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Autore: Lulumiao    08/08/2013    2 recensioni
Una raccolta di One shot su Super Mario, di vario genere. Il pairing Peach x Daisy è sempre sottinteso, ma non sempre presente. Buona lettura :) Queste fanfiction non sono state scritte a scopo di lucro e i personaggi e i luoghi descritti nelle storie sono di proprietà di Nintendo.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Bowserotti, Daisy, Peach, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ho deciso di integrare il primo capitolo e di farlo diventare una raccolta di one shots. Non so se saranno tutte Peach x Daisy, ma se dovessi cambiare qualcosa modificherò le informazioni sotto l’introduzione.
Attenzione: l’italiano di Daisy potrebbe risultare un po’ scorretto. La cosa è voluta, serve a sottolineare il suo essere un “maschiaccio”. Buona lettura, tutte le recensione saranno accolte con entusiasmo. :)
 
Personaggi: Peach, Daisy, comparse varie, Mastro Toad
Generi: Commedia, Fluff, Romantico, Slice of life
Lunghezza: One shot (854 parole)
Tipo di coppia: Shoujo-ai: Peach x Daisy
Note: nessuna
Avvertimenti: nessuno
Rating giallo (allusioni sessuali, ma nulla di esplicito)
 
 
 
Una bella giornata tra i fiori
 
Era una splendida giornata di primavera nel Regno dei Funghi. Non faceva né troppo caldo né troppo freddo, e i toad trotterellavano spensierati per le strade canticchiando e beandosi del calore del sole. Persino i goomba, per quel giorno, avevano desistito dal vagabondare minacciosi per le verdi pianure del Regno spaventando i pavidi funghetti. Nulla turbava la tranquillità di quella mattina, e nel giardino del castello Toadstool la principessa Peach e la principessa Daisy stavano tranquillamente passeggiando tra i fiori; erano appunto i fiori l’argomento di discussione delle due, ormai fidanzate.
«Perché non assumi dei giardinieri seri?» chiese Daisy. Aveva una grande passione e una grande conoscenza dei fiori, e non poteva sopportare la vista di una rosa appassita o di una margherita dimenticata tra le erbacce.
«I miei giardinieri sono i migliori del regno, hanno superato tutti gli esami con il massimo dei voti» rispose Peach un po’ seccata.
«Se i migliori giardinieri del regno fanno questo disastro, chissà cosa combinano i peggiori. Questi giardini, in confronto ai miei, sono due fiorellini buttati lì. Dovresti farli curare di più».
«Daisy,» sospirò Peach, «a me vanno bene così, e nessuno ha mai avuto niente da obbiettare. Finché resterai qui dovrai passeggiare tra queste piante». Ma Daisy non la stava più ascoltando, era tutta presa da un albero di mele, a suo dire, orribilmente deturpato. «Che schifo, Peach, non lo posso vedere. Fammi sedere se no mi sento male» disse mentre si avviava verso una panchina circondata dai papaveri. Peach la seguì alzando gli occhi al cielo. Amava la sua ragazza, dal giorno in cui si erano messe insieme, seppur in segreto, era costantemente al settimo cielo, ma a volte aveva l’impressione di badare a una bambina di cinque anni. Da alcuni giorni era ospite al suo castello, e Peach le aveva chiesto se fosse sicura di poter lasciare il regno senza principessa per tutto quel tempo, ma evidentemente “in quel posto noiosissimo non c’era niente da fare” e “è impossibile ascoltare  i consiglieri tutti i giorni senza addormentarsi”. Perciò Daisy si era piazzata al palazzo Toadstool per un tempo indeterminato. In fondo a Peach faceva piacere stare con la sua fidanzata, e poteva addurre come scusa del lungo soggiorno dell’altra la necessità di svagarsi con la sua amica tra un rapimento e l’altro.
Peach si sedette accanto a Daisy e aprì il suo grazioso parasole rosa. Daisy, cogliendo la palla al balzo, si avvinghiò alla sua ragazza come una piovra.
«Approfitti di tutte le occasioni per abbracciarmi?» chiese Peach ridacchiando benevola. Non poteva non sciogliersi ogni volta che quel maschiaccio della sua fidanzata si lasciava andare.
«Ma che, è che c’è il sole e questo ombrellino è minuscolo, devo adattarmi». In effetti raramente Daisy le diceva cose sdolcinate.
«Vuoi dire che non ti piace abbracciarmi, amore? Potrei offendermi» disse Peach scherzando.
«Certo che mi piace abbracciarti, ma adesso è solo per il sole». Rispose l’altra convinta.
Sì, certo, pensò Peach.
Daisy si guardò intorno. «Questi papaveri, forse, sono gli unici fiori di questo “giardino” che non sembrano gridare “aiuto”. Sono abbastanza in salute. Forse chi li annaffia ha un minimo di coscienza».
Peach ci pensò su. In effetti quelli erano i fiori che suo padre aveva fatto piantare per il compleanno della figlia e aveva ordinato al capo giardiniere di curarli più del resto della vegetazione. Il papavero era il fiore preferito di Peach. Ne mise al corrente la ragazza che le stava stritolando le costole e gli occhi di quest’ultima si illuminarono.
«Davvero?! Allora so cosa regalarti per il cinque…» disse Daisy ispirata.
«Il cinque?» chiese Peach un po’ confusa. Quel numero le ricordava qualcosa…
«Amore, il cinque saranno sei mesi che stiamo insieme! Poi sono io quella che non si ricorda le cose!» si spazientì Daisy.
Ma sì, il nostro anniversario! Come ho fatto a dimenticarlo? Dev’essere la sua presenza, ruba tutta la mia attenzione, pensò Peach. Decise di scusarsi: «Scusa tesoro, mi è completamente sfuggito…».
Daisy non sapeva resistere davanti all’espressione dispiaciuta di quell’incantevole principessa e il suo visetto rotondo si addolcì.
«Per farti perdonare promettimi che cercherai dei giardinieri degni di questo nome. Forse te ne manderò qualcuno dei miei».
Peach sorrise sollevata. «Va bene, prometto che mi prenderò cura dei miei giardini con più attenzione. Ma non parlare male dei toad, sono gentili, simpatici, intelligenti e vigili» disse convinta.
Daisy scoppiò a ridere. «Quei cosi sarebbero vigili? Sono così vigili che quando di notte vengo nella tua stanza nessuno si accorge di niente. Potrei essere un ladro o un assassino che si intrufola nella camera della loro amata principessa e i guardiani non mi fermerebbero. Dormono. E russano anche. Considerati fortunata, perché durante le mie visite notturne fai un tale casino che solo i tuoi sveglissimi toad sono capaci di non sentire niente».   
 
Mastro Toad stava passando in giardino, in quel momento. Era senza pensieri quel giorno, era davvero una splendida mattinata. Vide in lontananza le due principesse. L’amicizia è una cosa meravigliosa, pensò. Osservò meglio le due ragazze, e si stupì quando si accorse che la sua principessa Peach era diventata più rossa dei papaveri che la circondavano.
 
  
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