E’ un po’ un casino questo capitolo, mi devo raccapezzare
pure io su quello che ho scritto! Roba da matti!°° XD
Ma bando alle
ciance vi lascio alla lettura del
capitolo!^^
Capitolo 1°: La Ruota del
Destino, Inizia a Girare
Da quel fatidico giorno, sono passati esattamente sei
secoli e novantadue anni; i tre albini, in tutto quel tempo, avevano girato il
mondo, acquisendo conoscenze che non molti esseri umani potevano vantare di
possedere, nella vana speranza di incontrare coloro che sarebbero state le
nuove portatrici dei bracciali, ma nulla accadde e, i braccialetti, restarono
nelle loro mani sino a quando, nel 1858, non li perso, unici ricordi delle loro
donne, ritrovandone finalmente le tracce nell’era moderna, cioè, nell’anno
odierno, il 2008.
14 Maggio 2008, “Castel del Monte” in
Puglia, vicino Bari. Tre pulman si stavano fermando davanti al monumento
storico; da esso, si riversarono nello spiazzo un esiguo numero di ragazzi e
ragazze, tra i 17 e 18 anni che chiacchieravano fastidiosamente.
I tre
mezzi, arrivavano da tre scuole differenti che, si trovavano rispettivamente
una in Lombardia, vicino Milano e le altre due a Ferrara.
Dal primo
pulman, ne scese una ragazza dai lisci e mori capelli, lunghi fino alla vita ed
espressione scazzata dipinta in viso e negli occhi bicolore, destro zaffiro,
sinistro smeraldo; si guardò attorno infastidita da tutto quel casino,
portandosi una sigaretta alle labbra. Era da troppe ore che non
fumava.
Dal secondo, scese una ragazza dai corti e lisci capelli
castano scuro, che le carezzavano con delicatezza il collo; espressione sua
stanca e pacata, mentre si guardava attorno con gli espressivi occhi da
cerbiatta color dello smeraldo, come se fosse alla ricerca di un punto di riferimento
per scacciare il suo spaesamento.
E, dal terzo, scese un’altra ragazza
dai capelli castano chiari, con qualche riflesso biondo, lisci, lunghi sino ad
oltre le scapole, sulle punte mossi; espressione d’ella neutra; occhi che non
esprimevano nulla se non calma e pacatezza. Nelle orecchi gli auricolari, una
modalità per estraniarla dal mondo e non farle percepire il casino che quel
marasma di persone stava provocando. Occhi suoi color degli zaffiri più puri e
oscuri, che si guardano attorno indifferenti.
Prendono a muoversi con
esasperante lentezza verso la biglietteria e, sbuffando una boccata di fumo, la
mora va a prender dentro con una spalla un’altra ragazza della sua età.<<
Scusami, non ti avevo visto. >>.<< Tranquilla Mely, non mi hai mica
ammazzata. >>. Ironica è la voce che risponde alla mora, chiamandola
familiarmente con il suo nome, facendola voltare di scatto ad osserva due occhi
di zaffiro che la guardavano ridenti; prima vera emozioni che li
illuminava.<< Ste?! >>.<< Beh, direi di si, mica sono mia
nonna. >.<< Waaaahhhhhhh!!!!!!!!!!! Ste, che bello!!! >>. Buttò
le braccia al collo della castana, che dovette indietreggiare, andando a
sbattere contro ad un’altra persona.<< Oddio, scusami, ti sei fatta
mal………… MILY??!! >>. La ragazza che era caduta a terra, alzò i suoi occhi
di smeraldo sulle due, che la guardarono stralunate, ma poi, un sorriso a
tremila denti, si aprì su quei volti, mentre aiutavano ad alzarsi l’amica,
abbracciandola successivamente.<< Ma ciaooooooooooo!!!!!! >>. Fu detto
in coro e, molti, delle diverse scuole e classi, si voltarono ad osservare la
scena straniti.<< Non sapevo che sareste venute qui in gita. >>.
Dolce e lieve è il dire di Milena, rivolgendosi alle amiche, che le
sorrisero.<< Se è per quello, neanche noi lo sapevamo. Ci siamo solamente
dette che dovevamo andare in gita e non i luoghi. >>. Scoppiarono a
ridere, seguendo il flusso di studenti chiacchierando e scherzando amabilmente,
raccontandosi un po’ come avevano passato quelle snervanti ore di viaggio e,
anche di cose un pelino più divertenti e interessanti per loro.
Nel
giro di una mezz’ora riuscirono ad entrare nell’antico castello, osservando
tranquillamente quelle mura che ne circondavano i curati cortili; classi
loro ora ferme nel giardino, in attesa che le guide arrivassero per condurre le
diverse classi in giro per le sale del castello adibite alla mostra e per il
castello stesso.
Aspettarono si e no una decina di minuti, quando
arrivò la loro guida; già, la loro! A portare in giro quel marasma di animali,
quali erano i ragazzi, ci avrebbe pensato solo un povero cristo di ragazzo; le
tre, non lo invidiarono proprio.
Il ragazzo in questione, si chiamava
Alessandro e doveva avere si e no una ventina d’anni, l’aspetto ordinato e un viso
sempre rilassato e tranquillo, incorniciato da ricci capelli castani, vestito
con dei normalissimi jeans e una canotta blu; espose concisamente e chiaramente
il programma della mattinata per poi avviarsi all’interno del
castello.
Era già passata un’ora da quando avevano iniziato la visita,
ma nessuno fiatava o si distraeva; la parlantina di Alessandro era piacevole e
non noiosa, per cui, era un piacere ascoltarlo; per ogni oggetto, quadro,
bassorilievo e qualsiasi altra cosa, aveva una storia da raccontare e questo,
affascinava molto i ragazzi, che pendevano quasi dalle sue labbra. Fatto strano
siccome si pensava che tutto quel marasma di animali non avesse neuroni e si
muovesse solo con l’istinto! Eeeeeeehhhh, i miracoli della vita, non c’è che
dire.
Erano quasi arrivati alla fine della visita nel palazzo,
mancavano solo le ultime tre sale e, nell’ultima quando vi passarono davanti
per andare a visitare una delle poche sale rimaste, le tre ragazze, videro tre
uomini molto alti, vestiti uno con un cappotto nero, un altro con uno rosso e
l’ultimo di colore azzurro; tutti e tre con dei cappelli, occhiali da sole
sugli occhi e colletti alti; le tre si guardarono con un sopracciglio inarcato,
etichettando i tre come mafiosi. Non avendo tempo di restare lì ad esaminarli
un po’ di più, scapparono velocemente nella sala dove si trovavano le loro
classi, fermandosi esattamente dietro i loro professori, che si voltarono in
quel momento per vedere se erano ancora lì e, con un sorriso smagliante, le
ragazze annuirono tutte tranquille, tirando un mentale sospiro di sollievo allo
scampato pericolo.
Passò un’altra ora, nella quale Alessandro si
divertì a rispondere alle curiosità degli animali che, stranamente, avevano
attivato i loro neuroni, creando un miracoloso e ordinato chiacchiericcio fino
all’ultima sala; era una sala piccola, ma abbastanza ampia da contenere tutti
gli studenti, sulla parete opposta all’entrata, vi stavano due grandi finestre,
munite di tendaggi di damasco color blu zaffiro, il pavimento e le colonne
erano di pregiato marmo nero con venature bianche e grige e, le pareti, erano
di un tenue color avorio, abbellite da intonachi e ritratti di donne e uomini
importanti del castello; per la sala, vi erano disseminate delle piccole o
medie teche di vetro ove vi erano riposti con cura i più svariati e piccoli
oggetti. Dei tre uomini che le ragazze avevano visto prima, non vi era alcuna
traccia, ma non importava poi più di tanto la cosa; di certo, non li avrebbero
più visti.
La guida prese a raccontare vita, morte e miracoli di ogni
oggetto, ma Melissa, Milena e Stefania, non ci prestarono particolare
attenzione, sino a quando, Alessandro, non esordì con voce tutta contenta, nel
parlare del pezzo forte della mostra.<< E, adesso, vi voglio presentare i
pezzi forti della mostra. Praticamente, sono tre braccialetti risalenti al 1415
se non anche di più! Ma la cosa che lascia davvero perplessi gli studiosi e gli
storici, sono i alcuni materiali utilizzati per crearli che, a quel tempo, non
erano ancora stati mai scoperti. >>. Le ragazze restarono in silenzio,
strana ansia le aveva attanagliate con forza le viscere, facendo corrugar loro
le fronti, ma non vi dettero alcun peso, continuando ad ascoltare Alessandro
con interesse, senza sapere che, nell’angolo opposto al loro, non visti, vi
stavano i tre uomini che prima avevano veduto, nascosti nell’ombra, ad
osservare e ad ascoltare con attenzione il dire della giovane guida, scrutando
la scolaresca, non riuscendo però a vedere le tre, che erano in fondo alla sala,
nascoste in un angolo abbastanza buio.<< Il primo bracciale è
completamente fatto di platino; cosa alquanto insolita e impossibile, ma è
così! Al tempo, il platino non era ancora stato scoperto e, non si è ancora
capito, come sia possibile una cosa di questo tipo. >>. Lieve brivido
scosse Milena, che non riusciva a capire il perché di tutte quelle sensazioni
contrastanti e dell’ansia che l’aveva investita così, tutta d’un tratto,
facendola innervosire tanto, che, non si accorse neanche di torcersi con insistenza
le mani, spostando da una parte all’altra della sala il suo sguardo in
questo.<< Il secondo, è fatto di oro nero; anche qui, non si sa come sia
possibile che abbiano creato questo materiale, poiché la nascita dell’oro nero
è abbastanza recente. >>. Brivido percosse ora il corpo di melissa, che
si strinse nelle spalle, socchiudendo gli occhi scocciata ed estremamente
irritata per via della stana sensazione che stava provando in quel momento, le
dava fastidio.<< Il terzo, è fatto di comunissimo argento, materiale
molto utilizzato all’epoca, ma la cosa che lascia perplessi, è la perfetta
conservazione del metallo, che non mostra alcun segno dei secoli che si è
lasciato alle spalle. >>. Brivido scosse ora Stefania che, però, rimase
impassibile e immobile nella sua postura, lasciando che le sue sensazioni si
equilibrassero da sole anche, se, la cosa era abbastanza difficoltosa e
complessa, poiché sembrava che stessero scappando al suo controllo.<<
Questi tre braccialetti, sono circondati dal mistero. Nessuno sa chi li abbia
creati e, come, abbiano fatto a conservarsi in così ottimo stato per tutti
questi secoli, ma sono dei pezzi di valore inestimabile, che molti vorrebbero
avere nella loro collezione, ma che mai avranno. >>. Rise Alessandro,
coinvolgendo anche la classe, tranne le tre, che si guardavano con apprensione
e una strana gioia e consapevolezza.<< Bene, ragazzi, la visita è finita;
se volete vedere i bracciali, avvicinatevi alla teca a gruppetti di tre o
quattro per volta e poi uscite. >>. Tranquilla è la voce di Alessandro
nell’esporre ciò che i ragazzi devono fare e, la lenta processione, ha
inizio.
Erano in molto, per cui, ci volle quasi mezz’ora prima che le
tre ragazze potessero avvicinarsi alla teca, ma, alla fine, ce la fecero; passi
lenti i loro, ansia ed eccitazione che si mischiavano, creando un
rimescolamento contrastante di sentimenti dentro il loro esse, cuore loro in
tumulto e, ad ogni passo, voce, voce contorta che le chiamava, diventando
sempre più forte e insistente, che le fece cadere in uno stato di trans, ma
nessuno se ne accorse, nessuno, tranne i tre giovani uomini sospetti che le
ragazze avevano visto in principio che, nel vederle, erano sbiancati, restando
senza ne parole ne fiato; troppo sconvolti, solo per dire o pensare qualche
cosa, potendo solo restare fermi ad osservare che gli eventi, compissero il
loro corso.
Si fermarono davanti alla teca le tre, ad osservare i
bracciali; tutti e tre, avevano una struttura rigida solo le forme e i gioielli
in essi incastonati differivano; la forma comune, era composta da un unico
filamento, saldato ad una placca del medesimo materiale, percorrendone il
contorno ovale, saldata nuovamente alla fine di essa, mentre, la restate parte,
si univa al resto. Nel centro della piattaforma, vi stavano incastonati, per il
primo un diamante di medie dimensioni, per il secondo un diamante nero e, per
il terzo, una perla grigia e, ai lati dei gioielli, erano state intarsiate
delle ali che, per il primo erano bianca e dalla forma angelica, per il secondo
nere dalla forma demoniaca e, per il terzo, una era angelica e l’altra
demoniaca.
Bracciali strani e unici nel loro genere il cui fato,
ormai, era legato indissolubilmente a quello delle tre ragazze che ora
stazionavano innanzi alla teca, senza muovere un muscolo, persi i loro sguardi,
nell’osservare quei bracciali che le chiamavano con soave voce; una reazione,
quasi impercettibile, lieve bagliore sprigionano le gemme e, la terra, prese a
tremare con violenza, facendo cadere le tre ragazze a terra, che come
risvegliate, si guardarono attorno confuse e spaesate, stringendosi per mano;
sisma che pian piano s’acquieta e tutto torna alla normalità o, quasi.<<
Ragazze, state bene? >>. Preoccupata è la voce di Alessandro, nel
rivolgersi alle tre che, pallide, annuiscono incerte, venendo aiutate dalla
guida al alzarsi.<< Ma…. ma che è successo?! >>. Timida e bassa è
la voce di Milena nell’esporre la domanda.<< C’è stata una scossa di
terremoto, nulla di grave! Ma voi vi siete fatte male? >>.<< No,
stiamo bene, almeno credo……… siamo solo cadute a terra per via della perdita
d’equilibrio. >>. Risposta calma e pacata quella di Stefania alla domanda
di Alessandro, mente Melissa annuiva solamente, ancora un po’ stordita.<<
Beh, l’importate è che voi non vi siate fatte male! >>. Presero un
respiro profondo, guardando accigliate i braccialetti.<< E’ meglio che
andiamo, i nostri professori saranno di sicuro preoccupati. Grazie ancora
dell’aiuto. >>. Salutarono la guida, correndo fuori dalla sala, ove si
trovavano i loro professori che, appena le videro arrivare illese, tirarono un
sospiro di sollievo; raggrupparono le classi e, uscendo, si diressero ai
rispettivi mezzi dirigendosi in albergo, sotto lo sguardo di tre paia di occhi
color ghiaccio.<< Avete visto? >>. Voce possente e profonda spezza
il silenzio che si era venuto a creare.<< Si, i bracciali hanno fatto
reazione e………… erano loro, non vi era alcun dubbio! Avete visto che somiglianza
impressionante?! >>. Voce calma spezza ora l’aria, ma una nota di gioia
si percepisce in essa.<< Possiamo dire, che la nostra ricerca è conclusa.
Le abbiamo trovate. >>. Voce gelida e piatta ora si innalza nell’aria,
mentre i proprietari delle altre due, annuivano, scomparendo nel nulla.
Spero
che questo capitolo, anche se un po’ confusionario, vi sia
piaciuto!^^
Più avanti lo rimetterò a posto come si deve, non
temete!^^
Lasciate qualche commento, plaeseeee!T^T