di Hogwarts.
« Vedi? Non sono sovrapposte! » esclamò James trionfante.
« Certo che no! Come diavolo dovrebbero essere? » sbuffò Lily.
Poi Potter la guardò negli occhi e sorrise, sorrise così dolcemente che Lily per un momento restò interdetta.
« Allora ti aspetterò Evans, perchè funzionerà. »
Lily avrebbe voluto dirgli che era completamente rincitrullito, avrebbe voluto dirgli che doveva smettere di guardarla così perchè i suoi occhi la confondevano e non le era mai piaciuto sentirsi confusa, avrebbe voluto dirgli che era semplicemente un idiota. 
Avrebbe voluto dirgli tante cose, ma lui le prese la mano e le appoggiò sul palmo una piccola pergamena arrotolata, poi corse via agitando la mano per farsi vedere da Sirius, Remus e Peter che stavano uscendo in quel momento.
A Lily non rimase che srotolarla, senza dire niente.

Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l’un l’altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia…

Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.

Pablo Neruda

( E' semplicissimo Evans, l'hai visto anche tu. Pensaci.
James Potter)



E allora Lily pensò che Potter era completamente e irrimediabilmente assurdo, ma era geniale, in un modo tutto suo.
Assurdo ma geniale, oh sì.
Strinse forte la poesia e sorrise, seguendo il ragazzo con gli occhi.
Poi scosse la testa e riprese a camminare.
Per un momento aveva pensato... No, oh no.
Che assurdità.




Note:
Volevo ringraziare di cuore Ma AiLing perchè ha recensito lo scorso capitolo e perchè mi  ha aiutato con le virgolette nei dialoghi, dato che con la tecnologia sono una gran impedita. Questo capitolo è anche merito tuo!
Ringrazio inoltre le 2 che hanno messo questa storia tra le preferite e le 5 delle seguite. Non sono numeri enormi, ma per me valgono tanto.
Siete semplicemente adorabili!
Grazie anche a chi ha solo letto!
Spero che questo capitolo vi piaccia, James è un pazzo, ma lo adoro, fa dei ragionamenti assurdi e stupidi, lo so, ma per lo meno ci prova. E Lily forse sta cambiando l'idea che ha su di lui... ma molto forse, quella ragazza è una zucca dura e non lo ammetterebbe mai, per ora almeno.
La poesia è " Se saprai starmi vicino" di P. Neruda, è una poesia che ho sempre amato e non potevo non inserirla. Per James e Lily adoro soprattutto l'ultima frase, d'altronde loro non fanno altro che aspettarsi: lei aspetta che lui maturi e lui aspetta che lei lo guardi con altri occhi, e alla fine sarà amore.
Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
Li adoro.
Un bacio,
Giuly




  
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