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Autore: Mari24    15/08/2013    3 recensioni
dal capitolo 6: "Quando era rientrata dal matrimonio aveva staccato il cellulare e si era buttata sul letto. Voleva solo restare sola e pensare.
Accendendolo trovò due messaggi di Lanie che le chiedevano come stesse, ma nessuna chiamata o messaggio da parte di lui.
Si passò una mano fra i capelli, ancora incredula di aver combinato quel casino e aver mandato in fumo tutti i suoi miglioramenti."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Quarta stagione
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Kate tornò a casa in una mezz’ora. Castle aveva provato a chiamarla ma lei non aveva risposto. Aveva bisogno di stare da sola ora.

Con quello che era appena successo, e che sicuramente sarebbe andato avanti se non fosse tornata Alexis, aveva davvero fatto un bel passo avanti.

Ma se fosse stato troppo affrettato? Se fosse stata spinta solo dal desiderio di stare con lui? Non le sembravano buoni motivi per ciò che aveva appena fatto.

Fece una doccia veloce e si mise a letto.

Era mezzanotte ma non aveva per nulla sonno. Voleva sentire lo scrittore ma conoscendolo si sarebbe catapultato a casa di Beckett e almeno per questa notte doveva fare ordine nella sua testa.

Forse era stata troppo dura a non rispondere alle sue chiamate, così decise di scrivergli un sms, almeno gli avrebbe fatto capire che non era arrabbiata.

Non pensando a niente di meglio gli augurò solo la buona notte e la risposta dello scrittore non si fece attendere.


Buona notte anche a te, Kate. Ricordati… Always.”


Aveva usato il suo nome e l’always. Questo significava molto per Kate. E significava anche che questa volta ne avrebbero dovuto parlare.

Decise che il giorno dopo sarebbe andata dal Dottor Burke.

Con quei pensieri Kate si addormentò.


Castle era rimasto in ansia fin quando le porte dell’ascensore si erano chiuse. Aveva pensato di prendere le scale, ma la conosceva, non gli avrebbe parlato. Ciò non gli impedì però di tempestarla di telefonate.

Era preoccupato. Forse avevano fatto una cosa di cui si sarebbero pentiti, di cui forse lei non era ancora pronta.

Si preparò un bicchiere con dello scotch e lo portò in camera sua.

Si sedette sul letto e lo bevette tutto d’un sorso, quando sentì il cellulare squillare. Era la buona notte di Kate.

Quel messaggio lo illuminò.

Forse c’era ancora speranza. Forse lei non era arrabbiata con lui ma aveva bisogno di stare sola per quella notte, per elaborare il tutto.

Le scrisse always alla fine. Era certo che lei avrebbe capito.

Con questa nuova speranza si coricò e in poco tempo riuscì ad addormentarsi.


Era troppo presto quando il cellulare di Kate squillò.

Lo sapeva. Quando chiamavano a quell’ora assurda c’era un omicidio. Infatti era Esposito. Appuntatasi l’indirizzo Kate saltò fuori dal letto, ma avrebbe voluto ritornarci subito.

Erano le 5.30 anche per lei dopo tutto.

Si vestì veloce. Mise l’orologio di suo padre al polso e la collana con l’anello di sua madre al collo. Inserì la pistola nella fondina e fu pronta ad andare.

Quando prese il cellulare in effetti si rese conto che non aveva chiamato Castle.

Facendo un respiro profondo compose il suo numero.

-“Pronufrghsjfcb?”- chiese la voce addormentata di Castle.

-“Castle?!”- chiese a sua volta Beckett.

-“Kate? Perché mi chiami a quest’ora? Stai bene?”- continuò lo scrittore investito da tutte quelle domande.

-“Si, si! Sto bene. C’è stato un omicidio. Volevo… volevo avvisarti!”- disse, ma in realtà un sorriso le spuntò sul visto appena lui l’aveva riempita di domande pensando che non stesse bene.

Era carino. Era protettivo nei suoi confronti.

-“Oh… arrivo subito! Mi lasci l’indirizzo?”-

Kate gli diede l’indirizzo e appena chiusero lei si diresse verso il luogo del delitto e Castle iniziò a prepararsi.


Quando anche lo scrittore arrivò la scena che gli si presentò era piuttosto strana: un uomo era caduto da un palazzo, atterrando sul bancone della frutta, ed era completamente….

-“…nudo!”- esclamò Castle.

-“Però! Perspicace eh?!”- lo punzecchiò Lanie.

Kate ridacchiava sotto i baffi. Se c’era una donna di cui Castle aveva timore oltre lei, era senz’altro Lanie.

La mattinata passò veloce, interrogando sospettati e iniziando a compilare la lavagna bianca. Dovette anche rinunciare alla visita dal dottor Burke.

Questo caso le avrebbe occupato tutto il giorno.

Castle avrebbe voluto parlare con lei di quello che era successo la sera precedente, spiegarle che non voleva forzarla in alcun modo, ma con le indagini non c’era stato un momento libero, fino quando Kate andò a prepararsi una tazza di caffè.

Era davvero stanca.

Aveva dormito poco la notte prima e anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce ripensava a Castle e a quei momenti a casa sua.

Si stava preparando il caffè quando si scottò il pollice, troppo vicino alla macchinetta.

-“Lascia, ci penso io!”- disse lo scrittore entrando nella stanza.

-“No, no! Ce la faccio!”- rispose Kate sicura, ma Castle le prese delicatamente la tazza dalle mani e iniziò a trafficare con la macchina.

Kate si fece silenziosamente da parte osservando con quanta cura lui le stesse preparando un semplice caffè.

Quando ebbe finito le porse la tazza fumante con il suo prezioso liquido scuro all’interno.

Le loro dita si sfiorarono appena, ma quel tanto giusto per far riaffiorare in loro i ricordi della notte precedente, di come si erano baciati, di come si erano toccati e di quanto si fossero desiderati.

-“Grazie.”- mormorò a bassa voce la detective.

Castle le sollevò il viso avvicinandosi di più a lei.

-“Beckett, senti… per quanto riguarda ieri…”- iniziò lo scrittore, ma venne interrotto da Esposito che entrò nella saletta.

-“Yo, Beckett! C’è una cosa… che devi vedere!” – disse il guapo incerto vedendo che scrittore e musa erano troppo vicini ma che con il suo arrivo si erano separati alla velocità della luce.

-“Ho…interrotto qualcosa?!”- chiese cercando di trattenere un sorrisetto malizioso e pensando che probabilmente avrebbe aumentato la posta sul giro di scommesse.

-“No!”-

-“Si!”- risposero contemporaneamente.

Kate fulminò Castle e vide sempre quella risatina sul volto di Esposito.

-“Cosa volevi farmi vedere?”- chiese la detective schiarendosi la voce e dirigendosi verso il collega.

-“Siamo stati a casa dell’amico della vittima, quella specie di gigolò che ci ha provato con te durante l’interrogatorio…”- iniziò Esposito .

L’aveva detto apposta, l’aveva detto per vedere la reazione di entrambi, e come volevasi dimostrarsi Kate spalancò gli occhi e Castle irrigidì la mandibola.

Sorridendo soddisfatto fra sé e sé continuò:

-“…e guarda cos’ho trovato!”- disse facendo sventolare un quadernetto nero.

Kate lo prese e vide che c’erano foto di tutte le ragazze con il quale era andato a letto.

Beckett non poteva credere che certa gente fosse così. E per di più questo “grande seduttore” era pure bruttino!

La detective si diresse verso la sua scrivania e poggiato il caffè accanto a lei, iniziò a controllare se ci fosse qualcosa di utile nello scatolone che Esposito aveva riempito.

Castle invece si accomodò nella sedia vicino a lei e iniziò a sfogliare il libretto.

Ogni tanto ridacchiava ma quando vide un volto che lui conosceva, sgranò gli occhi.

Per fortuna Ryan era più concentrato sulla ciambella che Esposito stava mangiando sennò avrebbe visto tutto.

Quando i due amici si allontanarono, litigando sulla ciambella, Castle chiese:

-“Beckett. Quando hanno iniziato a frequentarsi Ryan con Jenny?”-

-“Non lo so. Mi pare nel 2009 verso aprile. Perché?”- chiese continuando a frugare nella scatola alla ricerca di qualche indizio.

Castle si guardò intorno assicurandosi di non essere visto e velocemente girò il libretto verso la detective.

Kate guardò la foto e ci mise qualche istante a capire che si trattava proprio della futura sposina.

-“Oh mio Dio!! È Jenny!!”- esclamò a bassa voce.

-“Si e guarda la data. Quando Jenny stava con Ryan ha frequentato anche il nostro amico!”-

Kate non poteva crederci. Il giorno dopo Ryan si sarebbe sposato con lei.

-“Sicuramente c’è una spiegazione a tutto questo. E non sono affari nostri!”- disse guardandolo minacciosamente.

Sapeva che Castle era peggio di una donna quando si trattava di gossip.

Ma purtroppo non aveva calcolato che Esposito, saputo di Jenny, voleva dirlo a Ryan, al suo partner, e proprio quando sembrava che stesse per svuotare il sacco, Ryan li anticipò chiedendo se anche la sua futura moglie fosse segnata in quel libretto.

Alla fine Jenny gliel’aveva detto e l’irlandese spiegò che in quel periodo loro due non avevano ancora una relazione esclusiva.

Castle guardò intensamente Kate.

Una relazione esclusiva. E loro due cos’erano?

Doveva parlarle assolutamente. Non poteva continuare così.

A sera inoltrata riuscirono a trovare l’assassina e a sbatterla in prigione.

Così mentre Castle l’aiutava con il cappotto esclamò:

-“Sai sono contento che Jenny abbia rivelato il suo segreto a Ryan.”-

A Kate si strinse lo stomaco. Anche lei aveva un segreto.

Cercò di non dare a vedere la sua preoccupazione e disse:

-Oh Castle, if we were getting married, would you want to know all the guys that I’ve slept with?”-

-“All??”- chiese Castle alzando un sopracciglio.

-“Seriously? You sign women chests at book readings, you cannot be shocked that I’m not a vergin!”- disse sorridendo maliziosamente.

-“It’s just the word ‘all’, suggests…’a lot’. How many are we talking, exactly?”-

-“Are you really asking for my number?”-

-“You show me yours, I’ll show you mine!”-

Kate scosse la testa divertita, mordendosi il labbro inferiore.

-“Men! You all wanna know, but you don’t wanna know!”- rispose lasciando lo scrittore senza parole con sicuramente molta curiosità addosso.

Prese la sua borsa e si avviò verso l’ascensore sapendo bene che Castle la stava seguendo con gli occhi.

E fu lì che lo scrittore decise di agire. O adesso o mai più.

Beckett stava entrando nell’ascensore quando lui l’affiancò.

-“Kate, oggi non abbiamo avuto tempo. Il caso e tutto il resto, lo capisco. Ma ho davvero bisogno di parlarti. Andiamo a prendere qualcosa all’Old Haunt. Mangeremo un boccone e beviamo qualcosa. Solo…per parlare.”- disse Castle.

Non voleva forzarla a fare qualcosa che non voleva ma questa volta avrebbero dovuto parlare di ciò che era successo la sera prima.

Beckett non sapeva cosa dire.

Accettare significava che avrebbero parlato anche del bacio sotto copertura e probabilmente anche della sua confessione in punto di morte. Ma sapeva che se non avesse accettato Castle non l’avrebbe lasciata in pace.

Annuì e appena le porte dell’ascensore si aprirono, si diressero in silenzio verso la macchina di Castle, che li avrebbe portati al locale.



ANGOLO MIO: Ciaooo! e Buon Ferragosto... dunque non ho da dire quasi nulla se non che la storia seguirà i casi a partire da quello del matrimonio di Ryan ma non verranno calcolati più di tanto! u.u  bon a presto... magari se la concludessi sarebbe meglio! xD

   
 
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