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Autore: Britin_Kinney    19/08/2013    1 recensioni
Merlin detesta i comportamenti di Arthur, ma deve scegliere, imparare ad accettare questi suoi atteggiamenti o aiutarlo a cambiare, evitandogli compagnie sconvenienti e bravate che potrebbero costargli la vita.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Okay... caspita. Undici mesi sono decisamente troppi. Meriterei la gogna... e.e Ma... per chi vorrà leggerlo, ecco a voi il "finale" di questa storia. :)
Se posso permettermi, questo capitolo può anche essere letto con questa canzone... e.e 
http://www.youtube.com/watch?v=z3YKtOBGMTM

I hate (love) you
Capitolo 5

Artù scostò le coperte e si mise sopra di lui. Lo baciò ancora, lasciando che il sapore di Merlin gli si imprimesse nella mente.
Le dita di Artù leggere e rispettose, si fecero strada al di là della maglia del moro, accarezzandolo dolcemente.
Merlin sorrise divertito.
“Che c’è?” domandò Artù, osservando il suo sorriso.
“Nulla… credevo non fossi capace di tali ‘romanticherie’” spiegò Merlin e Artù incurvò le labbra, storcendo il naso, con espressione birichina.
“Sono capace di questo ed altro, Emrys” affermò con convinzione, accarezzandogli lentamente i fianchi. Su e Giù, delicatamente.
Merlin chiuse gli occhi, lasciandosi andare a quelle carezze.
Artù si avvicinò alle sue labbra, sfiorandole leggermente con le sue. Merlin rabbrividì dal desiderio e dall’aspettativa.
Artù era ad un passo dallo sfilargli la maglietta, quando…
Driiiiiiin.
Artù sorrise, sbuffando divertito dal naso. “Tempismo perfetto” commentò, facendo ridacchiare Merlin.
“Si sono preoccupate per me” disse Merlin, sentendosi in dovere di giustificare le amiche.
“Anche io” soffiò Artù chinandosi su di lui e afferrandogli le labbra con passione. Quando lo lasciò, le guance di Merlin erano completamente arrossate.
Artù ridacchiò del suo immenso e incontrastabile pudore.
“V-vado ad aprire” disse, quando un prolungato scampanellio ruppe quel dolce momento.
“Ti conviene, o butteranno giù la porta” aggiunse Artù, sorridente.
Merlin ridacchiò “Già” disse solo ed andò ad aprire.
Quando Merlin lasciò entrare Gwen e Morgana, le due si precipitarono in braccio a lui, stringendolo.
“Merlin!” esclamarono all’unisono.
“Stai bene?” domandò Morgana, poggiandogli una mano sulla guancia.
“Eravamo così preoccupate” aggiunse Gwen, portandosi una mano al petto.
“Tranquille. Sto bene, adesso” –quando Artù entrò in salotto, avvicinandosi a Merlin, Morgana mise su un espressione sostenuta, seguita a ruota da Gwen con tanto di braccia incrociate- “Se non fosse stato per lui, sarebbe finita male.”
Artù passò un braccio attorno alla vita di Merlin e gli baciò una tempia. Merlin sorrise alle due amiche e loro, roteando gli occhi al cielo, si sciolsero in un sorriso.
“Grazie, di aver salvato Merlin” cominciò Gwen, mettendo da parte l’orgoglio. Morgana non si decideva a spiccicare parola, alche ricevette una gomitata nel fianco dall’amica.
“Oh, e va bene!” –sbottò Morgana- “Grazie, Pendragon.” –Sottolineò- “Ma non credere che sia finita. Ti terrò comunque d’occhio” promise con aria solenne, prima di avvicinarsi a Merlin, baciargli una guancia, guardare in tralice Artù ed uscire.
“Gentile” commentò divertito Artù.
“Non farci caso” cominciò Gwen.
“Gwen!” esclamò Morgana dal pianerottolo.
“È molto protettiva e anche se non lo dimostra nel modo giusto…”
“Gwen!”
“Tiene a Merlin più…”
“GWEN!”
“…di quando tu possa pensare”
“Ginevra Whifer!” Abbaiò Morgana e Gwen fece un sorrisetto colpevole.
“Ciao” li salutò a bassa voce, prima di uscire dall’appartamento di Merlin.
“Beh, siamo rimasti soli” cominciò Artù, avvicinando le labbra al collo di Merlin per baciarlo.
“S-sì” aggiunse Merlin, titubante.
“Che cosa c’è, Merlin?” domandò Artù, aggrottando le sopracciglia.
“Nulla…”
“Merlin,” –cominciò il biondo, sorridendogli- “Smettila di fare la ragazzina pudica e lasciati andare” lo prese in giro.
Merlin accettò la sfida e mettendosi di fronte a lui, poggiò una mano al centro del petto del biondino. Lo spinse, fino a fargli raggiungere la sua stanza e il suo letto. Lo fece sedere ai piedi del grande lettone.
Poi si mise davanti a lui e cominciò a spogliarsi, lentamente…
Artù si alzò in piedi, di fronte a cotanta perfezione non poté che avvicinare piano le dita alla pelle di Merlin.
Il mago lo guardava con gli occhi leggermente intimoriti.
Artù vide del timore nel suo sguardo e poggiò una mano sul cuore di Merlin: batteva all’impazzata.
“Non avere paura” mormorò dolcemente il biondo.
“N-non ho paura” ansimò Merlin, sentendo il respiro accelerare.
Artù si avvicinò piano, pianissimo. E, per la quarta volta in quella giornata si concesse di venerare le labbra di Merlin.
Quando si staccò da lui, Artù poggiò entrambe le mani sul viso del moro e cominciò a scendere, con tocchi leggeri e lenti.
Le sue mani sfiorarono le spalle, le braccia… fino ad arrivare alle mani. Intrecciò le dita a quelle del compagno.
E, sempre tenendolo per mano, lo condusse fino al letto.
Merlin avvicinò le dita tremanti al colletto della camicia di Artù e cominciò a slacciarla, bottone dopo bottone. Quando fu interamente aperta, il moro lasciò che le sue mani vagassero sull’addome di Artù, fino ad arrivare alle spalle. Infilò le dita sotto la camicia e gliela sfilò.
Anche quell’indumento, andò a far compagnia al vestiario di Merlin, sul pavimento.
Artù sorrise e le dita di Merlin scesero a sbottonare i suoi jeans. Quando anche i pantaloni raggiunsero il pavimento, Artù si sfilò gli slip e rimase completamente nudo.
“Sicuro di non volerti coprire gli occhi? O di voler scappare dalla stanza, come quella mattina prima di andare a scuola?” ricordò, ridacchiando.
“È solo un cazzo, Pendragon. Ce l’ho anche io” citò le parole che il biondo aveva usato in quella situazione, giorni prima.
“Sta diventando un perfetto allievo, Signor Emrys.” Scherzò Artù, accerchiandogli la vita con le braccia e accarezzandogli la schiena. Per poi chinarsi e adagiarlo delicatamente sulle lenzuola sfatte.
Quando Artù fece aderire i loro corpi, Merlin cominciò a respirare faticosamente.
“Tu…” –cominciò il moro, in iperventilazione- “Tu non… non hai paura?” domandò con il petto che si alzava ed abbassava furiosamente.
“No, Merlin. Sono molto tranquillo” –rispose il biondo- “E felice” aggiunse.
“D-davvero?” domandò Merlin, sottopressione.
“Merlin, non devi sentirti costretto. Se non vuoi farlo, non ti forzerò in alcun modo” disse Artù, sorridendogli per rassicurarlo.
“Perché io ne ho. Ho tanta paura” confessò, ansimando.
“Di cosa?” domandò Artù, accarezzandogli il viso.
“Di… tutto questo” -rispose Merlin.- “Ho paura che, quando domani mi sveglierò, non ci sarai”
“Per questo esiste la fiducia, Merlin” -mormorò il biondo, puntando il suo sguardo in quello del moro.- “Ti fidi di me?” chiese Artù.
Merlin lo guardò in silenzio, respirando affannosamente e fissandogli le iridi.
“Sì” rispose infine.
Perché quella diavolo di paura gli veniva adesso? Era così sicuro, prima! Ma che cavolo stava facendo?! Artù era l’uomo della sua vita! Un po’ di coraggio, che diamine!
“Vuoi fare l’amore con me, allora?” domandò Artù, sorridendogli.
Merlin sollevò una mano e la portò dietro la nuca di Artù, infilando le dita tra i suoi capelli. Lo avvicinò a sé e lo baciò profondamente.
“Quello era un sì?” chiese il biondo.
“Ooh, sta’ zitto una buona volta!” esclamò Merlin ridacchiando e zittendolo con le sue labbra.
Artù, lasciò incustodite le sue labbra per cominciare una scia di baci che cominciava dal mento, la gola, la dolcissima fossetta che Merlin aveva in mezzo alle clavicole, lo sterno, l’addome… il ventre, per poi risalire e baciargli la fronte.
Merlin in quel frangente, teneva gli occhi ben serrati, sospirando ad ogni minimo tocco.
Era dispiaciuto di non poter fare nulla per sembrare un amante spudorato e passionale ma… era la sua prima volta e, per una volta, avrebbe lasciato ad Artù le redini di tutto. Per una volta, voleva che fosse il biondo a prendersi cura di lui.
Merlin portò le gambe ad accerchiare i fianchi di Artù, stringendosi contro il suo calore. Pelle contro pelle. Dio… era una sensazione… non sapeva quali parole usare per descriverla.
Artù condusse il suo membro all’apertura inviolata di Merlin. Il ragazzo sollevò lentamente le palpebre e Artù capì che si era davvero innamorato di quel ragazzo impacciato che gli aveva salvato la pelle in innumerevoli situazioni.
Il biondo entrò piano in lui e le dita di Merlin artigliarono le lenzuola.
“Aspetta… fermati” gemette tra i denti. Artù obbedì, guardandolo in viso. E quando il moro si sentì veramente pronto da farglielo sapere, il biondo si lasciò scivolare nel suo corpo ancora di poco.
Merlin aveva contratto il viso in un espressione sofferente.
“Fa malissimo” disse, gemendo di dolore un secondo dopo.
Artù si avvicinò al suo orecchio per sussurrargli piano: “Rilassati”
Merlin provò a respirare profondamente, cercando di rilassarsi il più possibile. A poco a poco, riuscì a rilassarsi ed Artù, finalmente, poté entrare a far parte del suo corpo completamente.
Entrambi rimasero fermi per un arco di tempo interminabile. I loro sospiri si fondevano, si perdevano gli uni negli altri, fino a quando Artù non si ritirò leggermente per spingersi nel corpo dell’amante.
Merlin gemette flebilmente, portando anche le braccia a stringere la schiena possente di Artù.
Quando Merlin fu più sicuro e convinto i movimenti di Artù divennero più veloci. Il dolore che il moro sentiva qualche minuto prima, si trasformò in un piacere intenso.
E finalmente, riuscì a godersi la sua prima volta. Con Artù… chi l’avrebbe mai detto.
Il biondo, cominciò a baciarlo intensamente, ormai vicino a quella che i francesi chiamerebbero “Le Petit Mort”, la piccola morte. La grande Ecstasy. Insieme a quella però, arrivarono anche diverse emozioni e sensazioni differenti. Passione, protezione, affetto e possessività.
E Amore. Soprattutto amore.
Artù si lasciò andare su di lui con il fiato corto e il cuore che pulsava il triplo del normale.
Merlin si concesse un sorriso e andò ad accarezzargli i capelli.
Il suo primo vero amore. Il suo primo uomo. Il primo che lo aveva amato in maniera del tutto sincera.
“Sono perdonato di tutto ciò che ho combinato, Merlin?” domandò Artù, sorridendo contro la pelle della spalla sudata di Merlin, per poi baciarla.
Il moro sorrise “Ti ho già perdonato quando mi hai salvato, Artù”
“Perdonami se ti ho fatto impazzire” si scusò, senza ombra di giocosità nella voce.
“Non preoccuparti, diciamo che mi hai ripagato di tutte le volte in cui mi ha fatto impazzire” mormorò Merlin, accarezzandogli la testa, dolcemente.
Artù sollevò il capo per avvicinarsi alle sue labbra.
“Sei perdonato” aggiunse Merlin sulle sue labbra carnose.
Il biondo sorrise ancora e lo baciò profondamente.
“Ah, dimenticavo” –cominciò il biondino- “Ti amo”
Merlin quasi si commosse, ma poi si ricompose e sorrise “Ti amo anche io”
“E… le tue orecchie a sventola mi sono sempre piaciute, dumbemrys” scherzò, chinandosi su di esse per baciarle entrambe.
Merlin aggrottò le sopracciglia “Quindi… i tuoi nomignoli idioti erano solo per farmi capire che ti piacevo?” domandò il moro.
“Non esattamente… all’inizio sono stato proprio stronzo. Sono un Pendragon, è nella mia natura.” –detto questo ridacchiò scherzosamente, guadagnandosi un’occhiataccia- “Hai cominciato a suscitare la mia devozione e il mio sincero interesse quando mi hai riportato a casa, quella notte” confessò il biondo.
“Mi racconterai tutto domani” –mormorò Merlin- “Quando ci sveglieremo insieme, non è vero?” domandò, incurvando le labbra in un sorriso birichino ma serio.
“Te lo prometto, sarò al tuo fianco domattina” giurò Artù, guardandolo negli occhi e a Merlin suonarono davvero sincere quelle parole.
Lasciò che Artù poggiasse il capo sul suo petto e si addormentò sorridendo, abbracciato all’amore della sua vita.

  
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