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Autore: EMNancy    17/08/2013    2 recensioni
Eve è solo una quindicenne dal distretto 10 quando viene sorteggiata per partecipare ai famigerati Hunger Games. Sa che le sue possibilità di sopravvivere non sono molte, ma ce la metterà tutta per tornare a casa.
Dal primo capitolo: 'Quando finalmente trovo un posto che mi sembra adatto per fermarmi per la notte deve essere passata almeno un'ora e mezzo dalla morte di Talo. Non posso fare a meno di pensare che si è sacrificato per me. Spero che al distretto lo ricordino come un eroe, almeno fino alla fine dei giochi. Io lo farò per il resto della mia vita, corta o lunga che sarà.'
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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È ormai sera quando il mio stomaco brontola impaziente, ricordandomi che non mangio da quando sono cominciati gli Hunger Games. Così sgranocchio due frutti e bevo un sorso d'acqua e poi inizio a prepararmi per la notte. Mi tiro su il cappuccio perché ho freddo alla testa e mi sistemo comodamente nella coperta, che è abbastanza grande per avvolgere completamente me e il mio zaino. Infine stringo in mano il coltello più piccolo, preparandomi per ogni necessità, e comincio a sonnecchiare.

L'inno nazionale a tutto volume mi risveglia e mi obbliga a fare attenzione. Quando finisce vedo nel cielo le facce di tutti i tributi morti. Sono dieci in tutto: i due del distretto 3, Dana, il ragazzo del 6 e quello dell'8, i due del 9, Talo e i due del 12. Tutti, tranne Dana, deceduti nel bagno di sangue iniziale.

Stavolta, quando vedo il volto di Talo nel cielo, non riesco a trattenere le lacrime, che scivolano sul mio volto senza preavviso. Lo conoscevo da quando avevo cominciato a lavorare dai miei nonni. Abitava accanto a noi con i suoi genitori e le sue due sorelline. Aveva solo sedici anni, uno più di me, ma sembrava certamente molto più grande. Era alto, forte, con un fisico possente e con delle gambe lunghissime. Se c'era una persona nel nostro distretto che avrebbe potuto vincere gli Hunger Games, era lui. Di sicuro adesso nessuno spererà in una mia vittoria. Neanche i miei nonni. Mi hanno sempre detto che sono troppo magra e troppo debole per Panem, ma non avevo mai capito cosa significasse veramente. Fino ad ora.

Alla fine mi addormento, pensando alle sorelle di Talo che hanno visto in diretta la morte atroce dell'adorato fratello.

 

Appena inizio a dormire sogno la ragazza del distretto 5.

Sto passeggiando accanto a un ruscello e, notando che non c'è traccia degli strani ibridi divora carne, decido di riempire le mie borracce. Appena però metto una mano in acqua Dana si materializza davanti a me, tirandomi per i polsi verso il torrente. Vuole che io faccia la sua stessa fine. Infatti pian piano cominciano ad arrivare anche gli animali, che però per il momento non attaccano.

Solo quando finisco con la testa sott'acqua sento dolorosi morsi in tutto il mio corpo. L'ultima cosa che vedo prima che gli ibridi arrivino a mangiarmi gli occhi è il mio stesso sangue scorrere tranquillo davanti a me.

 

Quando mi risveglio non posso fare altro che sentirmi molto stupida riguardo a quello che è successo ieri a Dana. Quando è stata attaccata sono rimasta semplicemente a guardarla, quasi aspettando impaziente la sua morte. Ho pensato solo alle sue provviste. Avrei potuto almeno cercare di aiutarla, anche se probabilmente era già condannata al primo morso, ma non l'ho fatto. Sembra difficile da credere ma penso di subire già l'influenza negativa degli Hunger Games, che mi spinge a guardare gli altri tributi solo come oggetti da distruggere, che mi vuol far diventare una macchina da guerra sotto il controllo di Capitol City.

Mentre penso a questo alzo lo sguardo e noto qualcosa di strano nella chioma dell'albero sotto il quale mi sono accampata: è completamente piena di farfalle colorate. Svolazzano tra i rami e le foglie mostrando di non accorgersi nè di me nè di qualsiasi altra cosa accada loro intorno. Ce ne sono di rosse, di gialle, di verdi, di blu, di bianche e di nere. È uno spettacolo incredibile. Non credo di aver mai visto niente di simile. Sono talmente tante che sembra che vogliano addirittura prendere il posto dell'intera vegetazione. Potrei rimanere a guardarle tutta la vita. Ad un certo punto ne vedo una blu venire cautamente verso di me. Disegna piccole spirali nell'aria. Sono quasi iptnotizzata da quel movimento.

Improvvisamente però mi ricordo. Sono nell'arena, a combattere negli Hunger Games, non a casa al sicuro. Non posso mai sapere cosa gli strateghi hanno in serbo per me. Per quanto ne so io adesso quelle farfalle potrebbero essere velenosissime, o potrebbero indurmi il sonno. O potrebbero mangiarmi la pelle come gli ibridi del ruscello.

Così mi tolgo la coperta e mi alzo in fretta, allontanandomi dall'albero delle farfalle. Appena lo faccio sento un gran freddo penetrarmi fin sotto i vestiti. Poi raccolgo tutte le mie cose, mi metto lo zaino in spalla e mi appresto a incamminarmi altrove.

Quando sto per andare però vedo due figure, un ragazzo e una ragazza, venire verso di me. Non li vedo bene, ma non sembrano nessuno dei Favoriti. Mi nascondo, proprio come avevo fatto quando avevo visto arrivare la ragazza del 5. Stanno confabulando tra loro di alberi e fuochi.

Poi vedo che si inginocchiano sulla riva del torrente, pronti a bere. Rivedo velocemente le immagini di Dana scuoiata. Mi faccio coraggio ed esco dal mio nascondiglio urlando: - No! Attenti! Attenti ai pesci!

Faccio appena in tempo a notare le espressioni interrogative e sconcertate sui loro volti appena mi vedono. Qualcuno mi da una forte botta in testa ed io cado svenuta, proprio sotto l'albero delle farfalle.


Spazio autrice: Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto la mia storia e tutti quelli che l'hanno recensita o la recensiranno. I vostri consigli e accorgimenti mi sono molto utili.
EMNancy

  
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