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Autore: _17M_    11/08/2013    2 recensioni
Ci scambiamo delle occhiate soddisfatte e impazienti di dare inizio al piano. Non riesco a trattenere una risata. Finalmente ci rilassiamo e appoggiamo le nostre schiene alle sedie.
In quel momento arriva una cameriera con i nostri ordini. Lauren prende il suo solito frullato di mango senza zucchero, io il mio solito caffè corretto e Josh il suo solito caffè nero. Alziamo i nostri bicchieri e facciamo un brindisi.
«Alla nostra amicizia.» dico sogghignando.
«Alla nostra intelligenza» Aggiunge Lauren.
«Alla nostra cattiveria.» conclude Josh.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fallito.

 

Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.

 

 

Sento le mie gambe cedere, la testa girare, non sono sicuro se ciò che ho davanti è vero o meno.

«COSA HAI FATTO ALLA MIA RAGAZZA?» urlo scagliandomi contro Daniel Smith che non reagisce quando lo prendo per il colletto della camicia e lo spingo con violenza contro al muro.

Sento le urla stridule di Lauren alle mie spalle, mentre osservo con tutta la rabbia che ho in corpo gli occhi neri e impassibili di Smith.

Tutta la situazione comincia a prendere ordine nella mia testa, l'immagine vivida dei loro corpi seminudi trova posto nella mia mente e non posso fare altro che allentare la presa alla ridicolezza della situazione.

Con uno strattone si libera dalla mia morsa e si allontana da me. Va verso il letto, raccoglie i pantaloni e i boxer e si dirige verso la porta. Pochi passi prima di uscire si ferma e, senza voltarsi, commenta con la sua voce profonda e leggermente rauca: «Penniman, non ti preoccupare, non mi sono preso la verginità della tua donna. Qualcuno ci ha preceduti entrambi.» per poi uscire fischiettando.

Lo osservo camminare per il lungo corridoio finché non sparisce alla mia vista.

«Chi è stato?» chiedo con lo sguardo fisso nel punto in cui Smith è scomparso. Non sento altro che la musica e gli schiamazzi della festa che nel frattempo continua. Il suo silenzio mi fa innervosire ancora di più.

«DIMMI CHI È STATO!» Con la coda dell'occhio la vedo sussultare al mio urlo.

«Josh.» sospira.

 

 

***

 

«Michael, perché non sei al nostro tavolo?» mi chiede Kevin appoggiando il suo vassoio davanti a me.

«Non mi va. Vai via.» Rispondo laconicamente tormentando una patatina nel ketchup. Mi fissa per qualche istante, poi si volta e raggiunge il resto del gruppo seduto al solito tavolo esattamente al centro della mensa, lasciandomi solo al tavolo più isolato che sono riuscito a trovare. Attiro comunque l'attenzione di molti studenti, abituati a vedermi sempre in compagnia del mio gruppo.

«Mike senti, noi dobbiamo parlare.» Riconosco la voce di Josh alle mie spalle.

«Sparisci.»

«No, davvero, Mike, ti posso spiegare tutto, non è come c...»

«NON È COME CREDO, GIUSTO?» - urlo alzandomi di colpo dalla sedia e voltandomi per trovarmi faccia a faccia con lui - «CERTO CHE NON È COME CREDO, HAI SOLO FATTO SESSO PER SBAGLIO CON LA MIA FIDANZATA!»

Cala il silenzio, tutti gli occhi sono puntati su di noi.

«Guarda, sparisci e facciamola finita.» Mormoro per poi voltarmi per tornare al mio posto.

«Ti rode il fatto che sei cornuto, vero?»

Ora è decisamente troppo. Stringo forte il pugno e dirigo un colpo direttamente al suo viso con tutta la forza che ho. Provo quasi un senso di sollievo, per qui colpisco ancora, e ancora, e ancora, fino a quando qualcuno non mi allontana e vedo il corpo disteso a terra di Josh e il suo viso irriconoscibile sotto al sangue. Non ha reagito e sapevo che non lo avrebbe fatto.

 

«... Per questo motivo, oltre che per il fatto che non è la prima volta che sei coinvolto in fatti del genere, sono costretta a prendere provvedimenti.» Ascolto in modo annoiato il discorso della preside Cooper. Ne ho decisamente abbastanza di tutto questo, della mia vita, fatta solo di amici falsi e genitori assenti. Sono seduto in modo scomposto sulla sedia di fronte alla scrivania e non riesco a trattenere uno sbadiglio.

«Dovrebbe prendere provvedimenti nei confronti di sua nipote, signora Cooper, che non è altro che una sgualdrinella.» La fisso dritto nei suoi occhi di ghiaccio, che prima assumono una espressione spaesata, dopo di che si riempiono di rabbia e indignazione.

«Penniman, non mi lasci scelta. Sei sospeso.»

 

 

***

 

«Michael, svegliati, sono le due del pomeriggio. Ti ho detto di svegliarti, e vedi di trovarti qualcosa da fare, non vorrai passare una settimana a far nulla in questo modo? Io vado, ho l'aereo fra due ore, ci vediamo fra tre giorni, e non combinare altri guai.» Mia madre è sempre così: di fretta.

Mi alzo di peso dal letto, giusto in tempo per percepire l'ultimo sentore del suo profumo e sentire le gomme della sua auto muoversi sulla ghiaia del vialetto.

«Michael, sei sveglio? Il tuo pranzo è pronto in cucina, scendi quando sei pronto.» Il viso paffuto di Mercedes fa capolino nella mia stanza. Da quando sono nato è lei a occuparsi di me e mi conosce meglio dei miei genitori. Alla notizia della mia sospensione mi ha abbracciato e mi ha consolato, dicendomi che si sarebbe sistemato tutto. Mia madre ha urlato per un giorno intero, mentre mio padre non mi parla più. Nessuno si è più fatto sentire, né una chiamata, né una visita, né un biglietto. Allora è proprio vero che i veri amici si vedono nel momento del bisogno.

«Grazie Mercedes, ma non ho fame. Penso che andrò a fare una passeggiata.» Rispondo trascinandomi pesantemente verso la porta del mio bagno.

«Davvero? Fai bene, è da giorni che non esci più di casa. Se cambi idea trovi il pranzo in frigorifero, caro.» Sorrido e entro in bagno.

Mezz'ora dopo sono in strada, cammino lentamente per le vie vuote. Ancora qualche ora e tutti usciranno da scuola, per cui farò in modo di non farmi trovare in giro in quel momento. Passeggio senza una meta precisa, canticchiando un motivetto abbastanza orecchiabile che mi è venuto in mente ieri notte prima di andare a letto.

Penso a come la mia vita sia tutta un voler essere perfetto in tutto e perfido con tutti, al fine di accontentare gli altri. Gli altri... Alla fine questi “altri” non sono altro che mio padre.

Perché non gli piaccio? Provo ad essere di tutto, tutti i colori, dai più chiari ai più scuri, senza riuscire a piacergli. Sono stanco. Perché non se ne esce dalla porta?

Senza rendermene conto, assorto nei miei pensieri come ero, si è messo a piovere, e mi ritrovo zuppo d'acqua lontano da casa.

Mi fermo e mi guardo attorno nella speranza di veder passare un taxi che mi riaccompagni, quando un grande ombrello nero si posiziona sulla mia testa. Mi volto, per trovarmi di fronte Daniel Smith.

«Ciao Penniman.» Sorride mostrandomi i suoi denti perfetti e bianchi che contrastano con la sua pelle abbronzata.

«Non c'è più nulla da rovinare nella mia vita, Smith, hai fatto un ottimo lavoro, comunque.» Dico con un sorrisetto sarcastico per poi fare per andarmene. Mi ferma per un braccio con una forte presa.

«Dove vai con questa pioggia, Penniman?» Mi chiede con ancora quel suo insopportabile sorriso stampato in viso.

«A casa. Addio.»

«Se non sbaglio il quartiere snob in cui vivete tu e i tuoi amici è a mezz'ora da qui, no?»

«Cosa ne sai tu e poi, cosa ci fai in giro a quest'ora? Non dovresti essere a scuola?» Chiedo punto sul vivo.

«La scuola dici? Sospeso.»

«Siamo pari, allora.» Restiamo in silenzio per qualche istante per poi scoppiare a ridere.

Smette di colpo di piovere, per cui lo saluto e torno a casa con una strana felicità. Possibile che stia cominciando a starmi simpatico, dopo tutto ciò che ha fatto?

 

 

Uuuuuuh ho appena risistemato il capitolo dopo più di 24 ore da quando l'ho pubblicato. L'ho scritto di getto ed ero un po' distratta, e oggi rileggendolo l'ho trovato pieno di errori, sorry hihihihi (perdonatemi la risata ma sono truzza inside). Aluuuura cosa pensate degli ultimi avvenimenti? Preparatevi, la storia non è ancora finita ANZI tutto può ancora succedere. Bene, ora uso questo spazio per fare un doveroso ringraziamento ad una persona. Voglio ringraziare la mia compagna di scorribande mentali Celeste che mi ha fatto da “cavia” per questa fanfiction. Mi spiego. Noi due siamo delle Mikuzze for life (?) ergo, avendo io da tempo l'idea di scrivere una storiella su Pennimanino, l'ho usata come “Mikafreak modello” facendole un questionario su quale fanfiction leggerebbe volentieri una fan di Mika. Per cui se la storia fa schifo prendetevela con lei.

Comunque, per dire quanto siamo amorevoli tra di noi, la mia prima OS, “Karen, 82 rue des Martires”, è il regalo di compleanno che le ho fatto. Giusto per essere originali. Se vi va, passate dal mio profilo e leggetela. E magari anche l'altra OS. Okay, ora la smetto con la pubblicità.

Ciaaaao bellissima gente <3

  
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