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Autore: Natsuki Uzumaki    18/02/2008    1 recensioni
La storia mi è venuta in mente, leggendo un manga che parlava proprio della Witch Blade solo, che l'ho rimodernato con i pg di Devil May Cry!^^ Praticamente, tratta di tre ragazze che scoprono di non essere totalmente umane e, i tre albini, le aiuteranno ad accettare ciò che sono e tanto altro che non sto a dirvi e che scoprirete leggendo!^^
Genere: Triste, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Vergil
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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La Ruota del Destino, Inizia a Girare

E’ un po’ un casino questo capitolo, mi devo raccapezzare pure io su quello che ho scritto! Roba da matti!°° XD
Ma bando alle ciance vi lascio alla lettura del capitolo!^^



Capitolo 1°: La Ruota del Destino, Inizia a Girare

Da quel fatidico giorno, sono passati esattamente sei secoli e novantadue anni; i tre albini, in tutto quel tempo, avevano girato il mondo, acquisendo conoscenze che non molti esseri umani potevano vantare di possedere, nella vana speranza di incontrare coloro che sarebbero state le nuove portatrici dei bracciali, ma nulla accadde e, i braccialetti, restarono nelle loro mani sino a quando, nel 1858, non li perso, unici ricordi delle loro donne, ritrovandone finalmente le tracce nell’era moderna, cioè, nell’anno odierno, il 2008.

14 Maggio 2008, “Castel del Monte” in Puglia, vicino Bari. Tre pulman si stavano fermando davanti al monumento storico; da esso, si riversarono nello spiazzo un esiguo numero di ragazzi e ragazze, tra i 17 e 18 anni che chiacchieravano fastidiosamente.
I tre mezzi, arrivavano da tre scuole differenti che, si trovavano rispettivamente una in Lombardia, vicino Milano e le altre due a Ferrara.
Dal primo pulman, ne scese una ragazza dai lisci e mori capelli, lunghi fino alla vita ed espressione scazzata dipinta in viso e negli occhi bicolore, destro zaffiro, sinistro smeraldo; si guardò attorno infastidita da tutto quel casino, portandosi una sigaretta alle labbra. Era da troppe ore che non fumava.
Dal secondo, scese una ragazza dai corti e lisci capelli castano scuro, che le carezzavano con delicatezza il collo; espressione sua stanca e pacata, mentre si guardava attorno con gli espressivi occhi da cerbiatta color dello smeraldo, come se fosse alla ricerca di un punto di riferimento per scacciare il suo spaesamento.
E, dal terzo, scese un’altra ragazza dai capelli castano chiari, con qualche riflesso biondo, lisci, lunghi sino ad oltre le scapole, sulle punte mossi; espressione d’ella neutra; occhi che non esprimevano nulla se non calma e pacatezza. Nelle orecchi gli auricolari, una modalità per estraniarla dal mondo e non farle percepire il casino che quel marasma di persone stava provocando. Occhi suoi color degli zaffiri più puri e oscuri, che si guardano attorno indifferenti.
Prendono a muoversi con esasperante lentezza verso la biglietteria e, sbuffando una boccata di fumo, la mora va a prender dentro con una spalla un’altra ragazza della sua età.<< Scusami, non ti avevo visto. >>.<< Tranquilla Mely, non mi hai mica ammazzata. >>. Ironica è la voce che risponde alla mora, chiamandola familiarmente con il suo nome, facendola voltare di scatto ad osserva due occhi di zaffiro che la guardavano ridenti; prima vera emozioni che li illuminava.<< Ste?! >>.<< Beh, direi di si, mica sono mia nonna. >.<< Waaaahhhhhhh!!!!!!!!!!! Ste, che bello!!! >>. Buttò le braccia al collo della castana, che dovette indietreggiare, andando a sbattere contro ad un’altra persona.<< Oddio, scusami, ti sei fatta mal………… MILY??!! >>. La ragazza che era caduta a terra, alzò i suoi occhi di smeraldo sulle due, che la guardarono stralunate, ma poi, un sorriso a tremila denti, si aprì su quei volti, mentre aiutavano ad alzarsi l’amica, abbracciandola successivamente.<< Ma ciaooooooooooo!!!!!! >>. Fu detto in coro e, molti, delle diverse scuole e classi, si voltarono ad osservare la scena straniti.<< Non sapevo che sareste venute qui in gita. >>. Dolce e lieve è il dire di Milena, rivolgendosi alle amiche, che le sorrisero.<< Se è per quello, neanche noi lo sapevamo. Ci siamo solamente dette che dovevamo andare in gita e non i luoghi. >>. Scoppiarono a ridere, seguendo il flusso di studenti chiacchierando e scherzando amabilmente, raccontandosi un po’ come avevano passato quelle snervanti ore di viaggio e, anche di cose un pelino più divertenti e interessanti per loro.
Nel giro di una mezz’ora riuscirono ad entrare nell’antico castello, osservando tranquillamente quelle mura che ne circondavano i curati cortili; classi loro ora ferme nel giardino, in attesa che le guide arrivassero per condurre le diverse classi in giro per le sale del castello adibite alla mostra e per il castello stesso.
Aspettarono si e no una decina di minuti, quando arrivò la loro guida; già, la loro! A portare in giro quel marasma di animali, quali erano i ragazzi, ci avrebbe pensato solo un povero cristo di ragazzo; le tre, non lo invidiarono proprio.
Il ragazzo in questione, si chiamava Alessandro e doveva avere si e no una ventina d’anni, l’aspetto ordinato e un viso sempre rilassato e tranquillo, incorniciato da ricci capelli castani, vestito con dei normalissimi jeans e una canotta blu; espose concisamente e chiaramente il programma della mattinata per poi avviarsi all’interno del castello.
Era già passata un’ora da quando avevano iniziato la visita, ma nessuno fiatava o si distraeva; la parlantina di Alessandro era piacevole e non noiosa, per cui, era un piacere ascoltarlo; per ogni oggetto, quadro, bassorilievo e qualsiasi altra cosa, aveva una storia da raccontare e questo, affascinava molto i ragazzi, che pendevano quasi dalle sue labbra. Fatto strano siccome si pensava che tutto quel marasma di animali non avesse neuroni e si muovesse solo con l’istinto! Eeeeeeehhhh, i miracoli della vita, non c’è che dire.
Erano quasi arrivati alla fine della visita nel palazzo, mancavano solo le ultime tre sale e, nell’ultima quando vi passarono davanti per andare a visitare una delle poche sale rimaste, le tre ragazze, videro tre uomini molto alti, vestiti uno con un cappotto nero, un altro con uno rosso e l’ultimo di colore azzurro; tutti e tre con dei cappelli, occhiali da sole sugli occhi e colletti alti; le tre si guardarono con un sopracciglio inarcato, etichettando i tre come mafiosi. Non avendo tempo di restare lì ad esaminarli un po’ di più, scapparono velocemente nella sala dove si trovavano le loro classi, fermandosi esattamente dietro i loro professori, che si voltarono in quel momento per vedere se erano ancora lì e, con un sorriso smagliante, le ragazze annuirono tutte tranquille, tirando un mentale sospiro di sollievo allo scampato pericolo.
Passò un’altra ora, nella quale Alessandro si divertì a rispondere alle curiosità degli animali che, stranamente, avevano attivato i loro neuroni, creando un miracoloso e ordinato chiacchiericcio fino all’ultima sala; era una sala piccola, ma abbastanza ampia da contenere tutti gli studenti, sulla parete opposta all’entrata, vi stavano due grandi finestre, munite di tendaggi di damasco color blu zaffiro, il pavimento e le colonne erano di pregiato marmo nero con venature bianche e grige e, le pareti, erano di un tenue color avorio, abbellite da intonachi e ritratti di donne e uomini importanti del castello; per la sala, vi erano disseminate delle piccole o medie teche di vetro ove vi erano riposti con cura i più svariati e piccoli oggetti. Dei tre uomini che le ragazze avevano visto prima, non vi era alcuna traccia, ma non importava poi più di tanto la cosa; di certo, non li avrebbero più visti.
La guida prese a raccontare vita, morte e miracoli di ogni oggetto, ma Melissa, Milena e Stefania, non ci prestarono particolare attenzione, sino a quando, Alessandro, non esordì con voce tutta contenta, nel parlare del pezzo forte della mostra.<< E, adesso, vi voglio presentare i pezzi forti della mostra. Praticamente, sono tre braccialetti risalenti al 1415 se non anche di più! Ma la cosa che lascia davvero perplessi gli studiosi e gli storici, sono i alcuni materiali utilizzati per crearli che, a quel tempo, non erano ancora stati mai scoperti. >>. Le ragazze restarono in silenzio, strana ansia le aveva attanagliate con forza le viscere, facendo corrugar loro le fronti, ma non vi dettero alcun peso, continuando ad ascoltare Alessandro con interesse, senza sapere che, nell’angolo opposto al loro, non visti, vi stavano i tre uomini che prima avevano veduto, nascosti nell’ombra, ad osservare e ad ascoltare con attenzione il dire della giovane guida, scrutando la scolaresca, non riuscendo però a vedere le tre, che erano in fondo alla sala, nascoste in un angolo abbastanza buio.<< Il primo bracciale è completamente fatto di platino; cosa alquanto insolita e impossibile, ma è così! Al tempo, il platino non era ancora stato scoperto e, non si è ancora capito, come sia possibile una cosa di questo tipo. >>. Lieve brivido scosse Milena, che non riusciva a capire il perché di tutte quelle sensazioni contrastanti e dell’ansia che l’aveva investita così, tutta d’un tratto, facendola innervosire tanto, che, non si accorse neanche di torcersi con insistenza le mani, spostando da una parte all’altra della sala il suo sguardo in questo.<< Il secondo, è fatto di oro nero; anche qui, non si sa come sia possibile che abbiano creato questo materiale, poiché la nascita dell’oro nero è abbastanza recente. >>. Brivido percosse ora il corpo di melissa, che si strinse nelle spalle, socchiudendo gli occhi scocciata ed estremamente irritata per via della stana sensazione che stava provando in quel momento, le dava fastidio.<< Il terzo, è fatto di comunissimo argento, materiale molto utilizzato all’epoca, ma la cosa che lascia perplessi, è la perfetta conservazione del metallo, che non mostra alcun segno dei secoli che si è lasciato alle spalle. >>. Brivido scosse ora Stefania che, però, rimase impassibile e immobile nella sua postura, lasciando che le sue sensazioni si equilibrassero da sole anche, se, la cosa era abbastanza difficoltosa e complessa, poiché sembrava che stessero scappando al suo controllo.<< Questi tre braccialetti, sono circondati dal mistero. Nessuno sa chi li abbia creati e, come, abbiano fatto a conservarsi in così ottimo stato per tutti questi secoli, ma sono dei pezzi di valore inestimabile, che molti vorrebbero avere nella loro collezione, ma che mai avranno. >>. Rise Alessandro, coinvolgendo anche la classe, tranne le tre, che si guardavano con apprensione e una strana gioia e consapevolezza.<< Bene, ragazzi, la visita è finita; se volete vedere i bracciali, avvicinatevi alla teca a gruppetti di tre o quattro per volta e poi uscite. >>. Tranquilla è la voce di Alessandro nell’esporre ciò che i ragazzi devono fare e, la lenta processione, ha inizio.
Erano in molto, per cui, ci volle quasi mezz’ora prima che le tre ragazze potessero avvicinarsi alla teca, ma, alla fine, ce la fecero; passi lenti i loro, ansia ed eccitazione che si mischiavano, creando un rimescolamento contrastante di sentimenti dentro il loro esse, cuore loro in tumulto e, ad ogni passo, voce, voce contorta che le chiamava, diventando sempre più forte e insistente, che le fece cadere in uno stato di trans, ma nessuno se ne accorse, nessuno, tranne i tre giovani uomini sospetti che le ragazze avevano visto in principio che, nel vederle, erano sbiancati, restando senza ne parole ne fiato; troppo sconvolti, solo per dire o pensare qualche cosa, potendo solo restare fermi ad osservare che gli eventi, compissero il loro corso.
Si fermarono davanti alla teca le tre, ad osservare i bracciali; tutti e tre, avevano una struttura rigida solo le forme e i gioielli in essi incastonati differivano; la forma comune, era composta da un unico filamento, saldato ad una placca del medesimo materiale, percorrendone il contorno ovale, saldata nuovamente alla fine di essa, mentre, la restate parte, si univa al resto. Nel centro della piattaforma, vi stavano incastonati, per il primo un diamante di medie dimensioni, per il secondo un diamante nero e, per il terzo, una perla grigia e, ai lati dei gioielli, erano state intarsiate delle ali che, per il primo erano bianca e dalla forma angelica, per il secondo nere dalla forma demoniaca e, per il terzo, una era angelica e l’altra demoniaca.
Bracciali strani e unici nel loro genere il cui fato, ormai, era legato indissolubilmente a quello delle tre ragazze che ora stazionavano innanzi alla teca, senza muovere un muscolo, persi i loro sguardi, nell’osservare quei bracciali che le chiamavano con soave voce; una reazione, quasi impercettibile, lieve bagliore sprigionano le gemme e, la terra, prese a tremare con violenza, facendo cadere le tre ragazze a terra, che come risvegliate, si guardarono attorno confuse e spaesate, stringendosi per mano; sisma che pian piano s’acquieta e tutto torna alla normalità o, quasi.<< Ragazze, state bene? >>. Preoccupata è la voce di Alessandro, nel rivolgersi alle tre che, pallide, annuiscono incerte, venendo aiutate dalla guida al alzarsi.<< Ma…. ma che è successo?! >>. Timida e bassa è la voce di Milena nell’esporre la domanda.<< C’è stata una scossa di terremoto, nulla di grave! Ma voi vi siete fatte male? >>.<< No, stiamo bene, almeno credo……… siamo solo cadute a terra per via della perdita d’equilibrio. >>. Risposta calma e pacata quella di Stefania alla domanda di Alessandro, mente Melissa annuiva solamente, ancora un po’ stordita.<< Beh, l’importate è che voi non vi siate fatte male! >>. Presero un respiro profondo, guardando accigliate i braccialetti.<< E’ meglio che andiamo, i nostri professori saranno di sicuro preoccupati. Grazie ancora dell’aiuto. >>. Salutarono la guida, correndo fuori dalla sala, ove si trovavano i loro professori che, appena le videro arrivare illese, tirarono un sospiro di sollievo; raggrupparono le classi e, uscendo, si diressero ai rispettivi mezzi dirigendosi in albergo, sotto lo sguardo di tre paia di occhi color ghiaccio.<< Avete visto? >>. Voce possente e profonda spezza il silenzio che si era venuto a creare.<< Si, i bracciali hanno fatto reazione e………… erano loro, non vi era alcun dubbio! Avete visto che somiglianza impressionante?! >>. Voce calma spezza ora l’aria, ma una nota di gioia si percepisce in essa.<< Possiamo dire, che la nostra ricerca è conclusa. Le abbiamo trovate. >>. Voce gelida e piatta ora si innalza nell’aria, mentre i proprietari delle altre due, annuivano, scomparendo nel nulla.



Spero che questo capitolo, anche se un po’ confusionario, vi sia piaciuto!^^
Più avanti lo rimetterò a posto come si deve, non temete!^^
Lasciate qualche commento, plaeseeee!T^T

  
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