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Autore: Aprilia    13/08/2013    4 recensioni
Se grazie a uno 'stupido corso scolastico sulla comunicazione' una ragazza potesse aprirsi e perdere la sua timidiezza? Se il ragazzo più espansivo e aperto della scuola, che deve recuperare crediti scolastici, si iscrivesse a queste corso? Si formerà un disastro?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 10

A Margherita, che mi ha ringraziato nella sua storia e che mi ha premuto tanto per questo capitolo, che oggi le dedico.
Much love for you, donna!

Aprilia Pov

Venerdì 22 febbraio 2013
Ore 13.15

Sorvoliamo la giornata di ieri, giovedì, visto che non ho fatto altro che pensare. Così come lasceremo quella di oggi, simile a ieri.
Lui, Matt, non c‘è stato: due giorni liberi.
L’altro, Josh, non c’è stato: due giorni di strana assenza, che sicuramente saranno giustificati con un ‘impegno di famiglia.’
Oh ma andiamo, possibile che una volta tanto che io voglia affrontare le cose di petto o comunque ci voglia riflettere nel vero senso della parola i problemi, che tutto il giorno ti assillano, prendono e spariscono? E’ l’assurdità. Ma c’è un bene: mi sto accorgendo che sto prendendo più controllo di me stessa. Di come vedo le cose e di come ci penso su. Non so cosa sia e quale miracolo sia arrivato a darmi una grossa capocciata in testa ma almeno so che è arrivato e ha fatto il suo dovere. A risvegliarmi c’è la campanella della scuola che ci dice che possiamo tornare a casa.
Ho cambiato il mio modo di vedere le cose? Si, perché prima lo pensavo, ora invece sono sicura che la campanella della scuola sia più popolare di me. Esco dalla scuola e mi incammino verso casa, incappottata dalla testa ai piedi, con il mio zaino e il mio mp3 nelle orecchie. Look After You va a ripetizione e io mi beo delle parole e delle voci dei The Fray. Attraverso le strade, prestando attenzione ai semafori e arrivo all’ultima svolta prima di entrare nel mio quartiere, quando sbatto contro qualcuno.
Premo ‘stop’ bloccando la canzone che stava ricominciando di nuovo.
Mi pietrifico per la paura e la gola si fa secca. Col cavolo che sto cambiando! Ho ancora paura!

‘Scusi Signorina’ dice… Matt con un sorriso smagliante e una rosa bianca, un po’ rovinata, in mano. Guardo lui e la sua mano meravigliata. Mi fisso sul suo sorriso e mi perdo, inevitabilmente. Mi mancano i battiti. Lui mi consegna la rosa deciso e con ancora quel sorriso smagliante sulle labbra. Sono pietraficata dalla felicità e dall’imbarazzo, ma agisco e prendo la rosa ringraziadolo e arrossendo vistosamente. Lui sorride e dolcemente attacca discorso mentre camminiamo verso casa mia. Camminiamo vicini e le nostre mani si sfiorane, un po’ per caso e un po’ per nostro volere, finchè non le incastriamo come se fossero due pezzi di puzzle che si sono ritrovati.

‘Come mai sei mancato in questi due giorni?’ gli chiedo. Non sarebbero neanche fatti miei ma mi importa. E’ successo quello che è successo e poi due giorni di niente. Non sembra un bell’inizio.

‘Il preside mi aveva chiamato ieri mattina dicendo che il comune mi cercava per risolvere alcuni questioni sul cambio di residenza e mi ha detto << Per questo giorno sei libero, ragazzo.>>’ disse imitando il vocione rauco del preside Brigwalk, facendo ridere. Poi continua a parlare ‘Poi oggi sarei mancato comunque come giorno libero della settimana -dice ridacchiando- così ho pensato di fare una sorpresa alla mia rag… cioè a te, così eccomi qui. Avrei voluto venire davanti la scuola, ma non credo sarebbe stato ‘consono’.'
Capii tutto e gli sorrisi di cuore, cosa che anche lui fece con me.

‘Mi sei… mancato’ ammetto stringendo la sua mano, poi ripercorrendo le sue parole noto che qualcosa stona: ‘...fare una sorpresa alla mia rag… cioè a te…’

‘Stavi dicendo alla tua… ragazza?’ dico balbettando visibilmente. Il cuore accelera, il mondo gira veloce, lo stomaco si mette a saltare e sento che prendendo il posto di un polmone.
Fermate questa giostra… o almeno rallentatela!

‘Emh… si, stavo dicendo ragazza’ dice lui sorridendo un po’ impacciato. ‘Non volevo metterti in imbarazzo e così non l’ho detto.’

Sorride intenerita mentre avverto le guance diventare nuovamente un po’ rosse e decido che devo fare ciò che mi sento. Voglio farlo e questa è l’occasione buona. Mi alzo sulle punte delle mie converse bianche e con le mani sulle sue spalle gli faccio intendere che deve abbassarsi un po’. Una volta che c’è l’ho davanti vedo i sui occhi perfetti brillare, ma non capisce molto di quello che sta succedendo. Sorrido e mi avvicino a lui, facendo toccare le nostre labbra. Ero rimasta con il ricordo del loro sapore e della loro morbidezza senza poterle più riassaporare nuovamente e da innamorata, questa era un ingiustizia bella e buona. Lo sento sorridere sulle mie labbra e ricambiare quel bacio dolce e innocente. Mi fa effetto, tanto effetto. I brividi mi percorrono la schiena e le gambe stanno per cedere. Sento che mi prende in braccio per i fianchi e le guance si infiammano ulteriormente. Dopo poco sono seduta su un blocco di marmo, il blocco di marmo del mio palazzo, quello al quale le scale sono attaccate e che mi ricorda che devo salire. Sono a casa e dovrei staccarmi da Matt, ma se la mente dice ‘si,staccati’ tutto il resto mi sta praticamente urlando contro di restare così. Tra il nostro bacio e i miei stupidi pensieri avverto il freddo sulle labbra, probabilmente si sarà staccato. Apro gli occhi, che avevo chiuso precedentemente per poter assaporare meglio le sue labbra sulle mie, e vedo che è a pochi centimetri da me che respira e a causa del freddo si forma un nuvoletta. Lo guardo fisso negli occhi e sorrido, ammetto di essere vogliosa di sentire di nuovo quelle labbra su di me, ma a quel pensiero arrossisco. Lui sorride e poi mi bacio di nuovo.

Questa volta un piccolo bacio a stampo, un piccolo bacio a stampo per dirmi che non fa niente se arrossisco, se mi vergogno. Se non sono aperta come magari lui sognava la sua ragazza. Vado bene così.

‘Devo andare piccola, anche se vorrei restare qui con te.’ mormora, vicinissimo alle mie labbra, accarezzandomi la guancia. Sento i nostri respiri unirsi e creare una piccola corrente d’aria. Una parte del vento tutta nostra, che girerà il mondo.

‘Va bene, vai’ gli sorrido baciandolo ancora. E’ quasi una droga, di cui non posso farne a meno.

Mi sono innamorata del mio spacciatore, penso nella mia mente e sorrido mentre sento ancora una volta in quell’istante le nostre labbra insieme.

‘Se fai così non me ne vado più’ ride, cosa che faccio anch’io a quella battuta.

‘Scusa, ti lascio andare. Ci vediamo presto.’ gli dico piano, facendo scivolare le mie braccia dalle sue spalle. Lui mi sorride felice di questo poco tempo insieme. Poco ma speciale. Se ne va, attraversando la strada e, una volta arrivato al marciapiede di fronte mi saluta con la mano e facendo un cuore con le mani.

‘Che stupido’ mormoro io mentre lui se ne va con le mani in tasca, una camminata da vincente e adrenalina che vedo gli fuoriesce da ogni poro del corpo. Il mio ragazzo è stupido. Sorrido al pensiero ed entro nell’atrio del mio palazzo, controllando la posta che poi non c’è e aspettando l’ascensore.

Quest’ultima arriva e come la apro sento qualcuno entrare nell’atrio e chiedermi di aspettare prima di entrare. Mi volto e vedo Josh. Ci risiamo. ‘Impegno di famiglia’ certo, come no. La verità scritta su uno stupido libretto delle assenza, tsk.

‘Ehy… emh Storm! Potresti aspettare un attimo.’ dice lui atono. Prima che possa ribattere con un 'no' secco lo vedo che mi supplica. Josh Way sta supplicando me? Oh bene, il mondo gira al contrario. Fantastico! Grande! Pazzesco!

‘Dai Storm, ti prego.’ L’ho detto e lo ripeto: il mondo oggi va al contrario. Sbuffo di risposta e lo aspetto, sapendo che questo è l’errore più grande di sempre. Anche lui controlla la posta, che non c’è e mi raggiunge alla porta dell’ascensore. Entriamo ed è lui a premere il bottone che ci portare nelle rispettive case, quindi io lontana da lui.
Miei cari, ritiro tutto. Sto cambiando: prima mi piaceva alla follia, poi mi ha fatto paura, in seguito mi ha insospettito mentre ora vorrei scorticargli la faccia. Sbuffo di nuovo e lui, di scatto, preme il tasto stop dell’ascensore, tenendo entrambi bloccati li dentro.

‘Che cosa f-fai…?‘ dico io mentre le palpitazioni salgono e comincio a sentire paura. Respiro affannosamente mentre lui comincia a parlarmi.

‘Devo parlarti, e non iniziare ad avere paura di me… per favore…’ risponde freddo.

‘Idiota, non mi interessa che devi dirmi! Sono claustrofobica! Fai ripartire questo coso, ora!’ gli urlo. Ormai sono stufa di lui, la rabbia nei suoi confronti e troppa. Sentendo questo sbianca e fa ripartire l’ascensore, facendolo arrivare al terrazzo. Per quanto mi riguarda, esco in tutta fretta da quel dannato buco di aggeggio trasportatore.
Devo prendere l’abitudine a fare le scale, decisamente.
Mi inginocchio sul pavimento sporco del terrazzo del palazzo e cerco di stabilizzare il respiro ancora affannato.

‘Sei un idiota!’ continuo a dirgli mentre lui si posta davanti a me preoccupato. Mi calmo leggermente e lo spingo via.

‘Cosa cavolo devi dirmi, per farmi andare nel panico!’ continuo quasi cattiva.

Lui diventa taciturno e abbassa lo sguardo. Un po’ di senso di colpa si fa spazio in me e non posso farci niente. Stufa della situazione biascico le mie scuse.
‘Cosa vuoi…?’ dico poi più calma e con il respiro ormai stabile.

‘Volevo parlarti, Storm. Le cose sono diventate strane. Da quello stupido pomeriggio a scuola con quel professore nuovo che ti guardava in modo insopportabile, fino a due sere fa con quella pagliacciata dei biglietti.’ dice sofferente. Cerco di fare attenzione alle sue parole. Che soffra di bipolarismo acuto? Un giorno fa lo spaccone, l’altro dopo il misterioso e ora il pentito. Bah.

‘I miei amici mi ha detto di aver visto Angel fuori da scuola, dopo il primo giorno di corso, fare la civetta con un altro. Poi questo l’ha presa e l’ha baciata solo come Dio sa. Quando me l’hanno detto…’

La rabbia era a mille. Non posso credere che l’abbia fatto. Lo odio.

‘Hai voluto farla pagare alla tua ex o quel che sia con me!? Josh Way sei il ragazzo più idiota, infantile e stupido sulla faccia della Terra! Perché io eh!? Perché non una sua amica qualsiasi. Sei solo un cretino e uno sbruffone! Mi hai distrutta! Un bambino viziato mi ha tolto il mio primo bacio, sai la novità? Mi fai schifo!’

‘C-che cosa…? Ora fa pure l’innocente. Hai capito perfettamente, idiota.

‘Si cretino. Tu sei solo un bambino viziato, che mi ha rubato il primo bacio! Ti odio e non c’è niente che cambierà le cose, hai capito razza di demente, patentato e id…’ neanche in tempo a finire che lui si avvicina e mi... abbraccia? Si, mi abbraccia. Gli effetti del mondo al contrario hanno preso il sopravvento su di lui. Sento il collo della felpa, che fuoriesce dal giaccone, umido. Oddio, ora piange pure. E' umano anche lui, che storia.

‘Che stai f-facendo…? Piangi?’ dico io. Dopo questa sfuriata mi sento molto meglio.

‘No Storm…’ risponde lui, come se io gli credessi. Si certo, come no.

‘Riconosco dei singhiozzi quando li sento e poi piantala di chiamarmi per cognome.’ mormoro io mentre gli accarezzo la schiena. Ormai con quell’abbraccio mi ha presa e per quanto lo odi, mi sta dispiacendo.

Forse quella bipolare sono io, non lui. Anzi, anche lui. Sennò passo per pazza.

Josh alza lo sguardo e scopriamo poi che alla fine non abbiamo poi questa grande differenza d’altezza.

‘Va bene, non ti chiamerò per cognome -dice tirando su con il naso- ma tu continua a chiamarmi idiota.’ Io stupita, inclino la testa facendogli capire che non ho inteso la frase. Per carità, non ho problemi a chiamarlo idiota, ma perché vuole che lo faccia.

‘Ho bisogno che qualcuno me lo dica. Tu, strano ma vero, sei la prima a farlo, oltre mio padre.’ A quella frase mi rattristo e gli do una pacca sulla spalla.

‘Va bene idiota, lo farò. Ora se non ti dispiace...’  lascio volontariamente la frase a metà per andarmene ma sento la sua mano premere sul mio polso e tirarmi a lui.

Josh Way mi sta baciando, di nuovo.
Che stava succedendo non lo so, ma una cosa era certa. Doveva smetterla di tenermi per i polsi per restare attaccata lui, altrimenti gli avrei dato una ginocchiata in un punto indesiderato. I miei occhi erano spalancati dalla rabbia, mentre i suoi erano chiusi.

Che diavolo sta facendo questo pazzo! Si stacca da me di pochissimo e dice la cosa più… assurda, strana e anormale del mondo, per me.

‘Storm, a me non è importato niente di Angel perché mi piaci tu! Sapevo che quei coglioni dei miei amici mi stavano guardando lì, nel corridoio della scuola. Ho dovuto fare quello che ho fatto perché mi vedono così… come un coglione.’ E poi riprende a biaciarmi, mentre io non sapevo che fare, reagire o no. Dare ascolto alle sue parole o dargli uno schiaffo, una ginocchiata o entrambe.
Ero nel dilemma. Poi qualcosa mi fece scattare: sentì la sua lingua che pizzicava le mie labbra. Voleva davvero fare quel che non aveva fatto la volta scorsa?! Le sue mani mi accarezzavano delicatamente le guance e io mi sentivo un pezzo di legno.
Finchè non successe, ricambiai quel bacio. Schiusi le labbra e… beh il resto si può capire da se. Sentivo il contatto tra le nostre lingue, era qualcosa di strano. Per me era tutto strano, in quel momento. Assaporavo le sue labbra e lui faceva lo stesso con le mie. Sembrava di ritrovarsi in un’altra dimensione, ma non per il fatto stesso che io e lui ci stessi baciando. L’altra dimensione erano le sue parole: ‘Storm, a me non è importato niente di Angel perché mi piaci tu.’ Ci pensavo e ci ripensavo mentre lui mi baciava ancora e ancora. Stava facendo solo quello, e francamente mi piaceva, finchè non mi resi davvero conto di quello che stava facendo e optai per lo schiaffo sulla guancia. Mi staccai da lui che aveva il fiatone, così come me e con una forza e una soddisfazione immensa, gli lascia fiera cinque dita sulla guancia destra, presi la mia tracolla e andai via da quella terrazza.

‘Idiota!‘ gli gridai e scesi le scale diretta al mio piano.

Entrai a casa, chiusi la porta a chiave e mi misi a preparare qualcosa da mangiare per me e Jake che oggi usciva tardi e poi mi rintanai in camera mia in attesa del ritorno di mio fratello.
Domani è sabato.
Domani la scuola è chiusa e quindi sto meglio.
Molto meglio!

*Look After You*
Ciao mie dolci donne!
So che molto probabilmente mi odiate visto l'enorme ritardo. In effetti mi odio anch'io per questo.
Non mi piace ritardare su cose personali e Aprilia e le sue avventure mi stanno a cuore.
Non so se molte di voi mi perdonerrano ma almeno so che, anche se con lentezza, aggiornerò sempre e questo è vero.
Detto ciò passiamo al capitolo.
Io sono una pazza supporter di Josh! Sto rivalutnado la sua posizione!
Cioè... guardatelo... è cicci ^w^
Poi mi farei trattare anche come uno swifter daster (?) se a farlo fosse Francisco Lachowski uu
Chi non lo farebbe alzi la mano!
Ho trovato il nome per i miei angoli autrice (*Look After You*)
canzone bellissima che sto ascoltando per la 25326740932759 volta e, se non la conoscete, ve la consiglio.
Così come anche 'You found me' sempre dei The Fray e 'Six Degrees of Desperation' dei The Script.
LA PERFEZIONE *w* e ovviamente il mio cellulare scamuso non me le fa scaricare cc
Che ne dite di Aprilia? Mi piace come piano piano sta cambiando ed è anche ora visto che mi ricorda la Monaca di Monza.
CHE TU SIA MALEDETTA GERTRUDE DELLE MIE CONVERSE!

TeamMatt o TeamJosh?
Sapete già come la penso io ^w^
A presto e un grande bacio a tutte.
Didi.

  
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