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Autore: SimoESunny    09/08/2013    1 recensioni
"Lei incontrò lui e se ne innamorò. Lui, anche se un po' sbronzo si innamorò di lei a sua volta. Lei lo incontrò per la seconda volta, dopo tanto tempo. La loro storia andava avanti ed era bellissima, fin quando.."
Lizzie, quasi 18enne, londinese. Un'avventura senza limiti.
Genere: Avventura, Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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CHAPTER 4
Ero ancora seduta lì. Su quella panchina. Pensavo a quanto mi poteva piacere l’idea di vederlo in giro, vederlo camminare sulle strade di Londra, magari con amici, o meglio, da solo. E se era fidanzato? Non potevo pensarci.
Tuttavia, scossi un po’ la testa per cercare di dimenticarlo anche solo per quell’istante e mi alzai dalla panchina, sorseggiando ancora il mio Starbucks.
La città era isolata, eppure erano le sei e mezza, ora in cui tutti i ragazzi e ragazzini escono. O forse, era solo la mia zona che era isolata.
Ecco, in quel momento volevo tanto avere la patente per spostarmi di più e anche più lontano, invece avevo solo i miei stupidi piedi con me.
Comunque, mi incamminai per casa e dopo circa una ventina di minuti arrivai.
Appena arrivata a casa chiusi la porta alle mie spalle, mi tolsi le scarpe, mi misi vestiti più comodi e mi struccai.
Indovinate cosa feci? Mi stesi sul letto. Come al solito. Che bella vita che facevo il pomeriggio, sempre stesa su quel letto, o a pensare o a dormire. Sembravo una depressa, cosa che non ero per nulla.
Anzi, forse lo stavo diventando, perché ero un po’ delusa di me stessa. Io riuscivo ad avere sempre tutto quello che volevo, ma con quel dannato ragazzo riccioluto non ci riuscivo. Non riuscivo a trovarlo più. Iniziai a pensare che quello che era successo quella mattina era un sogno. Ma poi mi ricordai che quelle caramelle le avevo mangiate davvero e che quei soldi li avevo dati davvero, quindi mi ricredetti. Non era stato un sogno, però era come se un angelo era voluto entrare in me, nella mia vita, in cambio di uno stupido pacchetto di caramelle rosa.
Perché sì, sembrava un angelo, così oscurato dalla luce del sole, tanto che riuscivo solo a vedere le sua sagoma.
Lo dovevo dimenticare. Dovevo riuscirci, come riesco sempre.
Tuttavia, mentre pensavo, pensavo e ripensavo, sentii un rumore.
Mi ricordai che ora fosse, erano le sette meno cinque e i miei dovevano essere già a casa, quindi ipotizzai che fossero loro.
Incuriosita mi alzai lentamente e silenziosamente –senza ciabatte- dal letto e camminai a passi silenziosissimi e brevissimi.
Accorgendomi che il rumore non era al piano di sotto, salii le scale fino ad arrivare al piano di sopra, avendo anche un po’ paura su chi poteva essere, perché di solito i miei genitori appena sentivano un rumore di porta proveniente di sotto, correvano subito.
Comunque, una volta salita a passi silenziosissimi, mi affacciai alla camera da letto e vidi mia madre che spolverava sul davanzale della finestra e mio padre che dormiva sul letto matrimoniale. Era tutto silenzioso, tranne per mia madre che spolverava e che faceva servizi.
Subito feci un sospiro di sollievo, capendo che erano i miei genitori.
Entrai in camera da letto e dissi:
“Ciao ragazzi! Sono vostra figlia e sono tornata”
Dissi la frase in modo ironico e feci una risatina. Mia madre rispose:
“Lizzie! Ciaoo! Dai, scendiamo al piano di sotto che tuo padre sta dormendo e poi lo svegliamo”
Scendemmo subito le scale e mia madre mi disse:
“Quindi amore, che hai fatto oggi? Anzi, che hai fatto in giro? Con chi sei uscita?”
Io risposi un po’ infastidita:
“Mamma! Poche domande eh –dissi in modo ironico, quasi ridendo- comunque sono stata sul letto a fantasticare e pensare e poi sono uscita un po’ per svagare la mente. Sai, si stava bene fuori, così avevo deciso di uscire”
In effetti dissi una cazzata. Si stava bene?! Si crepava di caldo! Mia madre temeva che le nascondevo qualcosa, e aveva ragione.
Tuttavia, mi disse in tono molto confuso:
“LIzzie ma stai bene?! Ma se si crepava di caldo fuori! Amore della mamma, vuoi un po’ di acqua fresca? Così ti riprendi un po’”
Rise, ma senza far ridere me, anche se mi veniva da ridere, ma mi trattenni.
Le dissi un po’ infastidita e ironica, perché faceva battute squallide :
“Mamma dai, non fai ridere! E poi non chiamarmi ‘amore della mamma’, è troppo sdolcinato –dissi con una faccia disgustata-“
Lei disse, sentendosi spiritosa (un po’ lo era, ma dovevo afre la parte della seria):
“Ups, allora scusami, biscottino mio!”
Mi prese e mi fece il solletico. Io lo soffrivo!
Iniziammo a ridere tutte  edue come delle pazze, e questo mi piaceva. Mi piaceva il rapporto che avevo con mia madre, che avevo coi miei genitori. Essendo figlia unica mancavo quando non c’ero e avevo tutte le loro coccole possibili per me. Anche se ormai, alla mia età, non le volevo più.
Mentre scherzavamo, giocavamo, ridevamo e ci picchiavamo delicatamente a vicenda per scherzare, squillò il mio cellulare.
Lasciai mia madre e andai in camera mia a rispondere. Era Morgan. Finalmente si rifaceva viva!
Comunque, dissi:
“Pronto?”
Lei rispose tutta felice:
“Lizzieeeeeee! Sono riuscita a prenotare il pullman alle 10:15! C’è voluto tantissimo tempo ma alla fine ci sono riuscita! Dimmi grazie! Ahah, devi vedere come sto adesso, prima di chiamare ero tutta asciutta, coi capelli sciolti, invece adesso sono tutta sudata e coi capelli legati e bagnati di sudore! C’è voluta tanta fatica per riuscirci”
Wow. Era veramente un fenomeno quella ragazza. E non scherzo. Riusciva sempre a fare tutto quello che voleva e soprattutto ad avere tutto quello che voleva.
Era il mio idolo da quel giorno, sul serio. Volevo tanto essere come lei.
Tuttavia, risposi tutta contenta e felice:
“Ma tu sei il mio idolo ragazzaaaaa! Ti amo! Meggy sei speciale, grazie davvero! Quindi domani si partee yeah! Non vedo l’ora! Ti va di venire da me così vedo come sei conciata? Ahah!”
Morgan era una ragazza ingamba. Una delle migliori nel gruppo, anche se lo eravamo tutte.
Comunque, lei mi rispose:
“Ahah! Eh non lo so.. chiedo anche alle altre così vengono anche loro, facciamo un bel pigiama party e poi domani partiamo già tutte insieme e puntualissime! Ti va?”
Oddio amavo sul serio quella ragazza. Aveva certe idee che le uscivano all’improvviso dalla testa! Migliorava ogni giorno il nostro mondo. Giuro, se ero un ragazzo la sposavo all’istante.
Le risposi subito:
“Certo! Mi va benissimo! Aspetta che chiedo a mia madre se potete dormire qui”
Corsi subito da mia madre e le chiesi tutta felice, esuberata e saltando se potevano venire e lei rispose di sì. Amavo anche mia madre! Poi, ripresi il cellulare e dissi:
“Meggy ci sei ancora?”
Lei rispose:
“Sìsì ci sono! Che ha detto?”
Io le dissi felicissima:
“Ha detto di sì! Ma io vi amo! Sia a te che a mia madre! Ahah! A che ora venite però? Sonogià le sette e mezza!”
Morgan mi rispose, risolvendo tutti i problemi come al solito:
“Alle otto da te! Baci, avviso le altre!”
Chiuse il telefono senza darmi neanche un secondo per risponderle.
La mattina dopo doveva essere un giorno bello e speciale.
Perché quando ci siamo noi sei insieme, tutto il mondo diventa colorato.
  
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