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Autore: Cat e Dog    17/08/2013    0 recensioni
Questa storia parla della vita di Gwen dopo 'A tutto reality: Azione'.
Spero vi piaccia, è la prima fanfiction che scrivo.
Scritta da Dog.
PS: Questa storia è creata come se 'A tutto reality: il tour' non sarà mai fato. Quindi se cose non tornano con la versione originale, non vi preoccupare, è tutto calcolato ;)
Inoltre, i personaggi potrebbero essere un po' OOC. Giudicate voi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Rabbia, tristezza, confusione: ecco cosa passava nella testa di Gwen nei minuti a seguire.
Un rancore represso in quelle due settimane tornò a galla, facendola ricredere di tutto ciò di cui era stata certa fino a quel momento.
Era innamorata di Duncan, e allo stesso tempo lo odiava.
Trent la seguiva due passi dietro a lei, incapace di capire cosa era appena successo. Lei cominciò a correre, senza una meta precisa, e il suo povero ragazzo fu costretto a far altrettanto se non voleva perderla di vista.
‘Gwen! Amore, ma che ti prende?’ gridò lui, speranzoso in una risposta della ragazza. Lei si bloccò di colpo, voltandosi verso il moro. Aveva il volto rigato da lacrime silenziose, le mani serrate in un pugno e il labbro inferiore le tremava: sembrava che avrebbe ucciso qualcuno da un momento all’altro, ed è quello che avrebbe fatto se avesse avuto quell’oca e quel criceto in prognosi riservata davanti a se.
‘C’è - cominciò a parlare lei - Che voi maschi siete degli imbecilli, e io uguale a voi’.
Si ritrovò ad urlare in mezzo al parco contro Trent, che non centrava assolutamente nulla in quella faccenda.
‘VOI PRIMA DITE UNA COSA, POI UN'ALTRA. NON FATE MAI PACE COL CERVELLO! DITE ALLE RAGAZZE DI AMARLE, POI SCOPATE CON ALTRE, VI BACATE CON DELLE OCHE DAVANTI AI LORO OCCHI E POI SPERATE CHE CONTINUINO A VENIRVI DIETRO, A DARVI CHANCE SU CHANCE, FINGENDO DI IGNORARE LE VOSTRE IDIOZIE. SIETE UN BRACO DI BABBUINI SENZA CERVELLO, ECCO COSA SIETE! NON VOGLIO PIU’ AVERE A CHE FARE CON UN RAGAZZO IN VITA MIA!’
La faccia prerplessa di Trent non aiutò Gwen a calmarsi ‘SMETTILA DI FARE QUELLA FACCIA PESCE LESSO FINTO TONTO. ADDIO’.
La ragazza si voltò e andò via, infuriata con il genere maschile.

Nel frattempo Duncan stava prendendo il gelato, quando Giovanni cominciò a parlargli.
‘Non pensavo avessi una ragazza. Anzi, ero sicuro che fra te e Gwen ci sarebbe stato qualcosa, visto come vi guardavate quando sei venuto qui l’ultima volta. Poi tu sei andato via e lei ha iniziato a vedersi con quel tipo, Trent. Mah, io non vi capisco: senza offesa per la tua ragazza, ma voi due sareste la coppia migliore che ci possa essere’.
A Duncan mancò l’aria, incredulo alle parole che erano uscite al gelataio e preoccupato per la reazione di Courtney.
Non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca che la castana lanciò il gelato in faccia a Giovanni, infuriata. Era diventata rossa come un peperone e aveva iniziato ad ansimare come una belva feroce; si voltò in direzione del fidanzato e cominciò a urlarli insulti che sarebbe meglio non ripetere, scioccando persino Duncan.
‘Ehi dolcezza, calmati, io….’
‘NON FIATARE’ lo interruppe lei, per poi schiaffeggiarlo a ripetizione.
‘Ritieniti senza tetto, caro mio EX ragazzo, perché non voglio mai, e sottolineo MAI avere più nulla a che fare con te, sciagurato!’ e se ne andò nella direzione da qui erano venuti.
Solo in quel momento si accorse degli sguardi stupefatti, impauriti e sconcertati che aveva avuto puntati addosso per tutta la scenata.
Si sentì in dovere di difenderla ‘Scusate a tutti, ma capitela: ha dei seri problemi caratteriali e mentali, per questo è seguita da un team di esperti. Si rifiuta di prendere le medicine. Scusatela ancora’.
Il pubblico distolse lo sguardo continuando a farsi gli affari suoi. ‘Giovanni, perdonami: tieni i soldi per entrambi i gelati’ disse Duncan dispiaciuto.
‘Non ti preoccupare, è colpa mia se è successo tutto questo casino. Ma io direi di andare da Gwen, perché il tuo spettacolino non è stato un granché’ rispose il gelataio, riferendosi al bacio.
Duncan lo ringraziò e andò nella direzione in cui si era dileguata Gwen seguita da Trent.
Per strada incontrò quest’ultimo, che appena lo vide, gli corse in contro.
‘Hai la minima idea di cosa hai combinato?’ sbottò Trent al punk. ‘No, perché non me lo dici tu?’ rispose in segno di sfida il ragazzo.
Trent alzò gli occhi al cielo e lo superò, non intendendo cadere nelle sue provocazioni.

Nel frattempo Gwen era tornata a casa.
Durante il percorso si era rilassata, raggiungendo uno stato di calma innaturale, quasi inquietante.
Appena entrata in casa, decise di fare una doccia, giusto per schiarissi le idee.
Impostò l’acqua a un temperatura alta, amava fare la doccia bollente. Si svestì e scivolò dentro la cabina, accompagnata dalla sua musica preferita. Mentre si faceva lo shampoo, si schiarì la mente, cercando di trovare un senso a ciò che le era successo nell’ultima ora.
Si rinvenì di come aveva trattato Trent, sentendosi in colpa, di come Duncan aveva spudoratamente baciato Courtney di fronte ai suoi occhi, di come si era sentita morire a quella vista.
Perse un sacco di tempo a fissare il soffitto, senza neanche un’idea che gli passasse per la testa.
Trent era l’unica cosa bella che le era capitata in quelle tre settimane infernali, con la morte di suo padre, le menzogne di Duncan e tutti i sentimenti negativi che portava con se da molto tempo, eppure ciò non bastava.
Era quindi indubbiamente innamorata di Duncan, e di conseguenza era inevitabile una rottura con Trent, ma qualcosa le rendeva inconcepibile un finale così, non riusciva ad accettare come stavano andando le cose.
Quando uscì dalla doccia si mise il pigiama e prese a scarabocchiare su un foglio Trent e Duncan in stile manga, incapace di decidere sul da farsi.

Duncan decise di non andare a cercare immediatamente Gwen, consapevole che non avrebbe potuto ragionarci lucidamente. Sono un idiota, niente di più continuò a ripetersi per tutto il tragitto fino al suo albergo.
Quando arrivò, la receptionist li consegnò la valigia, che Courtney aveva già preparato per il suo arrivo.
Chiamò un taxi e si fece portare all’albergo dove aveva risieduto alla sua visita precedente.
‘Buon pomeriggio signore. Desidera?’ chiese il ragazzo alla reception alla vista di Duncan.
‘Una singola, grazie’.
‘Ecco a lei la chiave della 14 e buona permanenza’ il punk ringraziò e si diresse alla sua camera.
Sistemò le sue cose e decise che dopo cena sarebbe andato da Gwen per parlare.

‘A tavola!’ urlò Abby alla figlia, che aveva appena finito la lista dei motivi per cui perdonare Duncan e di quelli per non farlo.
‘Come mai non è voluto restare il bimbo a cena?’ chiese la mamma mentre serviva le lasagne.
‘Ci siamo lasciati’ rispose seccamente lei, anche se non era del tutto vero.
‘Peccato, è veramente un bravo ragazzo’ puntualizzò inapropriatamente la madre, perché senza saperlo, aveva peggiorato i pensieri contorti di Gwen.
Il campanello suonò mentre la ragazza faceva la lavatrice e Abby andò ad aprire.
Sentì parlottare e poi la madre spuntò dalla porta della cucina ‘ E’ per te’.
Si diresse verso l’ingresso, non riuscendo ad immaginare chi potesse essere.
‘Possiamo parlare principessa?’ chiese il ragazzo vedendola apparire in corridoio.
‘Se dobbiamo’ rispose fredda lei, non volendo dargliela vinta. Gwen prese le chiavi e si chiuse la porta alle spalle, raggiungendo Duncan sul marciapiede.
La fioca luce della luna illuminava il suo volto, dandoli un aria quasi irreale.
Lo stomaco di Gwen si chiuse in una morsa quasi mortale, che le fece perdere l’orientamento.
Cercò di nascondere ciò il meglio che poteva.
I due si ritrovarono faccia a faccia, ma nessuno aprì bocca per i seguenti dieci minuti.
La ragazza aspettava, mentre lui cercava le parole più adatte. ‘Scusa’ fu tutto quello che in quel momento riuscirono ad uscire dalla bocca di Duncan.
La ragazza scosse la testa poi fece per voltarsi.
‘Scusa se sono un totale idiota, se non mi sono reso conto prima di quel che provo per te.
Ma non è stato facile come credi: la lontananza, Courtney, anche Trent se vogliamo dirla tutta, hanno reso questo compito ancora più difficile. So che non è facile perdonare ciò che ho fatto, ma giuro che non ho mai fatto tutto ciò per ferirti o per volerti mentire.
E’ sempre stato vero ciò che provo per te, una verità che a volte mi ha fatto del male, ci ha fatto del male.’ lei non si voltò, ma continuò ad ascoltare ciò che aveva da dire Duncan.
‘Beh, vedi… ciò di cui mi sono accorto è che… che… che io ti amo! Si signorina Gwendolyn Connie Anastasia *****, io - ti - amo. Forse non mi crederai, ma è così. Non mi riconosco neppure, so di non essere così sdolcinato, ma con te qui, davanti a me, non riesco a dire altro.
Perciò per favore, per favore, perdona questo povero idiota e dagli un'altra chace, oppure non si darà pace finché non lo avrai perdonato’ Gwen ridacchiò e si voltò, sorprendendosi di trovarlo inginocchiato a braccia aperte.
Ancora più divertita, rispose con un semplice si.
‘Si? Cosa significa si?’ chiese il punk confuso.
‘Ti perdono’ rispose Gwen, ripensando alla sua lista.
Duncan si alzò in piedi e, in quel momento, Gwen gli saltò al collo, baciandolo con tutta la passione che aveva represso.
In quel momento una stella cadente squarciò il cielo, come per segnare un nuovo inizio.

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Rullo di tamburi... Dopo 1 anno e 1 giorno ho finalmente pubblicato l'ultimo capitolo di questa FF!
Ok, sono penosa, mancava solo un capitolo e io non mi sono degnata di pubblicaarlo.
Spero che la luuunga attesa ne sia valsa la pena e che questo capitolo abbia colmato le vostre spettative. *passa una balla di fieno* ok ok, a nessuno interessa.
Alla prossima, Dog <3 PS. scusate eventuali errori, ma sono molto stanca e sicuramente alcuni saranno sfuggiti alla mia fioca vista serale.
  
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