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Autore: Thebrightsideofthemoon    13/08/2013    3 recensioni
Klaine liberamente ispirata alla trama di "Orgoglio e Pregiudizio". Blaine Anderson, giovane borghese, incontra ad una festa il ricco Kurt Hummel. Intrighi, divieti e occasioni costelleranno le loro strade che procedono, anche se a loro insaputa, parallelamente. Finiranno mai per incontrarsi? (Thebrightsideofthemoon is back!)
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La compagnia di Kurt è anche più piacevole di quanto potessi figurarmi: passiamo il tempo delle danze a discorrere di libri e di scrittori in voga negli ultimi tempi, non esimendoci dal dispensare commenti all’aceto né generosi panegirici. Entrambi – ho scoperto – adoriamo J.K. Rowling, e la sua saga di magia ambientata nella scuola di Hogwarts.

“Incredibile, non trovate? Ancora non mi capacito di come possa essere riuscita a dare forma a tutte quelle idee. Non sarei mai stato in grado, neanche a volerlo con tutto me stesso”

Taccio. Il mio cervello macina possibili aggiunte al pensiero formulato alla velocità della luce, eppure nessuna sembra soddisfarmi, così opto per il silenzio, il grido più forte.

“A cosa state pensando?” – Kurt Hummel si ferma. In giardino – dove abbiamo optato di sostare per una tranquilla passeggiata – l’aria è fresca e scorre, piacevole, al di sotto del tessuto della camicia, regalando sporadici brividi di freddo. I suoi capelli ondeggiano, liberi da ogni costrizione, al soffio della brezza lieve. Lo stesso non può dirsi dei miei, immobilizzati dal succo di limone - piccolo espediente di cui mi servo per evitare di assomigliare alla sommità di un mazzetto di broccoli.

“Nulla” – i suoi occhi si tuffano nei miei, indagando in profondità. Cerco di risultare più esaustivo. – “Solo, pensavo che mai riuscirò a raggiungere livelli di tale eccellenza nella mia scrittura.”

“Come siete disfattista!” – aggiunge, ridendoci su. Mi unisco all’ilarità del momento, passandomi una mano sulla nuca in un gesto impacciato. “Scommetto che siete bravissimo, invece. Perché non, improvvisate qualcosa?”

“Adesso?” – sono del tutto colto alla sprovvista. Spero caldamente stia scherzando. Egoisticamente, intendo: per la mia salvezza personale.

“Certo, se non ora quando?” – sgrana gli occhi fino all’inverosimile, poi si avvicina e sembra fissare il proprio sguardo in un punto ben definito sul mio viso.  - “I vostri occhi.”

Inizio a preoccuparmi - “Cos’hanno?” – domando allarmato, portandomi le mani all’altezza delle palpebre.

“Sono quanto di più lucente abbia visto in vita mia.”

Mio dio. Mio dio. Quale ancora non saprei ben definire ma, mio dio. Riesco persino a percepire le mie pupille dilatarsi e le mie vene riempirsi di sangue, mentre il cuore pompa fino all’inverosimile.

“Nulla, di certo, in confronto ai vostri, color del mare.” – balbetto a mezza voce, cercando di sembrare meno stupido di quanto in realtà mi senta. Nessuno mai aveva notato il colore perfettamente ordinario dei miei occhi, un nocciola indefinito, con delle striatura eterocrome color miele, simili a pagliuzze d’oro. Ho visto, nella mia vita, talmente tanti occhi simili che mai avrei creduto potessero essere i miei, tra tutti, a contenere qualcosa di diverso. “Un mare accogliente, azzarderei aggiungere. E con ciò intendo che nessuno, nessun naufrago al mondo potrebbe mai temere di affondarvi. Ne accetterebbe, piuttosto, l’abbraccio umido, venderebbe l’anima per essere circondato dalle sue braccia d’onda.  Siete, ecco.. – siete di una bellezza sconvolgente.”
Mi sento avvampare, forse di rimando, dopo aver osservato il volto del ragazzo accendersi e farsi di mille colori, con particolare preferenza per i toni del rosso. Mi volto e faccio per andarmene, l’unico modo per scampare all’imbarazzo e al rimpianto.

“Dove fuggite?” – domanda lui, impacciato, prendendomi per un polso.

“Credevo di avervi arrecato un torto, il mio atteggiamento è stato così disdicevole..”

“La vostra improvvisazione è stata mirabile. Ne sono estasiato.”

“Corrisponde a verità, mio signore”

“Stento a credere che nessuna dama sia al vostro fianco, con tutte le belle parole che potreste sussurrare al suo delicato orecchio”

“Temo..” – farfuglio  - “Temo  che nessuna dama al mondo possa fare per me”

“Cosa intendete?”

“Intendo..” cerco perifrasi adatte all’occasione – “Ecco, prediligo altro genere di compagnie, per così dire.”

“Non vi capisco”

“Compagnie maschili”

“Oh” – Kurt mi fissa, un’espressione indecifrabile sul volto.

“E’ disappunto quello che leggo nei vostri occhi?”

“Sorpresa, più che altro”

“Vi domando perdono per aver abusato del vostro tempo, ma credevo che fosse piuttosto palese, dopo le parole proferite.”  - Abbasso lo sguardo, aspettando direttive. Non riesco a spiegarne il motivo, ma sento di dovere una sorta di timore reverenziale a questo ragazzo. Ne sono totalmente avvinto.

“Andiamo, venite su. Sono sorpreso, dicevo, perché è il tipo esatto di compagnie che anche io stesso prediligo.”

“Voi siete..?”

“Talvolta”

Scuoto la testa, confuso: un sorriso sghembo mi attraversa il volto da parte a parte. Non riesco a capire cosa intenda, sorrido, forse, più per circostanza che per altro.

“Cosa vi prende, siete stato colto da un improvviso attacco di disappunto?” -  scherza, lanciandomi un’occhiata divertita.

“Nulla” – inspiro a fondo e cerco di ricacciare dentro tutti i pensieri che si fanno strada nella mia testa e che cercano disperatamente di fuggire via, rendendosi perfettamente leggibili sul mio viso.  Alquanto imbarazzante.

“Non riuscite a crederci?”

Appunto.

“Vogliamo proseguire la nostra passeggiata nel roseto? Mi hanno detto che è di una bellezza da togliere il fiato”

Saltare di palo in frasca: lo stai facendo bene, Blaine.

*


Kurt cammina al mio fianco con passo lento e fermo: è molto più alto di me e ogni tanto, non potendo abbracciarne la figura nella sua totalità con un unico sguardo fugace, mi concedo delle occhiate di sottecchi grazie alle quali riesco a focalizzare l’attenzione su alcuni particolari significativi. Come il profilo squadrato, il naso con la punta leggermente all’insù, le ciglia lunghe. E poi i capelli - dai riflessi biondi -, le spalle larghe e la nuca chiara, fresca di rasoio.
Lo vedo tendere la mano verso un bocciolo di rosa e portarlo alle narici, con l’intento di inspirarne il profumo.

“Amo le rose” – sospira fra sè e sè.

“Sono molto belle”

“Molto belle? Davvero, signor Anderson, non vi viene in mente altro per descriverle?”

“Beh” – rispondo, assorto nelle mie elucubrazioni estemporanee – “sono profumate?” – azzardo, poi, in un moto di misteriosa ovvietà.

“Sono lieto di constatare che non vi sfugge niente”

“Ecco, vediamo.. delicate?” – riprovo, cercando nuove soluzioni. Il mio cervello è una macchina di definizioni senza posa, in condizioni normali: la presenza di Kurt lo prostra e lo mette a dura prova.

“Potete fare di meglio”
Kurt accosta il proprio viso al mio. Siamo terribilmente vicini.

“Mi deludete, Anderson”
Anderson, tu e il tuo cervello siete una frana. Sforna qualcosa di geniale, adesso. Ad essere sinceri, avere le sue labbra praticamente stampate sulle mie non è particolarmente d’aiuto.

Che cosa c'è in un nome? Quel che noi chiamiamo col nome di rosa, anche se lo chiamassimo d'un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.” – mando a memoria, senza riflettere sul significato delle parole.

“Scelta pretenziosa, signore. Sono affascinato, davvero. E sicuramente ne sarebbe lusingato anche il caro vecchio William”
Salvo per un pelo, ancora una volta. Quando imparerai a smetterla di sfidare la sorte, Blaine?

“Tuttavia” – riprende Kurt schiarendosi la voce e abbandonando la presa sulla rosa – “credo che dovrò baciarvi lo stesso”

Nello stesso momento in cui le sue labbra, leggere, si posano sulle mie, sento il peso quasi inesistente della corolla, accompagnata dalla forza gravitazionale sino al vincolo, del fiore sul mio piede. Lo scambio di energia, lo sento. E’ nelle braccia di Kurt che mi circondano, nel movimento sinuoso delle sue labbra, nel suo respiro contro la mia guancia. Non mi sono mai sentito così. Risalgo con il palmo della mano la sua schiena dritta, sino ad arrivare alla nuca e ad accarezzargli i capelli. E’ l’istante della perfezione: dimenticatemi qui, non venite a cercarmi mai più. Io e Kurt vivremo nel giardino, ci ciberemo di bacche e, all’occorrenza, potremmo procacciarci delle carni animali che so, la domenica. Berremo dalla fontana monumentale al centro del parco e costruiremo il nostro nido d’amore nel roseto, tra le corolle profumate e gli steli spinosi.

“Beee? Beee, dove sei? Dobbiamo tornare a casa!”
La voce di Rachel rompe l’idillio. Forse ho corso troppo. Ho già parlato della mia tendenza alla riflessione e, in casi limite, al farneticare?
Mi stacco da Kurt con un sonoro schiocco, il suono che mi riporta alla realtà insieme al richiamo stridulo di mia sorella, la quale continua a sbracciarsi in lontananza, nel tentativo disperato di farsi notare.

“Scusate, temo di dover correre, o potrei davvero rimetterci la vita, stavolta!”

“Aspettate, Cenerentola, non mi avete ancora detto il vostro nome!” – mi riprende, da lontano ormai.

“ Blaine. Blaine Devon Anderson.” – mi lascio dietro, a mo’ di biglietto da visita. Non è così che avevo immaginato la nostra separazione, a fine serata.

Blaine Devon” – ripete fra sé e sé, come a volerlo metabolizzare, a volerlo rendere parte di lui. -“E’ un nome splendido!”

“Trovate?” – mi è sempre sembrato un nome piuttosto idiota. Su quante cose dovrò ricredermi, quante opinioni da rivedere a partire da domattina.

“Indubbiamente”
Mi fermo e sorrido per un attimo, poi corro verso l’entrata, lasciandomi alle spalle l’angelo, per qualche strano e a me ignoto motivo, assegnatomi stasera direttamente dal Paradiso, incalzato dalla voce isterica di Rachel.

“Spero di rivedervi presto, Blaine” – la sua voce mi raggiunge, tra un grido e un altro, nella corsa disperata verso la realtà. E mentre corro, mentre penso a quante siano in termini di centesimi le probabilità di rivederlo ancora e maledico me stesso per non aver chiesto dove avrei potuto reperirlo, lo sguardo mi cade sull’occhiello della giacca: a seguito di un incomprensibile gioco di magia, abile a tal punto da fare invidia a quelli dello stesso Harry Potter, la corolla della rosa fa capolino dall’asola, quasi a ricordarmi quanto appena accaduto.

“Potete giurarci, Kurt.
 



Spazio autrice:

Buonsaaaaaalve a tutti! No, non è un miraggio: ho davvero aggiornato due storie a distanza di meno di una settimana l'una dall'altra. Tutto ciò è oltremodo inquietante.
Bene, credo di non dover aggiungere molto stavolta. Al prossimo capitolo! Un grazie in anticipo per tutte le preferite, le seguite e le recensioni che riceverà la storia.
Love ya all!

Thebrightsideofthemoon.

   
 
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