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Autore: raptasum    16/08/2013    7 recensioni
Liam Payne ha ventidue anni, lavora come bagnino alla piscina comunale coperta di Kilkenny, Irlanda.
E' un lavoro noioso, davvero noioso.
Fino a quando a quattro ragazzi non viene l'idea di gettare in acqua un piccolo moro che non sa nuotare...
[Ziam, accenni Niam-Ziall, lifeguard!Liam, writer!Zayn]
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Voglio rivedere Zayn Malik, voglio rivederlo assolutamente si disse, ben deciso a raggiungere il suo obiettivo.
E magari testare quella bocca da pompino che si ritrova.
***
Liam arrivò a casa, sistemò la bici nel garage stando attento a non sfiorare la BMW del padre, chiuse la saracinesca ed entrò nella villetta bianca.
- Sono a casa! – urlò, come al solito non ricevette una risposta. Ma ormai era abituato.
Il padre era sempre chiuso nel suo studio, immerso fino al collo di carte e documenti vari, mentre la madre lavorava a pieno regime per la banca.
Insomma, Liam era cresciuto praticamente da solo, ed essendo figlio unico non aveva nemmeno qualcuno con cui passare le giornate senza scuola.
Si buttò sul divano, assaporando il silenzio della casa; certo, era un ragazzo socievole ed estroverso, ma amava anche stare da solo, in particolare accompagnato da un libro e una tazza di cioccolata calda bollente.
Liam si definiva un amante del cioccolato, gli piacevano tutti i tipi, dal fondente più puro al più candido che esisteva, passando per l’aromatizzato al peperoncino, all’arancia e quello strano cioccolato arancione comprato in Italia, a Ischia, al limone.
Non avrebbe potuto vivere senza quel dolce.
Stette un po’ sul divano, ripensando al pomeriggio che aveva trascorso con Zayn Malik: era sicuro di averlo già visto altrove, ma non riusciva a ricordare dove.
Devo farmi una doccia si disse Liam. Portò il borsone in camera, lo appoggiò a terra di fianco al letto e si chiuse in bagno: si spogliò di nuovo, si infilò subito nella doccia aprendo il getto, lasciò l’acqua calda scorrere lungo il suo corpo; certo, era metà luglio, ma nella ventosa Kilkenny, in quel periodo, nelle giornate più calde si sfioravano i 20 gradi.
Uscì dal box, si avvolse un asciugamano intorno ai fianchi, mentre con un altro si frizionava i capelli per farli asciugare.
Ah, ci voleva esclamò tra sé intanto che chissà se Zayn mi ha ascoltato e si è fatto una doccia rientrava in camera per vestirsi; rimpianse di aver lasciato la sua felpa a Zayn, ma sapeva che ne aveva bisogno, e poi era sempre meglio prestarla al bel moro invece che a una delle galline che lo corteggiavano da secoli.

Zayn aveva ascoltato il consiglio, o meglio l’ordine, di Liam e si era fatto anche lui una doccia calda.
Il calore gli entrò dritto nelle ossa, allontanando tutto il gelo che, con il vento, si era fissato sulla sua pelle scura.
E sotto il getto, non poté non tornare con la mente a ciò che era accaduto tra lui e il ragazzo che gli piaceva da secoli.
Non sapeva che Liam lavorasse alla piscina d’estate, e da una parte l’episodio di bullismo di cui era stato la vittima era positivo, almeno per il moro.
Aveva conosciuto il castano alle superiori: era al suo primo giorno, non conosceva nessuno salvo il suo migliore amico Logan; e quando Logan aveva salutato un ragazzo più grande con un amichevole “Ehi, Liam!”, il Liam in questione aveva sfoderato un grande sorriso.
Ed era stato quel sorriso a far capitolare Zayn Malik.
Quello stesso che aveva avuto l’onore di osservare per tutto il pomeriggio: il viso era cambiato, dopotutto erano passati sette anni, ma quando le labbra del castano si tendevano, svelando una fila di denti bianchissimi, Zayn rivedeva il ragazzo di cui si era perdutamente innamorato.
Finita la doccia si avvolse in un caldo accappatoio, si sentiva già meglio: si rivestì, mettendo la solita tuta sgualcita che utilizzava per stare in casa e una maglietta bianca, e stava per infilarsi anche una felpa quando ricordò che Liam Payne, bagnino ventiduenne della piscina comunale di Kilkenny, Irlanda, gli aveva ceduto la sua.
Non mi sembra giusto usarla, visto che non è mia pensò il moro ma al diavolo, è così calda e profumata la usò comunque dopotutto è quella di Liam, devo sfruttarla la mise comunque.
Si gettò a peso morto sul letto, agguantò il cellulare che, fortunatamente, aveva lasciato a casa; se l’avesse avuto in tasca, ora sarebbe già andato in cortocircuito.
Avrei dovuto farmi dare il numero da lui, stupido stupido Zayn imprecò, si era lasciato sfuggire un’occasione d’oro per avere quel tanto sospirato numero, e invece aveva guadagnato “solo” una felpa, la quale, quasi certamente, non sarebbe tornata dal suo proprietario.
E quindi i due non si sarebbero più rivisti.
Troppe emozioni avevano scosso il piccolo diciannovenne, che, accoccolato sul suo letto e tenendosi stretto l’indumento dell’amato, si era addormentato profondamente.
Faceva sempre così, quando succedeva qualcosa di troppo adrenalinico o incredibile Zayn scivolava nel sonno, ovunque egli si trovava; spesso incappava in incubi, da cui usciva urlante e, nel peggiore dei casi, piangente; ma quella volta, il suo inconscio visualizzò due grandi occhi marroni, un viso sorridente e un corpo da favola, o più precisamente da bagnino.

Spero di rivederlo pensò Liam, steso sul divano intento a fare zapping da un canale all’altro.
Spense il televisore, nulla aveva attirato la sua attenzione in modo da fargli dimenticare, almeno per un secondo, le iridi scure e profonde che aveva fissato insistentemente tutto il giorno.
Non che volesse dimenticarle, ovviamente.
Ma almeno distrarsi per qualche minuto.
Capitò per caso su un canale vintage,che in quel momento trasmetteva Grease: ed è appena iniziato notò, appena le note di Summer Nights invasero il salotto.
Solo alla fine della canzone realizzò che, per tutta la durata della melodia, si era immaginato insieme a Zayn.
Che idee malsane ti stanno venendo? si riprese da solo Liam, una parte di lui avrebbe voluto continuare  guardare il film, mentre l’altra voleva a tutti i costi cambiare canale: ascoltò la prima, e intanto che le Pink Ladies spettegolavano su Danny, andò in cucina aprendo un pacchetto di patatine e svuotandolo in una ciotola di plastica; prese poi una birra (usava sempre l’alcol per dimenticare qualcosa, certamente non in dosi esagerate, ma quello che bastava a fargli balbettare cose insensate) dal frigorifero, lo richiuse con un colpo di fianchi e si ributtò sul divano con il cibo per godersi al meglio quel musical capolavoro.

- Zayn… baciami, ti prego, non posso aspettare…– esclama Liam, prende per i fianchi Zayn sbattendolo contro un muro.
- Con piacere, Lee… - si avventa sulle labbra del castano, sempre più vicino…

… e cadde dal letto.
- Zayn? Tutto bene? – strepitò sua madre dalla cucina, lui mugugnò un “Tutto okay” massaggiandosi il naso, la mano ancora coperta dalla felpa grigia.
Troppo bello per essere vero si disse Zayn, si ristese sul materasso mettendosi a fissare il soffitto spero di riuscire a baciarlo un giorno bianco candido.
Annoiato, si alzò per poi sedersi subito dopo sulla sedia girevole davanti alla scrivania di legno scuro: doveva ancora iniziare i compiti delle vacanze, il moro.
Ed era abbastanza indietro rispetto ai suoi coetanei, dal momento che non aveva nemmeno dato una sbirciata a ciò che le professoresse gli avevano rifilato.
Aprì il vecchio diario scolastico, e subito tre titoli di libri gli saltarono agli occhi: il primo era L’importanza di chiamarsi Ernesto, di Oscar Wilde; il secondo era Don Chisciotte, Miguel de Cervantes; mentre il terzo, Robinson Crusoe, Daniel Defoe.
Zayn aveva già letto l’ultimo di questi,non gli rimaneva che cercare gli altri due.
Si alzò, andò in cucina dalla madre e, dopo essersi seduto sul bancone, ruppe il silenzio.
- Ma’, abbiamo L’importanza di chiamarsi Ernesto e Don Chisciotte in casa? – chiese, la donna si girò interrogativa. – Mi servono per le vacanze scolastiche…
- Non credo, o perlomeno non credo che abbiamo Don Chisciotte… no, non ce l’abbiamo – rispose, dopo aver fatto mente locale e aver ripassato nella testa tutti i classici che avevano in casa. – Puoi andare a comprarlo, no?
- Non vedo altro modo di averlo… ci vado subito, così non mi dimentico. – Zayn tornò in camera, si cambiò i pantaloni e la felpa (quest’ultima molto a malincuore), prese cellulare e portafoglio ed uscì, diretto verso la libreria in centro.
Una raffica di vento lo fece barcollare, leggero com’era: recuperò quasi subito l’equilibrio, riprese a camminare vero la  via principale di Kilkenny.

Quando il film finì, dopo circa due ore, la canzone finale fece risvegliare Liam, che si era assopito verso la metà del musical.
Guardò l’orologio, segnava le otto di sera, decise di alzarsi per mangiare qualcosa di leggero: entrò nella grande cucina, come sempre vuota, e intanto che faceva tostare il pane lo sguardo si spostò sulla grande finestra che dava sulla strada.
E nello stesso momento in cui guardava fuori, un piccolo moro con una felpa blu passava davanti a casa sua.
Che ci fa Zayn fuori? pensò subito Liam, mi sembrava di avergli detto di rimanere in casa si infilò e allacciò le scarpe, che si era levato prima, in tutta fretta precipitandosi poi fuori.
- Zayn! Ehi, Zayn! – si mise ad urlare come un invasato, tutti i passanti si girarono nella sua direzione tranne Zayn.
Oh, fanculo iniziò a  camminare velocemente nella direzione del moro come ha fatto a non sentirmi? che, nel frattempo, stava estraendo l’iPod cambiando canzone.
Finalmente Liam riuscì ad arrivare di fianco a Malik, e solo lì realizzò che il più basso stava ascoltando la musica; gli sfiorò un gomito, per attirare la sua attenzione, ma servì solo a farlo spaventare.
- Ehi, ehi, tranquillo! – cercò di calmarlo, e quando vide che il moro si era tolto una delle cuffiette, riprese a parlare più tranquillamente, persino dolcemente, senza rendersene conto. – Sono io, vedi?
- Liam? Come… come hai fatto a trovarmi?
- Sei passato davanti a casa mia, mi sembrava di averti detto di rimanere al caldo, che fai qua fuori? – Zayn si passò una mano tra i capelli, visibilmente in imbarazzo, avrebbe dovuto ascoltare Liam e invece era uscito subito per uno stupido libro.
Ma si sentiva fortunato, dopotutto, se non si fosse intestardito con i compiti non avrebbe incontrato di nuovo il bel bagnino.
- Io… devo andare a comprare un libro per la scuola… - balbettò, il castano sorrise per poi prendere l’auricolare libero e portarselo all’orecchio, chiuse gli occhi seguendo la melodia con la testa, conosceva quella canzone, la ascoltava sempre quando andava a scuola.
- Questa è River Flows In You, vero? – domandò, l’altro annuì arrossendo ancora di più. – La adoro.
 - Già, è molto bella, mia madre la suona sempre al pianoforte, mi incanto sempre ad ascoltarla… - e così sua madre suona, eh? Un altro passo per conoscere il misterioso Zayn Malik.
- Wow, tua madre suona il pianoforte? Comunque… che libro stai cercando?
- Don Chisciotte, non ce l’ho e devo leggerlo entro settembre visto che mi hanno bocciato. – bocciato? Seriamente?
- Forse ce l’ho io, se vuoi te lo presto! – il viso di Liam venne illuminato da un grande sorriso, il moro si voltò nella sua direzione guardandolo sorpreso, gli occhi scuri spalancati.
- Da-davvero? Ma mi hai già prestato la felpa, e non voglio pesarti troppo, insomma, mi conosci a malapena--
- Non importa, me li ridarai tutti e due. Forza, andiamo, il tempo fa anche schifo e se non sbaglio tra poco dovrebbe piovere. – non erano molto lontani dall’abitazione di Liam, non appena si voltarono invertendo la direzione cominciò a piovigginare: la pioggia, man mano che i secondi passavano, diventava sempre più forte tramutandosi così in un temporale in piena regola.
A Kilkenny non c’erano quasi mai temporali, pioveva leggermente quasi tutti i giorni: i due giovani riuscirono ad arrivare all’abitazione del castano senza infradiciarsi troppo, entrarono quasi di corsa e Zayn si chiuse la porta alle spalle.
- Questa è casa tua? – domandò Zayn, scuotendo i capelli umidi per asciugarli.
- Esattamente. Accomodati, io vado a cercare il libro. – si sedette sul divano, mentre Liam saliva al piano di sopra entrando nello studio del padre.
- Sei tu, Liam? – la voce dell’uomo, seduto dietro una scrivania e immerso in un mare di carte e documenti, arrivò cristallina alle orecchie del castano.
- Sì, devo cercare un libro per un amico, non faccio nulla di male. – si avvicinò all’enorme libreria, che girava tutt’intorno alla stanza coprendo ogni parete: arrivò alla sezione Classici, scorse velocemente i nomi fino ad arrivare alla D, Don Chisciotte; e lì trovò una copia del libro, perfettamente conservata. – Ecco qui, ho trovato. Buon lavoro. – il giovane sospirò dopo non aver ricevuto nessuna risposta, si chiuse la porta alle spalle e indossò la maschera da ragazzo tranquillo e pacifico che usava tutti i giorni con quelli che incontrava; ma dentro, nella mente, era tutto il contrario.
Si fermò sul fondo delle scale, per spiare cosa Zayn stesse facendo: e sorrise quando lo vide curiosare tra i soprammobili, un piccolo diciannovenne curioso come un bambino di cinque anni.
Il moro sentì i passi di Liam che si avvicinavano a lui, e, imbarazzato come al solito, si voltò, annegando in quelle iridi calde ed accoglienti che lo avevano stregato sin dall’inizio.
- E-ehi, Liam… io non stavo facendo niente, lo giuro, stavo solo guardando delle foto e--
- Sei sempre così teso, accidenti! – rise il castano – dovresti rilassarti, non ti mangio! – Malik accennò un sorriso, prese il libro che l’altro gli porgeva gentilmente.
- Allora io vado, eh? Grazie del libro e della felpa, te li renderò il prima possibile. – si avviò verso la porta, ma una grande mano lo prese per il polso tirandolo all’indietro.
- No, tu non vai da nessuna parte! Piove a dirotto, non voglio che tu ti ammali. – e soprattutto non voglio lasciarti andare ora che ti ho ritrovato aggiunse Liam mentalmente - Rimani qui.
- Sul serio, devo andare a casa, sono di disturbo… - cercò di sfuggire alla presa di Payne, ma questo spostò le mani sul collo della felpa di Zayn avvicinandolo a sé, quasi petto contro petto, azione che fece rabbrividire di emozione entrambi.
- Ho detto che tu rimani qui. – ringhiò Liam, con un tono possessivo e persino vagamente violento, il quale non gli apparteneva per niente.
E Zayn non trovò niente da ridire.





Bella a tutti...


Devo dire che ho aggiornato davvero velocemente, mi sento realizzata :')
Il piccolo Zayn è sempre più innamorato di Liam, e come biasimarlo?, Payne è un ragazzo da sposare.
E quest'ultimo, intanto, si sta interessando al bel moretto.
D'altronde sono anime gemelle, è perfettamente logico che si attraggano.
Chiedo perdono in anticipo per il fatto che non aggiornerò per le prossime settimane, in quanto, fino alla fine di agosto, sono fuori città (e per un periodo anche fuori Italia, YAAAAY) per vacanze: quando tornerò mi metterò all'opera per riportarmi in pari.
Quiiiindi, se tra voi ci sono ragazze (che ovviamente seguo) che stanno scrivendo Long o hanno in programma di pubblicare OS, dovrete aspettare un po' per ricevere le mie
fantastiche recensioni, lo so che vi mancherò moltissimo v.v (viva la modestia)
Twitter e Tumblr sono qui come al solito, e ci sentiamo prossimamente <3


Amy xx
  
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