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Autore: _Takkun_    09/08/2013    6 recensioni
Tutti conosciamo la fine della guerra di Marineford e ciò che ha portato ma, se le cose fossero andate diversamente? Cosa sarebbe successo?
Dal 1° capitolo:
“Ehi! Aspetta!” Cercò di dire Ace. “Rufy!”
Rimasero tutti con il fiato sospeso, sia pirati che marines, nessuno avrebbe potuto immaginare che la situazione si potesse sviluppare così, nemmeno Akainu… Un corpo totalmente ricoperto di fiamme si intromise tra il pugno dell’ammiraglio e Cappello di Paglia, lasciando quest’ultimo non poco sorpreso.
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L'AUTRICE STA PROVVEDENDO A MIGLIORARE LA STORIA, NEI CAPITOLI, DUNQUE, POTRESTE TROVARE PARTI NUOVE.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akainu, Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Fine dei giochi, ammiraglio.
 
 
 Barbabianca aveva dato il suo ultimo ordine. Ora che Ace era salvo, poteva andarsene senza il rimpianto di aver visto morire uno dei suoi figli. L’uomo più forte del mondo aveva vissuto la sua epoca, era arrivato il momento di mettere la parola fine al lungo viaggio vissuto e lasciare il posto alla nuova generazione. Molti si erano opposti alla decisione di quest’ultimo, ma alla fine tutti avevano accettato il suo volere. Anche Ace aveva deciso di non opporsi, non avrebbe voluto rendere le cose più difficili al suo Capitano di quanto già non fossero. Ora la sua unica priorità era scappare per riuscire a portare Rufy in salvo, per non rendere vani tutti gli sforzi compiuti per salvarlo. Ormai ce l’avevano quasi fatta, le navi erano lì, pronte a salpare e a portarli in salvo lontano da quel posto che, molto presto,  sarebbe scomparso. La libertà era vicina, mancava davvero poco…
“Liberano Ace e si ritirano immediatamente, che branco di codardi questi pirati di Barbabianca! Ma un Capitano è un Capitano e su questo c’è poco da fare. Dopotutto, Barbabianca non è che un perdente della generazione passata!”  Era bastata solo questa piccola provocazione per interrompere la corsa di Pugno di fuoco. Akainu era ben a conoscenza della devozione di quei pirati nei confronti del loro Capitano e di quanto fosse testardo ed impulsivo il comandante della seconda flotta, di sicuro il suo piano sarebbe andato a buon fine.
“Perdente… ? Ritira subito… quello che hai detto!” Non poteva permettere ad un verme di poter parlare così di suo padre, della persona che non si era fatta problemi quando venne a sapere di chi era figlio, di colui che in quel preciso istante stava rischiando la propria vita per poter dare un futuro ai propri figli… non poteva parlare così dell’uomo che lo aveva salvato!
“Ace! Lascia perdere! Non ti fermare!”
“Sta infangando il nome di nostro padre!” Ringhiò Ace verso i suoi compagni. Possibile che a loro non facesse né caldo né freddo?!
“Lo sta facendo per provocarti!”
Cercarono di urlare invano i suoi compagni. Ormai nessuno sarebbe riuscito a fargli cambiare idea e Rufy lo sapeva bene. Tra lui ed Ace, in fatto di testardaggine, la gara era aperta.
“Rufy-kun non fare più di quanto tu possa. Sei praticamente al limite.” Lo avvertì Jinbe, il Cavaliere del Mare.
Aveva ragione, il suo corpo si reggeva a malapena in piedi. Ma, se solo avesse avuto un po’ più di forze, lo avrebbe portato via con la forza quello stupido di suo fratello! In cuor suo, però, non aveva paura per lui. Sapeva che non lo avrebbe abbandonato, glielo aveva promesso.
“Roger, il tuo vero padre, ha impedito a Barbabianca di diventare Re. È stato lui a renderlo un eterno perdente. O forse, sbaglio? Si porta dietro una banda di delinquenti di terza categoria che lo chiamano padre… ma altro che famiglia. È solo una farsa per permettergli di spadroneggiare in giro tra un mare e l’altro.” Continuò imperterrito l’ammiraglio.
“Smettila!”
“Dopo anni e anni a fare il bello e il cattivo tempo in mare non è diventato Re. Non ha ottenuto niente! E come se non bastasse è riuscito a farsi pugnalare da uno di quegli stupidi che chiama figli, che si è fatto abbindolare! E il vecchio folle sta morendo per proteggerli! Dimmi tu se questa non è una vita senza senso…”
“Piantala!” Ace, praticamente fuori di sé, cominciò a infuocare il pugno, pronto ad attaccare.
“Non ci cascare, Ace! Vattene!” Urlò Izou stringendo i denti. Quanto poteva essere idiota quel ragazzo?!
“Nostro padre ci ha dato un posto a questo mondo! Che cavolo ne sai tu di quanto grande sia quest’uomo?!”
“Se una vita non viene vissuta nella retta via, allora non vale la pena di viverla! I pirati come voi non meritano un posto dove vivere! Barbabianca morirà da perdente! E in fondo, è la fine che si merita il capo di un’accozzaglia di rifiuti!”
“Nostro padre è un grande pirata che ha costruito questa intera Era! Il nome di quest’epoca… è Barbabianca!” Esclamò il corvino, scagliandosi contro Sakazuki senza alcun tipo di esitazione con il suo Pugno di fuoco, finendo però con l’essere ustionato dall’attacco di lava dell’ammiraglio.
Rufy perse più di un battito nel vedere il corpo del maggiore volare per diversi metri. “Ace!” Urlò, cercando di avvicinarsi il più possibile al fratello, finendo solo col cadere a terra, esausto, perse ormai anche le ultime forze per potersi reggere in piedi.
“Rufy-kun non puoi fare nulla, il tuo corpo ha raggiunto il livello massimo di sopportazione, ormai.” Gli intimò ancora il Cavaliere del Mare, preoccupato per entrambi i fratelli.
“Questo lo so, Jinbe!” Si voltò verso l’uomo-pesce, guardandolo male. La sua predica era l’ultima cosa della quale curarsi in quel momento. “Uh?” In quell’istante, qualcosa di molto importante lo portò ad una breve deconcentrazione dallo scontro. “La vivre card di Ace…” Il respiro si stava facendo sempre più pesante e faticoso, ma non poteva permettersi di perdere quel pezzo di carta. “… devo prenderla.”
“Il Re dei Pirati, Gol D. Roger,  e Dragon il Rivoluzionario! Non c’è che dire, è un bel tiro del destino che i loro figli siano cresciuti come fratelli. Il sangue che scorre nelle vostre vene fa di voi dei criminali patentati in partenza! Non mi importa se qualcun altro riesce a fuggire,  ma voi, dannati fratelli, non farete un passo fuori da quest’isola! Goditi lo spettacolo, Pugno di fuoco…” L’ammiraglio ghignò, godendosi l’espressione del pirata che, probabilmente, aveva realizzato le sue intenzioni.
“Ehi! Aspetta!”
Doveva sbrigarsi, doveva fare qualcosa, non poteva permettere che succedesse qualcosa a…
 “Rufy!”
Nessuno osò prendere fiato durante quell’azione. L’ammiraglio sferrò il suo pugno magmatico verso il minore dei due fratelli, stupendosi quanto gli altri nel vedere che il suo intento non era andato a buon fine. Un corpo totalmente ricoperto di fiamme si intromise tra il pugno di Sakazuki e Cappello di Paglia, lasciando a bocca aperta quest’ultimo.
“Mi dispiace, ammiraglio, ma qui si conclude il gioco.” Quell’espressione costantemente apatica, quel tono arrogante, quelle fiamme blu…
“Marco.” Pugno di fuoco pronunciò il nome del compagno in un flebile sussurro, felice di poter tirare un sospiro di sollievo per il fratellino. 
Ecco l'ennesimo debito che si ritrovava ad avere nei confronti di quell'ananas apatico.
 


To be continued...
 
 


Angolo autrice:
 
Salve a tutti!
Innanzitutto, ringrazio tutte quelle persone di buon cuore che si sono prese la briga di leggere la mia storia!
Sono riuscita ad entusiasmarvi (parolone ^^”) almeno un po’? Vi ho incuriositi? Fatemelo sapere tramite una recensione! Vorrei sapere la vostra opinione! Il prossimo capitolo arriverà a breve! ;)
Grazie ancora e alla prossima!
Fire 
  
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