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Autore: Betty_95    11/08/2013    0 recensioni
Storia di Eliswein Wayland una shadowhunter rimasta orfana. La ragazza in seguito alla morte della sua famiglia vivrà tra i mondani. Si sussegueranno le vicende che hanno caratterizzato la vita di Elisewin. Ad un certo punto innamoratasi di un misterioso ragazzo dovrà fare delle scelte.
Ps: è la mia prima storia e potrebbe presentare imperfezioni ¿_¿ spero vi piacerà :)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    TUTTO MUORE
 
     "Il freddo mi gelò il viso.
       Crollai a terra esausta. 
         L'unica cosa che ricordo erano delle braccia
         che mi raccoglievano dal suolo."
 
 
 
 
Mi mancava il respiro. Le lacrime sgorgavano libere dai miei occhi e il mio cuore si stava spezzando come una lastra di vetro lacerata. Adam era disteso sul suolo e aveva perso conoscenza. Il suo corpo era talmente dilaniato,dai tanti morsi che gli aveva inflitto il demone,che il sangue colava in rivoli. Era steso su un fianco,la testa poggiata sul braccio disteso. Il suo respiro era impercettibile e i suoi occhi serrati. In preda al dolore lo chiamavo -Adam,svegliati ti prego. Dobbiamo andare via di quì. Adam apri gli occhi.- Ma lui non li apriva. Cominciai a scuoterlo inutilmente mentre piangevo disperata. Ora lo tenevo tra le braccia e la mia camicia era adesso macchiata del suo sangue. 
Un altro urlo di dolore mi fece girare di scatto. In tutto quel turbinio di eventi non mi ero accorta che i miei genitori erano in difficoltà e che adesso un demone teneva mio padre avvolto in un braccio e mia madre nell'altro. Ebbi solo il tempo di chiamarli che il mostro unì con foga le braccia facendo sbattere le loro teste le une con le altre. Dopodiché li scaraventò contro il muro e anche loro persero i sensi. Adesso ero sola. Avrei dovuto combattere contro tre demoni da sola. Mi alzai e in preda alla rabbia per ciò che avevano fatto alla mia famiglia mi buttai su di loro e in poco tempo li uccisi tutti e tre tagliando le loro teste. Ora regnava il silenzio nella stanza. Il pavimento era intriso di un liquido scivoloso. Sangue umano e sangue nero demoniaco mischiati. I miei genitori giacevano accanto al muro ed entrambi avevano un taglio profondo alla testa da cui sgorgava sangue.Alzai il viso per capire cosa aveva causato quella ferita e mi accorsi che proprio sopra le loro teste c'era un arazzo appuntinto intriso di sangue. Ecco cosa è stato,pensai. Abbassai la nuca,mi avvicinai correndo e vidi che si tenevano per mano. Non appena li raggiunsi realizzai che era ancora viva ma agonizzante. Alzò lentamente la mano libera e fece cenno di avvicinarmi. Non appena le fui vicina,si strappò via la collana con il ciondolo in cui era incastonata una pietra nera. La serrò nella sua mano e la avvicinò a me sussurando: -Prendila figlia mia. Questa è la collana di famiglia degli Herondale che mi fu data da tua nonna. Ha il potere di rendere più potenti i marchi che disegni.Chi lo usa la pietra però deve avere sangue Herondale,altimenti non funziona. Prendilo,ti proteggerà- Si fermò in preda ad una tosse fasidiosa,poi continuò. -Prendila e dalla al tuo primo genito così che il nome della nostra famiglia possa andare avanti.- Mi mise la collana sulla mano e me la chiuse con la sua,infine sussurrò -Prenditi cura di tuo fratello Elise. Ricorda tesoro che la mamma ti...-  e si spense senza completare la frase. Chiusi gli occhi e ripresi a piangere. Aprii la mano e guardai la collana. Senza esitare la agganciai al mio collo e  mi  girai verso mio padre. Con grande dolore mi accorsi che aveva gli occhi aperti,ma non perchè era coscente. La spada mi cadde a terra e io insieme a lei. Mi portai una mano alla bocca e piansi rumorosamente. Mi vennero in mente tutti i ricordi che mi legavano a loro e soffrii nel realizzare che non li avrei mai più rivisti. Mi avviciani a mio padre e con la mano insanguinata e tremante gli chiusi gli occhi e sussurrai -Ti voglio bene.- Diedi un bacio sulla sua guancia ruvida e prima di lasciarlo presi dal suo dito l'anello dei Wayland e lo infiliai nel mio, dopodiché mi avvicinai a mia madre. Le scostai i capelli dal viso umido e sussurrai la medesima frase dandole un bacio delicato sulla guancia vellutata. Mi alzai e pensando a mio fratello ancora vivo li lasciai lì mano nella mano. Attraversai la stanza intrisa di quel liquido orribile e misi una mano alla bocca per trattenere i conati di vomito.  
Quando raggiunsi mio fratello sprofondai nel dolore. Aveva ripreso conoscenza e adesso piangeva premendo la mano sullo stomaco da cui fuorisciva un fiotto di sangue. In viso era bianco come un cencio e si contorceva per il dolore che gli provocavano le ferite e il veleno dei demoni che gli corrodeva la pelle. Mi venne un lampo di genio. Lo stilo. Abbassai la mano verso la tasca dei pantaloni e impugnai quell'arnese che sembrava un ramoscello privato dei suoi rami e fatto di un materiale bianco-argenteo. Avvicinai la punta alla pelle di Adam e disegnai un Iratze nella speranza che potesse guarirlo. Tracciai le linee oblique che si illuminavano e quando ebbi finito aspettai che il marchio facesse effetto. Ma non accadde nulla. Mi lasciai cadere giù sul pavimento,sfinita e fu lì che capii che non c'era nulla da fare. Non feci altro che metterlo sulle mie gambe e passare con lui gli ultimi attimi di vita. Quando girò la testa verso di me,disse -Fa male-. Il suo viso si contraeva ad ogni parola che pronunciava. Lo presi tra le braccia e iniziai a muovermi avanti e indietro come se lo stessi cullando prima di sprofondare nel sonno. Tra le lacrime dissi -Tesoro andrà tutto bene,tra poco arriveranno gli aiuti e sarà finito tutto.- Le scene diventavano distorte a causa delle lacrime che mi annebbiavano la vista. Continuavo a cullarlo e con la mano gli scostavo i capelli dagli occhi per poi accarezzarlo. Il suo respiro si faceva sempre più debole e i suoi occhi si chiudevano sempre più. Il mio pianto si fece più rumoroso e le mie lacrime rigavano incessantemente il mio viso. Adam adesso mi guardava negli occhi e socchiuse le labbra per parlare -Non so se te l'ho mai detto Elise. Ti voglio bene e sono fiero di avere una sorella come te.- Sorrisi dolcemente e passandomi una mano sugli occhi risposi -Ti voglio bene anche io piccolino. Te ne vorrò sempre.- Continuavo a piangere sommessamente. D'un tratto gli occhi di Adam si spalancarono e per un attimo pensai che l'Iratze avesse fatto effetto ma poi il suo corpo si inarcò sotto il mio e poi si accasciò e mio fratello chiuse gli occhi per sempre. -Nooooo!- Urlavo. Lo scuotevo violentemente e gli gridavo di risvegliarsi,inutilmente. -Adaaaam,svegliati! Torna da me! Non chiudere gli occhi Adam!- Continuavo a scuoterlo piangendo e urlando disperata. Dentro di me cominciava a formarsi una rabbia e un odio che non avevo mai provato prima. Mi dondolavo ancora insieme al suo corpo inerme e forse,in realtà,quel dondolio serviva a consolare me stessa per alleviare il dolore che attanagliava il mio cuore,spezzandolo. Mi chinai verso il corpo di Adam e appoggiai la testa al suo petto continuando a ripetere che sarebbe dovuto tornare da me,tornare da me e non lasciarmi sola. Quando ebbi consumato tutte le lacrime depositai dolcemente Adam sul pavimento ma restai seduta. Adesso avevo tanta paura,chi si sarebbe preso cura di me? Anche se avevo ucciso quasi tutti i demoni ero pure sempre una bambina e anche se sembravo carratterialmente forte,avevo bisogno di qualcuno che fosse il mio punto di riferimento. Ma chi avevo? I miei zii abitavano tutti a Idris e io non li conoscevo. Avrei potuto aspettare il ritorno di Michael ma sarebbe tornato agli inizi di Aprile. Ero disperata,sola e abbandonata. Gli angeli avevano portato con sè i miei genitori,lasciandomi con un vuoto che nessuno mai avebbe potuto colmare.
 
 
 
 
 
"Alzati Elise." Imposi alle mie gambe di alzarmi prendendo la mano la spada che giaceva di fianco a me. Dovevo andare via prima che altri demoni potessero varcare il portale e farmi a fette in un attimo. Mi bruciavano gli occhi per tutte le lacrime che avevo consumato e per questo adesso non riuscivo più a piangere. Mi chinai e presi in braccio Adam. Percorsi la stanza e misi il corpo di mio fratello tra mio padre e mia madre. Mi si strinse nuovamente il cuore,ma ricacciai indietro le lacrime. Non c'era più tempo per piangere. Dovevo andare via da quel posto,lì ero in pericolo. Mi diressi verso la porta a grandi passi. Prima di uscire mi voltai nuovamente verso l'interno della stanza e diedi un ultimo saluto a ciò che rimaneva della mia famiglia. Distolsi lo sguardo ed uscii dalla porta entrando nel freddo e buio corridoio. Mentre camminavo tra quei muri mi vidi riflessa in uno specchio alla mia destra. Mi fermai a guardare e vidi una ragazzina pallida e con alcune ferite in volto. I capelli erano appiccicati tra loro e il sudore mi colava dalle tempie. Ero distrutta fisicamente e mentalmente. Lasciai da parte il mio aspetto e continuai a percorrere il corridoio. Prima di andare via dall'Istituto però volli passare dall'armeria pensando che un pò di armi mi avrebbero fatto comodo. Così presi due coltelli e li infilai nelle varie tasche della tenuta da cacciatrice,poi presi l'arco con la faretra e li misi dietro la schiena. Uscii dall'armeria e facendomi luce con la stregaluce,che trovai nella tasca,raggiunsi l'ingresso. Girai la chiave e tirai il chiavistello. Il portone fece un leggero "Click" e fui quasi fuori da lì. Era ormai notte fonda e per le strade non c'era un anima. Uscii dall'Isituto e prima di chiudere il portone mi voltai indietro per dare uno sguardo a quella che per anni era stata la casa mia. Non appena fui fuori il freddo mi gelò il viso. Di colpo tutti gli eventi della giornata mi colpirono come un treno e fui investita da un dolore al petto che mi mozzava il fiato. Le gambe mi cedettero e crollai a terra esausta. L'unica cosa che ricordo erano delle braccia delicate che mi raccoglievano lentamente dal suolo. 
  
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