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Autore: JeffMG    16/08/2013    0 recensioni
Una storia d'amore tra due giovani donne, ambientata nell'antico Giappone
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo anni pubblico il secondo capitolo, sono sempre in ritardo ahah.
Buona lettura! Spero vi piaccia.


Sakura.
 
Due ombre apparvero lungo le pareti di uno stretto corridoio. 
Misaki seguiva la luce della lanterna ad olio che la compagna teneva in mano.
Ella doveva conoscere molto bene ogni angolo di quella casa
per muoversi con tanta sicurezza. 
Una porta di legno antico segnò la fine del corridoio. 
Il pavimento scricchiolò al passaggio degli zoccoli di Itsuko.
Si guardò preoccupata attorno per aver fatto rumore e portò l'indice alle labbra,
in segno di silenzio. 
 
“Questa è la tua stanza.
Vai a dormire, domani sarà un nuovo giorno e avrai 
bisogno di forze”  
 
 
Sotto il tremolio della luce della lanterna riusciva a scorgere il suo profilo 
e mentre quelle parole prendevano vita fuori dalla sua bocca, 
la giovane myuzu sembrava possedere i modi della padrona. 
Misaki soffocò delle domande che le affioravano nella mente, 
le avrebbe conservate per l’indomani, per un momento opportuno. 
Entrando nella stanza notò che sopra ad una sedia vi era una vestaglia di seta;
Ma-O l’aveva piegata per lei sotto ordine delle padrona. 
Misaki si tolse gli stracci che aveva indosso e si fece  
accarezzare la pelle da quel tessuto così liscio e piacevole. 
 
La gioia la pervase quando si ricordò che quella stanza era solamente sua 
e che nessuno l’avrebbe dovuta condividere con lei. 
Quando viveva con la sua famiglia lei e le sue sorelle
dormivano tutte in una stanza; aveva respirato l’aria consumata da troppi respiri,
condiviso il piccolo letto, sofferto il freddo o il caldo in compagnia. 
La stanza era ampia e a fornire profondità vi erano le pareti ricoperte di carta di riso,
una lampada ad olio illuminava un tatami. 
Aprì la porta scorrevole per far entrare un vento fresco d’estate, 
che avrebbe combattuto l’aria consumata data dall’abbandono della camera. 
Respirò con un sorriso dipinto sul volto e guardò con stupore il piccolo giardino. 
Alla sua destra una luce fioca si ostinava a restare in vita. 
Itsuko, seduta a terra fumava una lunga sigaretta. 
Lo sguardo era fisso a terra e le guance sembravano percorse da lacrime.
Decise di non disturbarla, di lasciarle il silenzio che le spettava.
Quella giovane che sembrava dura come una statua di marmo, si stava lasciando ad un emozione che le persuadeva lo spirito. 
Non avrebbe mai pensato di vedere una simile persona piangere.

Chiuse la porta scorrevole e rientrò nella stanza cercando di non far rumore.
Osservò a lungo il tatami, sotto la luce della lentarna e poi si distese e spense la luce.

 
Congiunse le mani al petto e fissò il soffitto illuminato dalla luna
pensando a quello che si era lasciata alle spalle. 
Il suo pensiero era rivolto alle sorelle minori.
Sarebbero state felici? 
Sarebbero state in grado di diventare brave mogli?
I loro figli sarebbero stati maschi o femmine?
Le vedeva solamente come bambine che giocavano a rincorrersi eppure, 
loro madre dava loro compiti da adulte. 
Le faceva preparare a matrimoni combinati e a speranze illusorie.   
Non potevano fare altrimenti, una volta morta chi le avrebbe prese?
Sarebbero finite in mezzo ad una strada a chiedere elemosina e a vivere di stenti.
Con un marito avrebbero trovato famiglia, sarebbero vissute fino a tarda età e al sicuro.
In casa tutti erano d’accordo nel mandare Misaki dalle myuzu, 
credevano in lei, nella sua intelligenza e nella sua bellezza.
Ma lei si sentiva colpevole a non condividere lo stesso futuro delle sorelle.
La scuola delle myuzu le era stata illustrata come una terra promessa, come sede di gloria e saggezza, ma in fondo Misaki non sapeva realmente cosa le stava aspettando.
Un luogo dove il corpo è dato al commercio e i peccatori bussano alla porta.

 
Chiuse gli occhi cercando il sonno ma ogni pensiero le nasceva veloce nella mente.
Ora si rivolgeva al suo amico Hikaru. 
Lui sognava di studiare all’università come i figli dei ricchi, 
invece era costretto a lavorare la terra per volere della sua famiglia.
Il denaro per gli studi non bastava ma lui era forte e deciso, li teneva da parte di nascosto.
Quando andava a vendere i prodotti della terra di famiglia, 
si teneva sempre dei soldi da parte, l’infilava nella tasca e faceva crescere il suo sogno.
Era un segreto, l’aveva svelato solo a Misaki.
Innamorato di lei, le raccontava tutto.Tra di loro non vi era nulla di segreto.
Le aveva chiesto di sposarlo, avrebbero vissuto insieme nella casa che lui 
con i soldi del suo lavoro da medico avrebbe comprato. 
Si promettevano di vivere al meglio, di crescere dei bambini forti e intelligenti, 
di non far mancare loro niente.
I loro nonni sarebbero stati orgogliosi della nuova famiglia, di quelle menti colte.
Ma quel progetto era infranto, le loro strade si erano divise, 
Misaki doveva diventare una myuzu.
Avrebbe mandato dei soldi a Hikaru, era decisa nel tenerli da parte per aiutarlo 
a pagarsi gli studi e a diventare un importante medico.
Le palpebre cominciarono ad essere pesanti,
chiuse gli occhi ed entrò in un sonno profondo.
 
Si svegliò a tarda notte, il caldo le aveva fatto sudare il corpo,
sentiva l’umidità e l’aria consumata. 
Si alzò e immersa ancora in uno stato confusionale si diresse in giardino, 
dove sembrava tirare un leggero vento.
Scostò i capelli dal volto e respirò profondamente l’aria pulita.
Notò una luce accesa nella camera a fianco. 
Con sua sorpresa vide Itsuko seduta ancora a terra, dopo tutte quelle ore.
Si diresse verso la compagna, camminando sulla punta di piedi per non svegliare le altre.
Itsuko alzò lo sguardo e vide la nuova arrivata in piedi di fronte a lei, 
avvolta in una vestaglia di seta bianca.
 
“Ancora sveglia? Tra poco sorgerà il sole, ti ho detto di dormire”
 
“Ho provato, ma il sonno mi sfugge, è la mia prima notte qui”
 
“Siediti, non stare in piedi” 
 
Si inginocchiò e con un sorriso dipinto in volto osservò la luna.
 
“Pensi alla tua famiglia?”
 
“Si, a tutto quello che mi sono lasciata alle spalle, mi sento egoista”
 
“Perché egoista? Non ti hanno offerto questa possibilità?
Non sprecare i loro sforzi”

 
“Non voglio, ma potrei deluderli”
 
“Per questo devi essere forte”
 
Prese una sigaretta e l’accese, sputò il fumo nell’aria creando decine di anelli.
 
“Raccontami della tua famiglia Misaki, questa notte.
Prima che sorga il sole, 
voglio sapere il tuo passato”
 
La giovane fece silenzio per un breve tempo, pensando da dove incominciare la storia. 
Avrebbe incominciato dal principio, dalla sua nascita sino ad arrivare alla partenza.
 
“Sono nata in un villaggio dove vivono famiglie
povere che ripongono il futuro nella terra. 
La mia nascita portò felicità nel cuore dei miei genitori, 
i tempi stavano cambiando, divenivano ardui, 
ma la mia vita apriva loro una gioia infinita.
Un tempo la terra si coltivava con fatica e portava guadagni, 
con il passare degli anni i contadini rompevano le loro schiene
ma il denaro mancava.
Il giorno del mio settimo compleanno, 
mia madre mi disse di avere un'altra vita dentro di lei.
Fui contenta della notizia, desideravo fratelli
e le mie preghiere erano state ascoltate.
Ma la stessa gioia non era nei miei genitori,
temevano di non poter sfamare tutte quelle bocche”
 
Misaki narrava la sua storia con un tono di voce colorito, melodioso. 
Itsuko aveva dimenticato la sigaretta ed ora donava la concentrazione
solo alle parole della compagna.
Desiderava rassicurarla e fermare quelle lacrime che le rigavano il volto,
segni della nostalgia per la sua famiglia e per il luogo dove era cresciuta.
Anche Itsuko aveva passato quel periodo e dentro il suo cuore portava ancora una fetta della sua terra, dove avrebbe voluto rimetter piede per far rivivere i ricordi d'infanzia.
Ma ora aveva orecchie solo per la voce di Misaki, che la rapiva in una notte interminabile, dove sullo sfondo pece del cielo, brillava una luna piena. 
 
“Presto nacquero le mie due sorelle e la tristezza della povertà caduta nel villaggio,  venne portata via dai loro sorrisi. 
Quale bene materiale poteva vincere su quelle vite?
Ma nessuna di loro aveva donato ai miei genitori
quello che seppi donare io un tempo.
Non mi fecero mai toccare la terra per non rovinare le mie mani ed il sole per me era un ricordo, dovevo conservare una pelle bianca come quella delle signore ricche, diceva mia madre.
Da quando ho messo piede a questo mondo, il mio destino è stato segnato, avevano deciso che sarei dovuta diventare una myuzu.
Sapevano di poter guadagnare sulla mia bellezza.
Le mie sorelle ed i miei genitori si sono sacrificati per me,
mi hanno fatta crescere al meglio delle loro possibilità,
senza lamentarsi, senza farmelo pesare.
Ma io sento un macigno sulla schiena, è la loro fiducia che mi schiaccia,
non posso deluderli”
 
Itsuko sorrise.
La straniera sembrava essere taciturna, mentre invece sotto la sua pelle ribollivano mille parole pronte ad esplodere.
 
“E’ affascinante, il tuo passato è colmo di speranza. 
Sappi che la tua storia si sta scrivendo,
il tuo futuro ora è nelle tue mani.
Conto su di te Misaki, non deludere nessuno di noi. 
Ora vado a dormire, dovresti cercare di prendere sonno anche tu
o ti rovinerai la pelle.”
 
Itsuko si alzò e si chiuse dentro la stanza, senza commettere alcun rumore.
La compagna si voltò e vide la luce spegnersi.
Anche lei si diresse alla sua e trovò rapidamente il sonno.
Dopo aver parlato delle sue apprensioni,
trovò pace e si sentì sicura nell’andare incontro al suo destino.
Passare la nottata con Itsuko era stato mistico, era come se vicino a lei ci fosse uno spirito 
a vegliare sulle sue apprensioni e con il solo passaggio del suo sguardo, ogni futile pensiero fosse scomparso dietro quegli alberi di ciliegio che governavano il giardino.
  
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