Capitolo
5 “La
seconda possibilità”
Ore 12.20
Harrison sapeva cosa doveva fare:
dopo aver aiutato
Tru a dirle gli errori che aveva fatto nel suo giorno due, era il
momento di
rilassarsi.
Il suo giorno uno era stato molto piacevole in
compagnia di Every: non doveva fare altro che chiamarla e chiederle un
appuntamento. In fondo non era stato così difficile fare
colpo su di lei il
giorno prima.
Mentre stava camminando in direzione del suo nuovo
appartamento, prese il cellulare e chiamò.
Fu quando passò davanti allo Standard Cafè che
gli
occhi notarono subito la ragazza con i capelli rossi, in piedi davanti
al
bancone. Sembrava preoccupata: si guardava in giro, con gli occhi
spalancati.
Ma quando le riavvicinò un uomo, tutte le sue preoccupazioni
sembravano essere
sparite: fece un sorriso, forse finto. Anche l’uomo, Jack,
sorrise.
Harrison non poté che essere sorpreso e preoccupato
allo stesso tempo. Subito chiuse il cellulare ed entrò nel
bar.
Jack lo notò subito. «Harrison!» disse,
gentile.
«Jack...» fece il ragazzo. «Che ci fai
qui?».
«Sto accompagnando a pranzo questa bellissima
ragazza...» disse lui.
Harrison spostò lo sguardo su Every, che riservava
un po’ di imbarazzo. «Sì, ci siamo
incontrati in un negozio poco fa e ci siamo
ricordati di esserci visti alla festa di Natale di Tru...»
spiegò lei.
«E così le ho chiesto di venire a pranzo con
me...»
aggiunse l’uomo.
Harrison stava morendo dentro: Jack gli stava
rovinando ancora la vita.
«Sai...» riprese Jack. «Ti chiederei di
aggiungerti
a noi, ma ho appena visto tua sorella e so che avete del lavoro da
fare...».
Harrison non si preoccupò molto di quella
affermazione: Jack non sapeva che lui aveva rivissuto al giornata, non
poteva
saperlo.
«Sì, comunque...». Harrison
cercò di cambiare subito
discorso: se Jack stava tentando di fare qualcosa a Every, lo avrebbe
fermato.
«Every... volevo chiederti una cosa...».
«Dimmi!» fece lei, sorridendo.
«Visto che la festa che Tru ha organizzato stasera
sembra stia per saltare...». Harrison fece una pausa.
«Sì...» lo incitò lei a
continuare.
«Ecco... volevo chiederti se ti andava... beh, sì,
insomma... di venire con me a mangiare da qualche parte».
Every arrossì.
«Sai che questa notte ti ho sognato?» disse lei.
Harrison non aveva capito. «E... questo vuol dire
sì
o vuol dire no?».
«Certo Harrison, verrei con te mangiare in un
delizioso ristorante, giusto per cominciare molto bene
l’anno!» rispose Every,
sempre sorridente.
Harrison dentro di sé stava esplodendo dalla gioia.
«Davvero?! Cioè, volevo dire... Grande!! Passo a
prenderti io questa sera e
vestiti elegante perché ti porto in un posto davvero
speciale...» disse,
facendole l’occhiolino.
Jack li strappò via dalla favola. «Every, credo
sia
ora di andare perché poi devo tornare al lavoro».
«Oh sì, scusa...» fece lei. Si
voltò verso Harrison.
«Allora a stasera... Ciao!».
Harrison sorrise alla ragazza e poi guardò Jack. Il
suo sguardo cambiò d’improvviso e sembrava parlare
da sé: falle qualcosa e non
sai cosa ti accadrà.
Carrie entrò
nell’ufficio di Davis per la seconda
volta quel giorno.
«Come procede con Tru? Quell... Harper: ha fatto
qualcosa?».
«Oh, ciao» fece lui. «No, no... non ha
ancora fatto
niente, credo. Tru non mi ha ancora detto niente...».
Finalmente alzò lo
sguardo dal computer e notò Carrie, nella sua bellezza,
appoggiata alla porta
dell’entrata. Davis rimaneva sempre affascinato dalla sua
eleganza, sia nel
vestire, che nelle sue forme.
Il silenzio era sceso nella stanza, ma si sentiva
che ognuno dei due aveva qualcosa da dire.
«Ehm... Carrie...» disse, infine Davis.
«Ti
andrebbe... ecco, insomma... di venire, sì... a cena... con
me, questa sera?».
La reazione della donna lasciò trasparire che non
aspettava altro. «Certo che vorrei venirci! Anzi, era
ciò che volevo...».
Davis fece un sorriso compiaciuto.
«Elegante?» chiese Carrie.
«Direi di sì...» fece Davis, ma subito
fu assalito
dai dubbi. «Perché non va bene? Vuoi andare in un
posto più... normale? Una
pizza? Oh mio Dio... una pizza!?! Cosa sto dicendo?! Devo
impa...».
«Davis...» lo interrupe lei con la sua voce
sensuale. «Elegante va benissimo... E’
perfetto!».
«Allora vengo a prendert...». Davis fu interrotto
da
un rumore all’entrata: qualcuno era arrivato in obitorio.
Tru comparve qualche secondo dopo, con il fiatone.
«Davis devo parl... Ah, ciao Carrie! Scusate se ho interrotto
qualcosa, ma devo
parlarti assolutamente...».
«No, non preoccuparti Tru!» disse Carrie.
«Vado via
subito, se il lavoro vi chiama».
Tru le sorrise.
Carrie tornò a Davis. «Allora ti aspetto questa
sera... Ciao».
«Emh... Ciao!» rispose lui, con la sua solita
goffaggine.
«A presto, Tru!» fece Carrie andandosene.
«Ciao!» disse lei, entrando nell’ufficio.
«Cosa succede?» chiese subito Davis.
«E’ successa una cosa incredibile: è
cambiato
tutto!!» spiegò Tru.
«In che senso? Come “E’ cambiato
tutto”?» chiese
Davis, sorpreso.
«Jack deve... deve aver fatto qualcosa... Oggi Linda
è stata vittima di una rapina...».
«Ed è morta?! Non è per questo che era
morta nel tuo
giorno 1?».
«E’ morta, ma non in questa rapina!! Il fatto che
nel giorno 1 non c’è stata nessun’altro
tentativo di rapinare Linda, a quanto
sappiamo. Harrison ce lo avrebbe detto!!».
«Non può esserselo dimenticato o più
semplicemente
non saperlo?» chiese l’uomo.
«No, non credo» rispose Tru.
«Non lo troverei così difficile, però!!
Tu parli
poco con tuo fratello delle tue giornate rivissute!! Se lo rendessi
più
partecipe potrebbe aiutarti meglio... come potrebbe farlo
Carrie!!».
«Davis, non credo sia il momento di cominciare
adesso il discorso!».
«Hai ragione... Quindi, spiegami bene cosa è
successo...» fece Davis.
«Prima di tutto quando sono arrivata al Gray Market
Jack era già lì! Come poteva? Nel giorno uno di
Harrison sappiamo che non ho
mai incontrato Jack fino alla rapina, altrimenti sarei riuscita ad
evitare che
sabotasse il mio piano!!».
«Si vede che Jack ha cambiato i suoi piani...».
«Come? E perché? Lui non può sapere che
mio fratello
ha rivissuto la giornata, a meno che...».
«No, Tru. E’ una cosa impossibile...».
Davis aveva
capito il pensiero di Tru. «Jack non può essere
l’opposto di tuo fratello!!».
«E perché?» chiese Tru.
«Perché devono essere due... opposti!».
«Credi che il fatto che Jack abbia cercato di far
morire Harrison una volta non abbia dato motivo a mio fratello di
odiarlo tanto
da diventare il suo opposto?» fece Tru.
«Forse non hai capito... Gli opposti devono essere
perfettamente agli antipodi!! Guarda le differenza fra Jack e te: per
cominciare siete uomo e donna, e questa non credo sia un differenza da
poco...»
rispose Davis, preso dal discorso.
«Ma come facciamo a trovare l’opposto di Harrison,
allora?!» domandò Tru.
«Non credo dovremmo occuparci di questo, ora...».
«E invece sì, Davis! Rifletti: Harrison ha
rivissuto
la giornata!!» esclamò Tru, scandendo le parole.
«Cosa vuol dire questo? Che ho
perso il mio potere? Cosa mi accadrà?».
«Non dimenticarti che anche tu stai rivivendo una
giornata in questo momento, quindi il tuo potere non è
andato perso, credo...»
disse Davis.
Tru rimase immobile, a pensare.
«Tru...» fece Davis, con voce affettuosa.
«So che
non è una cosa facile e che questa volta è la tua
vita a dover essere salvata e
se...». Davis non era sicuro di voler finire quella frase.
«... vuoi rinunciare
a salvare questa donna, non faticherò a capire il
perché lo hai fatto!».
Tru guardò il capo negli occhi. «Io
salverò Linda
Gordon e salverò anche me stessa, con l’aiuto tuo
e di mio fratello!».
«E visto che non riesco a capire cosa Jack abbia in
mente, devo aspettare fino all’ultimo»
spiegò la donna.
«Cosa vuoi fare, Tru?» chiese Davis preoccupato.
«Visto che Jack non riesco a capire cosa abbia in
mente di fare Jack, e visto che l’unica cosa della quale sono
certa è che dovrà
far si che tutto accada come nel giorno 1...». Tru prese il
suo giubbetto di
pelle e cominciò a rivestirsi.
«Aspetterò fino a questa sera, andrò a
quel
supermercato e aspetterò che avvenga la rapina!».
Davis sentì un brivido lungo la schiena. «Tru, no!
E’ troppo pericoloso!! Ti devo ricordare che questa volta
c’è in gioco anche la
tua di vita?».
«E’ l’unico modo per salvarla,
Davis...» rispose
lei, prima di andarsene.
Ore 19.02
Qualcuno bussò alla porta della casa di Linda
Gordon.
La donna uscì dalla cucina e si diresse
all’ingresso
del suo appartamento e guardò chi c’era dietro la
porta. Staccò la catena ed
aprì.
Sulla porta stava sorridente Jack Harper. «Ciao!»
disse.
«Ciao!» fece Linda, invitandolo ad entrare.
«Tieni...». Jack entrò in casa con un
regalo. «Ho
portato una bottiglia di champagne per questa sera!».
«Mhh...» commentò Linda. «Si
annuncia una serata
piena di sorprese...».
«Non sai quante!» aggiunse Jack, sorridendo.
Ore 19.06
Tru si fermò proprio davanti al Gray Market ad
aspettare.
Entro venti minuti circa sarebbe arrivata Linda
Gordon e, ne era sicura, anche Jack.
Tru fissò il uso orologio, impaziente: ora segnava
le 19.07
Jack tornò dal bagno e
subito si diresse in cucina
per aiutare Linda Gordon a preparare la cena.
«Potresti passarmi il sale?» chiese Linda.
Jack si guardò intorno e lo trovò.
«Ecco, tieni!».
Linda prese il sale e per un attimo toccò la mano di
Jack: era da tempo che non provava un brivido del genere passarle lungo
la
schiena.
Jack la fissava con i suoi occhi profondi.
Le mani si staccarono: Linda sembrava combattere
quel sentimento.
«Credo...» fece Jack, imbarazzato. «Credo
che...».
Alla fine vide la bottiglia di champagne lì in cucina e
tutto fu pronto: erano
le 19.08.
Aveva calcolato il tempo che ci voleva dal Gray
Market alla casa di Linda ed ora era il momento di agire.
«Credo che andrò a portare di là lo
champagne...»
disse. Prese la bottiglia e si diresse in soggiorno.
Giunto alla tavola apparecchiata, prese un coltello
e fece un lungo sospiro. Senza pensarci ancora, lo avvicinò
alla mano e si fece
un taglio.
Non gli era mai capitato di doversi fare del male
per far si che una vittima morisse. Ma questa volta la posta in gioco
era più
alta: non doveva solo far morire Linda, ma anche Tru. Le conseguenze se
fossero
state vive tutte e due sarebbero state enormi. E se questo significava
un
piccolo taglio sulla mano, era disposto a farlo.
Linda in cucina sentì un forte rumore: un vetro si
era rotto. Subito corse in soggiorno e vide Jack seduto per terra, tra
i vetri
della bottiglia dello champagne che si era rotta.
«Aah!» urlò Jack, mostrando a Linda la
mano
tagliata.
«Mio Dio! Come stai?!» chiese la donna, gettandosi
ad aiutarlo.
«Devo essermi tagliato con un vetro...».
«Fammi vedere...» fece lei, prendendogli la mano.
Jack fece qualche smorfia di dolore.
«Esce molto sangue...» disse Linda. «Ci
vuole del
disinfettante e qualche cerotto... Vado a prenderli in bagno».
«Grazie...» rispose Jack.
Linda si diresse in bagno a prendere i cerotti, ma
Jack sapeva che non li avrebbe trovati: quando era andato in bagno li
aveva
presi e li aveva nascosti in tasca, assicurandosi così che
Linda non li
trovasse.
La donna tornò poco dopo. «Non capisco dove siano
finiti i cerotti...» disse. «Ero sicura di averli!
Comunque ora disinfettiamo
la ferita...».
«Se vuoi, posso andare a prenderli qui al Gray
Market... non ci metterò molto!» fece Jack.
«Va bene, ma verrò con te» disse Linda.
«Non lascerò
che un ospite a casa vada a comprarsi i cerotti!! Ti
accompagnerò io...».
«Grazie!» disse Jack. «Speravo venissi
con me...».
Linda sorrise. Jack pure: il suo piano aveva
funzionato.
Volevo ringraziare ancora Hikary e
Lyrapotter per le
loro recensioni, specialmente per quella di Hikary del capitolo 4, mi
è stata
molto d’aiuto. Come avrai notato, ho cercato di inserire meno
punti esclamativi
possibili (non so se sono ancora troppi... hihi) e mi scuso per
l’errore che ho
fatto con la frase di Jack. All’inizio ero anche io restio a
inserirla, ma
messa così creava più suspance: giuro che non
farò più l’errore di cambiare il
comportamento di un personaggio solo per creare più
interesse nella storia!!
Per quanto riguarda le tue
supposizioni sull’opposto
di Harrison, con questo capitolo avrai ristretto il campo a Every, ma
ti dico
una cosa: gli autori di Tru Calling hanno detto che è stato
solo un caso che il
padre e la madre di Tru fossero sposati, perché sarebbe un
annullamento delle
forze... Quindi si riapre ancora il gioco. Ti svelo, però,
che prestissimo si
scoprirà il nome dell’opposto di Harrison.
Per quanto riguarda il fronte
“relazione Tru-Jack”
ti dico che qualcosa accadrà, ma non lo si vedrà
subito, ma in un doppio
episodio davvero speciale che ho messo come finale di stagione, dove si
scoprirà anche il passato di Jack e i segreti dei suoi
legami con Carrie,
Richard e Jensen (credo di aver fatto un buon lavoro con il passato di
Jack, ma
giudicherete voi presto)!!
Spero di aver stuzzicato la vostra
curiosità verso i
miei piani sulla mia fanfiction e spero anche vi sia piaciuto anche
questo
capitolo!! E come dico sempre... Recensite!!
A presto!!